dandy
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domenica 24 aprile 2016
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perchè c'è un diavolo in lei....
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Interessante spaccato cupo e carnale del male figlio dell'arretratezza e della superstizione bigotta,con cui si alimenta fino a diventare un vero e proprio flagello.L'inizio ha evidenti echi verghiani("La Lupa"),la descrizione degli eventi amalgama bene la scrupolosità documentaristica e le svolte fantastiche,senza concessioni facili all'horror.Tuttavia,le sequenza in cui la protagonista cammina a ragno,è incredibilmente simile a quella de "L'esorcista",di dieci anni dopo.Efficace l'ambientazione rurale(con scene girate a Matera)e la descrizione della sessualità repressa dall'eccessiva cattolicità,che trova sfogo solo nel tragico finale.
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Interessante spaccato cupo e carnale del male figlio dell'arretratezza e della superstizione bigotta,con cui si alimenta fino a diventare un vero e proprio flagello.L'inizio ha evidenti echi verghiani("La Lupa"),la descrizione degli eventi amalgama bene la scrupolosità documentaristica e le svolte fantastiche,senza concessioni facili all'horror.Tuttavia,le sequenza in cui la protagonista cammina a ragno,è incredibilmente simile a quella de "L'esorcista",di dieci anni dopo.Efficace l'ambientazione rurale(con scene girate a Matera)e la descrizione della sessualità repressa dall'eccessiva cattolicità,che trova sfogo solo nel tragico finale.L'israeliana Lavi ha una bellezza e presenza scenica notevoli,e si spottopone a un estenuante tour de force.Mario Bava la dirigerà nello stesso anno in "La frusta e il corpo".Belle musiche di Piero Piccioni,e fotografia di Carlo Bellero.
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cobra2
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venerdì 23 gennaio 2009
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un horror di qualità, realista e colto
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Ce ne fossero film così: la potenza del realismo rende Il demonio quasi un capolavoro, soprattutto se paragonato ai filmetti horror di oggi, che devono ricorrere agli effetti speciali se vogliono colpire lo spettatore.
Ottimo il regista ed eccellente la protagonista femminile, una delle attrici più belle ed espressive del cinema, dal volto e dalla perosnalità attuale ancor oggi, forse anzi più di allora.
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alessandro chiappetta
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sabato 8 marzo 2008
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dove ci ha condotti l'ignoranza
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La chiusura mentale del sud, la superstizione e l'ignoranza, la religione come cancro oppressivo che rende le menti schiave e razziste verso il prossimo. Una donna bellissima ma odiata nella sua sensualità, e la mente che vaga negli abissi della follia e della mania stregonesca fraintesa come "il male" da parte dei contadini. Aspetti ancestrali che mai più sono stati trattati nel cinema italiano, se non da qualche autore anch'esso boicottato(Sergio Nasca).
E poi l'ignoranza di chi ancora oggi cataloga questo film nell'horror, forse reduce da una visione disincantata del classico di Friedkin(Apparte gli effetti speciali assolutamente inferiore dal punto di vista contenutistico): trattasi di un dramma che ha colpito tantissime ragazze anticonformiste in un sud da sempre pronto a dare la caccia alle streghe, quando la colpa del degrado e della miseria non è altro che della mala politica.
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La chiusura mentale del sud, la superstizione e l'ignoranza, la religione come cancro oppressivo che rende le menti schiave e razziste verso il prossimo. Una donna bellissima ma odiata nella sua sensualità, e la mente che vaga negli abissi della follia e della mania stregonesca fraintesa come "il male" da parte dei contadini. Aspetti ancestrali che mai più sono stati trattati nel cinema italiano, se non da qualche autore anch'esso boicottato(Sergio Nasca).
E poi l'ignoranza di chi ancora oggi cataloga questo film nell'horror, forse reduce da una visione disincantata del classico di Friedkin(Apparte gli effetti speciali assolutamente inferiore dal punto di vista contenutistico): trattasi di un dramma che ha colpito tantissime ragazze anticonformiste in un sud da sempre pronto a dare la caccia alle streghe, quando la colpa del degrado e della miseria non è altro che della mala politica. Troppo facile prendersela sempre con le stesse persone e con l'arte. Grande cinema italiano oramai scomparso sia chiaro, forse un cinema per una volta puro, semplice, genuino, realista al di sopra di tante pellicole "alimentari" e d'autore.
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wurdalak
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martedì 30 settembre 2003
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il protoesorcista.
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col film il demonio del 1963, brunello rondi firma il suo capolavoro! è senza dubbio uno dei film più morbosi ed inquietanti della storia del cinema italiano. non mi stupirei affatto che william peter blatty e william friedkin avessero preso spunto da questo film per realizzare l'esorcista. il tema della possesione demoniaca, anticipato di una decade, rispetto al film di friedkin, viene trattato con una crudezza davvero inusitata per il cinema di quegli anni. la ricerca antorpologica (quasi documentaristica) sulle tradizioni stregonesche del sud italia, l'atmosfera claustrofobica, l'ottima interpretazione degli attori (bellissima e bravissima daliah lavi) e la stupenda e malata fotografia contribuiscono a fare di questo film un must imperdibile per tutti gli amanti del horror e del cinema in generale.
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col film il demonio del 1963, brunello rondi firma il suo capolavoro! è senza dubbio uno dei film più morbosi ed inquietanti della storia del cinema italiano. non mi stupirei affatto che william peter blatty e william friedkin avessero preso spunto da questo film per realizzare l'esorcista. il tema della possesione demoniaca, anticipato di una decade, rispetto al film di friedkin, viene trattato con una crudezza davvero inusitata per il cinema di quegli anni. la ricerca antorpologica (quasi documentaristica) sulle tradizioni stregonesche del sud italia, l'atmosfera claustrofobica, l'ottima interpretazione degli attori (bellissima e bravissima daliah lavi) e la stupenda e malata fotografia contribuiscono a fare di questo film un must imperdibile per tutti gli amanti del horror e del cinema in generale. in conclusione, un film da riscoprire, da amare o odiare con uguale intensità.
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pietro
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mercoledì 26 settembre 2001
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"il demonio "diventa vittima
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film splendido, che coniuga documento antropologico su credenze dell'italia meridionale (primitivamente legata a riti e credo magici ancora medioevali)e il genere drammatico d'autore.
I sentimenti che animano la protagonista, amore verso un uomo già promesso ad un'altra donna,la portano a scontrarsi con l'opinione pubblica della piccola comunità agricola in cui vive; ma "amor non vincit omnia" e la sua tenacia nel seguire il suo folle amore, che ha comunque sfumature "animalesche", la porterà a una folle fine inflittale dal suo "amato", sedotto ma terrorizzato da colei che è ritenuta da tutti portatrice del diavolo e scampata già a tentativi di linciaggio da parte della popolazione.Il forte intreccio freudiano e lacaniano di "paura e desiderio", portano l'uomo a congiungersi con "l'indemoniata": un amplesso torbido , ancestrale,squassante, malato; unica via per poter dare libero sfogo all'eros, imbrigliato dalla religione oppressiva e dalla sua paura che questa potenza catartica porti all'allontanamento degli individui dalle leggi del "Dio che ricompenserà" le sofferenze terrene,il lavoro da bestie.
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film splendido, che coniuga documento antropologico su credenze dell'italia meridionale (primitivamente legata a riti e credo magici ancora medioevali)e il genere drammatico d'autore.
I sentimenti che animano la protagonista, amore verso un uomo già promesso ad un'altra donna,la portano a scontrarsi con l'opinione pubblica della piccola comunità agricola in cui vive; ma "amor non vincit omnia" e la sua tenacia nel seguire il suo folle amore, che ha comunque sfumature "animalesche", la porterà a una folle fine inflittale dal suo "amato", sedotto ma terrorizzato da colei che è ritenuta da tutti portatrice del diavolo e scampata già a tentativi di linciaggio da parte della popolazione.Il forte intreccio freudiano e lacaniano di "paura e desiderio", portano l'uomo a congiungersi con "l'indemoniata": un amplesso torbido , ancestrale,squassante, malato; unica via per poter dare libero sfogo all'eros, imbrigliato dalla religione oppressiva e dalla sua paura che questa potenza catartica porti all'allontanamento degli individui dalle leggi del "Dio che ricompenserà" le sofferenze terrene,il lavoro da bestie.
E allora il demonio e ciò che, in nome di un sentimento, disubbidisce alle regole della comunità magico-primitiva dedita al lavoro dei campi, alle novene e alle processioni, al matrimonio per interesse, alle superstizioni e alle "fatture". il demonio diventa alla fine del film una vittima: ossimoro parossistico di una crescente tensione condita da un bianco e nero splendido, essenziale, manicheo.il Demonio è un angelo in terra d'ignavi.
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