Giuseppe Marotta
Mi rivolgo particolarmente ai miei coetanei: vi sovviene con che animo leggemmo, a quindici anni, Ventimila leghe sotto i mari? Non che non esistessero, allora, navi subacquee; ma non reggevano il paragone col Nautilus, azionato da una forza sconosciuta, invincibile, e strumento di una libertà che fece di ogni membro del suo equipaggio, agli occhi nostri, un semidio. La scienza del 1918 rincorreva tuttora da lontano, col fiato grosso, le intuizioni, i sogni di Giulio Verne. Ma adesso? Le favole odierne o sono cosmiche, o non sono. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (5972 caratteri spazi inclusi) su 1956