In the Name of the King |
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Un film di Uwe Boll.
Con Jason Statham, Leelee Sobieski, John Rhys-Davies, Ron Perlman, Claire Forlani.
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Titolo originale In the Name of the King: A Dungeon Siege Tale.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 124 min.
- Germania, Canada, USA 2008.
- One Movie
uscita venerdì 27 febbraio 2009.
MYMONETRO
In the Name of the King
valutazione media:
1,96
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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il primo kolossal di Uwe Bolldi wynorski guiaz '80sFeedback: 5438 | altri commenti e recensioni di wynorski guiaz '80s |
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martedì 14 luglio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il Fattore(Jason Statham) conduce una vita tranquilla insieme alla mogle Solana(Claire Forlani) e al piccolo figlio coltivando i campi del suo piccolo appezzamento di terreno. Ma le forze del male incombono: il potente Mago Gallian(Ray Liotta), sostenuto da Duca Fallow(Matthew Lillard) vuole impadronirsi del regno del Re Konried(Burt Reynolds) e per farlo risveglia i Krug, guerrieri decerebrati da lui comandati. Dopo che suo figlio viene uccisio e la moglie rapita, Il Fattore si allea con il suo mentore Norick(Ron Perlman) e con il cognato Bastian(Will Sanderson) al fine di liberare la moglie e porre fine alle malefatte di Gallian e Fallow. Prima che dirigesse il suo film più riuscito dal titolo Postal, Uwe Boll aveva diretto questo In The Name Of The King, sottovalutata grossa produzione fantasy(60 milioni di dollari di budget) tratta dall'omonimo videogame A Dungeon Siege Tale. Boll ripropone allo spettatore le vicende e le fiabesche atmosfere del gioco e arricchisce la trama con degne battaglie, colpi di scena, personaggi doppiogiochisti e un finale 'liberatorio' che sconfigge 'il malvagio' di turno e riporta la pace. Il film è alla fine un buonissimo prodotto: CGI discretament utilizzata, capacità di ironia in alcune sequenze, trama(vista l'origine di trasposizione) scontata in partenza ma non troppo ed interpretazioni un pò forse troppo sotto la media. Difatti l'unico neo potrebbe sembrare il corposo cast(tra gli altri anche Leelee Sobieski, Brian J. White, John Rhys-Davies e Kristanna Loken) a volte spaesato(tra tutti, e forse l'unico: Matthew Lillard, abituato a commedie) ma alla fine discreto nella parte che ricopre. Il flop cinematografico(in USA solo 8 milioni di dollari) è dato invece dalla reputazione del regista, ingiustamente delegato come il 'peggiore al Mondo'. Di conseguenza, si ha il completo rifiuto di ogni sua pellicola; senza escludere questa. Ma invece, noi del pubblico dovremmo seguire la regola: prima osserva e poi giudica. Infatti, per concludere, questo In The Name Of The King è un buon prodotto che in quasi due ore riesce a farsi seguire dal pubblico e a soddisfarlo tra scenari alla Signore Degli Anelli e battaglie ripescate con originalità da altre pellicole. Consigliato.
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