stefano85
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venerdì 2 settembre 2011
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esauriente interpretazione dell'omonimo dramma.
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Girato con mezzi minimalisti e allestito con una scenografia esigua ma molto suggestiva "Enrico V" di Branagh gioca soprattutto sui dialoghi eleganti e abbastanza fedeli al testo dell'opera shakespeariana, dove le parti recitate nel film vengono egregiamente enfatizzate dai temi musicali "O! for a Muse of Fire" e "St Crispin's Day" del compositore Patrick Doyle. Il cast, che comprende attori di prim'ordine come Emma Thompson, Ian Holm, Paul Scofield, un giovanissimo Christian Bale e la bravissima Judi Dench, vede anche l'apprezzata presenza di Derek Jacobi nei panni di un Coro che si immette nelle varie scene con il compito di narrare il susseguirsi delle vicende.
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Girato con mezzi minimalisti e allestito con una scenografia esigua ma molto suggestiva "Enrico V" di Branagh gioca soprattutto sui dialoghi eleganti e abbastanza fedeli al testo dell'opera shakespeariana, dove le parti recitate nel film vengono egregiamente enfatizzate dai temi musicali "O! for a Muse of Fire" e "St Crispin's Day" del compositore Patrick Doyle. Il cast, che comprende attori di prim'ordine come Emma Thompson, Ian Holm, Paul Scofield, un giovanissimo Christian Bale e la bravissima Judi Dench, vede anche l'apprezzata presenza di Derek Jacobi nei panni di un Coro che si immette nelle varie scene con il compito di narrare il susseguirsi delle vicende.
Branagh realizza una decorosa ed eloquente versione cinematografica dell'omonima composizione di Shakespeare, in grado di adattarsi perfettamente all'audience moderno ma nello stesso tempo di non essere disprezzata dai puristi dei classici della letteratura inglese.
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fabal
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domenica 23 febbraio 2014
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branagh, il nuovo olivier
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La successione al trono di Francia è avvenuta per via femminile, in contrasto con la legge salica: l'attuale sovrano sarebbe dunque illegittimo. Su suggerimento dell'arcivescovo di Canterbury, il re Enrico V rivendica i suoi diritti alla corona. La risposta di Carlo IV arriva tramite il Delfino, che consegna ad Enrico un dono di conciliazione: palle da tennis. Il re non digerisce l'affronto e dichiara guerra alla Francia.
Alla sua prima regia, il giovane Branagh firma un pregevole adattamento dell'omonimo dramma shakespeariano. Il film presenta già le caratteristiche che porteranno al successo il più ambizioso Hamlet: energia interpretativa e immediatezza d'approccio.
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La successione al trono di Francia è avvenuta per via femminile, in contrasto con la legge salica: l'attuale sovrano sarebbe dunque illegittimo. Su suggerimento dell'arcivescovo di Canterbury, il re Enrico V rivendica i suoi diritti alla corona. La risposta di Carlo IV arriva tramite il Delfino, che consegna ad Enrico un dono di conciliazione: palle da tennis. Il re non digerisce l'affronto e dichiara guerra alla Francia.
Alla sua prima regia, il giovane Branagh firma un pregevole adattamento dell'omonimo dramma shakespeariano. Il film presenta già le caratteristiche che porteranno al successo il più ambizioso Hamlet: energia interpretativa e immediatezza d'approccio. Minimalista nel budget, questo Enrico V è molto distante dal lusso scenografico del predecessore targato Olivier, e non può certo compiacersi dei fronzoli visivi. Le inquadrature sono sempre serrate, anche durante le scene di battaglia, in cui l'assenza di campo lungo conferma una dimensione "raccolta" che sa far di necessità virtù. La povertà di mezzi spoglia il testo di astrazione e prolissità, calandolo in una schiettezza narrativa interrotta da monologhi garbatamente aulici. Quel tanto che basta a non perdere l'eleganza del classico, senza mai alzare il livello di sofisticazione al limite della farsa. O della noia, tenuta a bada per oltre due ore anche dalle fiammate della colonna sonora di Patrick Doyle.
Il cast è notevole, a dispetto delle risorse, e annovera calibri come Ian Holm, Emma Thompson (all'epoca moglie del regista), Judi Dench. A questi vanno aggiunti i meno noti "pretoriani" di Branagh, che seguiranno il regista nei lavori successivi: il compianto Richard Briers, Micheal Maloney - è lui lo schizzato Principe Delfino- e soprattutto Derek Jacòbi, nel ruolo del narratore.
L'Enrico V di Branagh, in conclusione, è un prodotto autorevole che certo non ridimensiona, né pretende di farlo, i livelli di Olivier e di un cinema passato che vede il classico nell'ottica squisitamente celebrativa. Ma può, e deve, essere apprezzato come il primo e miglior tentativo di conciliare la fedeltà a Shakespeare con l'esigenza di una fruibilità più moderna.
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