jackiechan90
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martedì 18 agosto 2015
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i nonni che tutti vorremmo
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Il film-simbolo e culmie di tutta la commedia all'italiana che qui mette in campo i suoi migliori interpreti (Tognazzi, Noiret, Del Prete, Celi e Moschin) in un film corale denso di comicità e di malinconia per un'età passata. I quattro amici che vanno in giro per Firenze e la Toscana a comettere le loro "zingarate" sono i figli dei protagonisti de "I soliti ignoti" e i nonni de "I laureati" di Pieraccioni e "Da zero a dieci" di Ligabue nonchè di tutti i malincomici che verranno poi negli anni 90. La pellicola è strutturata come un film a episodi dove ognuno dei personaggi è protagonista di una zingarata ai danni di altri, tra i quali spicca uno straordinario Bernard Blier.
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Il film-simbolo e culmie di tutta la commedia all'italiana che qui mette in campo i suoi migliori interpreti (Tognazzi, Noiret, Del Prete, Celi e Moschin) in un film corale denso di comicità e di malinconia per un'età passata. I quattro amici che vanno in giro per Firenze e la Toscana a comettere le loro "zingarate" sono i figli dei protagonisti de "I soliti ignoti" e i nonni de "I laureati" di Pieraccioni e "Da zero a dieci" di Ligabue nonchè di tutti i malincomici che verranno poi negli anni 90. La pellicola è strutturata come un film a episodi dove ognuno dei personaggi è protagonista di una zingarata ai danni di altri, tra i quali spicca uno straordinario Bernard Blier. Il film non nasconde e non crea suspense ma è fatto apposta per mostrare allo spettatore querlo che succede in modo da prepararlo allo scherzo che capiterà inevitabilmente. Un film anti-intellettuale per eccellenza eppure colto e riflessivo come pochi della sua epoca. Memorabile, infine, la carrelata degli schiaffi alla stazione, diventata, non a torto, cult.
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radam
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mercoledì 1 dicembre 2010
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gli amici
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Gli amici, quelli veri, li conti con le dita di una mano e sono quelli che, anche se li vedi ogni tanto, ti lasciano sempre qualcosa. Il grande Monicelli dirige 5 grandi attori in una storia al limite tra il ricordo e la nostalgia. Il povero Perozzi esce stanco dal lavoro, sono la 6 del mattino non ha voglia di andare a casa , tanto più che lo aspetta il suo "amato" figliolo; allora che si fa? Si va dagli amici, quelli veri, e magari si organizza una bella zingarata. La zingarata non è altro che una scusa, una scusa per stare insieme, per avere l'appoggio degli amici in un momento così, malinconico. Cosa c'è di meglio di prendere la macchina e via a fare bischerate con gli amici; scorrazzando per la splendida toscana; e tra una burla e uno scherzo ricordare i bei tempi quando giovani e spensierati ogni cosa era una scusa per combinarne una.
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Gli amici, quelli veri, li conti con le dita di una mano e sono quelli che, anche se li vedi ogni tanto, ti lasciano sempre qualcosa. Il grande Monicelli dirige 5 grandi attori in una storia al limite tra il ricordo e la nostalgia. Il povero Perozzi esce stanco dal lavoro, sono la 6 del mattino non ha voglia di andare a casa , tanto più che lo aspetta il suo "amato" figliolo; allora che si fa? Si va dagli amici, quelli veri, e magari si organizza una bella zingarata. La zingarata non è altro che una scusa, una scusa per stare insieme, per avere l'appoggio degli amici in un momento così, malinconico. Cosa c'è di meglio di prendere la macchina e via a fare bischerate con gli amici; scorrazzando per la splendida toscana; e tra una burla e uno scherzo ricordare i bei tempi quando giovani e spensierati ogni cosa era una scusa per combinarne una. Se poi ci si prende in giro poco importa tanto poi una mano o una spalla sulla quale appoggiarsi non si nega mai agli amici.
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evildevin87
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mercoledì 4 dicembre 2013
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commedia all'italiana allo stato puro
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Il maestro Pietro Germi, dopo aver steso la sceneggiatura di quello che sarebbe stato il suo ultimo capolavoro, ci lascia prematuramente. La palla passa a un altro grande maestro, Mario Monicelli, che decide di girare il film a Firenze anzichè a Bologna. E ci regala questo: un capolavoro intramontabile della commedia drammatica e simbolo della tipica comicità fiorentina. I protagonisti, il conte Mascetti, l'architetto Rambaldi, il capo cronista Perozzi, il barista Necchi e il dottor Sassaroli (rispettivamente, Ugo Tognazzi, Gastone Moschin, Philippe Noiret, Duilio del Prete e Adolfo Celi) sono cinque inseparabili amici che per sfuggire ai problemi che attanagliano le loro vite piatte, frustranti e ricche di problemi, cercano di soffocare i loro drammi esistenziali stando insieme.
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Il maestro Pietro Germi, dopo aver steso la sceneggiatura di quello che sarebbe stato il suo ultimo capolavoro, ci lascia prematuramente. La palla passa a un altro grande maestro, Mario Monicelli, che decide di girare il film a Firenze anzichè a Bologna. E ci regala questo: un capolavoro intramontabile della commedia drammatica e simbolo della tipica comicità fiorentina. I protagonisti, il conte Mascetti, l'architetto Rambaldi, il capo cronista Perozzi, il barista Necchi e il dottor Sassaroli (rispettivamente, Ugo Tognazzi, Gastone Moschin, Philippe Noiret, Duilio del Prete e Adolfo Celi) sono cinque inseparabili amici che per sfuggire ai problemi che attanagliano le loro vite piatte, frustranti e ricche di problemi, cercano di soffocare i loro drammi esistenziali stando insieme. Tra le esileranti supercazzole, sfottò, zingarate, burle ai danni dei poveri malcapitati e l'aiutarsi a vicenda talvolta in maniera brusca e sulle prime cattiva, traspare una forte amarezza di fondo e la voglia di fuggire dall'oppressione della vita di tutti i giorni. E la scena della morte del Perozzi è davvero l'apice del film: una scena di puro cinema, la scena comico/drammatica per antonomasia, un momento in cui davvero non si sà se sia opportuno ridere o piangere. Ma il film è di alto livello in ogni suo istante, retto da una regia ad opera di Monicelli a dir poco eccellente. Questo è quello che un tempo era la commedia italiana: mostrare i problemi che ci affliggono e, in mezzo a tanta poesia e amarezza, ridere comunque di gusto.
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fabio57
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martedì 1 dicembre 2015
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buono
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I film di Monicelli sono sempre notevoli,questo pur non essendo tra i miei preferiti è comunque interessante,tant'è che ha dato l'input ad una serie di sequel non sempre all'altezza del suo primogenito.Alcune battute,alcuni idiomi ,sono entrati nel gergo popolare a dimostrazione di come sia rimasto scolpito nella nostra memoria.Un cult dunque,caustico e agrodolce,con note di amarostiche riflessioni.
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joker 91
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martedì 8 marzo 2011
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grandissimo film
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un film comico bellissimo che si merita senza ombra di dubbio l'attenzione,attori superbi su tutti tognazzi e moschin. La burla di esseri non ancora cresciuti veramente e con problemi interiori ancora fortissimi nonostante la loro età,Monicelli dietro alla burla al gioco ed al dovertimento nasconda una malinconia esistenziale che si avverte fortemente in molte sequenze e sfocia verso la fine in una malinconia fortissima. COlonna sonora strepitosa per un film grandissimo
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