ornella guidi
|
domenica 12 ottobre 2014
|
un tesoro nascosto
|
|
|
|
Aprire la tv distrattamente e imbattersi in un film capolavoro, tanto da far cambiare addirittura i programmi della domenica...quanto volte mi è capitato nella vita? Con oggi sono tre; ho passato i primi dieci minuti a chiedermi come fosse potuto accadere che non avessi mai visto prima questo incredibile film con un incredibile Kirk Douglas..dove diavolo si era nascosto....
La trama è ad incastro, sublime, anarchica, spietata.
Dopo aver goduto.di grande fama, un attore americano è alla deriva a causa di una crisi di identificazione, autentica dolorosa, e per un tormentato dolore esistenziale che fino alla fine del film verrà travisato dal protagonista e da noi spettatori come sofferenza d'amore per la bellissima ex moglie.
[+]
Aprire la tv distrattamente e imbattersi in un film capolavoro, tanto da far cambiare addirittura i programmi della domenica...quanto volte mi è capitato nella vita? Con oggi sono tre; ho passato i primi dieci minuti a chiedermi come fosse potuto accadere che non avessi mai visto prima questo incredibile film con un incredibile Kirk Douglas..dove diavolo si era nascosto....
La trama è ad incastro, sublime, anarchica, spietata.
Dopo aver goduto.di grande fama, un attore americano è alla deriva a causa di una crisi di identificazione, autentica dolorosa, e per un tormentato dolore esistenziale che fino alla fine del film verrà travisato dal protagonista e da noi spettatori come sofferenza d'amore per la bellissima ex moglie.
Tutti i personaggi mantengono una veste sociale adeguata al loro ambiente, mentre in realtà si muovono ai margini, della bancarotta, delle crisi depressive, dell'incertezza del lavoro....E' giusto che questo film sia sconnesso, perché anche i personaggi si aprono a scatti, facendo a tratti intravedere le loro verità.
Ma qualunque sia stata la cattiva volontà per un cattivo montaggio, il film ne soffre come potrebbe soffrirne un quadro di Picasso che si trovi senza cornice, e memorabili rimangono alcune scene, come quella in cui Kruger, nel film il regista, in un drammatico confronto con il protagonista, prende in mano la statuetta del premio Oscar di quest'ultimo, con le intenzioni di fare su di lui presa ricordando proprio il successo avuto da entrambi nel passato. In realtà, dalla gestualità traspare un fare dissacrante, una dicotomia tra il linguaggio verbale e del corpo, cercata, e non di certo casuale.
Quel simbolo dorato così importante per un attore, un regista, chiunque lavori nel cinema, diventa spietatamente inutile. Una scena di tale intensità deve essere stata un bello schiaffo per lo star sistem hollywoodiano dei primi anni '60, il film è del 1962. E notevole è anche la scena del litigio tra il regista e la moglie, con la ripresa fatta dall'interno del bagno della porta a specchio da lui presa a calci e frantumata per entrare, onde evitare il fastidioso ripetersi del solito tentativo di suicidio della moglie..una impietosa rappresentazione degli orribili matrimoni trascinati dalle sterilii convenienze.
I
ll film rivelando negli e fra gli attori, le meschine ambiguità, le tragiche esistenze di vetrina, gli spettri del narcisimo più immaturo, ed anche le ciniche avidità dei produttori e non solo, è una testimonianza sincera onesta, senza tempo, priva di qualsiasi velo di ipocrisia, dell'ambiente del cinema.
L'autore del film, Vincent Minnelli, nella felice ottusità della prima parte degli annii' 60 dà due rappresentazioni della famiglia, da una parte quella del protagonista, che si è sfasciata per la sua debolezza interiore e per la debolezza dissolutezza della moglie e seconda rappresentazione è quella del matrimonio del regista Kruger, matrimonio avvizzito dove la moglie solo da ubriaca, al ristorante, trova la forza di smascherare la tresca tra il marito e la prima attrice per poi comunque continuare ad accettare il tutto nell'ineluttabile gioco di potere all'interno della coppia, che la vedrà prevalere nel finale.
Anche una delle ultime sequenze, quella della folle corsa in auto, del protagonista con la amata odiata ex moglie, è più che emozionante, ma ancora più emozionante è il percorso fatto proprio da questo attore inizialmente presentato come un fallito, che dopo tanto soffrire conquista la meta più agognata, quella di essere unico padrone della propria vita e per la prima volta acquista la consapevolezza selle sue innegabili e reali capacità e competenze di regista, regista anche di se stesso.
Tutti gli attori sono bravissimi ma Kirk Douglas sovrasta tutto e tutti; la sua recitazione è asciutta, mai ridondante, mille le sfumature della mimica, una grande immensa dunque prova di recitazione, misurata e urlata al tempo stesso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ornella guidi »
[ - ] lascia un commento a ornella guidi »
|
|
d'accordo? |
|
samanta
|
domenica 20 giugno 2021
|
la moglie fatale ...
|
|
|
|
RECENSIONE
Vincente Minnelli è stato uno dei migliori registi di Hollywood (Oscar migliore regia e film per la commedia musicale Gigi) e non ha mai raccontato storie banali, incominciò con musical o commedie musicali: Un americano a Parigi, Il pirata e con Spettacolo di varietà realizzò una delle più belle pellicole del genere. Minnelli era versatile è passò alla commedia anche drammatica: Il bruto e la bella, Qualcuno verrà, A casa dopo l'uragano.
Anche questo film del 1962 non è banale e tratta una storia interessante e coinvolgente. Jack Andrews (Kirk Douglas) uomo di mezza età che dopo una gavetta è diventato una star del cinema per diversi anni, ma entrato in crisi per le continue infedeltà della moglie Carlotta (Cyd Charisse) tenta il suicidio con l'auto, ferendosi gravemente, alcolizzato è da 5 anni in una casa di cura per ritrovare l'equilibrio e, ormai, è fuori dal giro del cinema.
[+]
RECENSIONE
Vincente Minnelli è stato uno dei migliori registi di Hollywood (Oscar migliore regia e film per la commedia musicale Gigi) e non ha mai raccontato storie banali, incominciò con musical o commedie musicali: Un americano a Parigi, Il pirata e con Spettacolo di varietà realizzò una delle più belle pellicole del genere. Minnelli era versatile è passò alla commedia anche drammatica: Il bruto e la bella, Qualcuno verrà, A casa dopo l'uragano.
Anche questo film del 1962 non è banale e tratta una storia interessante e coinvolgente. Jack Andrews (Kirk Douglas) uomo di mezza età che dopo una gavetta è diventato una star del cinema per diversi anni, ma entrato in crisi per le continue infedeltà della moglie Carlotta (Cyd Charisse) tenta il suicidio con l'auto, ferendosi gravemente, alcolizzato è da 5 anni in una casa di cura per ritrovare l'equilibrio e, ormai, è fuori dal giro del cinema. Viene convocato con un telegramma da un suo amico-nemico il regista Kruger (Edward G.Robinson) a Roma per 2 settimane sta girando un film e gli ha riservato una piccola parte. Jack con il consenso del suo medico parte per Roma. In realtà Kruger un uomo prepotente e senza scrupoli che in passato ha girato 7 film di successo con Jack è in una grave situazione finanziaria deve terminare il film entro 2 settimane altrimenti l'inflessibile produttore Tucino rompe il contratto, bisogna non solo concludere il film ma soprattutto fare il doppiaggio del film e è chiede a Jack di dirigerlo che seppure molto perplesso, accetta. Kruger litiga furiosamente con la moglie Clara (Claire Trevor la prostituta di Ombre rosse) a causa della sua amante la protagonista del film una diva italiana Barzelli (Rosanna Schiaffino), tra i coniugi c'è un rapporto di odio-amore lei che subisce gli innumerevoli tradimenti vendicandosi con sceneate ed angariandolo. Kruger ha un attacco di cuore e Jack lo sostituisce nel montaggio facendo rifare un paio di scene, ma soprattutto riesce a liberarsi del ricordo a Roma di Carlotta venuta a Roma con il suo amante un ricco armatore greco, che cerca di sedurlo con un torbido rapporto sessuale, ma Jack grazie all'amore per Veronica (Daliah Lavi) ritrova l'equilibrio.
La storia si dipana agevolmente, la fotografia, i colori, le scenografie sono fatte con la cura caratteristica delle regie di Minnelli, buono l'approfondimento psicologico dei personaggi: è un film del cinema sul cinema senza riguardi ed impietoso come quando Kruger prende in mano con disprezzo la statuetta (autentica) dell'Oscar vinto da Jack. Due annotazioni: molto efficace la scena dell'orgia organizzata da Carlotta che suona il piano e Jack che scappa con lei in auto ripetendo le modalità del suo tentativo di suicidio, tutta la scena è avvolta in quell'atmosfera onirica tipica di molte altre scene nei film di Minnelli (che Chazelle rievocherà magistralmente nel finale di La La Land). La seconda osservazione che Roma seppure dipinta un pò superficialmente come città della dolce vita, era (allora ...) un centro cinematografico internazionale che rivaleggiava con Hollywood. Douglas e Robinson recitano in modo esemplare, bravi anche i comprimari tra cui George Hamilton e la Schiaffino che nella sua prima vera esperienza cinematografica internazionale, mostra la qualità di brava attrice.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|
|
d'accordo? |
|
|