leslie lynnton
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martedì 15 aprile 2014
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la fragilita' e' la nostra forza.
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Ieri sera ho visto la commedia di Shakespeare nel film proposto da Zeffirelli "La bisbetica domata".
Non si può dire che SIA STATA DOMATA ma piuttosto che SI SIA LASCIATA DOMARE PER INTELLIGENTE SCELTA. Mi ha colpito molto il monologo da cui ho citato [+]
Ieri sera ho visto la commedia di Shakespeare nel film proposto da Zeffirelli "La bisbetica domata".
Non si può dire che SIA STATA DOMATA ma piuttosto che SI SIA LASCIATA DOMARE PER INTELLIGENTE SCELTA. Mi ha colpito molto il monologo da cui ho citato la frase di lancio perchè, nonostante la diversa epoca in cui viviamo, nonostante io sia una convinta femminista, una donna moderna e incapace di concepire "l'obbedienza al marito dipinto come signore e padrone", ho capito in quale senso la protagonista accenna alla "fragilità" della donna; una "fragilità" vista in chiave simbolica, un'eufemismo con cui mostra quanto la vera forza si nasconda nella gentilezza e nel trattare le persone così come ti trattano. Bello il monologo, bella la frase in questione, bella la metafora che ho colto al suo interno: alle volte non occorre dar voce ad una rabbia insostenibile solo per orgoglio e condurre una guerra senza vincitori o vinti, bisogna piuttosto saper guardare il mondo con occhio maturo. Da qui mi viene naturale anche un collegamento con Wordsworth "....ma ogn'or più saldi in petto, godrem di quel che resta". Un insegnamento dietro ogni opera. Ogni opera sa essere demagogica, occorre solo saperla "leggere".
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elgatoloco
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lunedì 16 marzo 2020
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magia di shakespeare-zeffirelli
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Questo"The Taming of the Shrew"(la Bisbetica domata), 1967, firmata, a partire dalla geniale commedia shakespeariana, certo non propiramente"femminista"(Mary Wollenscraft Shelley verrò molto dopo, come noto, con tutto il grande movimento delle suffragetts)è un tnativo, a suo modo riuscitissimo, di ridare-.rendere-trasmettere a un pubblico vasto la grande poesia shakespeariana attraverso la parola e il gesto(mimica e gestualità)ma anche ricreando le architetture dell'epoca(Padova di fine 1500). Lussureggianti, ma non inutiilmente-pletorici la scenografia e i costumi, che anzi sono pienamente funzionali, che vogliono giustamente(per Zeiffrelli, anche sceneggiatore con Susi Cecchi d'Amico a Paul Dehn)"trasmettere"-divulgare questa grande commedia, una delle più grandi di ogni tempo e opera del più grande autore e poeta teatrale di ogni tempo, "uncle Bll " Sheakespeare.
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Questo"The Taming of the Shrew"(la Bisbetica domata), 1967, firmata, a partire dalla geniale commedia shakespeariana, certo non propiramente"femminista"(Mary Wollenscraft Shelley verrò molto dopo, come noto, con tutto il grande movimento delle suffragetts)è un tnativo, a suo modo riuscitissimo, di ridare-.rendere-trasmettere a un pubblico vasto la grande poesia shakespeariana attraverso la parola e il gesto(mimica e gestualità)ma anche ricreando le architetture dell'epoca(Padova di fine 1500). Lussureggianti, ma non inutiilmente-pletorici la scenografia e i costumi, che anzi sono pienamente funzionali, che vogliono giustamente(per Zeiffrelli, anche sceneggiatore con Susi Cecchi d'Amico a Paul Dehn)"trasmettere"-divulgare questa grande commedia, una delle più grandi di ogni tempo e opera del più grande autore e poeta teatrale di ogni tempo, "uncle Bll " Sheakespeare. Inserendo la vicenda della bella ma irrequieta e"ribelle"Kathy-Caterina , figlia maggiore di un ricco commerciante padovano, che va sposa a Petruchio, ricco uomo d'affar veronese(e Zeffirelli mostra anche come fosse lungo e difficile un viaggio che ora, in treno e /o in macchina si svolge molto rapidamente e senza problemi), nel contesto ut ut des di "dote" e "controdote"(dote quanto il padre della sposa dava al marito e controdote quanto il marito prometteva in cambio)e del fiorire dei commerci all'epoca e del periodo"carnascialesco", Zeiffirelli compie un'operazione importante per rendere familiare tale straordinario testo teatrale a chi non è capace o non ha i mezzi e la voglia per avvincinari direttamente al testo teatrlae. . Si possono fare tuttte le ipotesi psicologiche e sociologiche che si vogliono, ma rimane la necessità di"situare"il testo nel contesto storico e geografico(ma soprattutto storico)in cui esso è situato, da cui non si può prescindere. Liz Taylor e Richard Burton, di cui non so quale fosse la notoriamente controversa situazione sentimentale e matrionmoniale all'epoca, sono bravissimi(si dice che Zeiffirell preferisse Mastroianni e la Loren, ma...)e"giocano"un play a suo modo terribilmente bello. Tra i co-interpreti italiani, Giancarlo Cobelli, poi grande regista del teatro di ricerca, Bice Valori, Alberto Bonucci, MIlena Vukotic, ancora molto prima di divenire la"Pina"fantozziana... El Gato
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paolp78
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domenica 16 agosto 2020
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brioso e divertente
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Azzeccatissimo adattamento cinematografico di una delle più note commedie di Shakespeare.
Il regista Franco Zeffirelli va sul sicuro affidando i ruoli dei due protagonisti alla coppia più chiacchierata e ammirata di quegli anni, i mitici Elizabeth Taylor e Richard Burton, che quando venne girata la pellicola erano nel mezzo del loro primo matrimonio. I due grandi attori costituiscono l'attrazione principale di una pellicola comunque ottima, che sbancò i botteghini, sfruttando la fama della coppia. I due divi, interpretando la celebre commedia, restituivano sullo schermo l'andamento turbolento della loro unione nella vita reale, tanto che i caratteri forti dei due indimenticabili attori sembrano fatti apposta per interpretare i personaggi di Caterina e Petrucchio, nati dalla penna del Bardo.
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Azzeccatissimo adattamento cinematografico di una delle più note commedie di Shakespeare.
Il regista Franco Zeffirelli va sul sicuro affidando i ruoli dei due protagonisti alla coppia più chiacchierata e ammirata di quegli anni, i mitici Elizabeth Taylor e Richard Burton, che quando venne girata la pellicola erano nel mezzo del loro primo matrimonio. I due grandi attori costituiscono l'attrazione principale di una pellicola comunque ottima, che sbancò i botteghini, sfruttando la fama della coppia. I due divi, interpretando la celebre commedia, restituivano sullo schermo l'andamento turbolento della loro unione nella vita reale, tanto che i caratteri forti dei due indimenticabili attori sembrano fatti apposta per interpretare i personaggi di Caterina e Petrucchio, nati dalla penna del Bardo.
Il resto del cast è composto da attori prevalentemente provenienti dal teatro, adattissimi alla commedia shakespeariana: sebbene i due protagonisti facciano la parte del leone, come è giusto e logico, questi personaggi minori costituiscono comunque un gradevolissimo contorno che arricchisce ulteriormente la pellicola contribuendo all'ottima riuscita complessiva.
Sontuosa la messa in scena con scenografie e costumi sfarzosi e di ottimo gusto; magnifico l'impatto visivo.
Le musiche sono un altro punto di forza del film: composte dal leggendario Nino Rota, funzionano stupendamente sia quelle più allegre e leggere, che restano piacevolmente nell'orecchio, facendo venire voglia di canticchiarle; sia quelle più impegnate che colpiscono per la loro bellezza ed armonia.
La prima parte della pellicola è quella migliore: tra le scene si segnalano certamente quelle del divertente “corteggiamento”, con l'arrivo della spedizione guidata da Petrucchio al palazzo di Caterina, quasi che fosse un esercito che si appresta ad assediare il nemico; e quelle del buffo matrimonio, che strappa più di qualche risata.
Reso felicemente in scena lo spirito scanzonato ed allegro della commedia.
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