elgatoloco
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lunedì 14 maggio 2018
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firenze, san frediano, pratolini
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Da un romanzo di Vasco Pratolini, uscito nel 1963, un anno dopo Pasquale Festa Campanile traeva questo film, comunque notevole(pur se non"eccelso")sulla solitudine esistenziale e i"furori"superati di un giovane operaio, anzi poi tecnico specializzato, rispettando in pieno il testo letterario, dove la sceneggiatura è di Festa Campanile con Fabio Carpi. Dimostrazione ottima di come un tempo(anni Sessanta)anche in Italia letteratura e cinema lavorassero(bene)insieme, "di conserva", senza scarti ma integrandosi. Non è un film turistico su Firenze, anzi su San Frediano(il quartiere di Pratolini-fosse in Francia sarebbe eroe nazionale, con tanto di busto, di statua equestre o altro.
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Da un romanzo di Vasco Pratolini, uscito nel 1963, un anno dopo Pasquale Festa Campanile traeva questo film, comunque notevole(pur se non"eccelso")sulla solitudine esistenziale e i"furori"superati di un giovane operaio, anzi poi tecnico specializzato, rispettando in pieno il testo letterario, dove la sceneggiatura è di Festa Campanile con Fabio Carpi. Dimostrazione ottima di come un tempo(anni Sessanta)anche in Italia letteratura e cinema lavorassero(bene)insieme, "di conserva", senza scarti ma integrandosi. Non è un film turistico su Firenze, anzi su San Frediano(il quartiere di Pratolini-fosse in Francia sarebbe eroe nazionale, con tanto di busto, di statua equestre o altro...), non è un calco del e dal romanzo, è un'oper autonoma, intelligente, con attori del calibro si Sam Frey, della giovane Catherine Deneuve(l'amata del protagonista), di Valeria Moriconi(la sorella dell'amata del protagonista), di Sergio Tofano(una caratterizzazione"alta"del prete anticonformista, quasi un"Don Milani", ante litteram), di Glauco Mauri, in un ruolo detestabile, reso benissimo quanto in punta di peidi, , soprattutto(diremmo)di Enrico Maria Salerno, quale mentore di Bruno, il giovane protagonista, di Andrea Checchi(il padre dell'amata), di Norma Bengell, brasiliana, nella parte difficile della madre di Bruno. Senza indulgere a sentimentalismi(anzi già nel romanzo si va oltre il romanticismo, da "Dame aux camélias"di Dumas o da"Traviata", peraltro tratta dal libro di Dumas fils, ma si guarda, se pur dolorosamente, verso"altro", verso un futuro dove ragione e sentimenti, ma anche emozioni concorrono a creare un"uomo nuovo", quello auspicato non solo dall'utopia). Un film significativo, che ha ormai rotto i ponti con il realismo(nessun "vernaolo"made in Florence-San Frediano neppure in Sergio Tofano!), guardando ad altro. Forse(ma bisognerebbe conoscere tutta la sua opera filmica)Festa Campanile, autore comunque più che dignitoso, non ha sempre mantenuto il livello di questo e di altri film, ma qui tocca quasi uno zenith espressivo. El Gato
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