alex41
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martedì 7 agosto 2012
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una cornucopia di emozioni e di lacrime
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Capolavoro assoluto, senza parole, una delle più drammatiche e commoventi pellicole mai realizzate. E' la vera storia di Joseph (nel film errormente viene chiamato "John") Merrick, un uomo nato deforme con un aspetto spaventoso, che verrà aiutato dal dottor Treves. Joseph però, sotto quell'aspetto mostruoso, è un uomo intelligente, educato, e capace di provare grandi sentimenti. Ma a un certo punto della storia però diventerà anche un "fenomeno da baraccone" nel circo, umiliato e maltrattato come un animale. Bellissima e struggente poi la frase che urla tra le lacrime mentre viene circondato dai poliziotti: "Io non sono un animale, io sono un essere umano! Io sono un uomo!!".
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Capolavoro assoluto, senza parole, una delle più drammatiche e commoventi pellicole mai realizzate. E' la vera storia di Joseph (nel film errormente viene chiamato "John") Merrick, un uomo nato deforme con un aspetto spaventoso, che verrà aiutato dal dottor Treves. Joseph però, sotto quell'aspetto mostruoso, è un uomo intelligente, educato, e capace di provare grandi sentimenti. Ma a un certo punto della storia però diventerà anche un "fenomeno da baraccone" nel circo, umiliato e maltrattato come un animale. Bellissima e struggente poi la frase che urla tra le lacrime mentre viene circondato dai poliziotti: "Io non sono un animale, io sono un essere umano! Io sono un uomo!!". Il finale poi rende il film una gemma, un tragico dipinto della classica frase d'insegnamento: "l'apparenza inganna". Riguardo al film, stilisticamente parlando, è girato in maniera impeccabile: David Lynch si dimostra subito un maestro della cinepresa, tempi molto lunghi e lenti ma che danno un senso di maestoso al film, che ricorda vagamente Kubrick. Ottima scelta della fotografia in bianco e nero, che danno al film un tocco di "gotico", e bellissima la colonna sonora. Ancora meglio sono gli attori: Anthony Hopkins, assolutamente perfetto, straordinario attore, e lo stesso vale anche per John Hurt, che con questo film fu nominato all'Oscar per Miglior Attore Protagonista. Trucco eccezionale, sembra veramente vero, e altrettanto splendida è la sceneggiatura, che (raramente nei film) non presenta nemmeno un punto morto: tutto scorre alla perfezione, non annoia e non cade nel banale. Un personaggio simile a Quasimodo de "Il Gobbo Di Notre Dame", tanto per farvi un idea se non avete ancora visto il film. Lo consiglio perchè è veramente emozionante, da vedere più che altro da soli per non cadere in frasi sciocche fatte dagli amici, il che rovinerebbero tutta l'atmosfera straordinaria del film.
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angelo umana
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lunedì 12 ottobre 2020
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l''umanità dei rifiuti umani
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Vedere il film The Elephant Man la prima volta a 40 anni dalla sua uscita, lacuna colmata. Un tributo che si deve a questa personalità del cinema, David Lynch, creatore eclettico non solo di cinema ma pittore, scrittore, musicista, cantante. Persona geniale che questo film realizzò già all'età di 34 anni, catalogandosi come disallineato rispetto alle etichette dei benpensanti, non da Oscar insomma, ma nonostante le candidature svanite fu il film di maggiore incasso a quei tempi. Una vita intellettuale ben spesa, è sua la frase “le idee arrivano nei modi più impensati, basta tenere gli occhi aperti”. Fu ben spesa anche la vita del protagonista del film, il John Merrick effettivamente esistito (1862-1890, affetto da neurofibromatosi), utilizzato come attrazione per le sue deformità nei baracconi di periferia, i quartieri sordidi e maleodoranti della Londra dell'800.
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Vedere il film The Elephant Man la prima volta a 40 anni dalla sua uscita, lacuna colmata. Un tributo che si deve a questa personalità del cinema, David Lynch, creatore eclettico non solo di cinema ma pittore, scrittore, musicista, cantante. Persona geniale che questo film realizzò già all'età di 34 anni, catalogandosi come disallineato rispetto alle etichette dei benpensanti, non da Oscar insomma, ma nonostante le candidature svanite fu il film di maggiore incasso a quei tempi. Una vita intellettuale ben spesa, è sua la frase “le idee arrivano nei modi più impensati, basta tenere gli occhi aperti”. Fu ben spesa anche la vita del protagonista del film, il John Merrick effettivamente esistito (1862-1890, affetto da neurofibromatosi), utilizzato come attrazione per le sue deformità nei baracconi di periferia, i quartieri sordidi e maleodoranti della Londra dell'800. Da questo punto di vista, antropologico, ricorda la Venere Nera, film del 2011 sulla giovane donna ottentotta dall'apparato genitale ipersviluppato. Il b/n di questa pellicola fotografa Londra agli albori dello sviluppo industriale, le tante manovalanze, il carbone, la netta distanza tra upper e lower class. Il tema è il pregiudizio, è John Merrick stesso a dire la gente teme quello che non capisce, quando è approdato ad una parte più elevata della società per merito di un medico (Anthony Hopkins) che lo vuole studiare ma che ne scoprirà le grandi doti d'intelligenza e cultura. Merrick (John Hurt è l'attore) sarà grato a costoro per semplicemente sentirsi amato e rispettato come persona e non più come attrazione curiosa.
Anche i nuovi “impresari” di Merrick, i medici, verranno accusati di manipolarlo o sfruttarlo pei loro studi, e la upper class per utilizzarlo come lavacro di coscienza, lo tratterebbero bene per impressionare i loro amici. L'accoglimento sarà incoraggiato perché la regina Vittoria, tramite la sua principessa, comunicherà all'ospedale dov'è ospitato il rinnovo del suo sostegno economico per la ricerca. Merrick avrà anche il bacio e l'amicizia di una grande attrice del tempo e, come succede sempre, se gente elevata o in vista ha buona considerazione di qualcuno, costui verrà rispettato e finanche riverito.
La poetessa Alda Merini sostenne che “E' l'imperfezione a scandalizzare, come fosse una colpa”. Si potrebbe aggiungere che sono le apparenze, i modi di presentarsi a sguardi esterni che generano pregiudizi sbagliati, soprattutto da parte di persone ignoranti che si fermano alle esteriorità. Merrick qui appare senza alcuna virtù estetica, considerato un “rifiuto umano” da gente rozza, è come nudo agli occhi altrui, non attrezzato di forme di qualche eleganza, e come “rifiuto umano” non se ne vede l'umanità che emana e la sua sensibilità. Un ottimo film, interpretazioni ottime, specie dei figuri più cattivi.
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inesperto
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lunedì 1 febbraio 2021
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vita di un uomo buono
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John Merrick è nato con una rarissima patologia che deforma pesantemente il suo corpo ed i suoi tratti facciali, tanto da esser chiamato "l'uomo elefante". Vivendo in uno stato di vera e propria schiavitù, viene sfruttato (insieme ad altri) come fenomeno da baraccone da Bytes, un uomo senza scrupoli. Un giorno la sua vita comincia a cambiare perchè il dottor Treves viene a sapere della sua esistenza. Alle cure amichevoli del personale dell'ospedale presso cui va a soggiornare, il nostro protagonista rifiorisce: ricomincia a parlare dopo lungo tempo, indossa vestiti più consoni, conduce uno stile di vita ordinario... Il medico scopre così che è una persona mite e con l'animo gentile.
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John Merrick è nato con una rarissima patologia che deforma pesantemente il suo corpo ed i suoi tratti facciali, tanto da esser chiamato "l'uomo elefante". Vivendo in uno stato di vera e propria schiavitù, viene sfruttato (insieme ad altri) come fenomeno da baraccone da Bytes, un uomo senza scrupoli. Un giorno la sua vita comincia a cambiare perchè il dottor Treves viene a sapere della sua esistenza. Alle cure amichevoli del personale dell'ospedale presso cui va a soggiornare, il nostro protagonista rifiorisce: ricomincia a parlare dopo lungo tempo, indossa vestiti più consoni, conduce uno stile di vita ordinario... Il medico scopre così che è una persona mite e con l'animo gentile. Inevitabilmente, le complicazioni non possono che ripresentarsi per mezzo di un bruto guardiano notturno e del vecchio padrone, Bytes, interrompendo così la tranquillità che, come il sole penetra dalla finestra in una stanza, si era appena affacciata nella vita di Merrick. Tuttavia le difficoltà vengono superate e riesce a ritornare dal suo (ormai) miglior amico, il dott. Treves. Struggente, ancor più considerando che trattasi di storia vera (per quanto romanzata). Rivelasi molto interessante come ad un certo punto venga alla luce una sorta di similitudine tra i due contrapposti stili di vita che viene a condurre il personaggio principale: così come veniva esposto volgarmente al pubblico come spettacolo di strada, al prezzo del biglietto, così, in ospedale, il dottor Treves lo espone dapprima ai colleghi come caso di studio e, in seguito, alla buona società, come vanto accademico. Tanto che Treves stesso se ne rende conto e comincia ad avvertire il senso di colpa. Necessariamente da guardare.
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wetman
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giovedì 22 maggio 2014
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bello e commovente: un ottimo lavoro
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John Merrick è un pover uomo affetto da una rara patologia che gli deforma la faccia e il corpo rendendolo a dir poco mostruoso. A causa della sua figura, John, interpretato da un bravissimo John Hurt, verrà sfruttato come fenomeno da baraccone da persone avide e malvagie per gran parte della sua vita. Un giorno, conoscerà il dottor Treeves (Antony Hopkins), il quale lo prenderà in cura nel Royal Hospital di Londra come paziente, affascinato dalla sua malattia. Ben presto, Treeves e John stringeranno un forte legame d’amicizia, e il deforme comincerà a mostrare tutti i suoi aspetti più umani. Egli, infatti, imparerà a parlare, leggere, scrivere e a far di conto; tanto da guadagnare l’attenzione dell’alta società londinese.
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John Merrick è un pover uomo affetto da una rara patologia che gli deforma la faccia e il corpo rendendolo a dir poco mostruoso. A causa della sua figura, John, interpretato da un bravissimo John Hurt, verrà sfruttato come fenomeno da baraccone da persone avide e malvagie per gran parte della sua vita. Un giorno, conoscerà il dottor Treeves (Antony Hopkins), il quale lo prenderà in cura nel Royal Hospital di Londra come paziente, affascinato dalla sua malattia. Ben presto, Treeves e John stringeranno un forte legame d’amicizia, e il deforme comincerà a mostrare tutti i suoi aspetti più umani. Egli, infatti, imparerà a parlare, leggere, scrivere e a far di conto; tanto da guadagnare l’attenzione dell’alta società londinese. John imparerà, inoltre, che lui non è un animale, bensì un essere umano come tutti gli altri. La forte amicizia con Treeves e la consapevolezza di essere amato e rispettato al pari di tutte le persone che lo circondano, renderanno John un uomo immensamente felice. Il film di Lynch ha una trama coinvolgente e affascinante e, nonostante non l’abbia inventata lui; perché è un fatto realmente accaduto, la racconta in un modo sublime; anche grazie alla sceneggiatura sempre lineare e credibile per tutto il film. A parte questo; la regia della pellicola non è particolarmente brillante, anzi è a tratti banale e svogliata. Le musiche sono inserite nel film solo se strettamente necessarie; ma mai come sfondo a una scena qualsiasi come solo i grandi maestri sanno fare. Gli attori sono spettacolari, a partire da Hopkins che in questo film svolge, a mio parere, il suo lavoro migliore (indimenticabile la faccia che mostra alla telecamera quando vede per la prima volta “l’uomo elefante”); nel film, però, non solo lui, ma anche Hurt e tutti gli altri attori secondari hanno recitato magistralmente. Per finire, Lynch fa un film che non brilla tecnicamente, ma che comunque rimane nel cuore dello spettatore lasciando un’impressione più che ottima.
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stefanocapasso
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sabato 25 agosto 2018
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una riparazione di ferite profonde
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John Merrick è un giovane uomo orribilmente deformato da una malattia che probabilmente ha a che fare con gli elefanti e la madre. Vive come fenomeno da baraccone in un circo freak schiavizzato dal padrone finche il dott. Treves casualmente lo scorge e inizia a interessarsi al suo caso. Lo ricovera ne scopre la profonda umanità e in breve Merrick diviene noto persino alla casa reale inglese. Nonostante venga rapito dal vecchio aguzzino e riportato in un circo, ritrova la liberta e torna col dottor Treves.
Un film intenso che parla di vergona e disgusto questo del giovane David Lynch. Il disgusto dei personaggi del film nei confronti di Merrick che viene in parte condiviso con quello dello spettatore, almeno nelle fasi iniziali.
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John Merrick è un giovane uomo orribilmente deformato da una malattia che probabilmente ha a che fare con gli elefanti e la madre. Vive come fenomeno da baraccone in un circo freak schiavizzato dal padrone finche il dott. Treves casualmente lo scorge e inizia a interessarsi al suo caso. Lo ricovera ne scopre la profonda umanità e in breve Merrick diviene noto persino alla casa reale inglese. Nonostante venga rapito dal vecchio aguzzino e riportato in un circo, ritrova la liberta e torna col dottor Treves.
Un film intenso che parla di vergona e disgusto questo del giovane David Lynch. Il disgusto dei personaggi del film nei confronti di Merrick che viene in parte condiviso con quello dello spettatore, almeno nelle fasi iniziali. Fin quando si scopre la vergogna che vive Merrick e il suo grande bisogno d’amore e la ferita che porta a causa del rapporto con la madre. L’uomo elefante non è più un mostro ma un essere umano impaurito, ancorato ad una dimensione fanciullesca che richiede attenzione ed amore. L’amore che può venire da una socializzazione funzionale può almeno in parte riparare la ferita del legame primario materno e dare un senso nuovo alla vita della persona sofferente
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delia.giallo
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mercoledì 28 febbraio 2024
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john merrick!
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un film di rara bellezza,un autentico capolavoro .....Londra , seconda metà dell'800.Il giovane John Merrick, sfortunata creatura ,afflitta da una malattia rara che gli ha dato sembianze mostruose, viene esposto come un "uomo elefante", sfruttato e trattato come una bestia.il Dott Treves, magistralmente interpretato da Antony Hopkins, si prende cura di lui scoprendo poco a poco la sua intelligenza superiore e un animo garbato e sensibile .Seconda opera di David Linch, e probabilmene la piu umana, fiabesca e pura della sua filmografia.: il mostro ce lo tiene sempre sotto gli occhi: vuole che lo si accetti:come accadde in realtà, allora.Lo si accetta anche noi e con uno strazio infinito si finisce per partecipare alla sua sventura, per amarlo e non giudicarlo piu.
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un film di rara bellezza,un autentico capolavoro .....Londra , seconda metà dell'800.Il giovane John Merrick, sfortunata creatura ,afflitta da una malattia rara che gli ha dato sembianze mostruose, viene esposto come un "uomo elefante", sfruttato e trattato come una bestia.il Dott Treves, magistralmente interpretato da Antony Hopkins, si prende cura di lui scoprendo poco a poco la sua intelligenza superiore e un animo garbato e sensibile .Seconda opera di David Linch, e probabilmene la piu umana, fiabesca e pura della sua filmografia.: il mostro ce lo tiene sempre sotto gli occhi: vuole che lo si accetti:come accadde in realtà, allora.Lo si accetta anche noi e con uno strazio infinito si finisce per partecipare alla sua sventura, per amarlo e non giudicarlo piu.Non c'è nulla di crudele o di orribile in questa storia, ma al contempo tristezza e tenerezza.Splendida fotografia in bainco e nero.otto nomination agli Oscar e, scandalosamente , nessuna stuatuetta vinta.DA NON PERDERE
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