nicolò
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sabato 2 giugno 2007
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il capolavoro di dario argento
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Delitti in serie. Un pianista inglese (David Hemmings), testimone del primo che ha per vittima una medium (Macha Méril) che aveva captato la presenza di un assassino ad una conferenza, s’improvvisa detective con l’aiuto di una furba e simpatica giornalista (Daria Nicolodi). Il mistero è legato ad una canzoncina infantile e ad un disegno celato in una villa in cui anni prima avvenne un terribile fatto di sangue. Dopo una breve e sfortunata incursione nel genere della commedia satirica con "Le cinque giornate", Dario Argento torna al thrilling con quello che è considerato tutt’oggi il suo film migliore. Delirante e insieme profondamente Kitsch, in altalena fra il giallo e l’horror – ma da "Suspiria" (1977) il passaggio al genere “di paura” sarebbe stato definitivo, almeno per alcuni anni - vale per le invenzioni di regia, i contributi tecnici di prim’ordine (tra cui la musica del jazzista Giorgio Gaslini, eseguita dal gruppo rock progressive dei Goblin), gli effetti speciali cui mise mano, prima dell’Oscar di "Alien" (1979), l’ottimo Carlo Rambaldi.
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Delitti in serie. Un pianista inglese (David Hemmings), testimone del primo che ha per vittima una medium (Macha Méril) che aveva captato la presenza di un assassino ad una conferenza, s’improvvisa detective con l’aiuto di una furba e simpatica giornalista (Daria Nicolodi). Il mistero è legato ad una canzoncina infantile e ad un disegno celato in una villa in cui anni prima avvenne un terribile fatto di sangue. Dopo una breve e sfortunata incursione nel genere della commedia satirica con "Le cinque giornate", Dario Argento torna al thrilling con quello che è considerato tutt’oggi il suo film migliore. Delirante e insieme profondamente Kitsch, in altalena fra il giallo e l’horror – ma da "Suspiria" (1977) il passaggio al genere “di paura” sarebbe stato definitivo, almeno per alcuni anni - vale per le invenzioni di regia, i contributi tecnici di prim’ordine (tra cui la musica del jazzista Giorgio Gaslini, eseguita dal gruppo rock progressive dei Goblin), gli effetti speciali cui mise mano, prima dell’Oscar di "Alien" (1979), l’ottimo Carlo Rambaldi. Brevi, ma significative, le parti di Clara Calamai, al suo ultimo film, e di Macha Méril.
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dani sirve!
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sabato 5 maggio 2007
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ti accompagnerà x tutta la vita!!!
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Questo è il film che si può definire il "CAPOVALORO" perfetto,ti tiene incollato sulla sedia,sempre col batticuore,pronto x ogni emozione;è favoloso,geniale..ti resta in testa,ti entra dentro e non nè esce più!Dario Argento si è superato!
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henry
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giovedì 3 maggio 2007
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il miglior giallo
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Sadico, esplosivo, sorprendente e girato con straordinario talento visivo. Certo, alcune incongruenze nell'intreccio ci sono, ma poco importa. Sono rimasti nell'immaginario collettivo il delitto della medium con l'accetta e la decapitazione finale dell'assassino (che si può scoprire peraltro dopo 10 minuti che il film è iniziato se si ha l'occhio di lince).... imperdibile!!
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ale
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domenica 29 aprile 2007
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help me
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NON L HO ANCORA VISTO IO DI SOLITO SONO LA TIPA CHE NON HA PAURA DEI FILM HORROR MA QUESTO NON HO IL CORAGGIO DI VEDERLO NO SO PERCHè CMQ SE UN GIORNO CI RIUSCIRò VE LO DIRò PENSO CHE SIA BELLISSIMO MA ANCORA NON RIESCO A VEDERLO ORA VO SALUTO CIAO
[+] consigliatissimo
(di allix)
[ - ] consigliatissimo
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puma
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sabato 14 aprile 2007
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profondo rosso
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sono nato nel 1973 due anni prima della sua uscita ma questo film ha iniziato a incuriosirmi fin da bambino per colpa di un anedotto curioso, mia madre in stato interessante di mia sorella alla scena iniziale dell'assassinio della medium lascio in sala cinematografica solo mio padre per tornare a casa rifiutandosi per sempre di guardare il film ancora adesso.....Canzone impressionante ambientazione estremamente suggestiva come recensito da un "collega" creando una città mescolata tra Roma e Torino in pratica le due città preferite da Argento che rivediamo anche nella trilogia animalesca, dove forse il migliore dei tre rimane l'uccello dalle piume di cristallo ma il più intrigante anche e soprattutto per i problemi di distribuzione è Quattro mosche di velluto grigio forse sarà la presenza di Mimsy Farmer ad accrescerne il fascino?Tornando a Profondo Rossol'unico film dove risulta impossibile riuscire ad indicare il killer se non alla fine dove il ricordo sfuggente del protagonista trova la soluzione stupefacente nello specchio e nel volto deformato dalla malattia mentale di una ingenua e quasi simpatica Clara Calamai fino all'epilogo finale.
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sono nato nel 1973 due anni prima della sua uscita ma questo film ha iniziato a incuriosirmi fin da bambino per colpa di un anedotto curioso, mia madre in stato interessante di mia sorella alla scena iniziale dell'assassinio della medium lascio in sala cinematografica solo mio padre per tornare a casa rifiutandosi per sempre di guardare il film ancora adesso.....Canzone impressionante ambientazione estremamente suggestiva come recensito da un "collega" creando una città mescolata tra Roma e Torino in pratica le due città preferite da Argento che rivediamo anche nella trilogia animalesca, dove forse il migliore dei tre rimane l'uccello dalle piume di cristallo ma il più intrigante anche e soprattutto per i problemi di distribuzione è Quattro mosche di velluto grigio forse sarà la presenza di Mimsy Farmer ad accrescerne il fascino?Tornando a Profondo Rossol'unico film dove risulta impossibile riuscire ad indicare il killer se non alla fine dove il ricordo sfuggente del protagonista trova la soluzione stupefacente nello specchio e nel volto deformato dalla malattia mentale di una ingenua e quasi simpatica Clara Calamai fino all'epilogo finale.Ancora oggi ammetto onestamente di avere qualche difficoltà a guardare il film senza saltare sulla sedia in alcune scene sarà forse ancora colpa di quel terribile racconto fatto anni orsono da mia madre che ripeto vide solo i primi dieci minuti se lo avesse visto tutto probabilmente sarei figlio unico ma ora non sarei Zio, meglio che abbia visto solo una parte.......
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quentin
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sabato 10 marzo 2007
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non più il solito thriller
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Ancora oggi, a distanza di più di trenta anni, Profondo Rosso è indiscutibilmente il migliore film che Dario Argento abbia mai realizzato: un totale, unico, inimitabile, sagace e continuo martellamento (visivo, sonoro ma anche psicologico) allo spettatore.
Prendendo spunto da suoi precedenti lavori ( L’Uccello dalle Piume di Cristallo, Il Gatto a Nove Code, Quattro Mosche di Velluto Blu per citarne alcuni ) il regista alterna con abilità scorci di Roma e Torino per creare una città letteralmente da incubo e mischia con inquietante abilità una regia fredda e distaccata con angoscianti sequenze soggettive dal punto di vista dell’assassino, (Montaggio di Franco Fraticelli ) in modo che lo spettatore veda ciò che vede il killer, e che in questo modo abbia paura non di un elemento estraneo, ma bensì di se stesso.
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Ancora oggi, a distanza di più di trenta anni, Profondo Rosso è indiscutibilmente il migliore film che Dario Argento abbia mai realizzato: un totale, unico, inimitabile, sagace e continuo martellamento (visivo, sonoro ma anche psicologico) allo spettatore.
Prendendo spunto da suoi precedenti lavori ( L’Uccello dalle Piume di Cristallo, Il Gatto a Nove Code, Quattro Mosche di Velluto Blu per citarne alcuni ) il regista alterna con abilità scorci di Roma e Torino per creare una città letteralmente da incubo e mischia con inquietante abilità una regia fredda e distaccata con angoscianti sequenze soggettive dal punto di vista dell’assassino, (Montaggio di Franco Fraticelli ) in modo che lo spettatore veda ciò che vede il killer, e che in questo modo abbia paura non di un elemento estraneo, ma bensì di se stesso.
Alla sua uscita anche per il pubblico amante del genere fu uno choc, grazie anche alla eccezionale fotografia mostruosa di Luigi Kuvellier, che da il meglio di se nelle scene della casa abbandonata, e non dimentichiamoci della spettacolare e indimenticabile colonna musicale scritta da Giorgio Gaslini ed eseguita dal gruppo “I Goblin”.
Anche se per tutta la sua durata non tutti i passaggi sono chiari o fluidi, ( sceneggiatura dello stesso Argento e di Bernardino Zapponi ) va tenuto conto che il copione non è solo ricco di spunti giallo-horror, ma anche di gustose gag tra i due protagonisti, come quella del braccio di ferro, o la sgangherata fiat 500, che comunque non diminuiscono la suspense, ( semmai permettono al pubblico almeno di respirare) giocata tutta su una regola tanto semplice quanto efficace: tutto ciò che è infantile fa paura (la testa di bambola mozzata, la morte della scrittrice in una vasca piena d’acqua bollente, l’oscurità predominante, la canzone macabra che accompagna le gesta dell’assassino sono un esempio ).
Se Alfred H. prendeva il giallo e l’inquietudine in tono elegante e rilassato in perfetto stile inglese, pieno di colpi di scena e di sottointesi, Argento non suggerisce nulla allo spettatore, va subito al punto mostrando quanto cruda può essere la violenza in un film, come la perfetta scena finale dello strangolamento- decapitazione dell’assassino per via della collana rimasta impigliata nell’ascensore, in una manifestazione tipicamente splatter, che avrebbe poi rivelato nuovamente Quentin Tarantino anni dopo.
IL MIGLIOR DARIO ARGENTO DI SEMPRE.
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[+] ciao quentin!
(di carlo zulianello)
[ - ] ciao quentin!
[+] nessuno cita villa scott
(di susannasellati@tiscali.it)
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matteo casarini
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venerdì 26 gennaio 2007
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è veramnte ficooooooooooo
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è un bellissimo che merita di essere visto con interesse e cervello collegato,con una trama sottile e sanguinaria
decisamete il più bel film i Dario Argento;sanguinario,sa-
dico e splatter la giusta dose ma che al tempo stesso riese a tenerti con il fiato sospeso per tutta la sua durata ...un vero capolavoro,e nn solo perchè a me piace l'horror(ci muoio dietro),ma perchè la finissima trama tiene lo spettatore incollato allo schermo e lo fa immedesimare nello stato psicologicamente fragile di ognuno dei personaggi e lo trapazza fino allo sfinimento.
Purtroppo non si riusciti ad evitare la censura per la durezza di alcunifotogrammi,ma io l'ho visto ugualmente anche se ho solo 11 anni(in realtà ho visto questo film quando ne avevo 10).
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è un bellissimo che merita di essere visto con interesse e cervello collegato,con una trama sottile e sanguinaria
decisamete il più bel film i Dario Argento;sanguinario,sa-
dico e splatter la giusta dose ma che al tempo stesso riese a tenerti con il fiato sospeso per tutta la sua durata ...un vero capolavoro,e nn solo perchè a me piace l'horror(ci muoio dietro),ma perchè la finissima trama tiene lo spettatore incollato allo schermo e lo fa immedesimare nello stato psicologicamente fragile di ognuno dei personaggi e lo trapazza fino allo sfinimento.
Purtroppo non si riusciti ad evitare la censura per la durezza di alcunifotogrammi,ma io l'ho visto ugualmente anche se ho solo 11 anni(in realtà ho visto questo film quando ne avevo 10).comunque lo consiglio a tutti quelli che come me hanno uperato la cinquantina di film horror
e vogliono godersi un vero capolavoro !!!!!!!!!!!!!!!
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rosso antico
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giovedì 4 gennaio 2007
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il brivido che piace...
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E’, senza dubbio, il miglior film di Dario Argento che, purtroppo (e da molto tempo ormai), sembra essersi perso per strada... Comunque, parafrasando una ben nota frase evangelica, diamo a Dario quel che è di Dario. Sarebbe quindi ingiusto non ammettere che Profondo Rosso è un vero capolavoro, e non soltanto nel suo genere.
Tuttavia, non di rado Argento si annette e trasforma abilmente situazioni già viste e sfruttate in altri lavori. Quasi superfluo citare “La scala a chiocciola” (Robert Siodmak, 1946), pietra miliare che ha influenzato eserciti di registi e sceneggiatori, dove ricorrono mirabilmente il tema dello specchio, l'inquadratura dell'occhio dell’assassino e persino il “prototipo” del serial killer psicopatico, con tanto di cappello floscio, impermeabile scuro e guanti neri.
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E’, senza dubbio, il miglior film di Dario Argento che, purtroppo (e da molto tempo ormai), sembra essersi perso per strada... Comunque, parafrasando una ben nota frase evangelica, diamo a Dario quel che è di Dario. Sarebbe quindi ingiusto non ammettere che Profondo Rosso è un vero capolavoro, e non soltanto nel suo genere.
Tuttavia, non di rado Argento si annette e trasforma abilmente situazioni già viste e sfruttate in altri lavori. Quasi superfluo citare “La scala a chiocciola” (Robert Siodmak, 1946), pietra miliare che ha influenzato eserciti di registi e sceneggiatori, dove ricorrono mirabilmente il tema dello specchio, l'inquadratura dell'occhio dell’assassino e persino il “prototipo” del serial killer psicopatico, con tanto di cappello floscio, impermeabile scuro e guanti neri... Ancora, durante i titoli di testa de “Il buio oltre la siepe” (Robert Mulligan, 1962), viene inquadrata una scatola contenente biglie, una penna, matite colorate ed altri piccoli oggetti. Entra in campo una mano infantile, si ode una nenia cantata da un bambino. E' soltanto una supposizione ma, probabilmente, questi elementi da soli possono aver ispirato le analoghe riprese che Argento effettua in macrofotografia (applicando però alla macchina uno speciale obiettivo periscopico) e suggerito inoltre l'impiego della canzoncina infantile nelle sequenze degli omicidi.
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federico
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domenica 31 dicembre 2006
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i.n.q.u.i.e.t.a.n.t.e
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Dario Argento supera se stesso proponendo un titolo dai risvolti pazzeschi. Non solo una colonna sonora che farà la storia,ma una regia impeccabile,che riesce a riproporre un nuovo e rivoluzionario metodo con cui si usa la cinepresa.
Tutti gli ingredienti giusti per un capolavoro del giallo. Il cast sufficientemente adeguato riesce a coinvolgere il pubblico grazie anche a una spettrale Clara Calamai e a inquietanti scene da brivido. Questa è la paura. La tensione che riesce a creare Dario,con bambole impiccate o con pupazzi dalla faccia demoniaca.. Le scenografie sono memore dalla incredibile genialità con cui Dario Argento riesce a descrivere un luogo colmo di quadri,e di oggetti particolari alla trama del film.
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Dario Argento supera se stesso proponendo un titolo dai risvolti pazzeschi. Non solo una colonna sonora che farà la storia,ma una regia impeccabile,che riesce a riproporre un nuovo e rivoluzionario metodo con cui si usa la cinepresa.
Tutti gli ingredienti giusti per un capolavoro del giallo. Il cast sufficientemente adeguato riesce a coinvolgere il pubblico grazie anche a una spettrale Clara Calamai e a inquietanti scene da brivido. Questa è la paura. La tensione che riesce a creare Dario,con bambole impiccate o con pupazzi dalla faccia demoniaca.. Le scenografie sono memore dalla incredibile genialità con cui Dario Argento riesce a descrivere un luogo colmo di quadri,e di oggetti particolari alla trama del film.
La colonna sonora magistralmente scritta dai GOBLIN riesce a trasmetttere quelle note di pazzia,di angoscia,presenti nei film.. Non si tratta di un giallo,la cui fine farà ammutolire i geni detective che si gusteranno il finale a sorpresa con un urlo strozzato,ma di un vero capolavoro-horror.
Difatti l'horror viene per la prima volta introdotto dall'inquietante regista,introducendo nel suo genere strettamente giallo,fino ad allora un survival horror,con una incetivazione di cruenti scene sanguigne e paranormali doti psichiche..
I rimpianti vanno a uno dei pochi registi Italiani grandi nell'horror,ma che sono troppo spesso caduti in film di estrema violenza e di quasi mastodontica paranoia.
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daniel
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giovedì 23 novembre 2006
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io sono stato in quella casa!!!
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io sono stato in quella casa!!! sì, qualche anno fa ho scoperto, grazie alla mia ragazza, che la famosa villa, dalla quale si dipana tutta la storia, si trovava a torino. Ebbene, ci siamo andati e dopo averla trovata grazie anche a informazioni ricavate sul web, ho pensato bene di scavalcare le inferriate e di sbirciare il possibile. la casa allora era in ristrutturazione ed era disabitata, ma soprattutto ho avuto la fortuna di trovare le porte aperte!!!
Infatti i muratori erano in pausa pranzo sul retro della villa!
Sono riuscito ad entrare in un paio di stanze, non senza agitazione e ho scattato qualche fotografia prima di essere preso "per le orecchie" da un simpatico e magnanimo manovale che mi ha gentilmente invitato ad allontanarmi.
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io sono stato in quella casa!!! sì, qualche anno fa ho scoperto, grazie alla mia ragazza, che la famosa villa, dalla quale si dipana tutta la storia, si trovava a torino. Ebbene, ci siamo andati e dopo averla trovata grazie anche a informazioni ricavate sul web, ho pensato bene di scavalcare le inferriate e di sbirciare il possibile. la casa allora era in ristrutturazione ed era disabitata, ma soprattutto ho avuto la fortuna di trovare le porte aperte!!!
Infatti i muratori erano in pausa pranzo sul retro della villa!
Sono riuscito ad entrare in un paio di stanze, non senza agitazione e ho scattato qualche fotografia prima di essere preso "per le orecchie" da un simpatico e magnanimo manovale che mi ha gentilmente invitato ad allontanarmi.
Pochi minuti, ma non vi dico che emozione...
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[+] wow!!
(di nicolò)
[ - ] wow!!
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