bernardino abate
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martedì 7 giugno 2022
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gran film rovinato da una scena
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Un gran film che richiama agli aspetti dell’amore familiare e al dramma delle separazioni familiari, che investono soprattutto i piccoli, i figli. Molto bravi gli attori e il regista che purtroppo rovina il film con una scena di nudo.
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fabio
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lunedì 3 settembre 2018
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un film valido anche se un po' datato
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Ottima intrerpretazione di Hoffman. Un film capace di raccontare il dramma del divorzio e i cambiamenti dei rapporti uomo-donna all'interno della famiglia.
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rob8
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mercoledì 22 agosto 2018
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una regia convenzionale
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I temi della separazione e dell’affidamento di un figlio (qui alle cure di un padre, che deve imparare il mestiere di esserlo) al centro di un film molto americano e al contempo universale. Gli danno spessore, più che una regia convenzionale, l’ottima prova attoriale di Dustin Hoffman e di una giovane Meryl Streep.
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thesenderminator
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domenica 19 novembre 2017
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che titolo! che titoli..., che film.
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kramer contro kramer... quando non c'azzeccano
niente, cotali film si possono catalogare per il popolo
o per il cittadino onesto non nel genere
drammatico altresì nel genere comico...,
due persone che per il loro
divorzio e di conseguenza un
paese... di magnoni! dove non vi è ne il ruolo del
padre ne quello della madre e il bimbo, il cittadino
fu costretto per modo di dire a rivolgersi alla mdonna,
poichè ne il padre ne la madre ne fanno l'interesse, se poi a quei
giudici in un recente remake fosse stato
detto pagate voi... adesso, di sicuro quella gente
richiederebbe indietro i soldi alla
moglie.
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kramer contro kramer... quando non c'azzeccano
niente, cotali film si possono catalogare per il popolo
o per il cittadino onesto non nel genere
drammatico altresì nel genere comico...,
due persone che per il loro
divorzio e di conseguenza un
paese... di magnoni! dove non vi è ne il ruolo del
padre ne quello della madre e il bimbo, il cittadino
fu costretto per modo di dire a rivolgersi alla mdonna,
poichè ne il padre ne la madre ne fanno l'interesse, se poi a quei
giudici in un recente remake fosse stato
detto pagate voi... adesso, di sicuro quella gente
richiederebbe indietro i soldi alla
moglie... alla quale addebitandoli a altra gente
staccavano somme a casaccio, e qualcuno dovrebbe
vergognarsi del nome che porta, perchè i soldi... non arrivavano, a
consentir loro, è anche un motivo per il
quale ci si accorge magari una squadra di non avere un presidente
una moglie di non essere la madre di
nessuno ecc ecc, insomma tipo un crimine contro l'umanità,
per cui soltanto qualche cavaliere marito potrebbericordare in
ambito pseudoumano che se è stato tradito lo è stato da sua
moglie... e viceversa in realtà, il cittadino non poteva
pagare tutte le loro malefatte, e a ben vedere quelle di un
paese... le caimanate... a milioni... per le quali nel voler dare
finalmente una lezione al cittadino l'hanno avuta bella
loro vedendo un partito del neanche 10% essere il primo nonchè la
loro squadra in realtà essere così come volevano fosse,
fuori e non nel mondiale di calcio dopo quasi un secolo, in quanto sport,
e non a consentir loro buffonate senza fisco alcuno, un film incredibile
che denota situazioni dai buffi risvolti e di persone altrettanto,
giudici ecc che da privati nel dover fare il loro ruolo diventando
pubblici sembrano atti al camuffamento on de mand e poi al volere
cercare di dar 41 bis a personaggi di fantasia
per dire tipo il mitico charlie brown ecc, con 8 mila scene di divertimento perchè
quegli pseudo divorzi nazional popolari portano a cose tipo, di difficile
narrativa per un film non certo del meglio del cinema e di holliwood.
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il befe
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domenica 8 marzo 2015
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ce ne fossero
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luigi chierico
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domenica 25 gennaio 2015
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una storia di tutti i giorni
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Un film che ha fatto epoca e la cui vicenda purtroppo è ancora così attuale.
Robert Benton,soggettista,aveva l’intenzione di denunciare in maniera forte, ma commuovente sino alle lacrime, la lacerazione dell’unità famigliare le cui maggiori vittime erano i figli nati non da un vero atto d’amore per la vita, ma da un inconsulto atto in un rapporto a tempo determinato.
Rivedere questo film dopo oltre 30 anni è amaro considerare che il monito non è stato raccolto. Nel mondo si è oramai propagata invece la separazione tra coniugi, sia consensuale che non, per divorzio, di fatto e peggio ancora con un omicidio! Ai casi della coppia unita in matrimonio si sono uniti quelli relativi alla semplice convivenza, di cui non si conosce il numero,tanto è alto.
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Un film che ha fatto epoca e la cui vicenda purtroppo è ancora così attuale.
Robert Benton,soggettista,aveva l’intenzione di denunciare in maniera forte, ma commuovente sino alle lacrime, la lacerazione dell’unità famigliare le cui maggiori vittime erano i figli nati non da un vero atto d’amore per la vita, ma da un inconsulto atto in un rapporto a tempo determinato.
Rivedere questo film dopo oltre 30 anni è amaro considerare che il monito non è stato raccolto. Nel mondo si è oramai propagata invece la separazione tra coniugi, sia consensuale che non, per divorzio, di fatto e peggio ancora con un omicidio! Ai casi della coppia unita in matrimonio si sono uniti quelli relativi alla semplice convivenza, di cui non si conosce il numero,tanto è alto.
Il bellissimo film fotografa soltanto la conseguenza della rottura di coppia senza entrare a fondo in quelle che ne sono le cause prossime o remote. Questo è il suo limite nel non aver puntato il pollice basso verso le tante ragioni che portano oggi i coniugi alla separazione.
Gli attori Dustin Hoffman(Ted Kramer), Meryl Streep(Joanna Kramer) all’epoca quarantenni, già noti e bravissimi hanno dato lustro a questo premiato film
(4 Oscar), ma un particolare encomio va dato a Justin Henry, che interpreta la parte del figlio Billy.Valida la fotografia nel cogliere la vita reale nella sua quotidianità,il film sembra girato dal vero, belle alcune fotografie ambientali.
Per essere realistici i registi americani riprendono quasi sempre la classica busta aperta della spesa ricolma, portata a braccio anche sotto la neve, come in questo film. Qual è il messaggio?
In un ‘epoca in cui ci si è battuti per l’equiparazione della donna all’uomo ben fa in tribunale Ted a rivendicare alla figura paterna gli stessi diritti, meriti e capacità che si arroga la figura materna, ancora oggi, come allora, privilegiata dalla legge al di là di quelli che possono essere i reali interessi del minore che non può e non deve essere consultato. Kramer contro Kramer si rivela una guerra fratricida ovvero infanticida, senza esclusioni colpi, non ci si fa scrupolo di quelle che potranno essere le conseguenze per il figlio Billy. L’egoismo, l’orgoglio, il capriccio devono avere il sopravvento sul bene del figlio. Il regista conduce ottimamente questa guerra da vero stratega per concludere insieme allo sceneggiatore ad un atto finale d’umanità e d’ amore, rispetto a quello che invece constatiamo accadere nella realtà. Il pianto,che rende gli occhi di Meryl Streep così tanto espressivi e sorridenti, sempre più tristi,privandoli della loro luce,della loro bellezza, solca le sue pallide guance e ne contagia spettatori e spettatrici di ogni età, coppie giovani e meno giovani, genitori e figli.
La famiglia che è il primo nucleo attorno a cui si forma e cresce la società di individui, che ha dato origine in ogni tempo e luogo alla convivenza di un gruppo, sta perdendo sempre più tale funzione. E’ una cellula malata, si sgretola, si dissolve nel vuoto alla ricerca di se stessa. Il processo d’eguaglianza, con cui la donna, che giustamente vantava gli stessi diritti e libertà dell’uomo, non è stato graduale, si è trasformato in supremazia ed i cui aspetti negativi ricadono proprio su di lei e sui suoi figli. La donna deve riappropriarsi delle sue prerogative,deve essere dotata di equilibrio e moderazione nei rapporti con l’uomo,che non va più alla sua conquista, e l’uomo sia sempre con i suoi figli padre come Ted Kramer.chibar22@libero.it
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fufa78
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domenica 7 settembre 2014
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semplice e diretto
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Un film che, per essere del '79, se da una parte svilisce un po' il ruolo della donna, dall'altra porta avanti tematiche spinose da un punto d'osservazione abbastanza progredito: mi riferisco alla presa di coscienza di Ted circa le sue responsabilità e le sue colpe nella fuga da casa della moglie, che comunque, specie in fase processuale, si cerca di denigrare in tutti i modi.
Un film diretto, semplice, privo di fronzoli anche estetici, privo di moralismi stuccanti e odiosi, tipici delle produzioni americane.
Apprezzabilissima l'essenzialità e lo spirito pratico coni quali Ted seguita e non rinuncia ad educare il figlio, nonostante la pesante pressione a cui è sottoposto.
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Un film che, per essere del '79, se da una parte svilisce un po' il ruolo della donna, dall'altra porta avanti tematiche spinose da un punto d'osservazione abbastanza progredito: mi riferisco alla presa di coscienza di Ted circa le sue responsabilità e le sue colpe nella fuga da casa della moglie, che comunque, specie in fase processuale, si cerca di denigrare in tutti i modi.
Un film diretto, semplice, privo di fronzoli anche estetici, privo di moralismi stuccanti e odiosi, tipici delle produzioni americane.
Apprezzabilissima l'essenzialità e lo spirito pratico coni quali Ted seguita e non rinuncia ad educare il figlio, nonostante la pesante pressione a cui è sottoposto. Un'educazione fatta di regole, oggi andate perdute in quasi tutte le famiglie, ma che contruìibuisce a far superare al bimbo il difficile momento e a creare un rapporto sicuro e sereno con il padre.
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claudiofedele93
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domenica 2 febbraio 2014
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streep e hoffman genitori (im)perfetti!
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Ancora oggi il lavoro fatto da Robert Benton è possibile inserirlo nella categoria di pellicole in cui sono compresi tutti quei lungometraggi che affrontano i “classici” problemi comuni tra un uomo ed una donna (rappresentandone una delle colonne portanti nel genere) come ad esempio la complessa evoluzione in una relazione o i cambiamenti repentini in un rapporto coniugale, facendosi icona quindi di quei lavori che mettono sul grande schermo una storia a tratti forse un po’ ruffiana, intrisa di quella leggera furbizia che fa breccia nell’animo dello spettatore più sensibile.
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Ancora oggi il lavoro fatto da Robert Benton è possibile inserirlo nella categoria di pellicole in cui sono compresi tutti quei lungometraggi che affrontano i “classici” problemi comuni tra un uomo ed una donna (rappresentandone una delle colonne portanti nel genere) come ad esempio la complessa evoluzione in una relazione o i cambiamenti repentini in un rapporto coniugale, facendosi icona quindi di quei lavori che mettono sul grande schermo una storia a tratti forse un po’ ruffiana, intrisa di quella leggera furbizia che fa breccia nell’animo dello spettatore più sensibile. Ma tutto questo in fin dei conti, è sinonimo di bravura, eccellenza o scaltrezza e poca sostanza?
La storia narrata in Kramer contro Kramer è assai semplice: Joanna (Meryl Streep), moglie di Ted Kramer (Dustin Hoffman), ormai stanca ed infelice decide di lasciare il figlio ed il marito, partire per ritrovare se stessa e ciò che desidera davvero. Ne deriva, da questa rottura coniugale, una serie di “avventure” che legano il giovane Billy a suo padre, il quale se in un primo momento presta solo una attenzione minima verso il proprio figlio, con il passare del tempo capirà quanto è importante e sopratutto quanto è difficile fare il papà a tempo pieno. Ci si cala così nei panni di un genitore che fa di tutto per prendersi cura del proprio bambino e che cerca di far combaciare la sua vita come genitore con quella legata al posto di lavoro. Tutto ciò, proprio quando Billy e Ted sembrano aver trovato un certo equilibrio ed un buon rapporto, viene ancora una volta mandato in crisi con il ritorno di Joanna che è decisa più che mai a riprendersi il bambino e portalo a vivere con sé. Si apre, dunque, un forte duello legale, dove entrambi i coniugi Kramer si sfideranno fino alla fine, alla sentenza finale, per la custodia del loro unico figlio, in quanto nessuno dei due è deciso a far pace e ricongiungersi con l’altro.
Il film è senza dubbio una vera rampa di lancio per quello che sarà un encomiabile spettacolo di “eccellente recitazione”, in quanto siamo messi davanti ad una pellicola che offre, su un piatto di argento, la grande bravura ed il grande fascino di una giovane e talentuosa Meryl Streep, affiancata dal carisma di uno straordinario Dustin Hoffman. I due funzionano molto bene sia nei momenti più delicati che in quelli drammatici, mettendo in mostra ad ogni inquadratura la loro eccelsa capacità di calarsi nei rispettivi ruoli. Ci sono sequenze che a distanza di tempo restano ancora nella memoria, momenti difficili da dimenticare (nel recente Argo c’è persino una rivista con la foto dei due coniugi Kramer al tavolino, in una delle poche scene di dialogo tra marito e moglie) e che ancora in questi anni restano vive e ben chiare nell’immaginario collettivo. La regia di Benton è di qualità, la storia che ci racconta tuttavia è un po’ ruffiana e scaltra. Perché? La risposta a questa domanda l’avremmo solamente dopo aver guardato l’intero film e esserci accorti che quello che si è visto per quasi due ore è solamente una faccia della medaglia, tanto che il personaggio di Joanna viene quasi completamente messo da parte o per lo meno messo a margine, mentre ci si concentra quasi totalmente su Ted Kramer.
Il film non si pone alcun limite nel mettere in scena la grande difficoltà di un uomo, abbandonato dalla moglie, che deve prendersi cura del figlio, nella New York degli anni ’80, del ruolo importante che un padre ricopre nella tenera età di un bambino e quanto quest’ultimo possa soffrire per la mancanza della propria madre, anche se (giustamente) non ne comprende il vero motivo. Questa visione, che è l’unica prospettiva che ci viene proposta dal regista, ci porta a condannare, a mani basse, il personaggio femminile e ad assolvere quello maschile tra i due coniugi, come se il giudice questa volta fossimo proprio noi: gli spettatori. Il tutto è ancora più accentuato dal fatto che la sentenza del tribunale, alla fine del film, affida la custodia del bambino a Joanna (Streep), che vince così la causa, portandoci quasi a pensare che solo noi, in cuor nostro, sappiamo come sono andate le cose, quale è la vera realtà e che non sarebbe stato possibile oggettivamente affidare alla signora Kramer l’affidamento di suo figlio. Un film, di conseguenza, che spinge molto sull’aspetto sentimentale della vicenda (come d’altronde era possibile immaginare!), riempiendo il tutto anche di una certa ironia e comicità alcuni momenti, tanto per citarne uno: la scena in cui Billy incontra una collega di suo padre in casa sua (completamente nuda) e le domanda se le piacciono le ali di pollo, non preoccupandosi e non ponendosi alcuna domanda riguardo alla sua presenza in casa alle 8 del mattino e al fatto che sia senza vestiti.
Kramer contro Kramer è un prodotto realizzato per mettere in luce una storia come tante a cui oggi, probabilmente, un po’ tutti ci abbiamo fatto l’abitudine, con niente di speciale e senza alcuna innovazione; il suo in un certo senso riesce a farlo, ma sopratutto regala al mondo del cinema alcune delle più grandi e sentite performance degli ultimi anni, anche se il tutto alla fin fine appare un po’ troppo furbo e retorico. Destino vuole che il 1979, anno in cui la pellicola partecipò agli Oscar, ci fosse in competizione anche Apocalipse Now, che fu nettamente sconfitto dall’opera di Benton, la quale riuscì a conquistare ben cinque statuette tra cui miglior film, regia, attore protagonista, attrice non protagonista(Meryl Streep) e miglior sceneggiatura non originale. E’ difficile credere che un film-icona del cinema degli ultimi tempi come quello che fu il lavoro di Coppola possa essere stato battuto da una semplice storia e duello coniugale, ma così è stato. Kramer contro Kramer rimane tutt’oggi una pellicola che si vede e si rivede, forte di due grandi prove che designano la Streep e Hoffman come due dei più grandi attori ancora viventi.
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simone magli
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mercoledì 29 gennaio 2014
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piccolo capolavoro
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Questo film fa capire quanto sia importante prendersi cura dei figli in tenera età, nel periodo in cui, più che mai, hanno bisogno di stabilità attorno per crearsi l'autostima. Kramer diventa un padre meraviglioso: Dustin Hoffman è un piccolo, grande uomo.
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great steven
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domenica 5 gennaio 2014
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hoffman e streep oppositori per ragioni famigliari
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KRAMER CONTRO KRAMER (USA, 1979) diretto da ROBERT BENTON. Interpretato da DUSTIN HOFFMAN – MERYL STREEP – JUSTIN HENRY – JANE ALEXANDER – HOWARD DUFF – GEORGE COE – JOBETH WILLIAMS – BILL MOOR – JOE SENECA § Tratto da un romanzo di Avery Corman. Moglie insoddisfatta del ruolo di casalinga disperata pianta in asso il marito alla ricerca di un presente migliore, lasciandogli in consegna il loro figlio di otto anni. Il babbo si impegna da allora con tutte le sue forze per crescere il bambino nella più ottimistica e rosea delle maniere genitoriali, assolvendo in modo eccellente al suo delicatissimo compito, finché non ricompare la madre che ne reclama la custodia.
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KRAMER CONTRO KRAMER (USA, 1979) diretto da ROBERT BENTON. Interpretato da DUSTIN HOFFMAN – MERYL STREEP – JUSTIN HENRY – JANE ALEXANDER – HOWARD DUFF – GEORGE COE – JOBETH WILLIAMS – BILL MOOR – JOE SENECA § Tratto da un romanzo di Avery Corman. Moglie insoddisfatta del ruolo di casalinga disperata pianta in asso il marito alla ricerca di un presente migliore, lasciandogli in consegna il loro figlio di otto anni. Il babbo si impegna da allora con tutte le sue forze per crescere il bambino nella più ottimistica e rosea delle maniere genitoriali, assolvendo in modo eccellente al suo delicatissimo compito, finché non ricompare la madre che ne reclama la custodia. La vicenda finisce in tribunale, e vedrà vincitrice la donna, ma lei s’accorgerà istintivamente che il pargolo vuole rimanere col padre, e glielo lascerà. Vincitore di cinque Oscar (film, regia, sceneggiatura non originale, attore protagonista, attrice non protagonista), di quattro Golden Globe e di tre David di Donatello (compreso quello al migliore attore straniero), è un apologo non manieristico né manicheo sulla funzione della famiglia e sul ruolo del padre nei confronti del figlio quando l’altra figura adulta di conforto e rassicurazione viene a mancare. Una splendida sceneggiatura adempie alla ricchezza interpretativa di Hoffman come dirigente pubblicitario protettivo e sicuro di sé e della Streep come donna ossessionata dalla monotonia e ripetitività quotidiana che sta cercando spasmodicamente la sua realizzazione femminile e professionale. Il piccolo J. Henry, al suo debutto cinematografico, gioca le sue carte infantili con bravura ammirevole. I paesaggi di New York ove si svolge la vicenda sono deliziati e accarezzati magistralmente dalla fotografia in filigrana dello spagnolo Néstor Almendros. Pochi film hanno saputo come questo innalzare al trono dei sentimenti e delle emozioni umane il tema della famiglia smembrata, quello della crescita interiore e delle motivazioni che portano a compiere scelte sia verso i propri cari che verso le varie ramificazioni dei mestieri che conducono a soddisfacimenti profondi. Una colonna sonora quasi assente, tuttavia evocativa e serena, impreziosisce ancora più questo commovente panegirico privo di discriminazioni e pieno di sensazioni vere e di spunti considerevolmente realistici e speciali. Uno dei personaggi con più sfaccettature e interessi dell’Hoffman versione anni 1970. M. Streep al suo terzo film già prometteva di proseguire su una strada rassicurante e gloriosa. La regia di R. Benton dirige il traffico come un macchinista che trasporta la propria locomotiva ad un binario sicuro e ricco di rifornimenti per il carburante, che nella pellicola è dato dalla recitazione degli attori e dalla parte tecnica curata con apprezzabile meticolosità.
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