Una giornata particolare |
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Un film di Ettore Scola.
Con Sophia Loren, Marcello Mastroianni, John Vernon, Alessandra Mussolini, Françoise Berd.
continua»
Drammatico,
durata 105 min.
- Italia 1977.
MYMONETRO
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Il Duce visto attraverso un camp ed un'ignorantella perbene 2
di AndreaFeedback: 0 |
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sabato 2 giugno 2001 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
come ad inquadrare meglio la Solitudine del personaggio ed, al tempo stesso, allontanarsene pudicamente come dimostra il fatto che la m.d.p. conclude il suo movimento “nascondendosi” in una stanza attigua, in una sequenza anch’essa ossessionantemente dominata dal sottofondo radiofonico diffuso dall’E.I.A.R. Il carattere punitivo delle gravose tasse fasciste sugli scapoli suggerisce a Mastroianni un’altra memorabile battuta: « (“tassano più pesantemente noi scapoli”) Come se la solitudine fosse una ricchezza » che rivela in modo profondo la distorsione dei ruoli sociali operata dal regime che porta il Duce a tassare, a additare al pubblico disprezzo, a “violentare” il naturale corso delle cose. I lunghi silenzi psicologici combinati con i dialoghi intensamente dimessi conferiscono un ritmo, una cadenza solenne allo sviluppo della vicenda e vengono sistematicamente turbati dagli improvvisi sprazzi d’allegria svagante del “camp” Mastroianni ( il mambo, il giro in monopattino, la finta scossa elettrica, la Loren-fantasma [“irreale” come l’ideologia alla quale crede] ) che non tolgono assolutamente compattezza all’intimismo che domina la pellicola. I due rispettivi appartamenti assieme alla terrazza vengono ad assumere la funzione di luoghi dello svelamento e della catarsi fisica ed ideologica dei protagonisti e questo viene esplicitato nella fugace riflessione di Mastroianni quando, in casa della Loren, rivolgendo lo sguardo verso il suo appartamento capisce che in quel momento sta guardando se stesso. Il telefono, il campanello assumono il carattere di elementi sovvertitori in quanto meccanici-non naturali-non vivi e questo porta Mastroianni, nella telefonata al partner, ad essere “castrato” nell’esternazione dei suoi sentimenti proprio per il meccanicismo che comporta quel tipo di comunicazione e così pure il macinacaffè è elemento sovvertente in quanto rivelatore/rilevatore di una compromettente presenza umana (Mastroianni-“aspirante” amante) alla pettegola portinaia fascista (la cui opprimente “presenza fisica ed ideologica” porta la Loren a chiudere ossessivamente porte durante tutto il film!).
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