La casa |
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Un film di Fede Alvarez.
Con Jane Levy, Shiloh Fernandez, Lou Taylor Pucci, Jessica Lucas, Elizabeth Blackmore
Titolo originale Evil Dead.
Horror,
durata 90 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 9 maggio 2013.
- VM 14 -
MYMONETRO
La casa
valutazione media:
3,53
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ottima riuscita di un compito difficiledi ombriFeedback: 1539 | altri commenti e recensioni di ombri |
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venerdì 10 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
O voi, ferventi ammiratori come la sottoscritta dei film ad alto tasso emoglobinico, godetevi uno splatter costruito secondo i più classici topoi della categoria, ma in assoluto stato di grazia per merito di una valida regia, attori in parte e (udite udite) EFFETTI SPECIALI DELLA VECCHIA SCUOLA!!! Scusate ma qui ci scappa la lacrimuccia di nostalgica commozione... Basta con la computer grafica e con quegli effettacci simil-videogame buoni solo per i ragazzini! Finalmente si torna al sangue finto e al buon vecchio lattice!! Ma veniamo al film in dettaglio: la trama ricalca fondamentalmente quella dell'omonimo capolavoro di Sam Raimi (cinque ragazzi in una casa isolata in mezzo al bosco che vengono massacrati da un'entità diabolica evocata tramite un antico libro), ma con un notevole colpo di genio: Alvarez infatti motiva la decisione dei ragazzi di isolarsi dal mondo con la volontà di aiutare una di loro a disassuefarsi definitivamente dalla droga. Ciò, oltre a rendere credibile il loro eremitaggio,permette al regista di realizzare un quadro allegorico di grande effetto. Che differenza c’è infatti tra una possessione diabolica e la tossicodipendenza? In entrambi i casi si perde la propria identità e si obbedisce ciecamente agli istinti bestiali fomentati dall’entità “altra", si recidono legami affettivi e di sangue, si crea un mondo di dolore e sofferenza che coinvolge più persone, insomma in ultima analisi si concretizza un “inferno in terra” per scongiurare il quale l’unica via percorribile è lottare con ogni mezzo contro quella parte di sé che ha ceduto alla possessione. Questo astuto escamotage permette tra l’altro al regista di far “digerire” agli spettatori alcune incongruenze che si manifestano nel finale: come sennò si potrebbe tollerare il ritorno della protagonista dal mondo dei morti dopo una “defibrillazione” a dir poco casalinga e senza che il suo corpo porti la minima traccia delle mutilazioni subite?.. Per non parlare dello scontro finale tra "lei" e "l'altra" che mette a dura prova la disponibilità del pubblico ad accettare l’allegoria in questione, ma lo ricompensa con scene dall’impatto visivo straordinario, prima fra tutte la pioggia di sangue che ammanta ogni immagine di un satanico splendore. Del resto l’intero film appare realizzato in maniera notevolmente professionale: anche le scene più estreme (arti amputati, lingue sezionate e quant’altro) risultano credibili grazie alla cura nella scelta delle inquadrature e nell’utilizzo di luci, colori e ambientazioni, nonché alla misurata interpretazione degli attori. Insomma, un film che trasuda rispetto e ammirazione nei confronti dell’omonimo titolo di Raimi (gli appassionati si commuoveranno di fronte a varie scene di puro omaggio al predecessore, dalla prima inquadratura della casa stessa, alla soggettiva dello spirito malvagio che attraversa a gran velocità la foresta, all’amputazione della mano “posseduta” – che però ahimé non ingaggia una lotta senza esclusione di colpi e di gesti osceni contro la sua proprietaria come nell’intramontabile “La casa 2”) ma dal quale si discosta, oltre che per l’opulenza del budget, per un’impostazione totalmente e schiettamente orrorifica, senza alcuna concessione all’ironia né alcun momento di alleggerimento. Un horror “duro e puro” quindi, che affascinerà gli appassionati e disgusterà tutti gli altri: del resto questo è il risultato che ogni buon vecchio horror della “old school” si prefiggeva di ottenere.
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