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chriss
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domenica 5 settembre 2010
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grotesque...
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Trelkovski è un uomo solo e la mezza età incalza pure per lui. A prima vista sembrerebbe timido, impacciato ed estremamente vulnerabile. Fragile: così fragile che un barbone gli sfila dei soldi dal portafoglio. E' piccolo, goffo e poco pieno di sé. Di origini polacche, giunge in terra straniera: Parigi, le coeur de la France. Non ha familiari con sé e nemmeno un animale da compagnia: non un gatto, non un cane od un pappagallino. Fa l' impiegato senza fissa dimora. Non conosce nessuno e non ha uno straccio di amico. E' questo l' attuale quadretto della sua vita. Deve darsi da fare. Decide in fretta e furia di affittare uno squallido e sinistro appartamento senza bagno a Parigi.
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Trelkovski è un uomo solo e la mezza età incalza pure per lui. A prima vista sembrerebbe timido, impacciato ed estremamente vulnerabile. Fragile: così fragile che un barbone gli sfila dei soldi dal portafoglio. E' piccolo, goffo e poco pieno di sé. Di origini polacche, giunge in terra straniera: Parigi, le coeur de la France. Non ha familiari con sé e nemmeno un animale da compagnia: non un gatto, non un cane od un pappagallino. Fa l' impiegato senza fissa dimora. Non conosce nessuno e non ha uno straccio di amico. E' questo l' attuale quadretto della sua vita. Deve darsi da fare. Decide in fretta e furia di affittare uno squallido e sinistro appartamento senza bagno a Parigi. Ci abitava una certa Simone Choule. La ragazza, avendo avuto qualche problema psichico, ha tentato il suicidio. Si è gettata dal terzo piano, ma per fortuna potrebbe ancora farcela. 'Qualcosa' attira Trelkovski in quel buco che sa tanto di morte. Quando Stella, un' amica di Simone, lo accoglie tra le braccia, il franco-polacco sente che la sua miserabile vita potrebbe cambiare in meglio: un calcio nel sedere alla solitudine, alla diversità ed all' inettidudine. Simone muore e lui, da brava persona, va al suo funerale: solo che il sacerdote sbeffeggia la defunta! Dio non esiste nemmeno lì. Neanche più avanti, quando ce ne sarebbe davvero bisogno, ci sarà traccia di lui. I suoi vicini di casa cominciano a tormentare Trelkovski per via dei rumori che fa. Non può muoversi. E' come se fosse imprigionato in una trappola per topi. Trova un bel vestito di Simone; poi pure un dente: li conserva entrambi. Non si sa mai. I vicini continuano a torturarlo: se ne stanno fermi, immobili in bagno a guardarlo o a fissare il vuoto. Dall' appartamento gli rubano il televisore, la cinepresa ed una valigia. L' ispettore di polizia lo accusa di fare chiasso. Rien ne va plus. Trelkovski comincia a travestirsi: si sveglia e gli manca un dente. Il giorno dopo, non si sa come, si ritrova il dente in bocca. Picchia un bambino, la parte più indifesa della società. Una mano misteriosa lo aggredisce dalla finestra, ma finisce col ferirsi la sua. Il giorno dopo, però, la ferita è rimasta. Che impostura è mai questa? Niente è come dovrebbe essere o come dovrebbe sembrare. Persino Stella diventa un nemico. I volti dei vicini si deformano, come in una grande allucinazione. Cala il buio nella sua mente. Non c' è ancora di salvezza per il povero Trelkovski. Grotesque. Non resta che gettarsi da quell' infernale finestra. Non una, ma due volte. Un ultimo, disperato gesto estremo. All' ospedale il suo urlo angosciante inghiotte tutto e tutti: pure noi spettatori. Il film è appena finito. Si resta attoniti, esterefatti, sbigottiti, vuoti. Si resta senza parole! Più che cercare una soluzione-Trelkovski, mi concentro sul senso di vuoto e solitudine del protagonista. Rovescio il problema. Solo allora mi rendo conto che il vuoto è enorme. E' come buttarsi dal terzo piano. E la solitudine? Potrebbe portare alla follia! Se il protagonista fosse morto, sarebbe un conto. Ma se non lo fosse? Allora è un film potentissimo: tortura, convince ed infine annienta una personalità. E poi ricomincia daccapo. Adieu o au revoir Trelkovski. Christian Palmieri...
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chriss
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mercoledì 25 agosto 2010
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tre possibili soluzioni...
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L' inquilino del terzo piano è davvero un bel rompicapo psicologico. Io credo di aver trovato tre possibili soluzioni dopo aver rivisto alcune scene che lo dimostrano, ma potrebbero essercene delle altre. La prima soluzione è che Trelkovski fosse malato di una malattia mentale. La scena-chiave (67' minuto) comincia a casa di Stella. Trelkovski fa uno strano discorso sulle parti del corpo che si staccano. Dice: "Me e la mia testa o me ed il mio corpo; che diritto ha la mia testa di chiamarsi me?". L' altra scena-chiave (83'min.) avviene nel bagno dei geroglifici: dalla finestra vede sé stesso nel suo appartamento. Ciò dimostra uno sdoppiamento di personalità.
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L' inquilino del terzo piano è davvero un bel rompicapo psicologico. Io credo di aver trovato tre possibili soluzioni dopo aver rivisto alcune scene che lo dimostrano, ma potrebbero essercene delle altre. La prima soluzione è che Trelkovski fosse malato di una malattia mentale. La scena-chiave (67' minuto) comincia a casa di Stella. Trelkovski fa uno strano discorso sulle parti del corpo che si staccano. Dice: "Me e la mia testa o me ed il mio corpo; che diritto ha la mia testa di chiamarsi me?". L' altra scena-chiave (83'min.) avviene nel bagno dei geroglifici: dalla finestra vede sé stesso nel suo appartamento. Ciò dimostra uno sdoppiamento di personalità. Trelkovski riflette "il suo io" dall' altra parte. La terza scena-chiave avviene 2 minuti dopo: Trelkovski vede dal suo appartamento Simone Choule che si toglie le bende. Ciò significa che il protagonista non c' è più a livello mentale; sarebbe più corretto dire che meglio c' è, ma proiettato in un' altra persona. Due minuti dopo si affaccia dalla sua finestra con "gli occhi truccati da donna". Dice: "Loro vogliono che mi uccida; d' accordo, gli farò vedere io." Esce di casa e compra scarpe e parrucca da donna. Questo dimostra che è diventato Simone Choule! Il finale del film, però, sembra respingere la mia prima spiegazione. Stella e Trelkovski si recano all' ospedale a trovare Simone. Ma quello sul letto dovrebbe essere Trelkovski e non Simone, in quanto la ragazza era già morta. Ciò significa che la ragazza si è reincarnata nel protagonista. Lo dimostrano i geroglifici del bagno e tutti i simboli egizi che potete vedere nel corso del film. Usando un pò di cervello, ho dedotto immediatamente che gli antichi egizi credessero nelle reincarnazione: altrimenti perché, nelle loro tombe, si sono trovati tutti quegli oggetti? Lo dimostra la scena (85min) in cui Simone, nel bagno dei geroglifici, si toglie le bende come se fosse una mummia. La terza soluzione è ancora più assurda: Simone crea Trekovski con l' immaginazione. La ragazza amava le donne e non gli uomini: lo dice Stella all' inizio del film. Per conquistare la sua amica, Simone avrebbe proiettato la sua personalità in un uomo. Essendo stata respinta, si getta nel vuoto. A smentire questa mia ultima spiegazione c' è però l' ultima scena in cui Trelkovski la va a trovare in ospedale. Se Trelkovski non esiste, perché la va a trovare? La seconda soluzione smentisce la prima e la terza. Però la seconda è smentita dalla prima: Trelkovski soffre di allucinazioni a causa dei suoi vicini di casa che lo "aiutano nella trasformazione in Simone". I vicini esistono, non sono né allucinazioni, né il frutto dell' immaginazione. La prima soluzione smentisce, di conseguenza, anche la terza. Insomma, ci sono tre soluzioni che si smentiscono a vicenda: dov' è la verità? A me piace la prima, ma non so se sia quella giusta. Spero di aver creato un pò di caos anche nella vostra mente. Un capolavoro del genere dovrebbe essere proiettato nelle scuole per aiutare gli alunni nei ragionamenti. A me, per esempio, avrebbe fatto comodo. Questo film avrebbe dovuto pure vincere 2 Oscar: per il protagonista e la sceneggiatura. Un film davvero geniale. Confermo le cinque stelle. Firmato Christian Palmieri...
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chriss
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sabato 21 agosto 2010
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viaggio nella psiche di monsieur trelkovsky...
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L' inquilino del terzo piano è un thriller psicologico geniale ed illuminante, sia per i contenuti espressi ( solitudine, angoscia interiore, claustrofobia, visioni inquietanti, alienazione, sdoppiamento di personalità e follia), sia per i modi con i quali il regista, Roman Polanski, veste magnificamente i panni del protagonista, un modesto impiegato polacco (naturalizzato francese) in cerca di un appartamento a Parigi. Il film è molto più di un incubo insoluto. Si tratta di un viaggio allucinante nella psiche di Monsieur Trelkovsky: il quale, lentamente, si trasforma in Simone (si legge Simon) Choule.
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L' inquilino del terzo piano è un thriller psicologico geniale ed illuminante, sia per i contenuti espressi ( solitudine, angoscia interiore, claustrofobia, visioni inquietanti, alienazione, sdoppiamento di personalità e follia), sia per i modi con i quali il regista, Roman Polanski, veste magnificamente i panni del protagonista, un modesto impiegato polacco (naturalizzato francese) in cerca di un appartamento a Parigi. Il film è molto più di un incubo insoluto. Si tratta di un viaggio allucinante nella psiche di Monsieur Trelkovsky: il quale, lentamente, si trasforma in Simone (si legge Simon) Choule. E' difficile dare un senso logico a questo capolavoro cinematografico. Ognuno di noi potrebbe fornire molteplici spiegazioni ed interpretazioni, ma non arriverebbe ad un centimetro dalla verità. Ovvero: il protagonista soffriva di allucinazioni o era effettivamente rimasto vittima di un complotto diabolico da parte dei vicini di casa? L' unica spiegazione plausibile che mi sono dato è che egli soffrisse di una qualche malattia mentale. Non ne sono sicuro, data la complessità dei personaggi grotteschi (in primis Trelkovski) che animano la vicenda. L' incubo comincia con l' urlo angosciante e premonitore di Simone ricoverata in ospedale. Se avete il film sotto mano, dategli un' occhiata veloce e cominciate ad osservare come una storia normale si trasformi in follia. Siete pronti? Bene. Ascoltate la risata macabra della donna che fa vedere l' appartamento a Trelkovski: si riferisce chiaramente a Simone che tentava il suicidio. Oppure fate caso a quel che dice il prete in Chiesa durante il funerale della ragazza. Tutto ciò non è inquietante? Fate caso, ora che andate avanti, all' appartamento di Trelkovski: è piccolo, scomodo e buio. La finestra da cui si affaccia è raccapricciante: in basso vede la forma della vetrata sfondata dall' inquilina che lo occupava prima di lui; di fronte scorge il bagno in comune dove i vicini lo fissano in continuazione; ed infine, ancora nel bagno, in una specie di allucinazione perversa, vedrà Simone che si toglie le bende. Osservate i suoi vicini di casa che si lamentano (anche per un piccolo rumore) e che via via diventano sempre più opprimenti. Osservate il bar che frequenta: casualmente si siede nello stesso posto che occupava Simone prima che si fosse gettata nel vuoto. Guardate cosa fanno il proprietario del bar ed il cameriere: il primo gli dà le sigarette Marlboro, il secondo la cioccolata calda. Le stesse identiche cose che prendeva Simone! Ora osservate le facce deformate degli individui con cui ha a che fare Trelkovski man mano che assume le sembianze della defunta. A parte la donna che lo strozza ed altre allucinazioni angoscianti ( la testa di Simone che rimbalza davanti alla finestra o i vicini che lo incoraggiano a gettarsi), c' è una scena in particolare che mi ha colpito. Dopo esser stato investito da due anziani qualunque, fate caso al comportamento di Trelkovski e a quello che vede. Le avete viste? Guardate con il fermo immagine: i due anziani qualsiasi si trasformano nei padroni del suo appartamento! Fate pure caso alle piccole ali di stoffa che sbucano fuori dal corpo dell' uomo. Compaiono per un attimo: le vedete? non vi danno una sensazione di brivido? A me sì! Il film si chiude con l' urlo a squarciagola di Trelkovski. Non a caso, stavolta, la ripresa della telecamera del regista si stringe, sempre più vicino, sulla bocca del protagonista: come a voler rappresentare il buco nero psicotico in cui è stato inghiottito. Per quest' opera cinematografica ci vorrebbero 10 recensioni. Una sola è troppo poco. Il mistero della follia mentale o presunta di Trelkovski rimarrebbe, comunque, sempre insoluta. Questo film avrebbe meritato più di qualche premio importante. Per me è un capolavoro assoluto per come è stato costruito, istante per istante, scena dopo scena. Polanski è stato capace di creare, dal romanzo a cui si è ispirato, un' angoscia psicologica dietro l' altra senza farci capire completamente il senso del film. Questo è il frutto maturo del genio! Al prossimo incubo psicologico. Firmato Christian Palmieri...
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filippo demarchi
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sabato 15 maggio 2010
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ritratto di uno straniero
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Trelkovski é omosessuale. Non é capace a dire no. Ordina un Martini quando ha voglia di un caffé. Parla a voce bassa, ha un fare maldestro e si lascia convincere. Dopo aver dato una banconota ad un vagabondo, cammina in uno sterco di cane. Davanti alle immagini di Bruce Lee, Trelkovski non accetta la mano di Stella tra le sue gambe. A casa sua s'infila sotto le coperte come un bambino. Trelkovski non é capace a fare l'amore. Il suo corpo é piccolo, ambiguo. Trelkovski s'interroga a voce alta sulla sua identità. Ha molta empatia per gli altri, tanto da non essere capace a rifiutare l'invito al bar del'amica di Simone Choule.
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Trelkovski é omosessuale. Non é capace a dire no. Ordina un Martini quando ha voglia di un caffé. Parla a voce bassa, ha un fare maldestro e si lascia convincere. Dopo aver dato una banconota ad un vagabondo, cammina in uno sterco di cane. Davanti alle immagini di Bruce Lee, Trelkovski non accetta la mano di Stella tra le sue gambe. A casa sua s'infila sotto le coperte come un bambino. Trelkovski non é capace a fare l'amore. Il suo corpo é piccolo, ambiguo. Trelkovski s'interroga a voce alta sulla sua identità. Ha molta empatia per gli altri, tanto da non essere capace a rifiutare l'invito al bar del'amica di Simone Choule. Il suo senso di colpa l'obbliga a cambiare stanza per chiedere le notizie di Simone Choule. Alla suggestione e alla follia, questo manco di personalità é necessario.
Trelkovski compie una progressiva metamorfosi in Simone Choule. Trelkovski occupa il suo appartamento. Si siede spontaneamente, al bar di fronte a casa, al posto in cui si sedeva lei. Ordina un caffé ma il padrone gli porta una cioccolata calda. Chiede delle sigarette Gauloises Blu, ma gli arrivano delle Marlboro rosse, le stesse fumate da Simone Choule. La portinaia gli dà una lettera nominativamente indirizzata a Simone Choule, chiamandolo Treshkovski invece che Trelkovski. Rifacendo la veranda, gli operai scherzano Trelkovski. Si sente preso in causa al punto da domandarsi ad alta voce: "Cosa vogliono? Che muoia?"
Alle toilette, dopo essersi visto osservarsi dalla finestra del salone, torna e vede Simone Choule che toglie le bende tra i geroglifici. Trelkovski finirà mummificato come Simone Choule e sarà il suo ultimo costume. A questo momento Simone Choule prende letteralmente il posto che lui occupava e simbolicamente il film indica il doppio di Trelkovski.
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(di shinigami)
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dany101
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lunedì 3 maggio 2010
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astruso
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polansky riesce a incantare,con il suo film più summatico della sua poetica narrativa.é però un incantesimo di magia nera.La vena grottesca si intreccia a più riprese con il raccapriccio della vicenda,e questo aiuta la visione di chi è facile turbare,ma la cosa che stupisce è il dosaggio esperto che Polansky fa degli elementi costitutivi del suo cinema,paragonabile all'uso disinvolto del colore da parte di un acquerellista.Il film è denso e non lascia inappagati forte dei suoi elementi assai intriganti e grotteschi.La scelta di Polansky di essere anche il protagonista della storia,dà al film un aspetto ancora più ambiguo e incerto,dà l'impressione che il film possa concludersi-come effettivamente succede-in modo inaspettato,e il ricordo dopo la visione,torna a bussare più di una volta.
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polansky riesce a incantare,con il suo film più summatico della sua poetica narrativa.é però un incantesimo di magia nera.La vena grottesca si intreccia a più riprese con il raccapriccio della vicenda,e questo aiuta la visione di chi è facile turbare,ma la cosa che stupisce è il dosaggio esperto che Polansky fa degli elementi costitutivi del suo cinema,paragonabile all'uso disinvolto del colore da parte di un acquerellista.Il film è denso e non lascia inappagati forte dei suoi elementi assai intriganti e grotteschi.La scelta di Polansky di essere anche il protagonista della storia,dà al film un aspetto ancora più ambiguo e incerto,dà l'impressione che il film possa concludersi-come effettivamente succede-in modo inaspettato,e il ricordo dopo la visione,torna a bussare più di una volta..
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luca scialò
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giovedì 4 marzo 2010
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per polanski,hitchcock è ancora abbastanza lontano
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Un francese di origini polacche fitta un appartemento, ed è molto entusiasta dell'affare, date le difficoltà di trovare casa a Parigi. Ben presto però l'entusiamo comincerà a calare sempre più, venuto a sapere che in quell'appartamento si era precedentemente suicidata una ragazza, e avendo sempre più a che fare con alcuni inquilini del condominio inquietanti e sgorbutici, nonchè con un barista che continua a vendergli le sigarette e la cioccolata calda che la giovane donna soleva prendere.
Tutti questi fattori cominciano a snervarlo, al punto da spingerlo ad assumere le sembianze della donna suicidatasi, con tanto di parrucca e indossando il suo stesso vestito.
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Un francese di origini polacche fitta un appartemento, ed è molto entusiasta dell'affare, date le difficoltà di trovare casa a Parigi. Ben presto però l'entusiamo comincerà a calare sempre più, venuto a sapere che in quell'appartamento si era precedentemente suicidata una ragazza, e avendo sempre più a che fare con alcuni inquilini del condominio inquietanti e sgorbutici, nonchè con un barista che continua a vendergli le sigarette e la cioccolata calda che la giovane donna soleva prendere.
Tutti questi fattori cominciano a snervarlo, al punto da spingerlo ad assumere le sembianze della donna suicidatasi, con tanto di parrucca e indossando il suo stesso vestito...
Il film, tratto dal romanzo "Le locataire chimerique" di Roland Topor, cerca di proporre un giallo inquietante, ma per i primi quaranta minuti non è altro che una commedia priva di emozioni, mentre per il resto, a parte delle felici intuizioni, riesce poco ad inquietare lo spettatore. Polanski come attore protagonista poi rende molto poco, mentre per film del genere servirebbe un'interpretazione molto più appassionante.
Insomma, Polanski cerca ancora una volta di issarsi ad Hitchcock, ma non ci riesce...
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paride86
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venerdì 17 luglio 2009
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cupo e bellissimo
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Come in "Rosemary's baby" anche qui il protagonista si trasferisce in un nuovo appartamento.
Questa volta, però, Polanski ribalta completamente il significato della storia:
mentre Rosemary era vittima di un complotto di cui era la sola a non sapere nulla, Trelkovski crede di essere vittima di una congiura che in realtà esiste solo nella sua testa.
Il film ha un'atmosfera cupa e decadente, come la personalità del protagonista, interpretato dal regista stesso che riesce a dare al personaggio il giusto carattere svagato e paranoico.
Alcune scene sono davvero inquietanti e memorabili,
come quando Trelkovski vestito da donna osserva i vicini giocare con una testa umana.
Da vedere.
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Come in "Rosemary's baby" anche qui il protagonista si trasferisce in un nuovo appartamento.
Questa volta, però, Polanski ribalta completamente il significato della storia:
mentre Rosemary era vittima di un complotto di cui era la sola a non sapere nulla, Trelkovski crede di essere vittima di una congiura che in realtà esiste solo nella sua testa.
Il film ha un'atmosfera cupa e decadente, come la personalità del protagonista, interpretato dal regista stesso che riesce a dare al personaggio il giusto carattere svagato e paranoico.
Alcune scene sono davvero inquietanti e memorabili,
come quando Trelkovski vestito da donna osserva i vicini giocare con una testa umana.
Da vedere.
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bandy
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mercoledì 8 luglio 2009
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capolavoro
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Questo film per me è uno tra i più belli di Polanski.
Da vedere assolutamente
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taniamarina
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sabato 25 aprile 2009
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polansky fa rumore...
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Tratto da un romanzo di Topor Roland, in questo film nessun altro appartamento sarà così ossessivo ed inquietante. Ed è interessante osservare che il regista sia, come spesso accade nei suoi film, attratto dagli ambienti angusti, concedendo di tanto in tanto squarci di vita normale e serenamente noiosa, in contrapposizone con gli incubi che hanno aimé colonizzato la sua stessa vita. Ogni scena sembra essere un inno all'inquietante e oscura pittura dell'inizio novecento, con un enfasi verso il finale sui condomini, muniti di lingua biofrcuta e sgaurdo atroci. La condanna a vivere e rivivere il proprio suicidio sembrerebbe essere un inno alle atmosfere kafkiane, forse un modo per raccontare della sua tragica e personalissima vicenda: non c'è via di scampo al ricordo per Polansky, non c'è via di scampo alla vita moderna per Topor.
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Tratto da un romanzo di Topor Roland, in questo film nessun altro appartamento sarà così ossessivo ed inquietante. Ed è interessante osservare che il regista sia, come spesso accade nei suoi film, attratto dagli ambienti angusti, concedendo di tanto in tanto squarci di vita normale e serenamente noiosa, in contrapposizone con gli incubi che hanno aimé colonizzato la sua stessa vita. Ogni scena sembra essere un inno all'inquietante e oscura pittura dell'inizio novecento, con un enfasi verso il finale sui condomini, muniti di lingua biofrcuta e sgaurdo atroci. La condanna a vivere e rivivere il proprio suicidio sembrerebbe essere un inno alle atmosfere kafkiane, forse un modo per raccontare della sua tragica e personalissima vicenda: non c'è via di scampo al ricordo per Polansky, non c'è via di scampo alla vita moderna per Topor.
Film straordinario. Clicca Taniamarina su google
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joe
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giovedì 19 febbraio 2009
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adjani da pazzi
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Stupendo anche nel lasciare inspiegato il mistero degli inquilini in fissa nel bagno. Quasi nulla è chiaro, ogni cosa potrebbe essere reale come frutto dell'immaginazione di Trelkowski (grande interpretazione schizofrenica di Polanski). Il finale aggiunge un ulteriore terrificante interrogativo: Simone é/era Trelkowski???
Come se non bastasse, a rendere la pellicola assolutamente DA VEDERE, c'è un ISABELLE ADJANI al massimo della sensualità, da innamoramento immediato, semplicemente stu-pen-da!! Non lo perdano, signori!
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