il cinefilo
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mercoledì 10 novembre 2010
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il club dei trentanove
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Alfred Hitchcock,qui ancora legato al suo periodo cinematografico in Inghilterra prima della sua carriera negli Stati Uniti,racconta una vicenda(ispirata a un romanzo di John Buchan)in cui l'abilità a mescolare spy-story e umorismo suona ottimamente riuscita grazie anche all'ottima recitazione degli interpreti.
La storia possiede un ritmo piacevolmente coinvolgente(perfettamente degno dello stile di sir Alfred)mentre l'accoppiata Robert Donat-Madelaine Carrol sprizza divertimento da tutti i pori e rende il film degno di essere visto e rivisto più volte.
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rmarci 05
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giovedì 2 maggio 2019
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opera sperimentale ricca di un'ironia brillante
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Il club dei 39, oltre ad essere uno dei film di Hitchcock più conosciuti del periodo inglese, è un'opera in cui il "maestro del brivido" unisce abilmente gli intrighi tipici dei suoi grandi capolavori thriller con una brillante e divertente ironia che alleggerisce la tensione, a volte azzerandola, e causando inevitabilmente la diminuzione dell'interesse da parte dello spettatore. Il risultato è un film sicuramente più che riuscito, con una trama originale ma dal ritmo altalenante, che molto spesso, nei pochi momenti "morti", si affida completamente all'espressività e alla bravura degli attori protagonisti, i cui siparietti comici risultano incredibilmente riusciti e divertenti.
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Il club dei 39, oltre ad essere uno dei film di Hitchcock più conosciuti del periodo inglese, è un'opera in cui il "maestro del brivido" unisce abilmente gli intrighi tipici dei suoi grandi capolavori thriller con una brillante e divertente ironia che alleggerisce la tensione, a volte azzerandola, e causando inevitabilmente la diminuzione dell'interesse da parte dello spettatore. Il risultato è un film sicuramente più che riuscito, con una trama originale ma dal ritmo altalenante, che molto spesso, nei pochi momenti "morti", si affida completamente all'espressività e alla bravura degli attori protagonisti, i cui siparietti comici risultano incredibilmente riusciti e divertenti. Alcune scene di inseguimento sono girate molto bene. La pellicola inoltre sembra un precursore di Intrigo Internazionale, per l'intrigo politico che coinvolge più Stati, e di Caccia al ladro, per il tono leggero e spensierato. 3 stelle e mezzo su 5.
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paolp78
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venerdì 7 agosto 2020
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hitchcock gioca con la memoria
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Pellicola che risale al periodo britannico del maestro del brivido, quello più lontano nel tempo e con le opere meno note del grande regista.
In quest'opera Hitchcock si diverte con la memoria umana ed i suoi complicati meccanismi, riservandole un ruolo chiave nel districare l'enigma che sta alla base di questo film di spionaggio, in realtà non dotato di una trama eccezionale (almeno se paragonata ad alcune altre delle pellicole del regista inglese), ma comunque da vedere per la solita ottima regia e per la presenza di una coppia di attori che si rivelò molto affiatata, costituita da Robert Donat e Madeleine Carroll, due delle maggiori star dell'epoca, qui ancora nella parte iniziale della carriera.
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Pellicola che risale al periodo britannico del maestro del brivido, quello più lontano nel tempo e con le opere meno note del grande regista.
In quest'opera Hitchcock si diverte con la memoria umana ed i suoi complicati meccanismi, riservandole un ruolo chiave nel districare l'enigma che sta alla base di questo film di spionaggio, in realtà non dotato di una trama eccezionale (almeno se paragonata ad alcune altre delle pellicole del regista inglese), ma comunque da vedere per la solita ottima regia e per la presenza di una coppia di attori che si rivelò molto affiatata, costituita da Robert Donat e Madeleine Carroll, due delle maggiori star dell'epoca, qui ancora nella parte iniziale della carriera.
La sceneggiatura che, con riguardo all'aspetto cardine della storia di spionaggio, non convince a pieno, è però genialmente sviluppata nella parte in cui disegna una serie di situazioni decisamente non comuni nelle quali restano coinvolti i due protagonisti. Ciò che maggiormente appassiona è proprio il rapporto che si viene a creare tra questi ultimi, caratterizzato per il contrasto iniziale e per il carattere forzato che rende il rapporto stesso intrigante, fornendo le condizioni ottimali per far rendere al meglio i due grandi interpreti. Infatti, è proprio in questa situazione paradossale che, nello schermo, si crea magicamente la perfetta alchimia tra Donat e la Carroll, dovuta alla loro bella ed affascinante presenza scenica ed alle capacità interpretative assolutamente fuori dall'ordinario.
Una curiosità: come si è detto Donat e la Carroll fecero faville sullo schermo tanto che Hitchcock tentò di riaverli in una sua successiva pellicola, “Amore e mistero”, già l'anno dopo; tuttavia Donat, che aveva accettato, non poté prendervi parte per motivi di salute (venne sostituito da John Gielgud); pertanto nonostante il notevole successo riscontrato, questo resterà l'unico film in cui i due interpreti reciteranno insieme.
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