L'ultima tentazione di Cristo |
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Un film di Martin Scorsese.
Con Barbara Hershey, Harvey Keitel, Willem Dafoe, David Bowie, Verna Bloom.
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Titolo originale The Last Temptation of Christ.
Religioso,
durata 161 min.
- USA 1988.
- VM 14 -
MYMONETRO
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Gli eterni conflitti dello spirito
di alberto cinelliFeedback: 0 |
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sabato 5 marzo 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Al di là del fatto che la campagna denigratoria si risolse come sempre in una campagna pubblicitaria e che quindi i risultati ancora una volta non corrisposero alle aspettative dei bigotti oltranzisti (perché nel film non c'è traccia di blasfemia), ritengo che questi ultimi, senza fare tanto baccano, avrebbero fatto bene a vedere almeno il prologo. Scorsese lo dice chiaramente: il film non si basa sui Vangeli, è solo una ricerca fantastica sugli eterni conflitti dello spirito. Tratto da un romanzo del greco ortodosso Katzanzakis, l'opera si è posta l'obiettivo di mostrare gli aspetti umani di Gesù, comprese soprattutto le necessità carnali, che debbono vedersela con la sua seconda natura, quella divina. In questa chiave il Testo Sacro è stato rimaneggiato in più parti e va bene, ma lo scrivente deve ammettere con tutta franchezza che la visione, specie nella prima parte, cede spesso il passo alla noia. Anche per l'eccessiva durata. La figura di Cristo non è molto convincente: il Messia ci viene presentato come un uomo insicuro e un po' pusillanime. Che all'inizo costruisce croci, che va nei bordelli e non combina nulla, che va per ben due volte nel deserto (per purificarsi l'anima e per essere tentato da Satana), che fa discorsi alla folla assai scontati, che si strappa il cuore, che resuscita Lazzaro come uno stregone, che entra a Gerusalemme con la spavalderia di un rivoluzionario (e con tanta gente al seguito che poi rimane delusa perché lui cede le armi). Il film si riscatta (e le tre stellette valgono in questo senso) nelle sequenze della Passione, dove il talento di Scorsese riemerge, soprattutto nella Via Crucis in ralenti nelle strette vie cittadine, ove la macchina da presa inquadra volti tristi e beffardi, con le immagini di Cristo prima flagellato e poi crocifisso che sembrano trasposte da quadri fiamminghi rinascimentali. Il tutto con un commento musicale di Peter Gabriel che dà all'insieme un che di lugubre e di angoscioso. E infine il racconto si fa un po' più fluido nell'ultima mezz'ora. Tirando le somme, Scorsese cade in piedi, e l'Ultima Tentazione, pur con i suoi difetti, è un film che vale la pena di vedere, anche se nella filmografia dell'autore (precedente e futura) è un'opera che non lascia il segno.
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