Anima persa

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Un film di Dino Risi. Con Vittorio Gassman, Catherine Deneuve, Danilo Mattei, Ester Carloni, Anicée Alvina.
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Drammatico, b/n durata 100 min. - Italia 1977. MYMONETRO Anima persa * * * 1/2 - valutazione media: 3,65 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
luci benni lunedì 4 gennaio 2021
preferisco arpino Valutazione 2 stelle su cinque
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No
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E' davvero un peccato che Risi non si sia attenuto a quello straordinario congegno ad incastro che è la narrazione di Arpino,  abbia voluto introdurre elementi non risolti, come l'esistenza di una figlia della moglie, e abbia voluto derogare perfino dalle caratteristiche fisiche dei personaggi. L'ingegnere - attorno a cui ruota la storia - è, nel libro, un uomo insignificante, un oscuro burocrate dell'azienda municipale del gas, magro, inappetente e taciturno, succubo dell'ammirazione ansiosa della moglie: niente a che vedere con la fisicità prorompente e carismatica di Vittorio Gassman. Serafino Calandra - l'ingegnere di Arpino - conduce una vita ordinata e prevedibile, anche se all'interno della sua casa è celato il vulnus alla rispettabilità della famiglia: un gemello alienato, segregato da 15 anni in una camera alla sommità di una scala che nessuno ha l'autorizzazione a salire. [+]

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elgatoloco lunedì 6 luglio 2020
straordinario gassman drammatico Valutazione 0 stelle su cinque
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No
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Dino Risi firma come regista e sceneggiatore(insieme a Bernardino Zapponi)"ANiima, persa", dal romanzo di Giovanni Arpino, la migliore interpretazione drammatica di Gassman (Vittorio, ovviamente), anno 1977. Ora, Risi, laureato in medicina, sarebbe douvuto, volenti i genitori, diventare uno psichiatra, ma divenne un regista-sceneggiatore.autore di film tra i migliori in ambito non solo italiano. Ora, il romanzo di Arpino, qui trasposto, verte sulla storia di un ingegnere del gas che ha un gemello"pazzo"(ma, come dice il fratello, è uno di coloro che "rifutano il buon senso e le sue regole infami", ma riesce a nasoncdere la cosa, accogliendo a Venezia(nel romanzo era Torino, ma la cosa non cambia se non per la siginiicatva amibentazione"altra")il nipote che studia arte nella città lagunare, straordinaria per bellezza e perché(sottolineatura forse non indebita)vicina a Trieste, dove in quegli anni tale Basaglia Franco metteva in crisi la psichiatria istituzionale, finalmente. [+]

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luca pichinelli venerdì 3 luglio 2020
gassman super Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
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Un Grande Gassman per un film che meritava un colpo di scena migliore..Trovo il finale del film non credibile, banale, fragile, esagerato. Se nel finale la persona malata fosse stata Catherine Denevue gli avrei dato una stellina in più, forse pure due perchè il film mi è piaciuto e Gasmann è strepitoso. Dino Risi è rimasto fedele al romanzo e secondo me ha sbagliato.

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parsifal martedì 28 marzo 2017
il mistero e l' inquietudine Valutazione 5 stelle su cinque
91%
No
9%

Tratto dal romanzo di Giovanni Arpino " Un'Anima Persa" ( ambientato A Torino) , da cui Dino Risi e Bernardino Zapponi hanno tratto la sceneggiatura cinematografica, il filam viene ambientato a Venezia, che si presta ottimamente a fare da scenografia naturale all' intricata e misteriosa vicenda ivi narrata. IL giovane Tino Zanetti ( Danilo Mattei) si trasferisce a Venezia dagli zii , allo scopo di studiare seriamente la pittura, per cui sembra particolarmente portato. Al suo arrivo a Villa Stolz , luogo dove prende corpo il nocciolo della narrazione( Palazzo Fortuni , sede dell'omonimo Museo) conosce la giovane zia Elisa ( C. Deneuve) fragile, dolce ma che nasconde a stento un' instabilità emotiva ed un'inconfessata inquietudine, che non tarderanno a manifestarsi ,nel corso della vicenda. [+]

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elgatoloco martedì 27 settembre 2016
il miglior film di gassman come attore drammatico Valutazione 0 stelle su cinque
100%
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Tratto da un romanzo intenso di Giovanni Arpino di undici anni prima(1966 il romanzo-'77 il film), questo"ANima persa"di Dino Risi, che però potrebbe avere quasi anche accenni"tobiniani"(da Mario Tobino, psichiatra-scrittore versiliese), è senz'altro la più impegnativa prova drammatica di Vittorio Gassman al cinema, dove il grande attore di teatro e completo(a 360 gradi)si esprime al meglio, da mattatore e al tempo stesso"sdoppiandosi", quindi con particolare intensità drammatica, appunto. C'è qualche battuta, ma in complesso predomina il dramma, che è quello della"follia"(ammesso e non concesso che esista; ma, sempre quale ipotesi, essa sembra prevalere, persino tra i Basagliani e nella prospettiva di un Felix Guattari, che con Gilles Deleuze scrive "tranquillamente"di"schizofrenia"e"paranoia"; fatta eccezione per antipsichiatria e nonpsichiatria-Cooper, Laing, Antonucci e pochi altri l'ipotesi"pazzia"-o altrimenti, in forma più intellettuale"follia"prevale nettamente e viene socialmente ammessa e anzi quasi"imposta" ben più che solamente"proposta"); nella logica del"gioco"doppio/ambiguo, dello"sdoppiamento", appunto, Gassman, magistralmente diretto da Dino Risi(quello de"Il Sorpasso", ma qui ne vediamo l'autre co^té, possiamo ben dire senza tema di smentita), fa precipitare l'ignaro nipote, studente d'arte, in una casa e in una città che respira l'arte da e in ogni poro(Venezia, qui, a differenza che nel libro aripiniano)in una spirale di sorprese, invero preparate(suspense+sorpresa, dovremmo dire, per definire meglio di che cosa si tratta)che però vanno a finire-conducono al dramma, non al thriller. [+]

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gab lunedì 18 agosto 2008
inquietante Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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Inquietante e straordinario Gassmann Il finale non è chiarissimo ma l'ambientazione e la lenta scoperta della vera indole del protagonista tengono lo spettatore sempre col fiato sospeso Molto bello

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sanya giovedì 14 agosto 2008
emozionante Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Si, emozionante. E se qualcosa riesce a toccarti l'anima vuol dire che "funziona". Non c'è bisogno di classificarlo. Non c'è bisogno di decidere in quale "reparto" collocarlo. Funziona e basta. Questo film è così e Vittorio Gassman è il re del lavoro

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sangria31 lunedì 11 agosto 2008
una grande ciofecata Valutazione 1 stelle su cinque
7%
No
93%

Un thriller che alla fine non risolve un bel niente. Chi è Beba? Chi è in realtà la Deneuve? Che bisogno c'era della messinscena dello zio folle in soffitta)? Troppe domende senza risposte. E' un film come Mulloland Drive, inspiegabile e che non vuol dire nulla. Ma quest'ultimo aveva un suo grande fascino visivo, che manca totalmente al film di Gassman.

[+] che palle!!! (di daniele)
[+] da capire c'è solo che è un capolavoro (di aliasname)
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astamurti venerdì 4 luglio 2008
opera poetica con un'interprete d'eccezione Valutazione 4 stelle su cinque
81%
No
19%

Neanche l'ombra del thriller.Opera poetica con un'interprete d'eccezione,Gassman(a cui e' dovuto,a mio giudizio,buona parte del fascino di questo film;non so quanti altri,nel ricoprire il "duplice" ruolo assegnatogli,avrebbero reso con la stessa efficacia).Bravi anche gli altri attori,la Deneuve in testa.Intenso,introspettivo,analitico,malinconicamente amaro e alle soglie del tragico nel finale,non privo di accenti inquietanti,e' un film,in realta',sulla capacita' stessa di amare,sulla multiforme complessita',solo in apparenza rigidamente determinata,a cui fa capo l'inveramento di eros.Assolutamente da vedere,meriterebbe(come,purtroppo,tante altre opere,di autori celebri e non)una maggiore popolarita',soprattutto presso il grande pubblico.

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giorgio domenica 29 giugno 2008
storia di un'iniziazione sentimentale Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

Concordo col critico Grazzini quando addita certe artificisità nella trama, specie nella contaminazione (ardua del resto) tra 'thriller' e film sentimentale, che è certo la ragione d'essere principale di 'anima persa'. Aldilà di questi aspetti tecnici, io credo che 'anima persa' sia un film ... magico. E' anzitutto il film che rievoca un mondo in cui l'eros era un 'tabu' per gli adolescenti, custodito gelosamente dagli adulti; al punto che la sua scoperta diventava una tappa di un percorso di iniziazione che coincideva per lo più con l'ingresso alla vita adulta. O per lo meno è il ritratto di un mondo (borghese ottocentesco) che amava auto-rappresentarsi così. Questo è il senso del cammino di Tino, delle ambigue sollecitazioni della zia, dello zio, della serva, sull' "altro" presente in soffitta: l' "altro" non è il sottosuolo, il "doppio" alla Jekyll, ma è l' "eros" (quanto c'è del mondo cheha partorito la psicanalisi!). [+]

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