gianni lucini
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martedì 13 dicembre 2011
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un cristo diverso da quello ufficiale
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Tratto dal romanzo "L'ultima tentazione" di Nikos Kazantzakis la pellicola presenta un Cristo molto diverso da quello della cultura e della tradizione cristiana. Nel film è un uomo che tenta di resistere alla propria divinità per vivere un’esistenza comune e vive un po’ come una costrizione la missione affidatagli da Dio. Questa umanizzazione, che fa gridare allo scandalo la parte più tradizionalista della critica cristiana, rivede anche le figure di Giuda e di Maria Maddalena. Il primo è il suo più grande amico, costretto al tradimento dal disegno di Dio, mentre la seconda diventa prostituta a causa del rifiuto di Cristo di amarla.
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Tratto dal romanzo "L'ultima tentazione" di Nikos Kazantzakis la pellicola presenta un Cristo molto diverso da quello della cultura e della tradizione cristiana. Nel film è un uomo che tenta di resistere alla propria divinità per vivere un’esistenza comune e vive un po’ come una costrizione la missione affidatagli da Dio. Questa umanizzazione, che fa gridare allo scandalo la parte più tradizionalista della critica cristiana, rivede anche le figure di Giuda e di Maria Maddalena. Il primo è il suo più grande amico, costretto al tradimento dal disegno di Dio, mentre la seconda diventa prostituta a causa del rifiuto di Cristo di amarla. Il personaggio di Gesù è interpretato da Willem Dafoe, quello di Giuda da Harvey Keitel e Maria Maddalena ha il viso e il corpo di Barbara Hershey. Tra gli interpreti ci sono anche il regista Irving Kershner nei panni di Zebedeo e David Bowie in quelli di Pilato. Ricca di suggestione è anche la colonna sonora, realizzata da Peter Gabriel con la collaborazione di grandi artisti della scena internazionale come Youssou N'Dour, Billy Cobham e Nusrat Fateh Ali Khan.
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fra007
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giovedì 10 marzo 2011
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di cattivo gusto
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apparte la storia dello scandalo.. di cui non voglio esprimermi perchè ogniuno è libero di mettere in dubbio cio che vuole. il film è decisamente brutto, una noia mortale! pessima interpretazione del biondo protagonista.
qui scorsese ha toccato il fondo. non capisco chi lo definisce un capolavoro.
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tony montana
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mercoledì 24 novembre 2010
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l’ennesima opera di un grande regista
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Gesù di Nazareth, giovane falegname ebreo, poiché sta fabbricando croci su commissione degli invasori romani, è considerato dai suoi uno spregevole collaborazionista. Soffre di incubi e si trova a lottare con una voce misteriosa che gli fa credere-dubitare di essere il figlio di Dio. È un uomo che tenta di opporsi alla scoperta della propria divinità e che avrebbe potuto vivere una vita comune, ma è costretto ad accettare la sua missione, ubbidendo a Dio padre. Ma quando appeso ad una croce, dovrà sacrificarsi per salvare il mondo dal peccato, Gesù vorrebbe sottrarsi al sacrificio e vivere una normale vita terrena, subendo così una visionaria ed estrema tentazione.
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Gesù di Nazareth, giovane falegname ebreo, poiché sta fabbricando croci su commissione degli invasori romani, è considerato dai suoi uno spregevole collaborazionista. Soffre di incubi e si trova a lottare con una voce misteriosa che gli fa credere-dubitare di essere il figlio di Dio. È un uomo che tenta di opporsi alla scoperta della propria divinità e che avrebbe potuto vivere una vita comune, ma è costretto ad accettare la sua missione, ubbidendo a Dio padre. Ma quando appeso ad una croce, dovrà sacrificarsi per salvare il mondo dal peccato, Gesù vorrebbe sottrarsi al sacrificio e vivere una normale vita terrena, subendo così una visionaria ed estrema tentazione.
«Questo film non è basato sui Vangeli. E’ solo una riflessione fantastica sugli eterni conflitti dello spirito». Queste le parole che compaiono puntuali ad inizio pellicola per introdurci alla visione de L’ultima tentazione di Cristo, sicuramente – al di là dell’ovvia importanza del tema trattato – uno dei prodotti più significativi mai realizzati da Martin Scorsese in connubio con il suo collaboratore storico, lo sceneggiatore e regista Paul Schrader. La succitata frase iniziale può venire in qualche modo intesa come un monito indirettamente rivolto ai cattolici più fieri e irremovibili che si accingono ad addentrarsi in questa scorsesiana rivisitazione evangelica, ma deve essere soprattutto identificata come un opportuno invito a predisporsi al contatto con una raffigurazione sicuramente meno canonica, ma sensata e rispettosa, della Persona di Gesù Cristo. Chiunque abbia mai pensato al Figlio di Dio ’semplicemente’ come ad un uomo, non può non aver ipotizzato almeno una volta che Egli possa aver tenuto comportamenti in qualche maniera simili a quelli mostratici in questo film, che possa essere stato attraversato da pensieri prettamente “umani” che lo hanno fatto vacillare più di quanto si pensi comunemente. Cinematograficamente parlando, occorreva qualcuno che avesse il coraggio e le qualità per raccontare la vita di Cristo in maniera diversa, qualcuno che riuscisse a dire qualcosa a riguardo distanziandosi significativamente dal consueto, che decidesse di discostarsi parzialmente dai Vangeli per arricchire qualitativamente l’immaginario comune rispetto all’argomento. Il fatto che quel qualcuno porti il nome di Martin Scorsese, a pensarci bene, non è un caso. The Last Temptation of Christ, fondamentalmente, ripercorre le tappe prettamente bibliche della vita di Cristo, operando tuttavia un’indagine non tanto mirata ad analizzare particolari aspetti divinatori, quanto piuttosto a riflettere analiticamente su ciò che di ‘terreno’ ci fosse in Cristo stesso, sino ad arrivare al momento della crocifissione allorché Gesù, una volta accettato il massimo sacrificio, viene tentato dal pensiero di una vita tranquilla al fianco di Maria Maddalena. E’ proprio quest’ultima, quella dell’ultima tentazione “vissuta” da Cristo sulla croce, la parte migliore di questa pregevole pellicola, quella che sublima tutto il percorso preparatorio che la precede, rendendolo effettivamente più apprezzabile di quanto non appaia in prima istanza. Il film, non poteva essere altrimenti, procede lentamente, con passo riflessivo e solenne sin dal principio, attraversando via via i molteplici eventi definitori, ma soffermandosi non tanto sulla straordinarietà del singolo episodio in sé, quanto piuttosto su come lo stesso accadimento possa aver influito sulla spiritualità e sulla psicologia di Gesù, la cui figura e relativa complessità ricoprono sempre un ruolo predominante, sia a livello tematico che scenico, rispetto alla grandezza e alla solennità delle Sue azioni. Nonostante la lunga durata (2 ore e 35 minuti), non è opportuno dire che la visione divenga mai realmente faticosa: si passa in maniera piuttosto fluida da un evento all’altro, spesso senza che tale transizione venga chiaramente avvertita, così che l’insieme non perda di compattezza e resti coeso soprattutto per ciò che concerne l’atmosfera dominante.
La personalità registica di Scorsese è anche qui significativa. Il grande cineasta dirige in maniera apprezzabilmente oculata, e il suo stile si rivela del tutto consono ai toni del film. Una regia ottimamente dosata, in cui Scorsese fa come sempre un uso sapiente dei ralenti, che giungono di rado a fissare sulla pellicola inquadrature di grande effetto. Chi si aspetta fiumane di sangue e un’attenzione particolare ai dettagli più truculenti credo rimarrà abbastanza deluso, e farà bene a prediligere la terza fatica cinematografica di Mel Gibson.
A dire il vero, tali aspettative sarebbero anche sensate viste e considerate le abitudini del regista, ma la realtà è che L’ultima tentazione di Cristo è un film diretto con molto tatto, un film in cui una scena con protagonista Gesù mentre fa l’amore con Maria Maddalena è quanto di più rispettoso e meno provocatorio si possa immaginare (checché ne dica la Chiesa Cattolica in tutte le sue vesti).
Ho scritto in precedenza che non è un caso se il film che, come nessun altro, si sofferma sulla conflittualità spirituale di Cristo porta la firma di Scorsese. Non è un caso perché il regista, oltre ad aver spesso toccato fugacemente l’argomento religioso, si è sempre interessato per i suoi lavori a figure gravate da conflitti interiori, in bilico sul filo di un equilibrio faticoso da mantenere e tormentate da pensieri profondamente deterioranti. E’ dunque naturale e per nulla blasfemo il fatto che Scorsese abbia deciso di pensare a Cristo innanzitutto come uomo, e su questa base abbia costruito questa rappresentazione, la sua riflessione.
Esauritasi anche l’ultima, illuminante inquadratura, si ha davvero l’impressione che gli autori siano riusciti nel loro intento, che siano stati in grado di donare a questo prodotto così delicato quella comunicatività che andavano perseguendo. Questo nonostante il film non possa dirsi in assoluto privo di difetti e dia l’impressione che avrebbe potuto essere ancora migliore. L’ambientazione scenica è complessivamente efficace ma a volte risulta non completamente credibile, forse per via della fotografia di Michael Ballhaus, che non mi è parsa sempre efficace nonostante vada dato atto al cinematographer di aver compiuto un lavoro più che buono in diversi frangenti scenici.
Interpreti magistrali dal bravo Keitel nei panni di Giuda, qui rappresentato come il discepolo più vicino a Gesù; mentre Willem Dafoe è parsa invece una buona scelta per il ruolo di Gesù, anche se l’interpretazione più sentita e palpabile è probabilmente quella di una brava Barbara Hershey nei panni di Maria Maddalena. Menzione particolare per le musiche di Peter Gabriel, inusitate quanto trainanti nel sostenere le immagini attraverso ritmiche di grande originalità: sicuramente uno dei valori aggiunti di questa pellicola.
Una delle migliori regie di Martin Scorsese (nomination all’Oscar, per lui), un’opera i cui innumerevoli pregi compensano ampiamente i difetti, ma soprattutto un grande e significativo omaggio alla Cristianità.
La religione e i conflitti interiori erano temi ricorrenti in tutti i film di Scorsese, ma L’ultima tentazione di Cristo e Taxi Driver sono i due film dove questi temi si fanno sentire di più.
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paride86
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lunedì 17 maggio 2010
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bello
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Apparentemenet blasfemo, questo film gioca sull'immaginazione di Cristo e mescola abilmente ruffianeria e grande cinema. Il risultato finale è una pellicola intensa e caratterizzata da un fortissimo senso di ineluttabilità che rispecchia perfettamente il significato della Passione di Cristo.
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pedromovie
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martedì 2 giugno 2009
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cristo dal volto umano
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Capisco tutte le critiche e lo sdegno che ha provocato nel mondo Cattolico questo film, ma l'emozione che piu' mi ha colpito e' l'Umanizzazione di Cristo, interpretato magnificamente dal carismatico W.Defoe, un uomo con tutte le sue debolezze, dubbi, incertezze, paure, in perenne conflitto tra materialita' e spiritualita', richiamo della carne nelle spoglie di una vita normale (guidato da Satana) contrapposto con il richiamo spirituale a seguire il Disegno Divino voluto da DIO.
Non e' un Gesu' Divino quello disegnato da M.Scorsese, ma e' un Gesu' Umano, forse il Gesu' che potrebbe vivere dentro di noi, uomini moderni, semplici, fragili, consumisti, peccatori, materialisti, egoisti, senza spirito di sacrificio, in preda a crisi esistenziali, sensi di colpa, desiderio di spiritualita' x espiare le nostre colpe.
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mister bluff
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domenica 31 maggio 2009
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c-a-p-o-l-a-v-o-r-o
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Davvero bello, l'ho trovato fantastico!!! Ammetto di averlo visto proprio perchè la Chiesa lo denigrava, anzi, lo insultava (non sono un gran filo-clericale), però, dopo che ho finito, mi sono detto: ma che motivo aveva di criticarlo così tanto?
Le prime due ore parrebbero un normale film su Gesù Cristo, come ne hanno fatti a milioni, se non fosse per la presenza di quel genio vivente che è Scorsese e per un occhio di riguardo al conflitto tra il Cristo uomo e quello divino (anche questa contrapposizione non è originalissima, di per sè). Tutto cambia quando Scorsese esce dagli schemi classici per mostrarci la via alternativa, quello che Cristo, in fondo alla sua mente, avrebbe voluto essere, ovvero un padre ed un marito; in sintesi, un uomo normale, un uomo come tanti altri.
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Davvero bello, l'ho trovato fantastico!!! Ammetto di averlo visto proprio perchè la Chiesa lo denigrava, anzi, lo insultava (non sono un gran filo-clericale), però, dopo che ho finito, mi sono detto: ma che motivo aveva di criticarlo così tanto?
Le prime due ore parrebbero un normale film su Gesù Cristo, come ne hanno fatti a milioni, se non fosse per la presenza di quel genio vivente che è Scorsese e per un occhio di riguardo al conflitto tra il Cristo uomo e quello divino (anche questa contrapposizione non è originalissima, di per sè). Tutto cambia quando Scorsese esce dagli schemi classici per mostrarci la via alternativa, quello che Cristo, in fondo alla sua mente, avrebbe voluto essere, ovvero un padre ed un marito; in sintesi, un uomo normale, un uomo come tanti altri. Poi si rende conto delle falsità del suo angelo custode (Satana travestito) e accetta di morire sulla croce per il bene del popolo.
Ora, uno può essere credente o meno (io sono anti-religioso, ma sono alla continua ricerca della mia spiritualità), ma il messaggio che lancia il film è molto "divino", non capisco perchè la Chiesa cattolica l'abbia insultato... Boh, quelli non capiscono niente, meglio lasciarli nei loro palazzi del Vaticano, và!
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assorapitore
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venerdì 13 giugno 2008
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scorsese vergognati
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Gerusalemme, 15 Luglio 1099.
Lepanto, 7 Ottobre 1571.
Dopodichè il buio, poi le tenebre (vedi questo film ...). Peccato ...
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wallace
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venerdì 6 giugno 2008
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i cattolici? ancora?
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Esistono ancora i cattolici? Nel 2008? Possibile che ancora non l'hanno capito che...vabè..niente va'.
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(di allix)
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mbf
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mercoledì 6 febbraio 2008
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Blasfemo, aberrante anticristo.-
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lefty
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mercoledì 7 novembre 2007
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adesso lo guardo e vi dico
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Dateti 2h e mezza di tempo e scrivo
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