Manhunter - Frammenti di un omicidio |
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Un film di Michael Mann.
Con William Petersen, Kim Greist, Joan Allen, Brian Cox.
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Titolo originale Manhunter.
Giallo,
durata 117 min.
- USA 1986.
MYMONETRO
Manhunter - Frammenti di un omicidio
valutazione media:
3,75
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Superlativodi davide chiappettaFeedback: 7859 | altri commenti e recensioni di davide chiappetta |
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giovedì 16 febbraio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Capolavoro. Un thriller tecnicamente superlativo, fotografato in maniera incredibile ed accompagnato da musiche ambient in anticipo sulle mode. Scenografie in puro stile Mann ed una poetica dell'immagine qui al suo apice, accompagnata da una tensione psicologica ben supportata dalle interpretazioni dell'ottimo cast. Joan Allen è come al solito bravissima anche se in seguito poco usata, convince molto anche lo spento ma nervoso Petersen (qui è in "Vivere e morire a Los Angeles" è perfetto) ma è Noonan nel ruolo del killer tormentato a rubare la scena (vedere lui con gli occhiali scuri dentro una stanza blu, o che che guarda la ragazza cieca accarezzare una tigre addormentata è pura poesia cinematografica). Un film il cui cuore è il tema del vedere ed essere visti, all'epoca una novità, ma che ci poteva riuscire solo un regista che aveva sperimentato con molto successo sul suono e sull'immagine e sugli ambienti netti e spogli, vedi "Miami Vice". Il miglior film del grande regista assieme al bellissimo e notturno "Strade violente", al confronto il film ruffiano e scontato del cormaniano regista ironico Demme è un operetta per educante, e diciamocelo sta invecchiando male. In questo straordinario film vi è mostrato pochissimo sangue, esso è relegato tutto al magnifico finale che ricorda il gia citato "Strade violente", anche li un finale perfetto lavorato su musica e immagine; la canzone "In a Gadda da Vida" al ritmo della sparatoria finale è una delle più incredibili scene cinematografiche mai viste da far impallidire tutti i registi a partire da Griffith e von Stroheim arrivando a Lynch Scorsese e Kitano. Non amato da coloro che sono assuefatti agli horror hollywoodiani o alla violenza televisiva, ai Reality Show, o alla solita gabbia narrativa stra-abusata. Chi dice che è un film irrisolto fa solo ridere, perchè si potrebbe lo stesso dire di Shining, che è un capolavoro antinarrativo per eccellenza (Kubrick scollava la storia per mostrare "altro", lo stesso faceva Mann sperimentale prima maniera, da grandi e unici artisti che come pittori evocano ma non mostrano, al contrario per dirla tutta e breve Demme mirava solo a colpire ai nervi dello spettatore). Un film da vedere e rivedere, da sentire e da risentire.
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