Finalmente domenica!

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Un film di François Truffaut. Con Jean-Louis Trintignant, Fanny Ardant, Philippe Lauden, Jean-Pierre Kalfon, Nicole Félix.
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Titolo originale Vivement dimanche !. Giallo, b/n durata 111 min. - Francia 1983. MYMONETRO Finalmente domenica! * * * 1/2 - valutazione media: 3,68 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Deliziosa rifondazione del noir hollywoodiano Valutazione 5 stelle su cinque

di Paolo 67


Feedback: 9827 | altri commenti e recensioni di Paolo 67
domenica 18 dicembre 2011

Truffaut era considerato insieme a Rohmer il regista dei film che assomigliavano più alla vita, di cui l'insieme della loro opera, col suo affabulare affascinante, il suo fissare momenti di felicità e ritornare su se stessa, contava più del singolo film, e il più "normale", tenero, dolce dei registi della nouvelle vague, che esprimeva un bisogno d'affetto e di libertà (autobiografico anche di una generazione, quella piccola borghesia diffusasi dopo la guerra), che la vita gli ha ampiamente risarcito da quando lo storico del cinema André Bazin lo salvò (fuggito di casa, era stato in casa di correzione) avviandolo alla critica cinematografica. Appassionato fin da piccolo della lettura, divenne critico geniale (contribuendo con gli altri critici futuri registi dei "Cahiers du cinéma" alla riscoperta autoriale di tanto cinema hollywoodiano come quello di Hitchcock fino ad allora bistrattato dalla critica) e poi regista geniale, tale da lasciare un segno per cui si può parlare di un cinema prima e dopo Truffaut. I suoi film sono la testimonianza di una grande voglia e capacità di creare: egli ha inventato un linguaggio nuovo, moderno di film in film prima di formalizzarlo nell'ultima parte della sua opera. Uomo di straordinaria sensibilità e intelligenza, a differenza di altri della nouvelle vague non è stato un polemico, non ha messo in discussione i valori della società (in "Jules e Jim" lo scontro inevitabile del principio del piacere con quello di realtà nell'impossibilità di plasmare il mondo fa emergere forti pulsioni di morte) incentrando piuttosto il suo discorso sul bisogno di capirsi e accettarsi all'interno dei rapporti di amore e di amicizia. Anima buona della nouvelle vague, con una spontaneità e un calore infantile ha rifiutato il cinismo e ha esercitato in definitiva una funzione consolatoria (con qualche eccezione in cui alcuni critici hanno identificato le sue opere più emozionanti e convincenti) in cui la Francia si è esaltata, in una delle sue migliori intelligenze. Truffaut è stato anche profetico anticipatore di certi movimenti sociali e della loro parziale sconfitta. Il suo cinema disimpegnato ha agito da cerniera tra la vecchia e la nuova Francia. "Finalmente domenica" è un arioso, gradevolissimo giallo-rosa in cui con la leggerezza e la felicità espressiva di sempre Truffaut recupera l'amato cinema hollywoodiano (soprattutto quello hitchcockiano) degli anni '40 in un bianco e nero (con il raffinato lavoro sulle sfumature di Nestor Almendros) che è anche un salutare ritorno alla semplicità, meraviglioso per l'uso scabro (altra eredità hitchockiana, in particolare di "Notorious", il film preferito del regista) che Truffaut fa delle sue infinite risorse visive, mai disperse nella sua opera in pezzi di bravura, bellurie o virtuosismi fini a se stessi ma sempre significanti (la naturalezza dei suoi film ha pochi rivali). Il film risalta uno dei temi fondamentali del'opera dell'autore, l'amore per la donna qui rappresentata dall'intensa e sensuale Fanny Ardant, all'epoca vero amore del regista, che già aveva illuminato il sincero, dolente discorso sui sentimenti de "La signora della porta accanto". L'ultimo film di Truffaut è anche un momento fondamentale della storia della parabola artistica e umana della nouvelle vague: nel suo rifarsi ai maestri del passato esso rappresenta la convinzione raggiunta sulle radici antiche del cinema moderno da parte di una generazione di intellettuali alle conclusioni delle loro ricerche.

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