silver87
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venerdì 20 luglio 2012
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un'opera grandiosa, ma non per tutti
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Il film, del 1984, è tratto dal primo capitolo dell'esalogia letteraria di Frank Herbert (anche noto come saga di Dune o ciclo di Dune).
In un futuro lontano 10000 anni, eppure stranamente vicino a noi, l'universo conosciuto è governato dall'Imperatore Padishah Shaddam IV. La struttura politica dell'universo quella di una monarchia del passato in cui alla corte del signore, si raggruppano famiglie di nobili ansiose di ottenere riconoscimenti ed avide di potere (le cosiddette case del Landsraad) . Il film parla, nello specifico, delle inemicizie fra la famiglia Atreides (del giovane Paul interpretato da kKyle MacLachlan) e della famiglia Harkonnen i baroni acerrimi nemici del duca Leto Atreides.
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Il film, del 1984, è tratto dal primo capitolo dell'esalogia letteraria di Frank Herbert (anche noto come saga di Dune o ciclo di Dune).
In un futuro lontano 10000 anni, eppure stranamente vicino a noi, l'universo conosciuto è governato dall'Imperatore Padishah Shaddam IV. La struttura politica dell'universo quella di una monarchia del passato in cui alla corte del signore, si raggruppano famiglie di nobili ansiose di ottenere riconoscimenti ed avide di potere (le cosiddette case del Landsraad) . Il film parla, nello specifico, delle inemicizie fra la famiglia Atreides (del giovane Paul interpretato da kKyle MacLachlan) e della famiglia Harkonnen i baroni acerrimi nemici del duca Leto Atreides.
La lotta fra le due famiglie, volgerà sul campo di battaglia che è il pianeta Arrakis (conosciuto anche come Dune), un arido pianeta "governato" da vermi di proporzioni colossali, sulla quale viene estratta la sostanza più preziosa dell'universo, ossia, il melange, noto come la spezia. Questa sostanza è in grado di amplificare le percezioni unane, la conoscenza ed allungare la vita ed al contyempo rimane indispensabile per effettuare viaggi interplanetari, poichè è in grado di annullare lo spazio.
La trama è molto articolata e non percepibile da tutti; una grossa fetta del grande pubblico cotinua a reputare il film complesso e indigeribile, ma, mi permetto di aggiungere un piccolo parere personale, il grande pubblico, come ne è dimostrazione il botteghino dei film più squallidi e meno impegnati, non è in grado di apprezzare qualcosa che non può capire appieno per pigrizia ed incapacità.
Uno degli aspetti più interessanti della pellicola è che, nonostante le case nobiliari lottino fra loro e l'imperatore gode di autorità assoluta, nessuno di loro ha veramente il potere assoluto che tanto desidera, infatti, l'universo è governato dalla gilda (potremmo definirlo un "cartello" di mercanti) capace di decidere e prendere provvedimenti contro lo stesso imperatore se necessario (ricordiamo una scena in cui un emissario della gilda minaccia l'imperatore di tortura e morte, di fronte al visibile terrore di una minaccia dalle più potenti autorità dell'universo). Interessante, insomma, scoprire che secondo gli autori, l'universo non viene sorretto dal potere temporale, bensì da quello economico che, come dimostrato dalla realtà, è il vero potere terreno sopra ogni cosa.
Per concludere, il film è senz'altro una perla della fantascienza e delle riflessioni etiche, economiche e politiche, cui ognuno dovrebbe prestare attenzione. Un occhio di riguardo va alla scenografia che troviamo ricca e perfetta che trasmette le immagini di un mondo che si lega al futuro e passato al tempo stesso (consiglio di leggere l'interessantissimo ed eccellente commento dell'utente mondolariano riguardo a questo film, perchè, in breve, mostra un aspetto del film che ai più non è balzato all'occhio).
Una piccola nota personale per concludere:
spesso, parlando di questo film con altre persone in discussioni sul cinema di fantascienza "vecchio stampo", sorge quasi spontaneamente il paragone fra Dune e Star Wars. Ho sentito molti criticare questo film come "plagio" o scopiazzatura della trilogia di Lucas (oggi esalogia), ma oltre a restare indignato da una così triste dimostrazione di ignoranza cinematografica, faccio spesso notare che il libro da cui è tratto Dune, arriva dal lontano 1965 ed è quindi lecito congetturare (e guardando i film di Star Wars lo si capisce palesemente) che sia Star Wars ad aver attinto al mondo letterario di Dune (ricordiamo la voce usata solo dalla sorellanza che in star wars viene usata solo dai jedi - e qui discuterei dei diversi ruoli delle donne nei due film - ricordiamo la lotta fra impero, repubblica e potere economico nell'intera esalogia di Star Wars che, scritta negli anni '70, attinge chiaramente alla situazione socio-politico-economica dei romanzi di Herbert... e potrei continuare con i punti in comune). Per concludere anche la nota di paragone fra questi due film, leggo negli appassionati di cinema la differenza fra quello che è il grande pubblico che adora ed idolatra Star Wars e la nicchia più intellettuale che preferisce Dune a dispetto della critica che fa pendere la bilancia sicuramente dall'altro lato...
Spero che le mie parole non siano di offesa per nessuno ed in caso contrario, chiedo un commento per la motivazione.
(come già scritto, ricordo di aver citato mondolariano ed il suo post. Riscrivo qui sotto per rispetto verso le altre fonti)
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mondolariano
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sabato 23 aprile 2011
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"fantascienza nel passato"
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La geniale astrusità di questo fantasy ha sortito un effetto boomerang assai spiacevole: l’incomprensione del pubblico. Eppure, per il fascino che sa sprigionare, è veramente un mezzo capolavoro. Quella trama complessa in cui immaginare ogni cosa; quelle scenografie grandiose ma disperse in un oceano di spazio, di buio e di incubi indistinti; quei monologhi interiori pieni di mistero; quel gioco tra antico e moderno come una sorta di fantascienza nel passato, con un piede nel romanticismo imperiale stile "vecchia Germania", laddove Kyle MacLachlan (il giovane Atreides) assomiglia davvero a Ludwig II di Baviera, e suo padre Leto (l’attore Jurgen Prochnow, già comandante del sottomarino “U-Boot 96”) sembra il sosia dell’imperatore Federico Guglielmo III di Germania.
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La geniale astrusità di questo fantasy ha sortito un effetto boomerang assai spiacevole: l’incomprensione del pubblico. Eppure, per il fascino che sa sprigionare, è veramente un mezzo capolavoro. Quella trama complessa in cui immaginare ogni cosa; quelle scenografie grandiose ma disperse in un oceano di spazio, di buio e di incubi indistinti; quei monologhi interiori pieni di mistero; quel gioco tra antico e moderno come una sorta di fantascienza nel passato, con un piede nel romanticismo imperiale stile "vecchia Germania", laddove Kyle MacLachlan (il giovane Atreides) assomiglia davvero a Ludwig II di Baviera, e suo padre Leto (l’attore Jurgen Prochnow, già comandante del sottomarino “U-Boot 96”) sembra il sosia dell’imperatore Federico Guglielmo III di Germania. Ma lo straordinario minestrone non finisce qui: c’è anche Patrick Stewart in anticipo su “Star Trek”, c’è il cantante Sting - nientemeno - che recita orgogliosamente a petto nudo, ci sono le preziose spezie che rievocano il Rinascimento delle esplorazioni geografiche, ci sono i vermi delle sabbie forniti dalla ditta Rambaldi & C. (copiati di sana pianta da “Beetlejuice” quattro anni più tardi). C’è anche una particina per Max von Sydow, laddove però il film latita alquanto nel descrivere l’avventura nel deserto col supporto delle giacche di sopravvivenza. La musica spazia dalle chitarre elettriche agli spunti più classici tratti da Mahler e Beethoven (ma non Wagner, stranamente). Inutile cercare di capire la trama: va preso così com’è.
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cronix1981
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sabato 10 novembre 2012
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dune barocche
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È il primo, e per ora unico, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Frank Herbert.
Anno 10191. L’universo è retto dal Landsraad, un sistema feudale in cui le casate governano interi pianeti. L’imperatore Padishah Shaddam IV ordina alla casata degli Atreides di occupare il pianeta Arrakis, noto come Dune. La particolarità di Dune consiste nell’essere l’unico pianeta dell’universo dal quale si estrae il Melange (ovvero la “spezia”), un alimento utilizzato dai Navigatori della Gilda che è alla base dei viaggi nello spazio e può conferire poteri precognitivi. Chi controlla la spezia, controlla l’universo.
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È il primo, e per ora unico, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Frank Herbert.
Anno 10191. L’universo è retto dal Landsraad, un sistema feudale in cui le casate governano interi pianeti. L’imperatore Padishah Shaddam IV ordina alla casata degli Atreides di occupare il pianeta Arrakis, noto come Dune. La particolarità di Dune consiste nell’essere l’unico pianeta dell’universo dal quale si estrae il Melange (ovvero la “spezia”), un alimento utilizzato dai Navigatori della Gilda che è alla base dei viaggi nello spazio e può conferire poteri precognitivi. Chi controlla la spezia, controlla l’universo.
Gli Harkonnen, nemici giurati degli Atreides, ordiscono un complotto, con l’appoggio segreto dell’Imperatore, per eliminare i rivali giunti sul pianeta Dune.
Il film al primo impatto è di difficile interpretazione. La trama risulta complessa e a volte talmente articolata da risultare sconnessa. Questo perché i tagli imposti nel post produzione per ridurre la durata del film hanno eliminato un’ora abbondante di pellicola. Tuttavia con una seconda visione si inizia ad apprezzare la complessità del film e a comprenderne il narrato.
David Lynch (a cui è affidata la regia e la sceneggiatura) cerca di riproporre sul video tutta la complessità e la bellezza del romanzo. Se il compito risulta arduo e spesso insormontabile nel caso di romanzi “semplici”, in questo caso le difficoltà aumentano sia perché l’arco temporale del romanzo si estende su molti anni, sia perché la narrazione non è lineare e di facile interpretazione. Ciononostante Lynch riesce a realizzare un film raffinato ed elegante, apprezzabilissimo per l’ambientazione dal gustò un po’ barocco, le scenografie eccezionali, i costumi, la galleria di personaggi strani e bizzarri, ma soprattutto per l’ampio respiro che riesce a dare al film, rendendolo epico e maestoso.
Le note stonate sono rappresentate da alcuni effetti speciali da b-movie (non i vermoni di Carlo Rambaldi, che sono stupefacenti), la ridondanza di alcune situazioni in cui le riflessioni dei protagonisti vengono riproposte come monologhi “pensati” con voce fuoricampo e la necessità di vedere il film almeno 2 (se non 3) volte per riuscire ad apprezzarlo appieno.
Rimane un cult per il genere fantascienza, ma non adatto a tutti.
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fluturnenia
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mercoledì 3 giugno 2009
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davanti allo scherno nn bisogna avere fretta
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Ho appena finito di rivederlo dopo ben 25 anni. Epico e mistico, squilibrato ma "serio" più di quanto nn sia la trilogia originale di Star Wars tanto da nn concedersi nemmeno un secondo di humor (insomma Star Wars riesce ancora a strappare qualche risatina), e come dice la recensione, farraginoso e arduo da afferare e recepire a fondo. Unica strada prenderlo così com'è nel suo insieme senza porsi troppe domande eppure obbliga a nn perdere nemmeno un attimo per nn rischiare di smarrire il filo, ma con tutta la buona volontà e l'attenzione possibile ci sn dettagli e particolari che sfuggono o che nn si fanno scremare del tutto. Proprio grazie ai ripetuti lirici momenti di poesia narrativa risulta troppo troppo troppo lento, dispersivo e ridondante con il risultato che così cm succede ai personaggi del film anche allo spettatore sembra che tempo e spazio si siano annullati.
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Ho appena finito di rivederlo dopo ben 25 anni. Epico e mistico, squilibrato ma "serio" più di quanto nn sia la trilogia originale di Star Wars tanto da nn concedersi nemmeno un secondo di humor (insomma Star Wars riesce ancora a strappare qualche risatina), e come dice la recensione, farraginoso e arduo da afferare e recepire a fondo. Unica strada prenderlo così com'è nel suo insieme senza porsi troppe domande eppure obbliga a nn perdere nemmeno un attimo per nn rischiare di smarrire il filo, ma con tutta la buona volontà e l'attenzione possibile ci sn dettagli e particolari che sfuggono o che nn si fanno scremare del tutto. Proprio grazie ai ripetuti lirici momenti di poesia narrativa risulta troppo troppo troppo lento, dispersivo e ridondante con il risultato che così cm succede ai personaggi del film anche allo spettatore sembra che tempo e spazio si siano annullati. Tutto appare così dilatato in questa opulenza di simboli e retoriche, piensieri e parole che ritornano continuamente a rubare la scena al ritmo e all'azione. Vero è che gli anni'80 nn erano ancora ne' pronti ne' padroni del dinamismo di oggi ma la sf e il fantastico di allora avevano già abbracciato con molte altre pellicole trame + vivaci anche se meno complesse. La necessità dello spettatore di arrivare al dunque senza scervellarsi nn collimava ieri, ne' oggi ne' domani lo farà con la capacità per alcuni, volontà per altri o il semplice gusto personale di approcciarsi a pellicole + contemplative, quasi "ascetiche" piuttosto che concrete e/o ludiche.
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fericjaggar
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lunedì 14 febbraio 2011
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purtroppo critica e pubblico hanno ragione
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Il film è visibilmente la riduzione in un'unico episodio di una saga. Risulta difficile seguire la trama. Si ha l'impressione di perdersi il meglio.
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(di silver87)
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paiman
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lunedì 2 agosto 2010
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film tra il geniale e il fracassone
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Nel 10191, l'intero universo conosciuto è retto da tre forze: l'Impero, le Grandi Case del Landsraad e la onnipotente Gilda Spaziale. L'unico mezzo per qualsiasi spostamento interstellare è rappresentato da una sostanza, la spezia melange, che conferisce particolari poteri a chi l'assume, tra i quali la capacità di vedere il futuro e annullare lo spazio. Unico problema: la spezia si trova soltanto sull'arido Arrakis meglio noto come Dune, un pianeta deserto dove una goccia d'acqua vale una fortuna e dove mostruosi vermi dominano le sabbie e fanno da guardiani alla spezia. Paul Atreides, figlio del duca Leto il "Giusto" e della strega Bene Gesserit Jessica, scopre che dovrà partire per il pianeta sotto ordine dell'Imperatore in persona, che vuole che la casata Atreides governi il pianeta al posto degli orrendi Harkonnen, i quali tramano segretamente (e con la complicità dell'Imperatore) la distruzione dei loro millenari rivali Atreides e del troppo popolare Duca Leto.
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Nel 10191, l'intero universo conosciuto è retto da tre forze: l'Impero, le Grandi Case del Landsraad e la onnipotente Gilda Spaziale. L'unico mezzo per qualsiasi spostamento interstellare è rappresentato da una sostanza, la spezia melange, che conferisce particolari poteri a chi l'assume, tra i quali la capacità di vedere il futuro e annullare lo spazio. Unico problema: la spezia si trova soltanto sull'arido Arrakis meglio noto come Dune, un pianeta deserto dove una goccia d'acqua vale una fortuna e dove mostruosi vermi dominano le sabbie e fanno da guardiani alla spezia. Paul Atreides, figlio del duca Leto il "Giusto" e della strega Bene Gesserit Jessica, scopre che dovrà partire per il pianeta sotto ordine dell'Imperatore in persona, che vuole che la casata Atreides governi il pianeta al posto degli orrendi Harkonnen, i quali tramano segretamente (e con la complicità dell'Imperatore) la distruzione dei loro millenari rivali Atreides e del troppo popolare Duca Leto. Arrivato su Dune, a Paul si apriranno le porte di un mondo affascinante e ancestrale abitato dai Fremen, il popolo del deserto dagli occhi completamente blu per assuefazione di spezia. Ma un traditore per conto degli Harkonnen si nasconde tra gli Atreides, e quando questi agisce, Paul si ritrova catapultato in un'avventura per salvare se stesso e la sua casata e per rivendicare ciò che gli appartiene attraverso l'aiuto del popolo del deserto.
Adattamento del famoso romanzo di Frank Herbert, il film è un colosso da 44 milioni di dollari (quattro volte il budget del primo Star Wars) che tenta di spiegare i punti oscuri del libro con una sceneggiatura che narra fatti antecedenti o totalmente soppressi, ma con scarso successo. David Lynch mette il suo tocco ovunque, creando un universo decadente tra il barocco e il gotico, con trovate geniali e atmosfere cupe, forse troppo cupe per questa storia. Delle tre ore e mezza girate da Lynch, le quali formano un film completo sotto molti aspetti e che offrono allo spettatore una storia più che apprezzabile, i produttori ne hanno lasciate solo due, distruggendo tutta la complessità della trama rendendo il film un riassunto del riassunto del romanzo. Questa scelta (per un facile guadagno, forse?) rende comprensibili a chi non ha letto il libro solo i primi tre quarti d'ora. Il resto sono immagini fracassone e scene di battaglia messe alla rinfusa, con odiose cesure con voce fuori campo che pretendono di spiegare interi archi narrativi. I personaggi sono appena accennati e diventano macchiette. A chi ha letto il libro non resta che sprofondare nella rabbia, a l'ignaro spettatore che si avvicina per la prima volta al mondo fantastico di Frank Herbert non resta che sprofondare nella confusione o, peggio, nel tedio. Un adattamento promettente e rovinato da coloro che volevano più spettacoli al giorno per guadagnare di più. Questo comunque non tolse al film di diventare un altro cult del regista. Ma alcuni errori vengono anche da Lynch stesso che, distaccandosi dal romanzo, trasforma il raffinato, teatrale, perfido e omosessuale barone, in un mostro assettato (letteralmente e non scherzo) di sangue, violentissimo, folle e deturpato da infezioni sul volto. Altro punto di demerito va al cosidetto modulo estraniante, totalmente assente nel romanzo e qui usato per spiegare la paura dell'Imperatore nei confronti del Duca Leto. Inoltre sembra che l'intero film sia avvolto in un'aria di perenne malinconia. In certi punti (va detto) manca di spessore epico. Attori buoni, un'interpretazione gioiellino di Brad Dourif nella parte del mentat Piter deVries, il protagonista interpetato da Kyle MacLachlan è convincente e rispecchia abbastanza bene la profondità psicologica di Paul. Bei costumi, effetti speciali un po' antidiluviani ma comunque di grande effetto (da citare i vermoni di Rambaldi). Finale interessante e trionfale, abbastanza distante da quello del romanzo e molto autoconclusivo (come il romanzo, si intende).
Voto (da 1 a 10): Sceneggiatura 7; Attori 9; Scenografie 7; Montaggio 4; Musiche 7; Fotografia 5; Effetti speciali 7; Sonoro 7; Costumi 8; Regia 7; Trucco 8; Dialoghi 8; Doppiaggio 9. Voto complessivo del film (in centesimi): 71. (tre stelle e mezzo).
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