Julen è Sophie sono due bambini con problemi. Julien ha la mamma malata, e un brutto rapporto con il padre, Sophie invece è povera e derisa da tutti i compagni perchè polacca.
I due ragazzi giocano tra di loro sfidandosi in una serie di imprese più o meno coraggiose. I due bambini crescono, diventano adolescenti, ma il loro rapporto sembra sempre segnato dal loro gioco da bambini, i due continuano a sfidarsi, ma tra i due nasce un sentimento, ma quanto di questo amore è gioco e quanto è realtà?
Yann Samuell racconta una favola sull'amore, tanto irreale quanto suggestiva, infatti quasi tutto rimanda al sogno nel suo miscuglio pop/grottesco. Il regista racconta l'amore in tutte sue le sfaccettature dalla sofferenza della lontanza alla gelosia, sempre con un tono "sopra le righe".
La Cotillard e Carnet sono i punti cardine del film, i personaggi di contorno ci sono, ma non hanno importanza perchè il fulcro del film è chiaramente il rapporto tra i due protagonisti e i due attori sono capaci e bravi (più la Cotillard a mio parere).
L'amore dunque è un gioco, una serie di sfide tra i due innamorati ed è questo che il regista vuole mostrarci, certo Samuell ne ha una visione un tantino cinica, ma idealmente crede nel lieto fine (come in tutte le storie d'amore che si rispettino) nella possibilità di superare le sfide improbe della vita e del cuore per il raggiungimento dell'amore eterno, che non si consuma nel matrimonio, o con una semplice promessa, ma con i fatti.
Da citare la Vie En Rose, il tema onnipresente del film che però riproposto in innumerevoli versioni non stanca mai, anzi te la trovi a canticchiare alla fine del film.
Concludo col dire che questo è un film che va visto, un film che finalmente racconta l'amore non nel solito modo, certo il film di difetti ne ha, ma passano facilmente in secondo piano. Un ora e mezza volata, ma che ti lascia qualcosa
[+] lascia un commento a beppe baiocchi »
[ - ] lascia un commento a beppe baiocchi »
|