parsifal
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mercoledì 5 settembre 2018
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esordio neorealista
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Primo film di Bertolucci, eminente regista del cinema italiano. Esordio neorealista, che avvenne sotto l'ala protettrice di Pasolini, che collaborò in maniera significativa alla sceneggiatura, avvalendosi della consulenza di S. Citti, amico e sodale tanto nella professione , quanto nella vita. L'impronta del Poeta attraversa tutta la narrazione , pregna della sua visione del degrado urbano, del quale era un apologeta visivo e nei contenuti. Storie incrociate di individui appartenenti all' Urbe, si sovrappongono conducendo lo spettatore nei meandri seminascosti di una città tentacolare come Roma. Canticchia, un ragazzo di vita, giovane e spregiudicato, sbarca il lunario facendo il borseggiatore in un parco pubblico ai danni delle coppie appartate, Viene colto sul fatto ed accusato dell'omicidio di una prostituta, il cui cadavere è stato ritrovato poco distante dal luogo in cui il ragazzo viene arrestato.
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Primo film di Bertolucci, eminente regista del cinema italiano. Esordio neorealista, che avvenne sotto l'ala protettrice di Pasolini, che collaborò in maniera significativa alla sceneggiatura, avvalendosi della consulenza di S. Citti, amico e sodale tanto nella professione , quanto nella vita. L'impronta del Poeta attraversa tutta la narrazione , pregna della sua visione del degrado urbano, del quale era un apologeta visivo e nei contenuti. Storie incrociate di individui appartenenti all' Urbe, si sovrappongono conducendo lo spettatore nei meandri seminascosti di una città tentacolare come Roma. Canticchia, un ragazzo di vita, giovane e spregiudicato, sbarca il lunario facendo il borseggiatore in un parco pubblico ai danni delle coppie appartate, Viene colto sul fatto ed accusato dell'omicidio di una prostituta, il cui cadavere è stato ritrovato poco distante dal luogo in cui il ragazzo viene arrestato. Il giovane nega ed inizia una lunga e dettagliata analessi, in cui incontriamo vari personaggi , caratteristici delle storie neorealiste di quel periodo ed in particolare di Pasolini, legato alla capitale da un intrinseco rapporto di amore profondo frammisto a continuo stupore e meraviglia. Francolicchio e Pipito, giovani di borgata , poveri e spensierati che per ragranellare la somma necessaria per organizzare un pranzo con due loro coetanee, si fanno abbordare da un omosessuale per poi rapinarlo di tutti i suoi averi. L'eccentrico e scorbutico Natalino, misantropo e talvolta violento. IL Califfo ( A. Leggi) , criminale noto alle forze dell'ordine e pluripregiudicato che giura di aver chiuso con il passato. Egli convive con la fidanzata Esperia ( G. Giorgelli) e la suocera, donne avide e prive di scrupoli che praticano l'usura e lo mantengono da anni. Le scene inerenti a questo edificante quadretto familiare sono molto crude ed incisive , d'altronde come il resto del film. I l giovane soldato Teodoro, sperduto ed attonito in una città estranea e troppo più grande di lui. Il giallo verrà brillantemente risolto, ma quel che più conta è la descrizione di un sociale difficile da descrivere , specialmente per l'epoca. Cifra stilistica ben definita, ottimo bianco e nero , esordio di un futuro grande regista decisamente riuscito. IL titolo è preso da un modo di dire romanesco , atto ad indicare la Morte.
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goruz
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martedì 31 agosto 2010
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un buon esordio
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Riprendendo in parte la struttura di Rashomon di Kurosawa (e nel caso del primo capitolo anche lo stile) e adattandolo su un soggetto di Pasolini, il giovanissimo Bernardo Bertolucci costruisce il suo primo film. Io trovo davvero notevole la scelta coraggiosa di staccarsi molto dallo stile del mentore e maestro, addirittura idealmente lo identifica nell'assassino, lo condanna; il suo film è estremamente diverso da "Accattone", i suoi personaggi non hanno una missione, non cercano la salvezza, non hanno una statura religiosa, sono uomini che vivono le loro giornate senza uno scopo preciso. Dalla cadavere della prostituta si levano dei fogli di giornale portati dal vento mentre il sole sorge, e attraverso i racconti dei quattro indiziati lentamente si compone un puzzle che ci rivela lo spaccato di una giornata di vita quotidiana di quattro romani "comuni".
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Riprendendo in parte la struttura di Rashomon di Kurosawa (e nel caso del primo capitolo anche lo stile) e adattandolo su un soggetto di Pasolini, il giovanissimo Bernardo Bertolucci costruisce il suo primo film. Io trovo davvero notevole la scelta coraggiosa di staccarsi molto dallo stile del mentore e maestro, addirittura idealmente lo identifica nell'assassino, lo condanna; il suo film è estremamente diverso da "Accattone", i suoi personaggi non hanno una missione, non cercano la salvezza, non hanno una statura religiosa, sono uomini che vivono le loro giornate senza uno scopo preciso. Dalla cadavere della prostituta si levano dei fogli di giornale portati dal vento mentre il sole sorge, e attraverso i racconti dei quattro indiziati lentamente si compone un puzzle che ci rivela lo spaccato di una giornata di vita quotidiana di quattro romani "comuni". ognuna di queste persone vede il mondo che ha intorno a modo suo (e questo Bertolucci lo fa trasparire magnificamente dirigendo ogni episodio con uno stile cinematografico diverso), ma ognuna è senza meta, l'unica certezza della vita resta la morte, come ci rivela la poesia del Belli che compare nell'inquadratura finale: "e già la commaraccia secca de strada Giulia arza er zampino".
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luca scial�
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lunedì 2 giugno 2014
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esordio neorealista per bertolucci
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Tra le terre di una Roma di periferia, non ancora raggiunta dall'abusivismo edilizio, viene ritrovato il cadavere di una prostituta. Iniziano le indagini per ritrovare l'assassino. A mano a mano vengono interrogati vari personaggi, ognuno diverso e con storie diverse. Si susseguono così storie di vita di personaggi ai margini della società o disadattati per motivi diversi.
Esordio "neorealista" per Bernardo Bertolucci, in un cinema italiano che ormai si avviava a lasciarsi tale stile alle spalle. Traspone un soggetto di Pierpaolo Pasolini, mantenendo intatti i tratti tipici del regista-scrittore romano: la spontaneità dei protagonisti, la periferia come palcoscenico, il racconto di storie disperate e ai margini.
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Tra le terre di una Roma di periferia, non ancora raggiunta dall'abusivismo edilizio, viene ritrovato il cadavere di una prostituta. Iniziano le indagini per ritrovare l'assassino. A mano a mano vengono interrogati vari personaggi, ognuno diverso e con storie diverse. Si susseguono così storie di vita di personaggi ai margini della società o disadattati per motivi diversi.
Esordio "neorealista" per Bernardo Bertolucci, in un cinema italiano che ormai si avviava a lasciarsi tale stile alle spalle. Traspone un soggetto di Pierpaolo Pasolini, mantenendo intatti i tratti tipici del regista-scrittore romano: la spontaneità dei protagonisti, la periferia come palcoscenico, il racconto di storie disperate e ai margini. Seppur giovane e agli esordi, Bertolucci già si distingue per la propria qualità registica, riuscendo a ricostruire la storia partendo dalla fine e tramite una concatenazione di avvenimenti separati tra loro. Una capacità di costruzione registica che vedremo solo in pochi registi italiani e non.
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parsifal
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martedì 4 settembre 2018
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esordio neorealista
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Primo film di Bertolucci, eminente regista del cinema italiano. Esordio neorealista, che avvenne sotto l'ala protrettrice di Pasolini, che collaborò in maniera significativa alla sceneggiatura, avvalendosi della consulenza di S.Citti, amico e sodale tanto nella professione , quanto nella vita. L'impronta del Poeta attraversa tutta la narrazione , pregna della sua visione del degrado urbano, del quale era un apologeta visivo e nei contenuti. Storie incrociate di individui appartententi all' Urbe, si sovrappongono conducendo lo spettatore nei meandri seminascosti di una città tentacolare come Roma. Canticchia, un ragazzo di vita, giovane e spregiudicato, sbarca il lunario facendo il borseggiatore in un parco pubblico ai danni delle coppie appartate, Viene colto sul fatto ed accusato dell'omicidio di una prostituta, il cui cadavere è stato ritrovato poco distante dal luogo in cui il ragazzo viene arrestato.
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Primo film di Bertolucci, eminente regista del cinema italiano. Esordio neorealista, che avvenne sotto l'ala protrettrice di Pasolini, che collaborò in maniera significativa alla sceneggiatura, avvalendosi della consulenza di S.Citti, amico e sodale tanto nella professione , quanto nella vita. L'impronta del Poeta attraversa tutta la narrazione , pregna della sua visione del degrado urbano, del quale era un apologeta visivo e nei contenuti. Storie incrociate di individui appartententi all' Urbe, si sovrappongono conducendo lo spettatore nei meandri seminascosti di una città tentacolare come Roma. Canticchia, un ragazzo di vita, giovane e spregiudicato, sbarca il lunario facendo il borseggiatore in un parco pubblico ai danni delle coppie appartate, Viene colto sul fatto ed accusato dell'omicidio di una prostituta, il cui cadavere è stato ritrovato poco distante dal luogo in cui il ragazzo viene arrestato. Il giovane nega ed inizia una lunga e dettagliata analessi, in cui incontriamo vari personaggi , caratteristici delle storie neorealiste di quel periodo ed in particolare di Pasolini, legato alla capitale da un intrinseco rapporto di amore profondo frammisto a continuo stupore e meraviglia. Francolicchio e Pipito, giovani di borgata , poveri e spensierati che per ragranellare la somma necessaria per organizzare un pranzo con due loro coetaneee, si fanno abbordare da un omosessuale per poi rapinarlo di tutti i suoi averi. L'eccentrico e scorbutico Natalino, misantropo e talvolta violento. IL Califfo ( A.Leggi) , criminale noto alle forze dell'ordine e pluripregiudicato che giura di aver chiuso con il passato. Egli convive con la fidanzata Esperia ( G.Giorgelli) e la suocera, donne avide e prive di scrupoli che praticano l'usura e lo mantengono da anni. Le scene inerenti a questo edificante quadretto familiare sono molto crude ed incisive , d'altronde come il resto del film. I l giovane soldato Teodoro, sperduto ed attonito in una città estranea e troppo più grande di lui. Il giallo verrà brillantemente risolto, ma quel che più conta è la descrizione di un sociale difficile da descrivere , specialmente per l'epoca. Cifra stilistica ben definita, ottimo bianco e nero , esordio di un futuro grande regista decisamente riuscito. IL titolo è preso da un modo di dire romanesco , atto ad indicare la Morte.
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elgatoloco
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mercoledì 2 maggio 2018
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elementi di neorealismo, ma più che altro pasolini
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"La Commare Secca"(1962, di Bernardo Bertolucci, ma scritto da Pasolini, con la collaborazione di Bertolucci e di Sargio Citti). Ormai Pasolini era nel mondo del cinema, anche come regista("Accattone"e"Mamma Roma"e qui la cifra pasolinaina, tra scene "euforiche"e"disforiche", ma sullo sfondo della morte"onnivora"(emblematica la citazione da Gioacchino Belli"E già la commaraccia secca de la strada Giulia arza er zampino", è assoluamente evidente, nel bianco e nero terso e "secco"(sit venia verbo, dove"verbum"vale=parola, dunque anche, nella fattispeice= aggettivo)dell'esordio di Bertolucci regista, Film da antologia, da eterna rassegna d'essai, dove si pone"nobilmente", nella durissima rivendicazione pasoliniana di proletari, anzi sottoproletari, con la sua"full immersion"romana, anzi romanesca, che è studio linguistico ma anche profondo iter umano(antropoligico ma non solo), dove il tratto"neorealista"è ancora presente(interpreti presi, quasi totalmente, dalla strada), ma -direi-sopraffatto dalla poetica pasoliniana, che è realista-iper-realista e onirica al tempo stesso, sempre nella totale compresenza di tutti questi elementi.
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"La Commare Secca"(1962, di Bernardo Bertolucci, ma scritto da Pasolini, con la collaborazione di Bertolucci e di Sargio Citti). Ormai Pasolini era nel mondo del cinema, anche come regista("Accattone"e"Mamma Roma"e qui la cifra pasolinaina, tra scene "euforiche"e"disforiche", ma sullo sfondo della morte"onnivora"(emblematica la citazione da Gioacchino Belli"E già la commaraccia secca de la strada Giulia arza er zampino", è assoluamente evidente, nel bianco e nero terso e "secco"(sit venia verbo, dove"verbum"vale=parola, dunque anche, nella fattispeice= aggettivo)dell'esordio di Bertolucci regista, Film da antologia, da eterna rassegna d'essai, dove si pone"nobilmente", nella durissima rivendicazione pasoliniana di proletari, anzi sottoproletari, con la sua"full immersion"romana, anzi romanesca, che è studio linguistico ma anche profondo iter umano(antropoligico ma non solo), dove il tratto"neorealista"è ancora presente(interpreti presi, quasi totalmente, dalla strada), ma -direi-sopraffatto dalla poetica pasoliniana, che è realista-iper-realista e onirica al tempo stesso, sempre nella totale compresenza di tutti questi elementi. Un film che vale di per sé, che ha una sua originalità assoluta, una"maturità"di accenti che possiamo(e direi dobbiamo)considerare totale. Da scoprire e ri-scoprire, sempre cogliendone aspetti nuovi e per troppo tempo trascurati. El Gato
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stefano capasso
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giovedì 24 novembre 2022
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ragazzi periferici
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Sulle rive del Tevere, una prostituta viene trovata morta. Al commissariato di Polizia, sfilano “i soliti noti”, e non solo, per essere interrogati alla ricerca di informazioni. Nessuno racconta quello che ha fatto veramente il giorno precedente.
Esordio alla regia per Bernardo Bertolucci, che mette in scena un film che sembra di Pasolini, in effetti sceneggiatore del lavoro. Al centro dell’attenzione sono le borgate e i personaggi, ambigui e tragici che le popolano, ognuno alla ricerca di qualche espediente per tirare avanti e guardare al giorno dopo. Gli interrogatori diventano il modo per conoscere meglio le abitudini di questi protagonisti, che raccontano storie che magari vorrebbero per sé, mentre vivono tutt’altro.
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Sulle rive del Tevere, una prostituta viene trovata morta. Al commissariato di Polizia, sfilano “i soliti noti”, e non solo, per essere interrogati alla ricerca di informazioni. Nessuno racconta quello che ha fatto veramente il giorno precedente.
Esordio alla regia per Bernardo Bertolucci, che mette in scena un film che sembra di Pasolini, in effetti sceneggiatore del lavoro. Al centro dell’attenzione sono le borgate e i personaggi, ambigui e tragici che le popolano, ognuno alla ricerca di qualche espediente per tirare avanti e guardare al giorno dopo. Gli interrogatori diventano il modo per conoscere meglio le abitudini di questi protagonisti, che raccontano storie che magari vorrebbero per sé, mentre vivono tutt’altro. Protagonisti che appaiono essere vittime degli eventi e delle situazioni avverse che inevitabilmente finiscono per incrociare. Un film interessante, per ricostruire le periferie di Roma agli inizi degli anni ’60 e le abitudini dei ragazzi che le popolavano.
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