parsifal
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mercoledì 10 novembre 2021
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giustizia o vendetta?
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Enzo G. Castellari, con la complicità letteraria di De Rita e Maiuri, porta a termine nel 1976 quello che viene considerato il suo miglior film , nell'ambito del filone poliziesco all'italiana. Nicola Palmieri , interpretato da un atletico F.Testi, doppiato da P.Locchi, è un maresciallo della Polizia Italiana, che segue passo passo le imprese scellerate di una banda criminale , sul territorio romano;memorabili a tale proposito, le inquadrature iniziali che illustrano in maniera magistrale le bellezze del centro della Capitale. Questo manipoli di tagliagole senza scrupoli è guidato da un appartenente alla Mala Marsigliese; senza scrupoli , nè freni di sorta, intimoriscono i negozianti del centro di Roma, sottoponendoli ad ogni sorta di vessazioni, sadiche e crudeli.
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Enzo G. Castellari, con la complicità letteraria di De Rita e Maiuri, porta a termine nel 1976 quello che viene considerato il suo miglior film , nell'ambito del filone poliziesco all'italiana. Nicola Palmieri , interpretato da un atletico F.Testi, doppiato da P.Locchi, è un maresciallo della Polizia Italiana, che segue passo passo le imprese scellerate di una banda criminale , sul territorio romano;memorabili a tale proposito, le inquadrature iniziali che illustrano in maniera magistrale le bellezze del centro della Capitale. Questo manipoli di tagliagole senza scrupoli è guidato da un appartenente alla Mala Marsigliese; senza scrupoli , nè freni di sorta, intimoriscono i negozianti del centro di Roma, sottoponendoli ad ogni sorta di vessazioni, sadiche e crudeli. Palmieri tenta di incastrarli, ma riescono a scamparla grazie all'aiuto di un avvocato compiacente, parte integrante della banda. A questo punto, Palmieri, decide di procedere per proprio conto, radunando un gruppo di uomini che aveva subito, ognuno a modo suo, dei torti irreparabili commessi dai malviventi. Ne nascerà un duello all'ultimo sangue, che sconfinerà in una vera e propria strage. Molto criticato quando uscì, venne tacciato di essere impregnato di giustizialismo ecessivo e il Morandini lo definì esplicitamente " Fascista" nella forma e negli intenti. Per gli appassionati del genere.
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movieman
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lunedì 13 aprile 2020
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la banda dei disperati
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Comincio con due associazioni: nel cinema italiano che va dagli anni 70 fino ai primi anni 90, Castellari sta al cinema action come Lucio Fulci sta al cinema horror. Questi due cineasti hanno saputo far proprie alcune caratteristiche tipiche dei due generi (action e horror) dilatandole : nel cinema horror di Lucio Fulci assistiamo al prolungamento, a volte fino alla soglia del sostenibile, di situazioni sanguinarie e macabre, mentre i momenti topici dei film di Castellari, quelli in cui maggiormente risalta lo stile inconfondibile di questo regista, sono gli scontri a fuoco, spesso in luoghi chiusi.
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Comincio con due associazioni: nel cinema italiano che va dagli anni 70 fino ai primi anni 90, Castellari sta al cinema action come Lucio Fulci sta al cinema horror. Questi due cineasti hanno saputo far proprie alcune caratteristiche tipiche dei due generi (action e horror) dilatandole : nel cinema horror di Lucio Fulci assistiamo al prolungamento, a volte fino alla soglia del sostenibile, di situazioni sanguinarie e macabre, mentre i momenti topici dei film di Castellari, quelli in cui maggiormente risalta lo stile inconfondibile di questo regista, sono gli scontri a fuoco, spesso in luoghi chiusi. Sono sequenze dove Castellari riesce a far risaltare la sua grande bravura nella cura del montaggio e nell’uso della colonna sonora (quella de “Il grande racket” è un capolavoro). Uno degli esempi massimi, nel suo cinema, è proprio “Il grande racket”: non è il suo film più bello, ma è uno dei migliori. Anzi, è uno dei film migliori anche all’interno del poliziesco italiano di quel decennio.
Lo sfondo è Roma. Di scena non c’è un commissario di polizia ma un maresciallo, Nicola Palmieri. Il funzionario si trova alle prese con un racket che sta mettendo in ginocchio i commercianti della città. Per farlo usa, ovviamente, metodi non proprio convenzionali: ha come informatore un vecchio malavitoso, zio Pepe (Vincent Gardenia), del quale è anche amico, affronta i malviventi a suon di sberle e di pugni e coinvolge nelle sue imprese il suo vice, Salvatore. Viene, in seguito, a sapere che nel racket sono coinvolti personaggi estremamente pericolosi manovrati da qualcuno che sta molto in alto, ma nel frattempo Salvatore viene ucciso in una sparatoria e lo stesso Palmieri viene sospeso dal servizio. Il maresciallo non sta a guardare e raduna intorno a sé una banda di disperati i cui componenti sono tutte persone che hanno un motivo ciascuno per vendicarsi sulla banda criminale di strozzini: un ristoratore a cui hanno violentato la figlia (morta poi suicida), un campione di tiro al piattello a cui hanno violentato e ucciso la moglie dopo che lui ha aiutato la polizia in una sparatoria, lo stesso zio Pepe (che vuole vendicare la morte di un suo protetto), un biscazziere che è stato quasi ucciso per essersi opposto al pizzo e un carcerato che ha qualche oscuro conto in sospeso e che spera di fuggire dall’Italia e di uscire vivo dalla resa dei conti. Lo scontro finale tra gli esponenti del racket e questa banda di rancorosi disperati non tarderà ad arrivare.
La cosa che colpisce più positivamente, in questo film, è il ritmo. “Il grande racket” scorre davanti agli occhi come un treno lanciato a folle velocità e non risente minimamente degli anni che porta sul groppone. Colpi di scena (sono piccoli, ma ci sono) e dialoghi serrati si susseguono senza dare tregua allo spettatore e il film ha, inoltre, il dono di andare subito al “dunque”, evitando i tempi morti e sviluppando subito i punti fondamentali della trama. Per farlo, segue quella logica secondo la quale ad ogni azione corrisponde una reazione e questo meccanismo si interrompe soltanto con la resa dei conti finale e i seguenti titoli di coda. Fosse soltanto questo (e non è neanche poco), “Il grande racket” sarebbe però solo un buon film d’azione. La marcia in più gliela danno gli interpreti e i personaggi che compongono questa squadra di giustizieri, molto ben delineati, considerando che si tratta di un film d’azione: dal carcerato che vuole rifarsi una vita, al tenebroso maresciallo Palmieri ( ben interpretato da Fabio Testi), dal biscazziere interpretato da Glauco Onorato fino allo zio Pepe che ha il volto di Vincent Gardenia, mentre Orso Maria Guerrini dona la giusta e spietata aura glaciale al cecchino esperto nei tiri al piattello con la sola forza degli sguardi. Ma il migliore è Renzo Palmer nel ruolo del ristoratore a cui hanno stuprato la figlia: è una gran bella interpretazione che oscilla magnificamente tra lo strazio del dolore e della rabbia e la follia più grottesca con rara grazia interpretativa. E’ anche il personaggio più bello e ricorda, almeno in parte e fatte le dovute differenze fra gli interpreti e i generi, un altro disturbante “giustiziere” del nostro cinema: quello interpretato da Alberto Sordi nello splendido “Un borghese piccolo piccolo”.
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dandy
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sabato 7 agosto 2010
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caro signor critico......
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Le consiglio vivamente di cambiar mestiere.......a lei e a tanti altri suoi colleghi di questo sito.Ma daltronde,cosa ci si può aspettare dopo che a "TRMSC" hanno assegnato tre stellette!!!!!?Molti di voi hanno seri problemi di obbiettività nel valutatre i film.Sarebbe ora di un bel repulisti.
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raffaelegiuseppe
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giovedì 29 aprile 2010
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uno dei migliori polizieschi in assoluto
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Consiglio a tutti la visione di questo film. Assolutamente avvincente Girato benissimo con grande stile e con attori bravissimi . Fabio Testi qui nella sua migliore interpretazione E' uno dei piu' belli del genere, l'edizione in dvd , l'unica disponibile, è ottima. Purtroppo la critica verso questi film non è mai stata generosa. Trovo vergognosa l'etichettatura fascista data a questo film. Questi critici sono legati ancora al vecchio concetto di cinema di sinistra e tutto quello che non era di questa fazione era automaticamente fascista cosi come era stato con i film di James Bond. Nota bene ho scritto fazione per stigmatizzare la faziosità dei critici (non tutti). E' vero che il dizionario è uno strumento di grande utilità e ringraziamo My Movies per la sua importanza e utilità.
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Consiglio a tutti la visione di questo film. Assolutamente avvincente Girato benissimo con grande stile e con attori bravissimi . Fabio Testi qui nella sua migliore interpretazione E' uno dei piu' belli del genere, l'edizione in dvd , l'unica disponibile, è ottima. Purtroppo la critica verso questi film non è mai stata generosa. Trovo vergognosa l'etichettatura fascista data a questo film. Questi critici sono legati ancora al vecchio concetto di cinema di sinistra e tutto quello che non era di questa fazione era automaticamente fascista cosi come era stato con i film di James Bond. Nota bene ho scritto fazione per stigmatizzare la faziosità dei critici (non tutti). E' vero che il dizionario è uno strumento di grande utilità e ringraziamo My Movies per la sua importanza e utilità. Ma certi film meriterebbero una rivisitazione critica
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raffaelegiuseppe
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martedì 8 settembre 2009
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mi dispiace ma i morandini si sbagliano
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Seguo sempre My Movies ma questa volta mi trovo in totale disaccordo con la critica dei Morandini.
E dagli anni settanta che la critica si avventa contro questo tipo di film e lo stereotipo continua. Bisogna essere un po più obiettivi. Lo vidi all'epoca e l'ho rivisto oggi. Il grande racket è un bellissimo film con un ottima trama e bravi attori.
Penso che di film abbietti e idioti siano state piene le sale cinematografiche in questi anni, e questi film sono stati ben trattati dai critici. Chissà perchè forse per amicizia ... o forse per altro?
Ed è riduttivo bollare come fascista un film di pura evasione come questo.
Non sarebbe il caso di avere, dopo trent'anni, vedute più larghe e capire il fenomeno dei film italiani polizieschi.
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Seguo sempre My Movies ma questa volta mi trovo in totale disaccordo con la critica dei Morandini.
E dagli anni settanta che la critica si avventa contro questo tipo di film e lo stereotipo continua. Bisogna essere un po più obiettivi. Lo vidi all'epoca e l'ho rivisto oggi. Il grande racket è un bellissimo film con un ottima trama e bravi attori.
Penso che di film abbietti e idioti siano state piene le sale cinematografiche in questi anni, e questi film sono stati ben trattati dai critici. Chissà perchè forse per amicizia ... o forse per altro?
Ed è riduttivo bollare come fascista un film di pura evasione come questo.
Non sarebbe il caso di avere, dopo trent'anni, vedute più larghe e capire il fenomeno dei film italiani polizieschi.
Il 93% di preferenze negative alla recensione di questo film deve far pensare. Certo non sarà un capolavoro ma è un ottimo film che consiglio a tutti.
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foba
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mercoledì 19 novembre 2008
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un classico (?) dei poliziotteschi
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Classico poliziottesco degli anni '70. Non male quanto a regia per ritmo e sequenze d'azione. Il resto, un po' discutibile, ma comunque accettabile.
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alexscorpio
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venerdì 25 luglio 2008
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un film unico nel suo genere !!!
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Uno dei piu' bei polizieschi che siano mai stati fatti : Vedere per credere !!!
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mauri 67
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venerdì 14 dicembre 2007
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visto e rivisto
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Sparatorie inseguimenti rapine e tanta violenza sono gli ingredienti di questo film il tutto visto e rivisto in altre pellicole di genere
[+] e allora non guardarlo.
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