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"La vita non è come nei romanzi..."
di Viola Klimt
Feedback: 507 | altri commenti e recensioni di Viola Klimt
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domenica 22 maggio 2011
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Il libro desiderato,esaltato,citato e poi demonizzato diventa la dimensione prospettica privilegiata per fare di Fahrenheit 451 un pellicola "metaletteraria" in cui la letteratura è strumento e materiale della trama. Tuttavia, Francois Truffaut estremizza i contenuti del romanzo fantascientifico di Ray Bradbury( a cui il film si ispira) creando una tensione fra una fantastica dimensione futuristica dai tratti pallidi e scarni e una dimensione intellettuale ( più interiorizzata) eccessivamente ridodante, virtuosistica, quasi "dovuta". Montag si vanta della virtuosa interpretazione e di Oskar Werner(alla sua seconda partecipazione in un film di Truffaut dopo il ruolo di Jules in "Jules e Jim") ma è un personaggio chiaramente intrappolato in un stato embrionale, depotenziato. Il ruolo chiave del film sembra essere quello di Clarisse a cui Julie Christie dà una tocco di attualità e rinnovato romanticismo.
L'intento del romanzo di Bradbury era di esorcizzare l'incubo di una società votata al fittizio,all'estremo indesiderabile,all'antiutopico. Una società antidemocratica, consumisticamente violenta, materialista.
Ma la pellicola non restituisce giustizia alla pagina scritta,si ha quasi l'impressione di un "copia e incolla" dei dialoghi , un macchinoso tentativo di estetizzare là dove invece era necessario estremizzare. Truffaut cerca di ispirarsi a quell'universo del cinema di Hitchcok chiamato suspense ma il suo esperimento fallisce. E la scollatura più evidente è quella tra l'attualità della trama e la pruriginosità delle scene .
C'è malinconia, la malinconia dell' essere cosi lontani dal Truffaut de "I quattrocento colpi"e di "Jules e Jim".
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valerio solari
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giovedì 26 gennaio 2023
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contraddizione?
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Scusami Viola, mi pare che vi sia una contraddizione tra due frasi della tua rensione. Prima hai scritto che Truffault ha estremizzato i contenuti del più famoso romanzo di Ray Bradbury, e poi hai scritto che vi è "un macchinoso tentativo di estetizzare là dove era invece necessario estremizzare": *evidente contraddizione* tra le due frasi. La mia idea è che Truffault, che di suo era proprio un buon regista, ma non specializzato nella fantascienza, abbia tratto ispirazione da un romanzo di suo anche un po'' difficile da rendere bene sullo schermo, per farne una sua opera, derivata ma non uguale al film. E tutto sommato a mio parere i contenuti che Truffault mette nel film sono resi abbastanza bene.
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Scusami Viola, mi pare che vi sia una contraddizione tra due frasi della tua rensione. Prima hai scritto che Truffault ha estremizzato i contenuti del più famoso romanzo di Ray Bradbury, e poi hai scritto che vi è "un macchinoso tentativo di estetizzare là dove era invece necessario estremizzare": *evidente contraddizione* tra le due frasi. La mia idea è che Truffault, che di suo era proprio un buon regista, ma non specializzato nella fantascienza, abbia tratto ispirazione da un romanzo di suo anche un po'' difficile da rendere bene sullo schermo, per farne una sua opera, derivata ma non uguale al film. E tutto sommato a mio parere i contenuti che Truffault mette nel film sono resi abbastanza bene. Allora cosa si dovrebbe dire del remake del 2018?! Inoltre, opera letteraria e opera cinematografica hanno mezzi di espressione diversi; nella gran maggioranza dei casi i film tratti da opere letterarie non rendono efficacemente contenuti ed espressioni di tali opere. Eccezioni nel campo della fantascienza ci sono: "2001 Odissea nello Spazio" e "Blade Runner", per esempio, dover Stanley Kubrick ha persino superato (e di molto!) il romanzo di Arthur C.Clarke. E per il film tratto da un romanzo che non era tra i migliori di Philips K.Dick ("Gli androidi sognano pecore elettriche" era il titolo in origine), tra i registi vi era anche Ridley Scott, che è tra i migliori di questo genere. Truffault come ho già scritto era un regista di "alto livello"... ma NON così alto come quello di un Stanley Kubrick! E neppure di Ridley Scott quando si tratta di fantascienza. Esprimo qui delle mie idee e considerazioni: non pretendo di essere "un critico". Però leggo fantascienza e la guardo su piccolo e grande schermo proprio dall''anno in cui uscì questo film di Truffault, il 1966, quindi mi sento di potere dire la mia opinione. Ti saluto.
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