figliounico
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sabato 1 luglio 2023
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uno stato primordiale
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Non è il miglior film di Carpenter che ripropone in chiave moderna e metropolitana il vecchio schema western degli eroi asserragliati nel fortino assediato dagli indiani, che, in questo caso, sono i membri innumerevoli e assetati di sangue di una improbabile setta criminale ed in una sequenza ripete quasi identica la scena clou del La cosa da un altro mondo da cui, qualche anno dopo, trarrà ancora spunto per realizzare il riuscito remake La cosa. Nonostante il soggetto per niente originale e la location angusta, limitata a due o tre ambienti, Carpenter riesce a rendere memorabili i suoi quattro personaggi, due criminali condannati a morte, un agente appena promosso tenente ed un’impiegata del distretto di polizia in dismissione, impegnati in una comune lotta per la sopravvivenza che annulla le differenze e li riporta magicamente ad uno stato primordiale in cui il senso di solidarietà umana prevale sugli odi ed i pregiudizi delle contrapposte categorie in cui la società li ha incasellati.
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contrammiraglio
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martedì 4 dicembre 2018
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esageratamente ottimo film
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No dai, non scherziamo: questo è un meravigliosamente ottimo film!
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giuseppetoro
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venerdì 30 giugno 2017
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bel capolavoro
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fILM SPETTACOLARE DEI TEMPI. uN UFFICIO DI POLIZIA ATTACCATO...DA TENSIONE COSTANTE
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dandy
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sabato 18 marzo 2017
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you got smoke?
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Al suo secondo film Carpenter(che cura anche la sceneggiatura,il montaggio e l'ottima colonna sonora)omaggia "Un dollaro d'onore"(lo psuedonimo con cui firma il montaggio è il nome del personaggio di John Wayne,John T.Chance),capolavoro del suo genere da sempre favorito.Di fatto,questo film nella struttura è un western urbano,ma a conti fatti un horror:i cattivi non hanno nome,sono muti per tutto il film,uccidono senza la minima esitazione(la scena della bambina fece parecchio scalpore all'epoca,e ancora oggi è una discreta mazzata)e si moltiplicano come entità soprannaturali.Già notevole la capacità del regista di tenere alta la tensione e il ritmo,sfruttando l'idea dei personaggi in contrasto costretti ad allearsi annullando la differenza tra buoni e cattivi.
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Al suo secondo film Carpenter(che cura anche la sceneggiatura,il montaggio e l'ottima colonna sonora)omaggia "Un dollaro d'onore"(lo psuedonimo con cui firma il montaggio è il nome del personaggio di John Wayne,John T.Chance),capolavoro del suo genere da sempre favorito.Di fatto,questo film nella struttura è un western urbano,ma a conti fatti un horror:i cattivi non hanno nome,sono muti per tutto il film,uccidono senza la minima esitazione(la scena della bambina fece parecchio scalpore all'epoca,e ancora oggi è una discreta mazzata)e si moltiplicano come entità soprannaturali.Già notevole la capacità del regista di tenere alta la tensione e il ritmo,sfruttando l'idea dei personaggi in contrasto costretti ad allearsi annullando la differenza tra buoni e cattivi.E di girare un film serio con un budget risibile(100.000 dollari).Il futuro regista Tommy Lee Wallace è lo scenografo.Debra Hill,in veste di script supervisor e assistente al montaggio,diventerà la moglie del regista.La colonna sonora è stata riutilizzata e remixata da vari artisti(inclusi gli U2).Occhio alle edizioni dvd nostrane:alcune sono tagliate nelle scene di violenza(molte,ma dalla seconda parte non troppo cruente)pur lasciando intatta quella più celeberrima(boh....).
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laurence316
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mercoledì 1 febbraio 2017
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un vero cult degli anni '70, eccezionale
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2° lungometraggio di Carpenter, a seguito dell’esordio con Dark Star, è uno dei suoi film migliori, una sorpresa folgorante, da affiancare, per importanza, ad Halloween. Un film duro e sconsolato, una sorta di remake metropolitano di Un dollaro d’onore di Howard Hawks con John Wayne nel ruole di John T. Chance che è qui lo pseudonimo utilizzato da Carpenter per firmare il montaggio.
Realizzato con un budget veramente striminzito (appena 100.000 dollari), è un thriller incalzante e allucinato, che parte lentamente ma con un’onnipresente sentimento di tensione ed inquietudine che non abbandona mai lo spettatore e culmina nella scena della bambina con il cono gelato prima (che ha fortemente colpito il pubblico al tempo dell’uscita ed ha causato non pochi problemi con la censura) e nell’assedio finale poi.
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2° lungometraggio di Carpenter, a seguito dell’esordio con Dark Star, è uno dei suoi film migliori, una sorpresa folgorante, da affiancare, per importanza, ad Halloween. Un film duro e sconsolato, una sorta di remake metropolitano di Un dollaro d’onore di Howard Hawks con John Wayne nel ruole di John T. Chance che è qui lo pseudonimo utilizzato da Carpenter per firmare il montaggio.
Realizzato con un budget veramente striminzito (appena 100.000 dollari), è un thriller incalzante e allucinato, che parte lentamente ma con un’onnipresente sentimento di tensione ed inquietudine che non abbandona mai lo spettatore e culmina nella scena della bambina con il cono gelato prima (che ha fortemente colpito il pubblico al tempo dell’uscita ed ha causato non pochi problemi con la censura) e nell’assedio finale poi.
Un film straordinario nella capacità del regista di vincere le limitazioni imposte dal budget, per mezzo di continue invenzioni visive (come nel caso della sparatoria in cui i proiettili continuano a rimbalzare in una continua alternanza di inquadrature tra una finestra e l’altra andando a creare una sorta di bizzarro dialogo cacofonico).
La colonna sonora, poi, dello stesso Carpenter, contribuisce a creare ulteriore suspense e a mantenere ben alta l’attenzione dello spettatore. In Distretto 13 si narra di una realtà da western postmoderno, una realtà tragica e mortifera, una realtà da guerriglia urbana, in cui “gli assalitori non hanno identità e si moltiplicano senza ragione, come fossero dell’entità soprannaturali, creando un’atmosfera sempre più metafisica dove l’assedio assume il valore metaforico di un incubo” (Mereghetti), un film in “felice equilibrio tra thriller e commedia, che rinuncia a qualsiasi pretesa sociologica, e riesce a suggerire un clima di allucinata tensione che sfiora l'onirico” (Morandini). Un vero cult degli anni ‘70.
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opidum
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mercoledì 17 agosto 2016
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film così ve li sognate oggi al cinema
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attenzione spoiler per chi non ha ancora visto il film che vi consiglio.
la famosa scena dove sparano alla bambina bionda difficilmente la vedrete al cinema
forse in tv ( penso a breaking bad ) ma il cinema attuale orami acensura la qualunque.
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dario
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giovedì 25 giugno 2015
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scolastico
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Un giorno salterà fuori la verità su Carpenter. Qui è sicuramente un pioniere, ma di un genere pieno zeppo di forzature. In questa pellicola non si contano i morti ammazzati e non si sta dietro all'inverosimile. La suspense è artefatta, tenuta su da grossolanità e da riempitivi a tappare i buchi della sceneggiatura, La regia è scolastica e gli interpreti sembrano personaggi di fumetti. Una cosa di serie B il cui successo, ai suoi tempi, resta un mistero. Ritmo blando nonostante le sparatorie, sangue a fiumi e trovate stantie. Già stantie.
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vjarkiv
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domenica 6 ottobre 2013
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alcune riflessioni visive...
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Alcune riflessioni visive che fanno di "Distretto 13" un magnifico film carpenteriano: "la tranquillità" iniziale che è il presagio del "violento caos" successivo; lo "scivolamento" nella notte dei teppisti con "l'intrusione" nel distretto alla morti viventi di romeriana memoria; il sottile erotismo tra Leigh e Napoleon.
Sulla musica composta da Carpenter: precursore nell'uso minimale dell'electromusic nelle colonne sonore.
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gatsby97
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venerdì 7 giugno 2013
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hai da fumare ?
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Aveva 28 anni quando , il grande John Carpenter , confezionò questo cul-movie con un budget ridottissimo ; eppure è un film che ti prende dall'inizio ed è un continuo crescere di azioni. La sceneggiatura è una base solida per questo film che ci insegna che anche con un piccolo budget si possono intrattenere le persone con del buon cinema , altro punto forte del film è sena dubbio la mitica colonna sonora che accompagna le immagini con un ritmo crescente. Un bel film non c'è che dire. Il mio voto è 8. Carpenter era un maestro già allora
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zkoll22
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lunedì 15 agosto 2011
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autodistruzione, però, soldi e spettacolo
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Questo film del Carpenter, mostra alcune riprese
seppur cupe e deplorevoli, così così, per via del
loro stress, il morto inconsapevole... ecc, tutto sommato
abbastanza divertenti, in contrasto però con Holliwood.
Quegli ambienti poveri sono stati considerati
di terza classe, e come potete vedere, seppur
non si capisce, non ricevette nessun premio.
Forse le scene non sono saldate bene, i punti
iniziali sembravano favorire l'intelaiatura
della storia, però poi qualcosa s'è mosso
per conto suo, diventando
surreale. Sarebbe stato sufficiente se si fosse riuscito a
togliere.
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Questo film del Carpenter, mostra alcune riprese
seppur cupe e deplorevoli, così così, per via del
loro stress, il morto inconsapevole... ecc, tutto sommato
abbastanza divertenti, in contrasto però con Holliwood.
Quegli ambienti poveri sono stati considerati
di terza classe, e come potete vedere, seppur
non si capisce, non ricevette nessun premio.
Forse le scene non sono saldate bene, i punti
iniziali sembravano favorire l'intelaiatura
della storia, però poi qualcosa s'è mosso
per conto suo, diventando
surreale. Sarebbe stato sufficiente se si fosse riuscito a
togliere... quel qualcosina, che mediamente rischia
di rovinare tutte le impalcature narrative simili.
Non è un prodotto da buttare, comunque, non certo quello migliore.
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