Professionisti per un massacro |
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Un film di Nando Cicero.
Con George Hilton, George Martin (III), José Bodalo, Edd Byrnes, Milo Quesada.
continua»
Western,
durata 91 min.
- Italia 1968.
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Niente regole, solo violenzadi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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sabato 17 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pur essendo preso di mira dalla censura fin dalla sua prima uscita nelle sale per le ripetute scene di violenza Professionisti per un massacro resta invece una delle interessanti esperienze di modifica delle strutture narrative più che dei codici dei personaggi del western all'italiana. Nonostante la violenza esplicita ed efferata di alcune sequenze, le scelte dei protagonisti nascono dall'utilizzo di uno strumento insolito come la razionalità. Lo spettatore è messo a conoscenza di tutti gli elementi necessari e può condividere o meno le decisioni che essi assumono. Strutturato un po' come i percorsi iniziatici dei protagonisti film mitologici propone ai tre inseguitori e al loro compagno aggiunto situazioni enigmatiche di vario genere regalando ogni volta indizi utili a compiere il passo successivo come accade nella scelta della pista giusta prima tra le quattro possibili e poi tra due, la valutazione delle deiezioni dei cavalli, i cadaveri spogliati e le fibbie bruciate che suggeriscono il cambio di abiti dei fuggitivi, ecc. Tra le innovazioni introdotte nella struttura narrativa c'è poi il fatto che i tre protagonisti lavorano sempre in gruppo e, pur inseguendo un tesoro, non cercano né di fregarsi né di uccidersi l'un l'altro come, per esempio accade in "Il buono, il brutto, il cattivo" di Sergio Leone. L'innovazione più eclatante però è data dal finale che cancella del tutto il duello, anche quello collettivo. I Carniceros di Primero vengono fatti saltare in aria con la dinamite e anche il perfido maggiore Lloyd incontra la sua fine senza che qualcuno debba premere un grilletto. Poi c'è la violenza, efferata, gratuita e praticata da tutti, compresi i protagonisti che senza troppi scrupoli fanno saltare in aria giusto "per allegria" una posada con proprietaria, servitore e avventori, dopo una scazzottata. Proprio per la sua violenza il film viene fatto oggetto di una lunga persecuzione censoria con tagli di scene e di particolari.
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