steffa
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mercoledì 22 novembre 2023
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originale
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il film si inserisce nel vasto filone anni '80 sul Vietnam in maniera del tutto originale, la guerra infatti si sposta dal classico fronte e viene focalizzata invece in aree civili, le frizzanti e divertenti gag da cabaret, improvvisate da un Robin Williams in grande forma, si alternano ad una trama più convenzionale e ad una bella colonna sonora
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eugen
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venerdì 15 luglio 2022
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grande film sul vietnam e sulla"commedia"
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"Good Morning Vietnam"(Barry Levinson, scritto da Mitch Markowitz, da un'idea di Adrian Cronauer, 1987), film che mostra chioaramente , diegeticamente ma anche metafilmicamente, come una commedia abbia in se'anche elementi non sollo"drammatici"ma anche propriamente"tragici"; cos¿ Cronauer, vero disc joxkey in Vietnam , irriverenete verso il potere e verso le istizuioni militari USA, diviene lo specchio di una rappresentazione degli orrori bellici, tutti creati dagi States imperailisti gia'all'inizio della guerra del Vietnam(ii flm film e'ambientato nel 1965, presidente USA era Lynodn B.Johnson, successore di Kennedy, ucciso notoriamente nel nomvebmre del 1963).
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"Good Morning Vietnam"(Barry Levinson, scritto da Mitch Markowitz, da un'idea di Adrian Cronauer, 1987), film che mostra chioaramente , diegeticamente ma anche metafilmicamente, come una commedia abbia in se'anche elementi non sollo"drammatici"ma anche propriamente"tragici"; cos¿ Cronauer, vero disc joxkey in Vietnam , irriverenete verso il potere e verso le istizuioni militari USA, diviene lo specchio di una rappresentazione degli orrori bellici, tutti creati dagi States imperailisti gia'all'inizio della guerra del Vietnam(ii flm film e'ambientato nel 1965, presidente USA era Lynodn B.Johnson, successore di Kennedy, ucciso notoriamente nel nomvebmre del 1963). Cronauer si innamora di una ragazza, scopre che il fratello della ragazza , di cui era diventato amico, e'un giovnaisismo vietkong, viene "invalidato"come disc jockey da uno stolido sergente maggiore, che pero'neppure un generale riesce a defenestrare(o meglio lo fa quando ogni intervento a favore di Cronauer e'omrai inutile). Grande film, dicevo , sul Vientam, contraddicente, se vogliamo, rispetto al diktat di Theodor Adorno, che diceva"non si fa poesia dopo Auschwitz"). che riesce a conciliare poesia e dramma non solo"bellico", che si basa sull'interpretazione di Rbon Williams protaognista come Cronauer e di Forest Whitaker, allora giovane quasi esordiente, nella parte del suo assistente, ma anche di interpreti locali e di alcune figure dell'esercito"gringo", dove la contrapposizione tra il rock amato da Cronauer e impoersonato dagli Stones come dai Beach Boys esprime una Weltanscheuung nettamente contrapposta a quella dei croones amati dai conservatori come(embletamaticamente citato)Perry Como.. Dove, appunto, anche il sound track(che avremmo voluto piu'"Prolungato", ma le esigenze filmiche sono altre)e¿ienamente film,ico e inserito nel film, il che purtroppo non sempre e'avvenuto e tuttora non avviene sempre. El Gato
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great steven
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venerdì 5 marzo 2021
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la voce che dà scintille d''allegria e speranza.
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GOOD MORNING VIETNAM! (USA, 1987) di BARRY LEVINSON. Interpretato da ROBIN WILLIAMS, FOREST WHITAKER, TUNG THANH TRAN, BRUNO KIRBY, CHINTARA SUKAPATANA, ROBERT WUHL, J. T. WALSH, NOBLE WILLINGHAM ● Nel 1965 arriva a Saigon l’aviere Adrian Cronauer, al quale viene affidata la conduzione di un programma comico della radio locale, appositamente ideato per tenere alto il morale delle truppe al fronte. Il simpatico e irriverente disc-jockey raccoglie subito il plauso degli ascoltatori proponendo una comicità istrionica e disinvolta che intervalla a canzoni rock’n’roll, contravvenendo alle regole impostegli dai superiori che impongono anche la lettura dei comunicati ufficiali e soltanto "classici made in USA" come musica.
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GOOD MORNING VIETNAM! (USA, 1987) di BARRY LEVINSON. Interpretato da ROBIN WILLIAMS, FOREST WHITAKER, TUNG THANH TRAN, BRUNO KIRBY, CHINTARA SUKAPATANA, ROBERT WUHL, J. T. WALSH, NOBLE WILLINGHAM ● Nel 1965 arriva a Saigon l’aviere Adrian Cronauer, al quale viene affidata la conduzione di un programma comico della radio locale, appositamente ideato per tenere alto il morale delle truppe al fronte. Il simpatico e irriverente disc-jockey raccoglie subito il plauso degli ascoltatori proponendo una comicità istrionica e disinvolta che intervalla a canzoni rock’n’roll, contravvenendo alle regole impostegli dai superiori che impongono anche la lettura dei comunicati ufficiali e soltanto "classici made in USA" come musica. Cronauer diventa in breve tempo sia il beniamino dei soldati che il bersaglio dell’odio del sergente maggiore Dickerson e del tenente Hauk, mentre il generale che dirige la stazione radiofonica è dalla sua parte. Nel frattempo Adrian stringe amicizia, mediante un espediente con cui si trasforma rocambolescamente nell’insegnante d’inglese di una scuola vietnamita, col giovane Tuan, del quale verrà però a sapere un fatto insospettabile: il ragazzo è un terrorista dei vietcong, desideroso di allontanare l’esercito degli Stati Uniti dal suo paese perché ha visto i soldati sparare a degli innocenti. Solo in onore della loro amicizia, ha salvato il disc-jockey dall’esplosione di una bomba in un bar che ha provocato due morti e moltissimi feriti. Nonostante il successo continui ad arridergli grazie alla trasmissione radiofonica in cui riversa tutto il suo non comune talento, Adrian è prima sospeso e poi sollevato definitivamente dal suo incarico in quanto i suoi superiori non tollerano che abbia socializzato con un vietcong. Prima di rientrare in patria, però, non mancherà di salutare il suo affezionato pubblico, e di sicuro il suo assistente nero, Edward Garlick, non si dimenticherà di lui. Commedia americana in trasferta asiatica (il film fu girato in Thailandia), ispirata ad un personaggio vero che diede di persona lo spunto allo sceneggiatore Mitch Markowitz per scriverla, fin dalle prime scene disvela anche il suo sguardo inconsueto sul Vietnam, in perenne equilibrio fra l’orrore quotidiano del contesto e la buffoneria dei personaggi che vi si muovono dentro. Affidato all’irresistibile, inconfondibile verve di R. Williams – basato in buona parte su una solida recitazione a braccio –, permette di esaminarne la storia di un’educazione politica, malgrado qualche forzatura che sfocia nella demagogia, che comunque non intacca la profondità di un discorso che smaschera i comandanti ipocriti e rafforza la posizione dei subalterni quando ci mettono la passione (e la voce, soprattutto, qui) nell’adempimento ai compiti di cui comprendono tanto la difficile ambivalenza quanto l’immensa potenzialità. Colonna sonora con brani, fra gli altri, di Frankie Laine, The Beach Boys e James Brown, più il poetico passaggio a sfondo bellico sottolineato dalle note di "What a Wonderful World" di Louis Armstrong. Le peripezie del protagonista alla radio riescono a bilanciarsi in modo efficace con le sue vicende personali in contatto coi due fratelli vietnamiti: merito di una sceneggiatura che non perde colpi perché attenta agli espedienti narrativi.
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dandy
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sabato 2 gennaio 2021
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dal vietnam una voce fuori dal coro.
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Dalla vera storia di Adrian Cronauer,un insolito Viet-movie che predilige la commedia al dramma,riuscendo abbastanza bene a bilanciare entrambi.Retto sulle spalle dello scatenato Williams,che improvvisò parecchio risultando(si dice)persino più istrionico del personaggio che interpreta.Riuscito nella sempre meritevole critica alla repressione e alle imposizioni sulla verità,decisamente meno per quel che riguarda la presa di coscienza del protagonista sull'orrore della guerra,laddove spesso l'amico si rivela il nemico.Più azzeccata la parentesi entimentale,col rapporto tra Adrian e Thrin che non andrà mai oltre l'amicizia.Bella la sequenza in cui il protagonista performa davanti ai soldati in strada.
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Dalla vera storia di Adrian Cronauer,un insolito Viet-movie che predilige la commedia al dramma,riuscendo abbastanza bene a bilanciare entrambi.Retto sulle spalle dello scatenato Williams,che improvvisò parecchio risultando(si dice)persino più istrionico del personaggio che interpreta.Riuscito nella sempre meritevole critica alla repressione e alle imposizioni sulla verità,decisamente meno per quel che riguarda la presa di coscienza del protagonista sull'orrore della guerra,laddove spesso l'amico si rivela il nemico.Più azzeccata la parentesi entimentale,col rapporto tra Adrian e Thrin che non andrà mai oltre l'amicizia.Bella la sequenza in cui il protagonista performa davanti ai soldati in strada.Adeguate le scelte musicali,con "What a wonderful world" di Louis Armstrong che scandisce la vita quotidiana in Vietnam(atrocità comprese).Carlo Valli è come sempre impeccabile nel doppiare Williams,ma il film è di quelli che solo in originale conservano tutta la loro efficacia.
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shingo tamai
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martedì 8 novembre 2016
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what a wonderful world
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Indubbiamente buona parte del successo della pellicola va addebitato al mitico e mai dimenticato Williams che sfodera una delle sue migliori interpretazioni,vederlo così giovane e pieno di energia provoca quasi una struggente nostalgia.
A parte la performance di alto valore, in questa pellicola di quasi trenta anni fa,c'è tanto amore in una delle guerre più sanguinose di sempre e che causò innumerevoli perdite nelle famiglie americane.
C'è l'amore verso una donna,l'amore per chi vive una condizione di disagio,l'amore verso un'altra razza,l'amore per la musica e l'amore per la vita.
In fondo il nostro eroe con quel piccolo microfono stretto vicino alla bocca,non vuole che regalare attimi di sollievo e sincerità, a ragazzi che stanno combattendo per la propria patria,in una guerra,che giusta o sbagliata o che sia,non riporterà tutti a casa.
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Indubbiamente buona parte del successo della pellicola va addebitato al mitico e mai dimenticato Williams che sfodera una delle sue migliori interpretazioni,vederlo così giovane e pieno di energia provoca quasi una struggente nostalgia.
A parte la performance di alto valore, in questa pellicola di quasi trenta anni fa,c'è tanto amore in una delle guerre più sanguinose di sempre e che causò innumerevoli perdite nelle famiglie americane.
C'è l'amore verso una donna,l'amore per chi vive una condizione di disagio,l'amore verso un'altra razza,l'amore per la musica e l'amore per la vita.
In fondo il nostro eroe con quel piccolo microfono stretto vicino alla bocca,non vuole che regalare attimi di sollievo e sincerità, a ragazzi che stanno combattendo per la propria patria,in una guerra,che giusta o sbagliata o che sia,non riporterà tutti a casa.
Mentre Armstrong canta il suo brano più celebre scorrono immagini di rara crudeltà a ricordarci che dove non c'è pace niente ha un senso.
Anche se con qualche eccesso nella sceneggiatura, credo che anche le nuove generazioni debbano dargli un doveroso sguardo.
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fabio57
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giovedì 15 ottobre 2015
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grande williams
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Doloroso parlare di questo film,ora che Robin Williams non c'è più.Uno straordinario attore versatile,vitale e solare,come lui che da solo riempie il film, non si capisce perchè e cosa lo abbiano spinto a commettere l'insano gesto estremo.In questo lavoro la performance istrionica del nostro è veramente sbalorditiva,dimostra come le sue capacità spaziano da quella delll'attore a quella del conduttore,cabarettista,imitatore insomma un'artista a 360 gradi.
Film bello e antimilitarista
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aristoteles
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giovedì 23 luglio 2015
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good morning williams
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Più che sul film ,che comunque è gradevole anche se la sceneggiatura è a tratti fallace , vorrei soffermarmi sulla performance di Williams.
Questo grande attore è stato protagonista di film che hanno ricevuto maggiori consensi di questo , ma in questo caso è LUI il film.
Secondo me si è divertito a farlo.
Il ruolo del radiocronista "libero" da ogni copione è proprio il suo ruolo.
Bravissimo , superba intrpretazione.
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treffoli
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lunedì 23 marzo 2015
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spinge e pensa anche l'altra america...
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un film che può anche vedersi come un film
d'impeto, e un impegnato forest whitaker, il conflitto condotto dal presidente
kennedy che lasciava sottovalutando i vietnamiti, senza comprendere
se fosse un pifferaio o se accontentasse l'istinto di una parte
di psicotopi (con sonorità rdiofoniche patriotiiche, se si trattasse di italian radio.
non vediamo quale onore e merito per dei testi delle
guerre perse... e pro stranieri comunquie... pro
hitler e mussolini forse?) al loro destino gli americani mandati a
combattere in terra straniera contro soldatini dal comportamento
dei topi, con cuniculi (ri) modellati a loro piacimento, coi tempi tattici
da loro imposti, piantando artiglieria quà e là per poi toglierle modificarle
e ripiantarle per riorganizzarsi sotto terra senza far niente, se non raccogliere
con quel ghigno pacifico (?) come l'attuale presidente, per quanto
s'impegni, in minoranza in quanto dei neri e adesso anche in
parlamento, rinnegando le contraddizioni dei limiti anche americani che,
quando armi e tegnologie non couadiuvati da tattiche e tecniche perentorie,
dimostrano, permettendo agli avversari di fare quel che gli pare come si
trattasse d'imbroglioni, non ricordando che abbiamo avuto
due vietnam, due berlino e a loro democraticamente parlando
non sembrava fosse di gradimento, ora ambiscono alla
palestina, e a armare l'iraq per il loro comodo contro lo stesso paese amico
da decenni, che quei qualche signor yes, manderebbe al
massacro per non perdere lustro, e si poter voltare le spalle in modo
sleale per non fare niente mentre il mondo e altre civiltà
si massacrano per un pil farlocco, per i consensi
da un popolo che solo mezzo secolo più tardi s'accose svegliandosi degli
sbagli inconcepibili, propinando la storia di rambo
e le mezze dozzine di frasi stile curricula vitae,
un reduce del vietnam, ha combattuto in vietnam con medaglia al valore,
ma non ha più le gambe oppure gli manca un piede,
senza alcun problema se i giovani reduci del vietnam mutilati vanno alle feste in
carrozzina, mostra solo il lato dell'america voyeur che guarda a
pesce lesso con quel lieve malessere del non vi possiamo
seguire, quando non ha alcun modello da esportare,
(di leggere un libro non se me parla) mentre
vediamo papi e premier filocomunisti perpetrare copiazzando in
dieci quello che un valido militare industriale hanno inventato e costruito da solo,
ottenendo quel sogno da loro tanto ambito, good morning vietnam erica.
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un film che può anche vedersi come un film
d'impeto, e un impegnato forest whitaker, il conflitto condotto dal presidente
kennedy che lasciava sottovalutando i vietnamiti, senza comprendere
se fosse un pifferaio o se accontentasse l'istinto di una parte
di psicotopi (con sonorità rdiofoniche patriotiiche, se si trattasse di italian radio.
non vediamo quale onore e merito per dei testi delle
guerre perse... e pro stranieri comunquie... pro
hitler e mussolini forse?) al loro destino gli americani mandati a
combattere in terra straniera contro soldatini dal comportamento
dei topi, con cuniculi (ri) modellati a loro piacimento, coi tempi tattici
da loro imposti, piantando artiglieria quà e là per poi toglierle modificarle
e ripiantarle per riorganizzarsi sotto terra senza far niente, se non raccogliere
con quel ghigno pacifico (?) come l'attuale presidente, per quanto
s'impegni, in minoranza in quanto dei neri e adesso anche in
parlamento, rinnegando le contraddizioni dei limiti anche americani che,
quando armi e tegnologie non couadiuvati da tattiche e tecniche perentorie,
dimostrano, permettendo agli avversari di fare quel che gli pare come si
trattasse d'imbroglioni, non ricordando che abbiamo avuto
due vietnam, due berlino e a loro democraticamente parlando
non sembrava fosse di gradimento, ora ambiscono alla
palestina, e a armare l'iraq per il loro comodo contro lo stesso paese amico
da decenni, che quei qualche signor yes, manderebbe al
massacro per non perdere lustro, e si poter voltare le spalle in modo
sleale per non fare niente mentre il mondo e altre civiltà
si massacrano per un pil farlocco, per i consensi
da un popolo che solo mezzo secolo più tardi s'accose svegliandosi degli
sbagli inconcepibili, propinando la storia di rambo
e le mezze dozzine di frasi stile curricula vitae,
un reduce del vietnam, ha combattuto in vietnam con medaglia al valore,
ma non ha più le gambe oppure gli manca un piede,
senza alcun problema se i giovani reduci del vietnam mutilati vanno alle feste in
carrozzina, mostra solo il lato dell'america voyeur che guarda a
pesce lesso con quel lieve malessere del non vi possiamo
seguire, quando non ha alcun modello da esportare,
(di leggere un libro non se me parla) mentre
vediamo papi e premier filocomunisti perpetrare copiazzando in
dieci quello che un valido militare industriale hanno inventato e costruito da solo,
ottenendo quel sogno da loro tanto ambito, good morning vietnam erica... è
un film demenziale forse, con qualche lampo di divertimento.
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onufrio
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martedì 28 ottobre 2014
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gooooood mooorning vietnaaaaaaam
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Con questa frase Adrian Cronauer debuttava col suo programma radiofonico presso la stazione di Saigon, stazione radiofonica nata per sostenere le truppe americane sparse per il Vietnam ed informarli (non su tutto) su ciò che accadeva nelle zone di guerra. Il ruolo di Cronauer, personaggio realmente esiste, sembra cucito addosso a Robin Williams che qui si esibisce in una delle sue migliori perfomance cinematografiche. E' la guerra del Vietnam vista con occhi diversi e raccontata da un'altra prospettiva.
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alexander 1986
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sabato 6 settembre 2014
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one-man-show quasi leggendario
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Storia di Adrian Cronauer (Robin Williams), aviere e soprattutto disc-jockey chiamato in Vietnam nel 1965 a sollevare il morale delle truppe. Il suo umorismo travolgente e dissacrante riscuoterà enorme successo, guadagnandogli popolarità ma anche diffidenze da parte dei superiori. Man mano che la sua esperienza prosegue, Adrian trova infatti sempre più difficile recitare la parte del semplice giullare e si fa sfuggire diversi atti di disobbedienza contro la censura militare, sempre tesa a nascondere le brutte notizie. Il conflitto-nel-conflitto sarà inevitabile.
Film di culto, 'Good Morning Vietnam' viene elogiato per la visione alternativa che dà del conflitto rispetto alle altre opere. In verità la guerra del Vietnam c'entra ben poco, e non perché le scene 'violente' sono ridotte al minimo sindacale: il racconto verte sulla lotta tra coscienza individuale e autorità, così come sul valore disvelatore dell'umorismo.
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Storia di Adrian Cronauer (Robin Williams), aviere e soprattutto disc-jockey chiamato in Vietnam nel 1965 a sollevare il morale delle truppe. Il suo umorismo travolgente e dissacrante riscuoterà enorme successo, guadagnandogli popolarità ma anche diffidenze da parte dei superiori. Man mano che la sua esperienza prosegue, Adrian trova infatti sempre più difficile recitare la parte del semplice giullare e si fa sfuggire diversi atti di disobbedienza contro la censura militare, sempre tesa a nascondere le brutte notizie. Il conflitto-nel-conflitto sarà inevitabile.
Film di culto, 'Good Morning Vietnam' viene elogiato per la visione alternativa che dà del conflitto rispetto alle altre opere. In verità la guerra del Vietnam c'entra ben poco, e non perché le scene 'violente' sono ridotte al minimo sindacale: il racconto verte sulla lotta tra coscienza individuale e autorità, così come sul valore disvelatore dell'umorismo. Tanti buoni propositi, ma la pellicola non risulta un granché. Levinson concentra tutta l'energia e tutti i mezzi intorno alla stella di Robin Williams, mettendogli sulle spalle il peso di una scrittura di bassa qualità e il ruolo di unico personaggio interessante in mezzo a tante mezze comparse - fra queste, anche un giovane Forest Whitaker. L'attore americano coglie l'occasione per sfoderare una delle interpretazioni più travolgenti della sua carriera, il motivo migliore per vedere questo film.
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