Il diavolo probabilmente

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Un film di Robert Bresson. Con Antoine Monnier, Tina Irissari, Roger Honorat, Henri de Maublanc, Laetitia Carcano.
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Titolo originale Le diable probablement. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 100 min. - Francia 1977. - VM 14 - MYMONETRO Il diavolo probabilmente * * * 1/2 - valutazione media: 3,84 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
giulio andreetta domenica 15 dicembre 2019
ottimo film sulle contraddizioni sociali Valutazione 4 stelle su cinque
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Robert Bresson con sincerità smaschera le enormi contraddizioni che animano la nostra cinica società, e priva di ideali. Il protagonista, Charles, potrebbe essere un giovane tra i tanti, e invece possiede un talento straordinario per la matematica, e dunque un'intelligenza stra-ordinaria che lo pone immediatamente in conflitto con tutta una serie di convenzioni e luoghi comuni. Il tema dello scontro tra  individuo e società non è nuovo, e certamente il grande schermo ci offre numerosi esempi di film del genere, tuttavia Bresson sembra porre il problema meglio di molti altri registi. Gli anni '70 che sono narrati del film non sono troppo distanti dal nostro presente. [+]

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luca scial� martedì 22 gennaio 2013
smarrimento di fine anni '70 Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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Francia, fine anni '70. Le nuove generazioni sembrano già aver spento in sé le illusioni e la verve che aveva caratterizzato chi li aveva preceduti qualche anno prima. L'eroina ha sostituito lo spinello, la passività ha sostituito la voglia di cambiare il mondo. Tra giovani studenti c'è Charles che incarna questo prototipo, sprofondato com'è nel nichilismo. I suoi compagni non riescono a scuoterlo come dovrebbe, anzi, uno di loro, controbuisce al suo tragico progetto.
Penultimo film di Robert Bresson, che negli anni non ha perso l'attenzione per i più diseredati e scontenti della vita. Questa è un'analisi sociologica di un'epoca nella quale i sogni del sessantotto sembravano già lontani e illusori. [+]

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slowfilm.splinder.com venerdì 25 giugno 2010
uno sguardo lucido e disperato. Valutazione 4 stelle su cinque
88%
No
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Charles, ragazzo nella Parigi del ’77, è il nostro sguardo, parziale e sconfitto, sul mondo e sulle relazioni. Sconfitto perché fin dalle prime inquadrature troviamo Charles sulle prime pagine dei giornali, dove un primo titolo richiama il suo suicidio e un secondo identifica lo stesso suicidio come un tentativo di camuffamento di un omicidio. Non ci resta che assistere agli ultimi giorni di vita di Charles. Seguendo la sua storia, appare subito chiaro come non sia lui il vero protagonista de Il Diavolo Probabilmente, quanto, piuttosto, la società opprimente e ingannatrice, le masse che impediscono al singolo il riconoscimento della propria individualità, condotte da un istinto indecifrabile e quindi di natura diabolica. [+]

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scioccolo mercoledì 19 novembre 2008
la morte come miglioramento della condizione umana Valutazione 5 stelle su cinque
67%
No
33%

L'EMBLEMA DEL FILM PRENDE CONSISTENZA NEGLI ULTIMI ATTIMI, QUANDO APPARE EVIDENTE CHE è IL CARNEFICE A ESSERE PERSO, SENZA FUTURO, PRATICAMENTE MORTO. UNA SITUAZIONE ANCOR PEGGIORE DELLA MORTE, IL CUI PARAGONE SEMBRA FAR APPARIRE QUEST'ULTIMA COME UN SOLLIEVO, UN MIGLIORAMENTO DELLA CONDIZIONE UMANA.

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raptus martedì 16 maggio 2006
che bella bruttezza Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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Film sul male di vivere, sulla disillusione postsessantottina, sullo scoraggiamento generale che con una colata unica investe tutti gli ideali dell'uomo moderno. Vittima: la gioventù. Bresson ci consegna un protagonista, apatico, spento, accidioso e tediato dalla realtà. Nessuna voce è in grado di scuoterlo, nessun adulto capace di rinsavirlo. Intorno a questo antieroe contemporaneo si accalcano fila di persone inutilmente attive, indaffarate nella quotidiana e inutile impresa di vivere. L'unica via di fuga si palesa nel suicidio. La soluzione alla torura dell'esistere è fuggire dall'esistenza. Non vengono presentate valide alternative. I sospetti sono due: o è necessario prendere coscienza dell'inutilità del tutto e imitare logicamente il protagonista oppure occorre meditare a lungo sul titolo di questo splendido lungometraggio. [+]

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