Il club dei trentanove

Film 1935 | Spionaggio 81 min.

Regia di Alfred Hitchcock. Un film Da vedere 1935 con Robert Donat, Madeleine Carroll, Lucie Mannheim, Godfrey Tearle, Peggy Ashcroft. Cast completo Titolo originale: The Thirty-Nine Steps. Genere Spionaggio - Gran Bretagna, 1935, durata 81 minuti. - MYmonetro 3,68 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 9 aprile 2018

Uno dei film più belli e giustamente famosi del periodo inglese di Hitchcock. Una spia viene uccisa e nel suo delitto viene per caso coinvolto un giov...

Consigliato assolutamente sì!
3,68/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,35
CONSIGLIATO SÌ
Uno dei film più belli e giustamente famosi del periodo inglese di Hitchcock.
Recensione di Annarita Mazzucca
Recensione di Annarita Mazzucca

Trasposizione cinematografica del romanzo di John Buchan "I 39 scalini" (nel 1959 e nel 1978 saranno girati due remake rispettivamente dai registi Ralph Thomas e Don Sharp).
Un Hitchcock sicuramente alle prese con l'abbecedario del brivido che lo avrebbe immortalato, ma già ossessionato da trame di spionaggio internazionale. La suspense quasi sempre soppiantata dalla commedia degli equivoci è ben lontana dalle prove asfittiche del maestro del brivido nelle pellicole successive. Qui il filo della tensione viene scosso solo al principio, quando, la m.d.p. segue nervosa le falcate dei protagonisti per poi inquadrare da un squarcio accidentale il palco centrale, dal quale è palesata la dicotomia tra la staticità del circostante contingente (le domande del pubblico al Maestro della memoria riguardano solo eventi relativi al passato, accaduti), e il dinamismo di Hanney "Quanto dista Winnipeg da Montreal?". Un moto solo esteriore però, che si sostanzia nella circolarità di una sinossi filmica il cui cerchio si conchiude-conclude sul teatrino dell'incipit, senza profitto di consapevolezze interiori del protagonista, personaggio inverosimile, in realtà troppo scaltro per assurgere a status di pedina involontaria degli eventi. Così come inverosimile è il proiettile sul palco nella sequenza finale in cui un illustre esponente di spionaggio internazionale sceglie di sparare in un teatro gremito di gente all'omino della memoria che a sua volta sceglie di recitare pappagallescamente il "bugiardino" della definizione del club dei 39 scalini, infine solo accennati e mai esperiti in concreto nell'economia generale del film.
Figure femminili di scarso rilievo, dalla spia dapprima smascherata ed uccisa alla biondina del treno talmente fagocitata dalla liaison da non suggerirgli la fuga dopo l'ascolto accidentale della telefonata delle spie; l' unica eroina è la giovane moglie della brughiera irlandese pronta a sacrificarsi per la fuga di Hanney, annientata dall'eco del vuoto della sua quotidianità coniugale. La pellicola rimane tuttavia una delle più celebri del periodo inglese hitchcockiano e che ebbe il merito di portarlo all'attenzione di Hollywood. Dopo Il club dei 39 avrebbe girato in Gran Bretagna solo La taverna della Giamaica prima di trasferirsi negli Stati Uniti.

Sei d'accordo con Annarita Mazzucca?
a cura della redazione
mercoledì 2 agosto 2006

Il club dei trentanove è tratto dal romanzo omonimo di John Buchan, un autore con cui Hitchcock si sentiva in sintonia. "In effetti posso dire di essere stato notevolmente influenzato da Buchan, molto prima di fare Il club dei trentanove. Anche nell'Uomo che sapeva troppo si può avvertire la sua influenza" confermò il regista a Truffaut, aggiungendo: "Quello che mi piace di Buchan è qualcosa di profondamente britannico, che in Inghilterra chiamiamo understatement (un modo di presentare avvenimenti drammatici con un tono leggero).
Vissuto fra il 1875 e il 1940, membro del Parlamento inglese, direttore dei servizi segreti nella prima guerra mondiale, corrispondente di guerra del "Times", Alto commissario della Chiesa di Scozia e persino Governatore generale del Canada, Buchan scrisse una dozzina di romanzi che si inserivano nel filone anglosassone della spy story, assai popolare in Gran Bretagna fin dagli inizi del secolo, e che "contribuirono come pochi altri a definire lo spazio specifico del nuovo genere" (Orio Caldiron). Come osserva ancora Caldiron, "nelle storie di Buchan] non si trovano quasi mai investigatori, poliziotti o spie ufficiali, ma piuttosto detective involontari, i quali si guardano bene dal provocare l'avvenimento eccezionale: è piuttosto l'avvenimento che va a cercarli fino a casa per coinvolgerli in avventure sorprendenti". Si tratta quindi di veri e propri personaggi hitchcockiani; tipico, in tal senso, il protagonista di The Thirty-nine Steps, del 1915, il romanzo che segna l'inizio della piccola saga (quattro romanzi) dedicata alle avventure di Richard Hannay. Partendo dunque da un soggetto congeniale, Hitchcock lavorò con entusiasmo. La sceneggiatura fu affidata alla moglie Alma e a Charles Bennett, con il quale Hitch aveva già collaborato nell'Uomo che sapeva troppo (Bennett era inoltre l'autore del testo teatrale da cui Hitch aveva tratto Blackmail).
Le riprese si svolsero in un'atmosfera piacevole e rilassata; Hitch si sentiva in piena forma e tutto lasciava presagire un ottimo risultato. Così fu: Il club dei trenta- nove ottenne un sensazionale successo di critica e di pubblico, in Inghilterra come in America.
Del Club dei trentanove sono stati fatti due remake, entrambi usciti in Italia col titolo I trentanove scalini: uno mediocre di Ralph Thomas con Kenneth More (1958), e uno di migliore qualità di Don Sharp, con Robert Powell (1978).
"Vedevo come un film a episodi Volevo che ogni scena fosse molto solida in modo da costituire un piccolo film" (Hitchcock). "Questo genere di cinema tende a eliminare le scene che sono unicamente funzionali allo svolgimento della narrazione per servirsi solo di quelle che sono divertenti mentre si girano e altrettanto divertenti quando si vedono" (Truffaut). "Un ritmo meraviglioso, senza cadute, anima il film da un capo all'altro" (Bazin). "Perfettamente a suo agio, sicuro di sedurre. moltiplica le cose belle. È rilassato. Alla pienezza dell'argomento corrisponde con assoluta semplicità la pienezza della sceneggiatura e della regia. Assimilate le influenze, la sua personalità diventa folgorante. Bastano due inquadrature per creare l'atmosfera di un modesto music-hall londinese. La verità nasce senza nessuno sforzo dall'accumulo di dettagli pittoreschi. Le concatenazioni vanno da sé. Ogni sequenza diventa un pezzo di bravura, e la bellezza, quella bellezza naturale dei gesti e delle cose che sapéva creare così bene il grande Murnau, bagna intere scene, per esempio l'incontro con il fattore scozzese e la moglie, oppure l'episodio delle pecore e della fuga sotto la cascata" (Chabrol e Rohmer). Freschezza, libertà, rapidità, arguzia, umorismo: Il club dei trentanove, - L'intrigo internazionale del periodo inglese, come è stato definito - è una girandola di inseguimenti e colpi di scena (il film stabilisce fra l'altro definitivamente la struttura e il tema del film a doppio inseguimento - l'innocente che cerca qualcuno per scagionarsi è a sua volta ricercato - ,ricorrente in tutta l'opera di Hitch). Un racconto pieno di invenzioni e di tocchi umoristici, una narrazione spezzata, "episodica" per l'appunto, senza raccordi e senza preoccupazioni per le psicologie dei personaggi. Non occorre precisare chi siano i protagonisti o che cosa facciano nella vita: sono la loro stessa storia e fanno quello che si vede; questo ci basta, non abbiamo bisogno di altro per seguire Hannay sul treno e in Scozia, nella fattoria e nella villa di Jordan, dallo sceriffo e al comizio, sotto la cascata e nella locanda... Eppure in questo mondo un po' da cartone animato in cui tutto è possibile e l'incalzare delle avventure ci trascina senza fiato, al pari di Pamela ammanettata, si aprono parentesi quasi liriche: la sequenza della fattoria, giocata sui silenzi e sugli sguardi; le fughe di Hannay per la brughiera scozzese, con quella scenografia così finta eppure così suggestiva; la morte di Memory, condannato fino alla fine alla verità e alla memoria dal suo estremo orgoglio professionale... Gli occhi del cinefilo si velano di un po' di nostalgia e di tenerezza nei confronti di questo cinema ingenuo (nello spirito, si intende, non certo nella forma): per dirla con il titolo di un altro film di Hitch di quel periodo, "giovane e innocente".
Una storia raccontata con il sorriso sulle labbra, un sorriso analogo in tutto e per tutto a quello, ironico ma mai sprezzante, che compare spesso nel film sul volto di Robert Donat: Il club dei trentanove è anche un saggio esemplare dell'umorismo di Hitch, di quella capacità di osservare con ironia e understatement la stranezza della vita e dei rapporti umani che si ritrova in tanti altri film del maestro inglese. Al centro dell'attenzione è la relazione uomo- donna, altra costante hitchcockiana: le principali figure femminili del film - Annabella, la giovane sposa del fattore, Pamela, la moglie di Jordan - offrono in tal senso un interessante campionario su cui si esercita l'occhio malizioso di Hitch. L'avventura di Hannay è anche un viaggio - se non propriamente un'educazione - sentimentale. Ma senza addentrarci qui in considerazioni di tipo psicologico o sociale, ci piace solo ricordare alcuni dei numerosi tocchi di ironia disseminati nel film: i rappresentanti che sciorinano biancheria intima sul treno, il bacio imposto a Pamela, la rocambolesca avventura della donna unita per forza (dalle manette) a Hannay e sballottata senza riguardo di qua e di là, la complice protezione offerta dalla locandiera (che non ha capito nulla) alla coppia, il gioco delle mani di Hannay sulle gambe di Pamela mentre lei si toglie le calze, l'acida battuta dello stesso Hannay che immagina il proprio risveglio accanto alla faccia "lucida e cisposa" della donna... E poi, le mani dei due che si uniscono nell'inquadratura finale, in una stretta affettuosa e leggera, mentre dal polso di lui pendono ancora le manette: un'immagine che evoca altri finali di Hitch in cui l'unione fra uomo e donna è associata a qualche forma di costrizione (La finestra sul cortile, Caccia a l ladro). L'amore: croce e delizia.

Recensione di a cura della redazione

Uno dei film più belli e giustamente famosi del periodo inglese di Hitchcock. Una spia viene uccisa e nel suo delitto viene per caso coinvolto un giovanotto che in realtà non c'entra per niente; la sua fuga si protrarrà fino alla cattura dei veri colpevoli.


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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 10 novembre 2010
il cinefilo

Alfred Hitchcock,qui ancora legato al suo periodo cinematografico in Inghilterra prima della sua carriera negli Stati Uniti,racconta una vicenda(ispirata a un romanzo di John Buchan)in cui l'abilità a mescolare spy-story e umorismo suona ottimamente riuscita grazie anche all'ottima recitazione degli interpreti. La storia possiede un ritmo piacevolmente coinvolgente(perfettamente degno [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 maggio 2019
rmarci 05

Il club dei 39, oltre ad essere uno dei film di Hitchcock più conosciuti del periodo inglese, è un'opera in cui il "maestro del brivido" unisce abilmente gli intrighi tipici dei suoi grandi capolavori thriller con una brillante e divertente ironia che alleggerisce la tensione, a volte azzerandola, e causando inevitabilmente la diminuzione dell'interesse da parte dello [...] Vai alla recensione »

venerdì 7 agosto 2020
paolp78

Pellicola che risale al periodo britannico del maestro del brivido, quello più lontano nel tempo e con le opere meno note del grande regista. In quest'opera Hitchcock si diverte con la memoria umana ed i suoi complicati meccanismi, riservandole un ruolo chiave nel districare l'enigma che sta alla base di questo film di spionaggio, in realtà non dotato di una trama eccezionale [...] Vai alla recensione »

giovedì 17 giugno 2010
germi86

Semplicemente Alfred Hitchcok..film del 1935,genere spionaggio,molto utilizzato dal maestro del brivido..film da vedere..

sabato 3 aprile 2021
DaniMani

Non ho capito granché ....ma scrivere in modo più semplice, no? Opinabile il suo giudizio (“ La suspense quasi sempre soppiantata dalla commedia degli equivoci è ben lontana dalle prove asfittiche del maestro del brivido nelle pellicole successive”)......

sabato 30 maggio 2020
Daniele Fanin

Quando, nel 1935, Alfred Hitchcock firma la regia de Il Club dei 39 il suo nome era gia’ ben affermato nel panorama cinematografico europeo e soprattutto inglese, grazie ad una regolare e solida produzione culminata ne L’Uomo che Sapeva troppo, buon film dell’anno precedente. Ma e’ il successo negli Stati UnIti de Il Club dei 39, liberamente tratto dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1915 dallo scrittore [...] Vai alla recensione »

domenica 1 febbraio 2015
il befe

è  Hitchcock

martedì 20 marzo 2012
gianleo67

Uomo anonimo ("Io non sono nessuno" dichiara programmaticamente all'inizio del film) ingiustamente accusato di omicidio è braccato e costretto ad una fuga rocambolesca nel tentativo di discolparsi. La verità e l'amore alla fine, con un coup de théâtre, trionfano. E' un film veloce e leggero dove l'autore sembra mettere alla berlina le tematiche [...] Vai alla recensione »

Frasi
Cosa sono i "39 scalini"? Andiamo, rispondi! Cosa sono i "39 scalini"?
I "39 scalini" sono un'organizzazione di spie che raccolgono informazioni a favore dei servizi segreti...
Dialogo tra Richard Hannay (Robert Donat) - Il signor Memory (Wylie Watson)
dal film Il club dei trentanove
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