Thumbsucker - Il succhiapollice |
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Un film di Mike Mills.
Con Lou Taylor Pucci, Tilda Swinton, Vincent D'Onofrio, Kelli Garner, Keanu Reeves.
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Titolo originale Thumbsucker.
Drammatico,
durata 96 min.
- USA 2005.
uscita venerdì 23 giugno 2006.
MYMONETRO
Thumbsucker - Il succhiapollice
valutazione media:
2,81
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Justin-g sucking thumbdi gianleo67Feedback: 61482 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
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lunedì 13 luglio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Diciassettenne problematico e introverso, Justin ha conservato il vezzo infantile di succhiarsi il pollice come risposta alle difficoltà nella vita di relazione e scolastica. Tra genitori insicuri che temono di invecchiare troppo presto ed un dentista-guro che preferisce la psicoanalisi all'ortodonzia, il ragazzo dovrà faticare non poco per acquistare fiducia in sè stesso e scegliere liberamente del proprio futuro.
Commedia di formazione fuori dagli schemi che annovera una galleria di personaggi tutti a loro modo disadattati, quella di Mike Mills è un'incursione divertita e sarcastica sullo spaesamento e l'egocentrismo di un modello culturale e familiare che ha perso decisamente di vista il proprio ruolo, abdicando all'educazione della prole a favore di una generica ed confusa adesione ad un conformismo superficiale ed irresponsabile, in un vuoto di valori che bisogna di volta in volta riempire con una nuova ed irresoluta dipendenza. Giocando sulla caratterizzazione dei personaggi e stigmatizzando puntualmente i luoghi comuni del genere, il film di Mils cerca di porre la questione su di un piano di relazioni che facciano emergere le reciproche inadeguatezze, scaricando sugli altri il peso dei proprio fallimenti ed acuendo una confusione di ruoli che sembra difficile rendere veramente credibile anche per gli standard della commedia drammatica indipendente e rischiando di volta in volta l'effetto di una ostentata ricerca del paradosso piuttosto che la facile declamazione di soluzioni da risaputa antologia New Age. Disomogeneo e confusionario, è un film che finisce per annoiare più di quanto faccia divertire nel suo ingenuo tentativo di dirci quanto sia difficile crescere senza validi e solidi modelli di riferimento a meno che non si abbiano innate doti di resilienza alle difficoltà della vita (il figlio più piccolo) piuttosto che la capacità di sviluppare un'autocoscienza critica che ci aiuti a capire le proprie difficoltà come conseguenza delle difficoltà degli altri (il figlio più grande). Non ostante provenga dalla video arte e dal mondo del video clip l'autore dimostra di saper padroneggiare le varie tecniche di ripresa, imbastendo un film antispettacolare e minimalista che predilige la riflessione alle facili trovate della sit-com formato famiglia che pure sembrerebbe emulare.
Cast di un certo rilievo in cui finiscono quasi tutti per andare sopra le righe (compreso un inguardabile Keanu Reeves) e dove spicca per misura e competenza il giovane figlio d'arte Lou Taylor Pucci qui alla sua seconda prova d'attore premiata giustamente con l'Orso d'Argento al Festival di Berlino e il Premio della Giuria al Sundance Film Festival nel 2005.
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