Interessante spaccato cupo e carnale del male figlio dell'arretratezza e della superstizione bigotta,con cui si alimenta fino a diventare un vero e proprio flagello.L'inizio ha evidenti echi verghiani("La Lupa"),la descrizione degli eventi amalgama bene la scrupolosità documentaristica e le svolte fantastiche,senza concessioni facili all'horror.Tuttavia,le sequenza in cui la protagonista cammina a ragno,è incredibilmente simile a quella de "L'esorcista",di dieci anni dopo.Efficace l'ambientazione rurale(con scene girate a Matera)e la descrizione della sessualità repressa dall'eccessiva cattolicità,che trova sfogo solo nel tragico finale.
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Interessante spaccato cupo e carnale del male figlio dell'arretratezza e della superstizione bigotta,con cui si alimenta fino a diventare un vero e proprio flagello.L'inizio ha evidenti echi verghiani("La Lupa"),la descrizione degli eventi amalgama bene la scrupolosità documentaristica e le svolte fantastiche,senza concessioni facili all'horror.Tuttavia,le sequenza in cui la protagonista cammina a ragno,è incredibilmente simile a quella de "L'esorcista",di dieci anni dopo.Efficace l'ambientazione rurale(con scene girate a Matera)e la descrizione della sessualità repressa dall'eccessiva cattolicità,che trova sfogo solo nel tragico finale.L'israeliana Lavi ha una bellezza e presenza scenica notevoli,e si spottopone a un estenuante tour de force.Mario Bava la dirigerà nello stesso anno in "La frusta e il corpo".Belle musiche di Piero Piccioni,e fotografia di Carlo Bellero.
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