Giuseppe Patroni Griffi firma il suo esordio alla regia con un'opera decisamente sui generis, dall'impianto narrativo strettamente teatrale, con richiami di carattere shakespeariano e alcuni risvolti che potrebbero echeggiare Rashomon del grande maestro Kurosawa. Un attore,magnificamente interpretato da un giovane e talentuoso U. Orsini, approda nell'isola di Capri durante un grigio ed uggioso inverno, con l'intento di incontrare una donna che ama. Lei non ci sarà e non arriverà, si farà viva telefonicamente per negarsi in modo definitivo. L'isola , che doveva essere un nido d'amore, diventa una grigia e silenziosa prigione ,nella quale il protagonista viene trattenuto suo malgrado.
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Giuseppe Patroni Griffi firma il suo esordio alla regia con un'opera decisamente sui generis, dall'impianto narrativo strettamente teatrale, con richiami di carattere shakespeariano e alcuni risvolti che potrebbero echeggiare Rashomon del grande maestro Kurosawa. Un attore,magnificamente interpretato da un giovane e talentuoso U. Orsini, approda nell'isola di Capri durante un grigio ed uggioso inverno, con l'intento di incontrare una donna che ama. Lei non ci sarà e non arriverà, si farà viva telefonicamente per negarsi in modo definitivo. L'isola , che doveva essere un nido d'amore, diventa una grigia e silenziosa prigione ,nella quale il protagonista viene trattenuto suo malgrado. IL suo malessere cresce , ora dopo ora. Durante la sua forzata permanenza incontra un ragazzo ( Dino Mele) che trascorre tutto il suo tempo a bere superalcolici, senza fiatare , rimirando il vuoto. Nulla si sa della sua giovane vita, dei suoi legami familiari ,nè delle sue esperienze precedenti. E' avvolto in un mistero malsano ed autodistruttivo. Tra i due nasce una sorta di sodalizio della disperazione. Ma appare un'altra figura umana; una signora dal passato sconosciuto, elegante e distinta ed anch'essa duramente provata dalla vita. Tra i due amici improvvisati inizia una strana competizione, silenziosamente alimentata dalla donna. Nelle scene girate nella villa della protagonista femminile, si da vita ad una vera e propria performance teatrale, in cui l'elemento che fa da padrone è l'angoscia, intesa come tedium vitae, estrinsecato nei gesti , nelle parole e nella scarna ma significativa scenografia, in cui impera il bianco assoluto , il vuoto dominato da un viso dall'espressione sarcastica, raffigurato su una lampada. Il sodalizio finirà e le onde porteranno via anche il ricordo di quella strana permanenza e degli incontri tra anime simili e conflittuali. Di non facile lettura, non per tutti.
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