Histoire d'O |
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Un film di Just Jaeckin.
Con Christiane Minazzoli, Corinne Cléry, Alain Noury, Udo Kier, Martine Kelly.
continua»
Erotico,
durata 112 min.
- Francia, Germania 1975.
MYMONETRO
Histoire d'O
valutazione media:
2,28
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Film perverso,noioso e indegno di successodi CEPPIFeedback: 1711 | altri commenti e recensioni di CEPPI |
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sabato 17 maggio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ad un anno di distanza da Emmanuelle (1974), Jaeckin firma la regia, in una sarabanda di perversioni erotiche, di questa pellicola erotica noiosa,inutile e mal recitata. In Histoire d'O i difetti sono molti: il film ha una tonalità di colore eccesivamente alta, inoltre gli spogliarrelli delle attrici sono pessimi ed inutili. Il cast è pessimo e nessuno si salva. Corinne Clèry e Udo Kier recitano malissimo e non hanno anima ed espressione se non quella eros di livello scadente. La storia racconta di una fotografa,sopranominata O, che per amor del fidanzato Renèe accetta di andare in una casa di Roissy dove subisce le più possibili e più sconce dominazioni erotiche quali: la sodomia, la flagellazione e il sadomasochismo. Prima di andare nella casa, Reneè oridna a O di obbedire agli ordini, di non indossare il reggiseno e di sostituire i reggicalze con dei bracciali reggenti e di tenere socchiuse le labbra . Nella casa la donna dovrà seguire dure regole che la identificheranno come una schiava d'amore. La donna verrà vestita da una gonna tagliata in due tra le gambe che termina con un piccolo reggischiena che le impedisce di coprirsi il seno ed un collare che farà da rimorchio per le bizzarre catene che le permetteranno di essere incatenata a lampadari ecc. Per promuovere O dalla prova sadomaso le viene consegnato un anello come segno d'identificazione. Finito il soggiorno sado maso, la donna rientra a casa con Reneè, il quale in seguito la induce a diventare l'amante anche di un nobile inglese depravato. L'uomo a sua volta la costringe ad avere rapporti lesbo con una modella di nome Jacqueline e di trasferirsi in una casa di nobildonne che sfrenano le loro fantasie erotiche sado-maso da sole e senza uomini. Così se per sua volonta, O prima veniva sottomessa dagli uomini ora viene sottomessa dalle donne. Il sadomasochismo e la dominazione, compresi dalla donna per Reneè ora vengono condivisi solo col nobile inglese che le inserisce degli anelli sulle grandi labbra e sulle natiche, per identificarla come schiava all'altezza. In questa volgare e noioso carosello di spogliarelli scadenti si salvano a malapena le musiche di Pierre Bachelet, tutto il resto è da buttare e da considerare schifo e scalpore (compresa la Clèry protagonista tra 11 anni di un altro film del sottogenere BDSM di Lucio Fuci ovvero: Il miele del diavolo (1986) senza pentirsi e ripensarci. Di grande successo è un film che non vale nulla se non la sua noia. Aspettatevi grandi delusioni. Da perdere con ostinazione
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