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lucia
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giovedì 15 aprile 2021
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motivo al piano
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per rispondere a chi chiedeva il motivo al piano suonato in 'Nodo alla gola', dico che si tratta del pezzo 'Moto perpetuo n1 di Francois Poulenc.
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elgatoloco
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giovedì 15 aprile 2021
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sir alfred, yo aure a genius, a prodigy
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"ROpe"(Alfred Hitchoccok, dalla pièce teatrale di 19 anni prima di Patrick Hamilton, che sir Alfred ha sceneggiato con HUme Cornyn, dove già la pièce è ispirata a un drmmatico fatto di cronaca, 1948). Due ex- studenti universitari di Harvard(nella versione teatrale era Oxford, UK) hanno ucciso un altro loro collega di studi., nascondendone il corpo in un baule: Danno un ricevimento nella loro stanza, presente, tra i molti invitati(anche donne, ovviamnete)anche un loro ex-professore, che non sa nulla di preciso e non ha alcuna prova, ma sospetta...Tecnicamente una sfida al quadrato, perché realizzato in Technicolor, dove era la prima volta dell'uso del"colore"per Hitchocock, ma era anche , in quegli anni, un novum un noir a colori, poi sembra realizzago in u'unica ripresa-seuqenza, quando in realtà sono dieci piani sequenza, alcuni dei quali collegati tra loro.
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"ROpe"(Alfred Hitchoccok, dalla pièce teatrale di 19 anni prima di Patrick Hamilton, che sir Alfred ha sceneggiato con HUme Cornyn, dove già la pièce è ispirata a un drmmatico fatto di cronaca, 1948). Due ex- studenti universitari di Harvard(nella versione teatrale era Oxford, UK) hanno ucciso un altro loro collega di studi., nascondendone il corpo in un baule: Danno un ricevimento nella loro stanza, presente, tra i molti invitati(anche donne, ovviamnete)anche un loro ex-professore, che non sa nulla di preciso e non ha alcuna prova, ma sospetta...Tecnicamente una sfida al quadrato, perché realizzato in Technicolor, dove era la prima volta dell'uso del"colore"per Hitchocock, ma era anche , in quegli anni, un novum un noir a colori, poi sembra realizzago in u'unica ripresa-seuqenza, quando in realtà sono dieci piani sequenza, alcuni dei quali collegati tra loro. Straordinariamente coeso, nella sua"unictà-continuitè"narrativa ed estetica, "Rope"è una storia straordinaria, dove il grande regista rispetta la derivazione teatrale del film(che non piacque al suo autore Hamilton, però, dove i motivi, a meno di non ttrovare un documento attestante ciò, rimarranno purtroppo dubbi, di difficile spiegazione o megliio risoluzione conosctiva), riucendo a realizzarne una versione da un lato"coerente.conseguente", dall'altro un qualcosa di"altro", di nuovo, che realizza un"altro", non sempliocemnte un"doppio", dove il"doppio", invece, inteso come mirror, come rispecchiamento, è invece nella figura di Ruper-ex professore diventato "amico", ma pericolosissimo per il suo acume che gli permette di reperire spiegazioni in ciò che apparenwemtne non richede alcuna spiegazione. Bisgona dire che Hitchock riesce, da ormai conoscitre del codice di censura Hays, vigente allora negli States, ad aggirare il problema, all'omosesusalità dei due autori del gesto; omosessualità che rimane un tema e a cui si accenna indirettame4nte,certo senza far emergere il motivo in alcun modo. James Stewart, in una parte per luo insolita(era fra l'altro, la sua prima collaborazione con Sir Alfred),è stuopendamente ambiguo nella parte, quasi una sorta di "prognosta"incredibile, dove non c'è bisogno di Sherlock Holmes né di POirot, men che meno dlela polizia... John Dall e Farley Granger sono i due studenti, ma anche tutti/e gli/le altre interpreti sono assolutamente all'altezza di questo geniale chef--d'-oeuvre quasi"griovanil"di Hitchock, che gioca, senza farlo pesare, con il tema del rappprto USA-Untied Kingdom, da sempre ferocemente suddito di"The Queen": El Gato
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carloalberto
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domenica 6 settembre 2020
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il movente è nella cassapanca
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Lo stile e la tecnica, il famoso piano sequenza unico, mettono in ombra la sostanza, ossia la scrittura di questo film, notevole sia per la sovrapposizione di significati, che travalicano il genere giallo per la universalità dei temi toccati, sia per l’ambiguità del non detto, il movente inesplicato e nemmeno indagato dell’omicidio, che apre ad interpretazioni non convenzionali, che mutando la prospettiva dal già accaduto a ciò che stava per accadere, mettono in luce un contesto inaspettato, ovvero la chiusura mentale della società civile dell’America degli anni ’50.
Dalla dialettica tra i due assassini ed il vecchio professore, il compassato, detective per caso, James Stewart, emerge l’influenza che a suo tempo il cattivo carismatico maestro ha esercitato con le sue teorie sui suoi giovani studenti, paragonata implicitamente al travisamento del superomismo nicciano da parte del nazismo.
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Lo stile e la tecnica, il famoso piano sequenza unico, mettono in ombra la sostanza, ossia la scrittura di questo film, notevole sia per la sovrapposizione di significati, che travalicano il genere giallo per la universalità dei temi toccati, sia per l’ambiguità del non detto, il movente inesplicato e nemmeno indagato dell’omicidio, che apre ad interpretazioni non convenzionali, che mutando la prospettiva dal già accaduto a ciò che stava per accadere, mettono in luce un contesto inaspettato, ovvero la chiusura mentale della società civile dell’America degli anni ’50.
Dalla dialettica tra i due assassini ed il vecchio professore, il compassato, detective per caso, James Stewart, emerge l’influenza che a suo tempo il cattivo carismatico maestro ha esercitato con le sue teorie sui suoi giovani studenti, paragonata implicitamente al travisamento del superomismo nicciano da parte del nazismo. L’interrogativo che si pone il professore sulla origine del male, se sia inscritto nel DNA oppure dipenda dalle esperienze della vita, resta drammaticamente, nel monologo finale, senza risposta.
Nell’antefatto al dramma, l’assassinio del giovane amico dei due, che compare nella scena iniziale nell’atto d’essere strangolato, per finire subito occultato in una cassapanca, si celano le passioni che hanno originato la tragedia. Tutto ruota intorno a quella cassapanca-sepolcro, addobbata come buffet per gli ospiti, il padre e la fidanzata della vittima. E’ un rito funebre, con tanto di candelabri accesi sui lati del baule, paradossalmente tramutato, segno di estrema irrisione e odio degli assassini, in festicciola tra amici, con la consumazione del paté di fegato come simbolo dell’agnello sacrificale, l’innocente che giace nella cassa. Il movente, come il cadavere, sono al centro dell’attenzione, eppure nascosti.
Nulla ci dice Hitchcock sulle ragioni dell’omicidio. Gli autori del crimine lo giustificano, parlando tra di loro, come l’esito imprevisto e non voluto di una violenta discussione, in cui l’amico li avrebbe offesi, ma i due calzano guanti in pelle per non lasciare impronte, poco prima che arrivasse l’amico hanno mandato la governante a comprare il paté, e, dalla ricostruzione a posteriori del delitto fatta dal professore, la dinamica è quella di un omicidio premeditato. Il motivo del gesto è attribuibile forse alla follia del più forte tra i due, deciso a dimostrare coi fatti le teorie del suo vecchio professore sull’omicidio come manifestazione della superiorità degli uomini eletti sul resto del mondo. Ma questa sembra essere piuttosto una ulteriore scusa, un alibi intellettuale per coprire verità indicibili. Del resto non è quello che accade sempre, nella vita di tutti i giorni e nella storia, che le belle idee e le ideologie servano ad ammantare di nobili intenti i più atroci misfatti, compiuti per turpi e indicibili interessi?
Il vero movente è da ricercare nel profilo psicologico dei due omicidi e nel loro rapporto. Uno è volitivo, cinico, spavaldo, razionale, dominatore, virile, l’altro è sensibile, debole, emotivo, soggiogato dal suo compagno, che ammira e teme al tempo stesso. Negli anni cinquanta l’omosessualità in America era ancora un tabù, vissuta come una colpa e una vergogna da nascondere, semmai, come in questo caso, dietro l’apparenza di una convivenza occasionale tra due ex compagni di collegio. I due amici-amanti, rampolli dell’alta borghesia perbenista e bigotta, hanno ucciso per conservare la propria rispettabilità, la posizione sociale, i privilegi della casta, le carriere promettenti, minacciate dalle rivelazioni che soltanto un loro compagno di collegio avrebbe potuto fare sulla vera natura del loro menage conoscendone gli inizi.
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giulio andreetta
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martedì 4 agosto 2020
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capolavoro assoluto
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Indubbiamente questa pellicola è uno dei capolavori di Alfred Hitchcock, che qui si presenta in una veste insolta e minimale, quasi dimessa. Ma Rope (Nodo alla gola) è un puro gioiello della cinematografia, allo stesso livello qualitativo di Intrigo Internazionale, a mio avviso. La storia è apparentemente semplice, e la situazione iniziale è quella di un omicidio avvenuto in un lussuoso appartamento alla moda. Da questa situazione iniziale si svilupperà un giallo in cui un detective improvvisato (James Stewart), invitato ad una festa che si terrà proprio nello stesso appartamento incriminato, tenterà di sciogliere gli enigmi.
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Indubbiamente questa pellicola è uno dei capolavori di Alfred Hitchcock, che qui si presenta in una veste insolta e minimale, quasi dimessa. Ma Rope (Nodo alla gola) è un puro gioiello della cinematografia, allo stesso livello qualitativo di Intrigo Internazionale, a mio avviso. La storia è apparentemente semplice, e la situazione iniziale è quella di un omicidio avvenuto in un lussuoso appartamento alla moda. Da questa situazione iniziale si svilupperà un giallo in cui un detective improvvisato (James Stewart), invitato ad una festa che si terrà proprio nello stesso appartamento incriminato, tenterà di sciogliere gli enigmi. Da menzionare in particolare la recitazione superlativa, elegante e sottilmente elaborata, di John Dall che interpreta uno dei due assassini. Veramente affascinante ed elegante l'attrice che interpreta la parte della ragazza, Joan Chandler. In generale il livello medio della recitazione appare altissimo, e merita anche una menzione una particolare tecnica di ripresa che fa largo uso di lunghi piani-sequenza. Insomma, un film carico di innovazioni tecniche ed espressive che ne fa sicuramente un film indimenticabile e di certo un capolavoro.
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giusi conti
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venerdì 24 gennaio 2020
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hitchcock non delude mai.
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Hitchcock non delude mai. Nodo alla gola è una pellicola del 1948 diretta da Alfred Hitchcock. La capacità più grande del regista è forse quella di riuscire a tenere alta la tenzione per tutta la durata del film servendosi di pochi elementi che realmente ne definiscono il genere. Il film, il primo a colori per Hitchcock, è definito da dieci piani sequenza legati tra loro da inquadrature di primi piani e di dettagli che consentono al regista di creare qualcosa di molto interessante da un punto di vista tecnico ovvero una sorta di ripresa unica, molto lunga, che non solo riporta all'idea di teatro ma consente allo spettatore di vivere il tutto come stesse succedendo in tempo reale quindi la tecnica utilizzata accresce il senso di vero.
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Hitchcock non delude mai. Nodo alla gola è una pellicola del 1948 diretta da Alfred Hitchcock. La capacità più grande del regista è forse quella di riuscire a tenere alta la tenzione per tutta la durata del film servendosi di pochi elementi che realmente ne definiscono il genere. Il film, il primo a colori per Hitchcock, è definito da dieci piani sequenza legati tra loro da inquadrature di primi piani e di dettagli che consentono al regista di creare qualcosa di molto interessante da un punto di vista tecnico ovvero una sorta di ripresa unica, molto lunga, che non solo riporta all'idea di teatro ma consente allo spettatore di vivere il tutto come stesse succedendo in tempo reale quindi la tecnica utilizzata accresce il senso di vero. La calma apparente nella quale si svolge l'intera vicenda è forse uno degli elementi più inquietanti del film, un'atmosfera che definisce l'assurdità del gesto compiuto dai protagonisti e la follia di due menti contorte e subdole che con un cadavere in salotto invitano gli ospiti a sollazzare in casa loro. La motivazione del gesto compiuto, la cui giustificazione fa riferimento alle teorie sulla relatività dei concetti del bene e del male del professore Rupert Cadell, anche lui ospite dei due assasini, rappresenta il secondo elemento più sconvolgente della storia. Il tentativo di Brandon di dimostrare la propria superiorità intellettuale cercando proprio di solleticare l'attenzione dell'ex professore nella speranza che colga quanto accaduto e ne apprezzi la volontà di dimostrare le teorie sostenute riguardo all'omicidio come privilegio riservato a pochi eletti, denota la mancanza assoluta di pentimento da parte di uno dei due protagonisti e la follia che si cela dietro la mente di un assassino.
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weachilluminati
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domenica 12 gennaio 2020
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tutto scorre lento
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il regista Hitchcock riesce in questo film a trasmettere fedelmente nel film quanto era già previsto nella trasposizione del testo;
i tempi lenti sono ciò che fanno di questo opera teatrale qualcosa di interessante ;non direi tanto che il regista abbia sbagliato piuttosto che il regista abbia rappresentato un po' con la sua meticolosità la danza dei dettagli;
piace evidenziare l'attenzione nei particolari, i dialoghi lenti, oggi quasi incomprensibili che danno sostanza ad un film sicuramente prezioso ;
l'opera restaurata da un tono speciale a questo pellicola.
Grazie ad Alfred Hitchcock per questo capolavoro che oggi dopo quasi 70 anni ritorna a noi in tutto il suo splendore facendoci riflettere sui cambiamenti dei tempi.
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il regista Hitchcock riesce in questo film a trasmettere fedelmente nel film quanto era già previsto nella trasposizione del testo;
i tempi lenti sono ciò che fanno di questo opera teatrale qualcosa di interessante ;non direi tanto che il regista abbia sbagliato piuttosto che il regista abbia rappresentato un po' con la sua meticolosità la danza dei dettagli;
piace evidenziare l'attenzione nei particolari, i dialoghi lenti, oggi quasi incomprensibili che danno sostanza ad un film sicuramente prezioso ;
l'opera restaurata da un tono speciale a questo pellicola.
Grazie ad Alfred Hitchcock per questo capolavoro che oggi dopo quasi 70 anni ritorna a noi in tutto il suo splendore facendoci riflettere sui cambiamenti dei tempi.
buona visione.
weachilluminati
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samanta
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domenica 28 luglio 2019
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la prima volta di hitch
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E' il primo film a colori girato in USA da Hitchcock ed il primo film in cui usa massicciamente il piano sequenza (un'altro piano sequenza noto è presente ne il Peccato di Lady Considine), anzi ci 10 piani sequenza di 10 minuti ciascuno (massimo della durata di una pellicola di allora) e collegati in modo tale da dare l'idea di un solo piano sequenza (anche se un taglio netto sfugge e cioè quando Brandon parla del modo di uccidere dei polli di Philip). E' un modo molto ardito di riprendere un film e di cui dà un magnifico esempio Chazelle nella sequenza d'inizio di LA LA Land.
Due giovani della buona società di New York , Brandon (John Dall) e Philip (Farley Granger, la sua carriera non fu di lunga durata ma girò con successo un altro famoso film di Hitch L'altro Uomo) uccidono senza un motivo plausibile un loro amico David, chiudendo il corpo in una cassapanca, proprio il giorno in cui hanno invitato ad un party i genitori di David, la sua fidanzata Janet (Joan Chandler) l'ex fidanzato di questa Kenneth, viene anche invitato il loro professore all'Università Rupert (James Stewart qui nel suo primo film di 4 che interpretò con la regia di Hitch).
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E' il primo film a colori girato in USA da Hitchcock ed il primo film in cui usa massicciamente il piano sequenza (un'altro piano sequenza noto è presente ne il Peccato di Lady Considine), anzi ci 10 piani sequenza di 10 minuti ciascuno (massimo della durata di una pellicola di allora) e collegati in modo tale da dare l'idea di un solo piano sequenza (anche se un taglio netto sfugge e cioè quando Brandon parla del modo di uccidere dei polli di Philip). E' un modo molto ardito di riprendere un film e di cui dà un magnifico esempio Chazelle nella sequenza d'inizio di LA LA Land.
Due giovani della buona società di New York , Brandon (John Dall) e Philip (Farley Granger, la sua carriera non fu di lunga durata ma girò con successo un altro famoso film di Hitch L'altro Uomo) uccidono senza un motivo plausibile un loro amico David, chiudendo il corpo in una cassapanca, proprio il giorno in cui hanno invitato ad un party i genitori di David, la sua fidanzata Janet (Joan Chandler) l'ex fidanzato di questa Kenneth, viene anche invitato il loro professore all'Università Rupert (James Stewart qui nel suo primo film di 4 che interpretò con la regia di Hitch).Ma David anche lui invitato non viene ovviamente, i 2 giovani dicono di non averlo visto, quindi alla fine non essendo il giovane reperibile gli invitati preoccupati se ne vanno.Ma Rupert che durante il ricevimento avevo avuto qualche sospetto per il comportamento dei giovani, andando via scopre che nel vestibolo c'é il cappello di David. Rupert ritorna e dopo uno stringente interrogatorio inchioda alle loro responsibilità i due assassini e chiama la polizia.
Il motivo dell'omocidio apparentemente incomprensibile, è dovuto all'applicazione di alcune idee di Rupert espresse a lezione sull'inutilità di alcune vite e per dimostrare una specie di superomismo di carattere nicciano. E' evidente, anche se di sottofondo il rapporto omosessuale, tra i 2 giovani, rapporto nel quale emerge il carattere dominante di Brandon. Il film è un thriller psicologico, la bravura di Hitch emerge nel non fare mai calare la tensione che aleggia nell'atmosfera della vicenda, anche se non ci sono picchi di suspence ovvero i colpi di scena memorabili che vedremo nei suoi film successivi, i dialoghi sono intelligenti spesso accavallati, interrotti da lunghi momenti di silenzio (ad esempio quando c'è la lotta di Rupert con Brandon per impadronirsi della pistola), pieni di un macabro sarcasmo da parte dei 2 giovani, che peraltro cadono nella trappola della dialettica di Rupert senza accorgersi dei passi falsi che commettono.
Sono state date molte versioni di quando avviene la comparsa di Hitch nella pellicola , per me è all'inizio e fa il poliziotto che accompagna 2 scolari ad attraversare la strada,
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elgatoloco
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sabato 4 maggio 2019
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un classico poco frequentato
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"Rope"(Alfred Hitchcock, 1948, da una pièce teatrale di Patrick Hamilton)è un classico poco frequentato, forse perché film difficile: la tematica, che parla di un omicidio tra studenti(la componente"gay"che era della pièce di Hamilton, è decisamente meno presente nel film, ma tuttavia presente in maniera implicita)non è"facile"(si parla dell'omicidio come arte, anzi come una delle belle arti, ispirandosi a Thomas De Quincey, ma anche dell'essere "al di lù del bene e del male", nietzschianamente), può suscitare problemi in un pubblico molto"inquadrato"nonché poco acculturato, ma c'è anche una discussione sul cinema che al diavoletto sir Alfred naturalmente piace molto, ma poi anche sul piano realizzativo è straordinario, ossia al di fuori dlel'ordinario: pochi ma fondamentali movimenti di macchima, comunque rispettosi dell'ontologia del cinema(André Bazin), ossia di un cinema che non deve negare la sua provenienza teatrale, ove essa esista, realizzato con dieci piani-sequenza collegati tra loro, quasi fossimo in presenza di un'unica ripresa, il che ha sconcertato certi critici(Taylor, per ex.
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"Rope"(Alfred Hitchcock, 1948, da una pièce teatrale di Patrick Hamilton)è un classico poco frequentato, forse perché film difficile: la tematica, che parla di un omicidio tra studenti(la componente"gay"che era della pièce di Hamilton, è decisamente meno presente nel film, ma tuttavia presente in maniera implicita)non è"facile"(si parla dell'omicidio come arte, anzi come una delle belle arti, ispirandosi a Thomas De Quincey, ma anche dell'essere "al di lù del bene e del male", nietzschianamente), può suscitare problemi in un pubblico molto"inquadrato"nonché poco acculturato, ma c'è anche una discussione sul cinema che al diavoletto sir Alfred naturalmente piace molto, ma poi anche sul piano realizzativo è straordinario, ossia al di fuori dlel'ordinario: pochi ma fondamentali movimenti di macchima, comunque rispettosi dell'ontologia del cinema(André Bazin), ossia di un cinema che non deve negare la sua provenienza teatrale, ove essa esista, realizzato con dieci piani-sequenza collegati tra loro, quasi fossimo in presenza di un'unica ripresa, il che ha sconcertato certi critici(Taylor, per ex.), quasi fossimo in presenza di un mero"esericizio di stile"invece che di un film eccezionalmente e coraggiosamente quanto genialmente sperimentale... in particolare considerando l'epoca e il fatto che questo è il primo film a colori di mister-sir Hitchcock Formidabile e fulminante l'interpretazione di James Stewart, qui ben lontano dallo stereotipo dell'"eroe buono", ma anche John Dall e Farley Granger, rispettivamente nella parte del"mandante"dell'omicidio(che si vede subito all'inizio del film, tra l'altro)-dominatore e del"dominato-passivo"sono oltremodo convincenti, Per ritornare brevmente all'"intermezzo giocoso"sul cinema, Hitch scherza in maniera sublime sui film"da nulla", che "non dicono nulla"(per riassumere, non è detto così, ma si evince chiaramente da quanto viene detto, ossia a livello sottotestuale), pur se ribadirà sempre, in particolare anche nel fondamentale volume-intervista con François Truffaut, che il suo non è un cinema "di messaggi"("I messaggi li porta il postino"), il che non toglie che sia comunque, lato sensu, un cinema di idee. El Gato
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no_data
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venerdì 6 gennaio 2017
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motivo al piano
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La mia non è una recensione ma una domanda. Qualcuno sa qual è il motivo che suona al piano Philip Morgan (Farley Granger) intorno ai minuti 45-48? Grazie
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fabio57
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lunedì 1 febbraio 2016
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geniale
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Il grande maestro per l'ennesima volta ci dimostrò come si possano fare grandi film con mezzi modesti.Sofisticato thriller senza scene splatter,o effetti speciali,peraltro all'epoca non c'erano gli strumenti per farli,di una semplicità disarmate ed efficace,tutto girato in una stanza, crea una crescente tensione e tiene sulla corda lo spettatore fino all'epilogo.Attori ispirati e su tutti un superbo James Stewart all'apice della sua brillantissima carriera.
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