reiver
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sabato 3 gennaio 2009
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piccolo grande uomo
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Chi mi conosce bene sa che ho una spiccata predilezione per i vecchi films di fantascienza,rigorosamente in bianco e nero,prodotti negli anni '50."L'invasione degli ultracorpi" è il mio titolo preferito ma ce ne sono molti altri,da "Il pianeta proibito" a "Ultimatum alla terra",di alcuni non ricordo nemmeno i titoli.In questa vasta produzione un posto d'onore lo merita il grande Jack Arnold.Mi sembra già di sentire:"Chi è costui?".D'accordo,ammetto che il suo nome non è passato alla storia del cinema,ma forse proprio per questo mi sento in dovere di rivalutare i suoi meriti.Regista specializzato nelle riprese subacquee Arnold si è ritagliato un piccolo spazio a Hollywood grazie a tre piccoli capolavori di genere:"Tarantola" (brr.
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Chi mi conosce bene sa che ho una spiccata predilezione per i vecchi films di fantascienza,rigorosamente in bianco e nero,prodotti negli anni '50."L'invasione degli ultracorpi" è il mio titolo preferito ma ce ne sono molti altri,da "Il pianeta proibito" a "Ultimatum alla terra",di alcuni non ricordo nemmeno i titoli.In questa vasta produzione un posto d'onore lo merita il grande Jack Arnold.Mi sembra già di sentire:"Chi è costui?".D'accordo,ammetto che il suo nome non è passato alla storia del cinema,ma forse proprio per questo mi sento in dovere di rivalutare i suoi meriti.Regista specializzato nelle riprese subacquee Arnold si è ritagliato un piccolo spazio a Hollywood grazie a tre piccoli capolavori di genere:"Tarantola" (brr.. ,io odio i ragni),"Il mostro della laguna nera" (bellissimo film con una memorabile "creatura",citato anche in un episodio dl mio fumetto preferito,Zagor) e questo "Radiazioni BX distruzione terra" (pessima traduzione italiana di "The incredible shrinking man",cioè "L'incredibile uomo che si restringe") che sto appunto commentando.La storia è quella di un uomo che ,colpito da una misteriosa nube radioattiva,comincia man mano a rimpicciolire,con effetti drammatici sulla sua vita.Non sembrerebbe un granchè...Ma chi ha visto i film "vecchi" sa bene che dietro una trama semplice i cultori della s-f nascondevano tematiche profonde e complesse,a differenza di quello che accade oggi dove l'abuso di effetti speciali "steroidei" ha completamente privato il cinema di questo tipo di un cervello e di una ragione di esistere.Così in un film con molti momenti di "azione" (la lotta drammatica con un gatto e quella con un ragno,la disperata ricerca dei mezzi per sopravvivere in un mondo ostile) non si rinuncia ad inserire spunti di riflessione:quello relativo all'utilizzo di armi atomiche,per esempio;oppure la presa di coscienza del protagonista di quanto dolorosa sia la diversità fisica,anche e soprattutto nel rapporto con l'altro sesso;o ancora la riflessione sul ruolo dell'uomo nell'universo,addirittura sull'esistenza di Dio...Magari qualcuno non ci crederà,ma questa pellicola dal titolo improbabile e dagli attori sconosciuti contiene tutto questo,gli effetti speciali (per l'epoca notevoli) sono un mezzo,non un fine.Sono quattro stelle piene piene,forse anche qualcosina di più.Peccato per il titolo,ma non si può avere tutto dalla vita:in ogni caso Jack Arnold ha la mia riconoscenza,non è un premio Oscar come miglior regista ma è sempre meglio di niente...
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davide_chiappetta
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venerdì 3 dicembre 2010
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piccolo grande capolavoro
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Nonostante sia un film a low-budget, almeno per me è il capolavoro di fantascienza degli anni 50, insieme a 'The Man from Planet X' di Ulmer; tra parentesi i due film mostrano nello sfondo l'inquetudine del vivere e di tutto ciò che non conosciamo.
Ogni sequenza è perfetta sin dall'inizio del film; non serve sapere l'origine della nube radioattiva, dopo pochi minuti, mentre il protagonista è sulla sua barca assieme alla moglie, veniamo catapultati in media res nel vivo della vicenda, l'evento scatenante inizia subito, il resto è un susseguirsi perfetto di avvenimenti credibili, e non si scade per nulla nel ridicolo involontario, questo perchè gli elementi per tenere la sospensione volontaria dell'incredulità sono originali, molto ironici e totalmente privi dei soliti clichè.
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Nonostante sia un film a low-budget, almeno per me è il capolavoro di fantascienza degli anni 50, insieme a 'The Man from Planet X' di Ulmer; tra parentesi i due film mostrano nello sfondo l'inquetudine del vivere e di tutto ciò che non conosciamo.
Ogni sequenza è perfetta sin dall'inizio del film; non serve sapere l'origine della nube radioattiva, dopo pochi minuti, mentre il protagonista è sulla sua barca assieme alla moglie, veniamo catapultati in media res nel vivo della vicenda, l'evento scatenante inizia subito, il resto è un susseguirsi perfetto di avvenimenti credibili, e non si scade per nulla nel ridicolo involontario, questo perchè gli elementi per tenere la sospensione volontaria dell'incredulità sono originali, molto ironici e totalmente privi dei soliti clichè.
La regia di Arnold è impeccabile, da notare la presenza di un cartello con su scritto "Keep your city clean" esattamente di fronte al circo in cui si esibiscono vari "mostri" come Nanà, e grazie al primo uso dei primi obiettivi a focale variabile della zoomar corp. detti zoom e ai modellini in scala il rimpicciolimento del bravo Grant Williams nei panni di Scott risulta estremamente credibile; addirittura Arnold passò settimane intere a filmare gatti e ragni per rendere tutto più credibile.
La pellicola vinse nel 1958 il premio Hugo, maggior riconoscimento per la fantascienza.
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gwath
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martedì 26 giugno 2007
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l'inadeguatezza dell'esistenza
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"Più piccolo del più piccolo avevo un significato anch'io. Giunti a Dio non vi è il nulla: io esisto ancora."
Un film molto bello che mette in evidenza la piccolezza dell'essere umano, e la pretesa arrogante dell'uomo di porsi su un'altezza che non ha, di fronte all'infinità del creato.
"Sono così vicini l’infinitesimale e l’infinito. Ma ad un tratto capii che erano due termini di un medesimo concetto. Lo spazio più piccolo e lo spazio più vasto erano nella mia mente i punti di unione di un gigantesco cerchio."
E che è impossibile concepire l'immensità del creato senza dargli un significato: "L’esistenza ha principio e fine nel pensiero umano, non nella natura. Sciogliersi, diventare il nulla, le mie paure svanivano, e venivano a sostituirle l’accettazione.
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"Più piccolo del più piccolo avevo un significato anch'io. Giunti a Dio non vi è il nulla: io esisto ancora."
Un film molto bello che mette in evidenza la piccolezza dell'essere umano, e la pretesa arrogante dell'uomo di porsi su un'altezza che non ha, di fronte all'infinità del creato.
"Sono così vicini l’infinitesimale e l’infinito. Ma ad un tratto capii che erano due termini di un medesimo concetto. Lo spazio più piccolo e lo spazio più vasto erano nella mia mente i punti di unione di un gigantesco cerchio."
E che è impossibile concepire l'immensità del creato senza dargli un significato: "L’esistenza ha principio e fine nel pensiero umano, non nella natura. Sciogliersi, diventare il nulla, le mie paure svanivano, e venivano a sostituirle l’accettazione. La vasta maestà del creato doveva avere un significato, un significato che io dovevo darle."
Così il protagonista riesce ad avere più di ogni altro il senso delle proporzioni accettando la limitatezza umana affermando la propria umanità nell'esistenza; affermando che se esisto c'è un significato, e per quanto piccolo possa essere, per quanto miserabile sia la mia esistenza, e per quanto apparentemente inutile possa sembrare essa doveva avere un significato. Perchè? Perchè esistiamo, e se esistiamo prova che ciò ha un significato.
"Più piccolo del più piccolo avevo un significato anch'io. Giunti a Dio non vi è il nulla: io esisto ancora."
Slauti.
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(di arnaco)
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2001hal9000
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lunedì 4 febbraio 2013
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infinitesimamente piccolo o infinito ???
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Negli anni che vanno dal 1951 al 1957, il cinema di Fantascienza, visse un periodo a dir poco brillante, se non “esplosivo” nel vero senso della parola. Ci trovavamo in una fase di transito : guerra fredda, ricerca di risposte a domande a dir poco “ignote, ricerca dello stesso ignoto, visioni trascendentali, incomprensioni, …. Una vera e propria “fase”; la produzione cinematografica ne poté trarre vantaggio da tutto ciò. Non ci si limitava solo a produrre film al solo scopo di incutere timori (fondati o infondati che siano!!!), ma anche nel cercare di dare risposte valide a domande che sembravano “insolubili”!!!!
Di conseguenza, sulla spinta di autori letterari noti e soprattutto validi, si portò sugli schermi un vastissimo e ampio ventaglio di romanzi e racconti di questo genere.
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Negli anni che vanno dal 1951 al 1957, il cinema di Fantascienza, visse un periodo a dir poco brillante, se non “esplosivo” nel vero senso della parola. Ci trovavamo in una fase di transito : guerra fredda, ricerca di risposte a domande a dir poco “ignote, ricerca dello stesso ignoto, visioni trascendentali, incomprensioni, …. Una vera e propria “fase”; la produzione cinematografica ne poté trarre vantaggio da tutto ciò. Non ci si limitava solo a produrre film al solo scopo di incutere timori (fondati o infondati che siano!!!), ma anche nel cercare di dare risposte valide a domande che sembravano “insolubili”!!!!
Di conseguenza, sulla spinta di autori letterari noti e soprattutto validi, si portò sugli schermi un vastissimo e ampio ventaglio di romanzi e racconti di questo genere. Non tutti però rimanevano fedeli allo scritto; alcuni traevano solo degli spunti, per poi evolvere il film in maniera anche del tutto diversa.
Nel 1951 tre film fecero la loro apparizione nelle sale cinematografiche e divennero tre grandi classici della fantascienza : “La Cosa, da un altro Mondo” di Christian Niby e Howard Hawks, “Ultimatum alla Terra” di Robert Wise e “Quando i Mondi si Scontrano” di Rudolph Matè. Successivamente comparvero “La Guerra dei Mondi” di Byron Haskin e George Pal e “Destinazione … Terra” proprio del regista che prenderemo in considerazione, vale a dire Jack Arnold.
Jack Arnold, all’inizio della sua carriera, era un documentarista, e questo lo potremo notare nella scelta degli scenari dei film di fantascienza da lui diretti. La scelta dei paesaggi e delle ambientazioni, hanno un ruolo fondamentale nello svolgimento della storia e nella stesura della trama. Suo è il film sopracitato “Destinazione ….Terra” del 1953, ambientato nel deserto. Jack ripropose e riportò sugli schermi anche il mito della Bella e la Bestia col film del 1955 “La Creatura della Laguna Nera” e successivamente “La vendetta del Mostro”. Quando gli chiesero di girare anche il terzo episodio, lo stesso Arnold si rifiutò, lasciando la regia ad un suo allievo John Sherwood, che diverrà famoso in seguito per altri film. Abbandonata l’acqua e la laguna Arnold ritorna al deserto (a lui caro!!!) col film del 1955 : “Tarantula” dove un aracnide di proporzione gigantesche semina il terrore in una piccola cittadina. Il produttore William Halland, collaboratore di Arnold e di altri film di fantascienza dell’epoca, dichiarò apertamente che questo genere di film a lui non interessavano, anzi, gli facevano proprio schifo. Il solo motivo per cui appoggiò le realizzazioni di Jack, erano puramente economiche. Come detto quel filone, a suo tempo, divenne quasi una miniera d’oro, e allora, perché non approfittarne????
E’ uno dei film di fantascienza, tratto da un racconto di Richard Matheson “Tre millimetri al giorno” (“The Incredible Shirinking Man” titolo originale) e distribuito in Italia da Urania, più angosciante, quello dove l’ignoto è più marcato, dove le domande affiorano, dove i dubbi continuano a insorgere.
La narrazione e la trasposizione cinematografica sono impeccabili. Arnold ha saputo rendere “vivo” un libro in maniera perfetta, ha saputo imprimere allo spettatore le stesse sensazione del lettore, è rimasto fedele alla stesura del libro stesso. Finalmente un film che “è” la visone del libro e non un sottoprodotto del libro stesso.Gli effetti speciali, pochi ma buoni, sono dell’epoca e non possono essere minimamente paragonati agli effetti speciali attuali, i mezzi erano quello che erano.
Ciò nonostante “Radiazioni BX : Distruzione Uomo” rappresenta un ulteriore capitolo positivo nel filone della fantascienza cinematografica, un pezzo del mosaico fondamentale nel campo appunto, della fantascienza. Visto oggi con gli occhi di chi vede solamente la tecnologia avanzare, può sembrare anche ridicolo. Il B/N come sempre la fa da padrone. Le variazioni del grigio imprimono al film una nota di mistero e angoscia.
Azzeccatissimo l’attore Grant William perfetto nel personaggio di Scott Carey.
Arnold, da parte sua, ha fatto il resto ! ! ! ! ! !
Quando si propose ad Arnold di girare il seguito «The Fantastic Shrinking Woman», dove anche la moglie rimpicciolisce, questi si oppose decisamente ! ! !
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dandy
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lunedì 5 ottobre 2015
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le dimensioni contano e non contano.
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Nonostante gli effetti speciali(per l'epoca curatissimi)oggi risultino datati,è forse il miglior film fantascientifico di tutti gli anni '50.Originale nello svolgimento,col protagonista che rimpicciolendo graduatamente vede andare sempre più in pezzi la propria esistenza(commovente la brevissima parentesi sentimentale con la nana)e con un finale che rifugge il pessimismo con uno dei monologhi più belli e profondi della storia del cinema.Tra le righe si possono leggere la critica alle radiazioni,la paranoia della guerra fredda che ha dominato tutti gli anni'50 e non ultima l'insopportabile angoscia di chi da "diverso" deve adattarsi al mondo circostante.
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Nonostante gli effetti speciali(per l'epoca curatissimi)oggi risultino datati,è forse il miglior film fantascientifico di tutti gli anni '50.Originale nello svolgimento,col protagonista che rimpicciolendo graduatamente vede andare sempre più in pezzi la propria esistenza(commovente la brevissima parentesi sentimentale con la nana)e con un finale che rifugge il pessimismo con uno dei monologhi più belli e profondi della storia del cinema.Tra le righe si possono leggere la critica alle radiazioni,la paranoia della guerra fredda che ha dominato tutti gli anni'50 e non ultima l'insopportabile angoscia di chi da "diverso" deve adattarsi al mondo circostante.Non banale nemmeno il modo in cui è mostrata la metamorfosi del protagonista,meno diretta e schematica rispetto ad altre miniaturizzazioni passate e future.Il regista,ex-attore è già famoso per la saga de "Il mostro della Laguna Nera",gira il suo capolavoro indiscusso,oggi giustamente cult.Sceneggiato da Richard Matheson,dal suo romanzo "Tre millimetri al giorno" scritto l'anno precedente.Ancora piacevole la scena della lotta col ragno.
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