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Un film di Sergio Corbucci.
Con Laura Antonelli, Jerry Calà, Eleonora Brigliadori, Andrea Roncato, Paolo Villaggio.
continua»
Farsesco,
durata 114 min.
- Italia 1987.
MYMONETRO
Rimini Rimini
valutazione media:
2,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Girato alla carlona e privo di qualunque comicità.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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lunedì 13 aprile 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
RIMINI RIMINI (IT, 1987) diretto da SERGIO CORBUCCI. Interpretato da PAOLO VILLAGGIO, JERRY CALà, SERENA GRANDI, ANDREA RONCATO, LAURA ANTONELLI, MAURIZIO MICHELI, ARNALDO NINCHI, GIGI SAMMARCHI, MONICA SCATTINI, ELEONORA BRIGLIADORI, PAOLO BONACELLI, SYLVA KOSCINA, ELVIRE AUDRAY, ADRIANO PAPPALARDO, SEBASTIANO SOMMA, GIULIANA CALANDRA, CAMILLO MILLI, ALEX VITALECinque episodi: 1.) Un severo e inflessibile pretore, difensore del comune senso del pudore contro la pornografia più scandalosa, è sedotto e malamente abbandonato da una spogliarellista che aveva precedentemente querelato dopo una sua esibizione particolarmente sconcia; 2.) Un prete, mentre guida un motoscafo in mare aperto, salva una suora punta da una medusa e vive un’avventura sentimentale con lei destinata probabilmente a una continuazione all’estero; 3.) Un giovane e rampante imprenditore non esita ad ingaggiare una prostituta romanista per concludere un affare con un finanziere possessore di uno yacht, ma poi quest’ultimo gli soffia la meretrice e lui ne è ripagato dalla moglie che gli si rivela come l’unica effettiva proprietaria della ricchezza a cui è interessato; 4.) Una signorina alla ricerca di avventure frizzanti, mal consigliata da un’amica, capita fra le braccia di un culturista troppo amante dei suoi muscoli, per poi finire sedotta e ricattata dal dodicenne figlio dell’amica, aspirante gigolò; 5.) Tre fratelli in sovrappeso, per rallegrare la sorella caduta in depressione alla notizia della presunta morte del marito, convocano un modesto attore di varietà, ma poi il naufrago ricompare nel momento meno adatto e il mediocre artista è costretto, dopo aver ingranato con la donna, a farsi da parte. Si sono messi in nove a scrivere questa commediaccia balneare, che annovera fra i suoi obiettivi la pretesa di critica di costume, come già capitò prima e dopo ad altri filmetti del medesimo stampo; ed è l’ulteriore dimostrazione che, quando troppi sceneggiatori lavorano ad un singolo film, il risultato che ne esce raggiunge, non solo sfiora, l’inettitudine più imbarazzante e palese. Tipi pittoreschi e improbabili frequentatori di spiagge popolano la bassezza di una pellicola che non aggiunge né toglie nulla ad una commedia all’italiana che doveva dichiararsi ormai agli sgoccioli e fare posto ad una "collega di genere", talvolta spensierata talvolta più impegnata e disposta soprattutto a contaminazioni da parte del drammatico, come poi è effettivamente successo quando si è conclusa la stagione delle commedie erotiche all’italiana e delle commedie ambientate sulle varie riviere italiane. Oltre che seni al vento, corna, facezie da spiaggia, cosce lunghe e barzellette sceneggiate, non c’è altro che meriti una nota quantomeno neutra in una recensione che non può non rilevare un disastroso fallimento, tanto a livello narrativo quanto sul piano umoristico. Decisamente un modo poco elegante e onorevole per S. Corbucci per chiudere una carriera dove senza ombra di dubbio ha saputo tirar fuori dalla sua fucina di comicità esilarante esempi molto più calzanti e convincenti di film capaci di divertire senza appesantire troppo. Gli attori sono tutti spinti, dalla regia e dalla sceneggiatura, a recitare svergognatamente sopra le righe, con la conseguenza che il tono del film è tenuto artificiosamente alto in mancanza di un’autentica situazione spassosa che riesca a concentrare, anche solo in pochi minuti, il divertimento su un personaggio o una gag. Praticamente nessuna trovata va a buon fine, e l’unica reazione che uno spettatore con un po’ di cervello può legittimamente provare è una noia abissale. Il talento, pur effettivo e convalidato, di alcuni fra gli interpreti (Villaggio, Roncato e la Koscina specialmente), è rovinato da una messinscena tremenda che genera esclusivamente un fastidio tormentoso e improponibile.
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