lulu
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giovedì 10 maggio 2007
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capolavoro
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un'opera d'arte
sempre piu' attuale anche a 35 anni di distanza
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guido giacomo gattai
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domenica 21 gennaio 2007
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in discesa
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Lulù (Volonté) è un operaio lavoratore indefesso e simpatico spaccone che viene travolto dagli eventi politici dell'inizio degli anni '60 per colpa di un incidente sul lavoro e di un rapporto familiare insoddisfacente. Nonostante un Gian Maria Volontè al pieno delle sue capacità e delle musiche ci troviamo davanti a un film in leggera discesa rispetto ai fatti del bel cinema italiano degli anni '40 - '60. Non che in Italia non si sia più fatto buon cinema da allora o che non se ne faccia oggi. Ma certo è che ai tempi di Germi le sceneggiature fluivano naturali dal brillante recitare degli attori, per lo più talenti naturali. "La classe operaia va in paradiso" è un film rumoroso, caotico, volutamente, certo, volutamente.
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Lulù (Volonté) è un operaio lavoratore indefesso e simpatico spaccone che viene travolto dagli eventi politici dell'inizio degli anni '60 per colpa di un incidente sul lavoro e di un rapporto familiare insoddisfacente. Nonostante un Gian Maria Volontè al pieno delle sue capacità e delle musiche ci troviamo davanti a un film in leggera discesa rispetto ai fatti del bel cinema italiano degli anni '40 - '60. Non che in Italia non si sia più fatto buon cinema da allora o che non se ne faccia oggi. Ma certo è che ai tempi di Germi le sceneggiature fluivano naturali dal brillante recitare degli attori, per lo più talenti naturali. "La classe operaia va in paradiso" è un film rumoroso, caotico, volutamente, certo, volutamente. Un po' troppo volutamente. Eccessivo e maniacale, non riesce davvero a convincermi fino in fondo. Non si tratta di una maniacalità che vien fuori da un maniaco, ma da un'equipe che si prefigge di analizzare il comportamento di coloro che si trovano a dover vivere fuori dalla società. Ma sembra che non sappiano davvero bene dove andare a parare. Petri non è un pazzo, Lulù si. E non si riescono a capire.
Mi dispiace. Lo so che a colossi come Petri non si dovrebbe far altro che portare offerte sacrificali. Ma la mia opinione è questa. Scusate.
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guido giacomo gattai
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venerdì 19 gennaio 2007
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alla ricerca del cinema perduto
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Nonostante un Gian Maria Volonté in fiore e nonostante l'indiscutibile valore sociologico e storico del film, sembra che il bel film sia un po'... "cercato". Non siamo più ai tempi dei Vitelloni di Fellini e non c'è quel naturale fluire della scena e della sceneggiatura. Le musiche di Morricone, bellissime e appropriate, appesantiscono ulteriormente il rumore di un film volutamente rumoroso ma stonato. L'opinione che il regista ha della situazione degli operai alla fine degli anni '60 sembra poco chiara e questo non tanto perché lui abbia un'opione poco chiara e quindi restituisca nei fotogrammi quel che pensa, ma perché pensa che sia opportuno restituire un'idea confusa della cosa. Si tratta più di arte che si serve della società per acquistare forma e quindi contenuto che di un naturale sbocco della società in un film inevitabile.
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Nonostante un Gian Maria Volonté in fiore e nonostante l'indiscutibile valore sociologico e storico del film, sembra che il bel film sia un po'... "cercato". Non siamo più ai tempi dei Vitelloni di Fellini e non c'è quel naturale fluire della scena e della sceneggiatura. Le musiche di Morricone, bellissime e appropriate, appesantiscono ulteriormente il rumore di un film volutamente rumoroso ma stonato. L'opinione che il regista ha della situazione degli operai alla fine degli anni '60 sembra poco chiara e questo non tanto perché lui abbia un'opione poco chiara e quindi restituisca nei fotogrammi quel che pensa, ma perché pensa che sia opportuno restituire un'idea confusa della cosa. Si tratta più di arte che si serve della società per acquistare forma e quindi contenuto che di un naturale sbocco della società in un film inevitabile. Bello. Ma preannuncia quell'agonia mortale che terminerà nella cacoptia di Muccino. Certo, da Muccino siamo MOLTO ma MOLTO lontanti ancora, per fortuna. Si nota però già quel rinsanguamento bizantino nella grande famiglia degli ar"tristi" romani che porterà alla disoluzione. Guardate il cast tecnico e - se non mi darete ragione - forse mi capirete.
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perry
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mercoledì 10 maggio 2006
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capolavoro che colpisce ancora oggi
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Grande Volonte' e storia ancora attuale malgrado il diverso contesto socio-politico di oggi. Un film che, secondo me, ancora oggi ha il potere di evidenziare l'alienzaione umana e l'inutilita' della sfrenata corsa al consumo ed al possesso, idoli per i quali ci si immola quotidianamente ancora oggi, seppur in situazioni che appaiono meno drammatriche. Da premio Oscar la scena del primo dialogo tra il Militina e Lulu'. Insomma, un grande film.
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lunedì 18 ottobre 2004
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Strabiliante interpetazione di Gian Maria Volontè che si cala nei panni dell'operaio stakanovista Lulu' Massa. Un' incidente sul lavoro lo farà riflettere sulla sua condizione di lavoratore sfruttato avvicinandolo ai movimenti antagonisti della milano di fine anni 70. Un film politico, impegnato, ma disilluso, rimane una delle migliore opere del regista.
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Strabiliante interpetazione di Gian Maria Volontè che si cala nei panni dell'operaio stakanovista Lulu' Massa. Un' incidente sul lavoro lo farà riflettere sulla sua condizione di lavoratore sfruttato avvicinandolo ai movimenti antagonisti della milano di fine anni 70. Un film politico, impegnato, ma disilluso, rimane una delle migliore opere del regista.
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