Sette donne per una strage

"Sette donne per una strage"(1967, Gianfranco Parolini, non autore del soggetto e della sceneggiatura, accreitata a Werner Hauff), strana coproduzione europea, con interpreti italiane , spagnole, tedesche, francesi, dove anche in campo maschile la situazione è analoga. I bianchi hanno rotto il patto di pace con gli Apaches che si vendicano(siamo in anni di contestazione, dunque finalmente si riconosce che anche i nativi americani siano persone, ma ce n'era voluta, dopo anni di western, americani o anche"spaghetti.western", che li vedevano come"non persone".... Per il resto, sette donne molto forti e coraggiose, si organizzano e, uniche rimaste di un consistente drappello"bianco", si danno da fare per difendersi, riuscendovi(anche perché"I nostri"arrivano tardi, praticamente a fine film)-  e alla fine,, e in questo contraddicono a una visione"femminista"avranno addirittura anche chances matrimoniali, il che naturalmente fa riflettere, rispetto a velleità di"woman's liberation"integrale ma siamo, appunto, ai primordi della liberazione dlela donna, soprattutto in ambiente clerico-italiano. [+]

"Sette donne per una strage"(1967, Gianfranco Parolini, non autore del soggetto e della sceneggiatura, accreitata a Werner Hauff), strana coproduzione europea, con interpreti italiane , spagnole, tedesche, francesi, dove anche in campo maschile la situazione è analoga. I bianchi hanno rotto il patto di pace con gli Apaches che si vendicano(siamo in anni di contestazione, dunque finalmente si riconosce che anche i nativi americani siano persone, ma ce n'era voluta, dopo anni di western, americani o anche"spaghetti.western", che li vedevano come"non persone".... Per il resto, sette donne molto forti e coraggiose, si organizzano e, uniche rimaste di un consistente drappello"bianco", si danno da fare per difendersi, riuscendovi(anche perché"I nostri"arrivano tardi, praticamente a fine film)-  e alla fine,, e in questo contraddicono a una visione"femminista"avranno addirittura anche chances matrimoniali, il che naturalmente fa riflettere, rispetto a velleità di"woman's liberation"integrale ma siamo, appunto, ai primordi della liberazione dlela donna, soprattutto in ambiente clerico-italiano...Come Westermn, poco da dire tecnicamente, dato che siamo"sotto la media", per così dire; combatrimenti e rappresentazioni degli "Indiani"non essendo in alcun modo originali-consideriamo che la serie (quadrilogia)di Sergio Leone c'era già stata quasi, senza che Parolini avesse avuto particolare ispiazione a "fare altro", a segtuire vie diverse. manca completamente quell'"atavismo realistico" che è del grande Sergio Leone e tutto si limita a poco, soprattutto alla tematica breemente accennata sopra, totalmente corrispondente a quanto è nel tiolo, senza alcun"aggiunta creativa". Del resto, probabilmente, il soggetto iniziale era quello stabilito, senza tante possibilità di potervi in qualche modo"derogare". Le interpreti, da Adriana Ambesi a ANne Baxter(l'unica vera"star"del film), da Rossella Como a Christa Linder a Maria Perschy, oltre all'interprete maschile Gustavo Rojo(altri interpreti maschi non sono, francamente, molto rilevanti)fanno del loro meglio, riuscendo a realizzare un film, che, forse "sforbiciando"qualche situazione violenta, sarebbe potuta essere una produzione anche televisiva. Diciamo che , comunque, a parte un tentativo USA con la Bardot, di cui non ricordo il titolo, molti film di tematica simile nel genere filmico del western non ce ne sono, dato che in genere, la donna è solo compagna-.accompagnatrice, magari"salvata"dal cowboy.vaquero, non avendo quasi mai un ruolo da protagonista, per cui, in ogni caso, questo strano film, in parte anche franc<mnte abborracciato(il budget, certamente, non era "stratosferico")si distingue, in qualche moodo, rispetto alla congerie di film allora dominanti di genere western, sia di produzione USA, sia"spaghetti". Ma questo, a ben vedere, non è propriamente uno"spaghetti .western", essendo tra l'altro stato realizzato in Spagna, dal punto di vista delle riprese in esterni e il film è quasi tutto, praticamente, appunto, in esterni. Nulla di rilevante quanto al sound-track, certo non essendone autore il compianto Ennio Morricone...   El   Gato [-]

In un servizio apparso sulla rivista "Cine 70" si sostiene che il film non sia stato veramente girato da Gianfranco Parolini, il cui nome appare solo per ragioni di coproduzione. Il vero regista sembra sia Sidney Pink. Concepito come una sorta di remake di Donne verso l’ignoto di William A. Wellman questa produzione italo-tedesca fatica ad appassionare nonostante l'indubbia caratura di alcune protagoniste, su tutte Anne Baxter e quella Maria Perschy che ha all'attivo una presenza al fianco  di John Wayne e Robert Mitchum in Eldorado.