Commedia all’italiana di Bianchi con ambientazione neorealistica in una famigliola impiegatizia anni ‘50 rotta dalle irruzioni irresistibili comico demenziali del Sordi alias Mario Pio, promette un’interessante sviluppo che non mantiene tuttavia nel secondo tempo; perdendo contatto con il verosimile gli sceneggiatori trasformano il dramma di un piccolo borghese, che rischia di perdere la tranquillità e la sicurezza del suo tran tran quotidiano, perché coinvolto suo malgrado nel pasticciaccio brutto di via Padova 46, in un grottesco surreale affastellarsi di gag, alquanto noioso nonostante la buona prova di Peppino e della Masina impegnati in dialoghi melensi e poco divertenti. Il film si lascia a stento guardare sino alla fine ed il ridicolo involontario prevale sul sorriso e perfino la bonarietà paternalistica della voce fuori campo scade nel commento banale ed ultroneo.