Funny Games |
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Un film di Michael Haneke.
Con Susanne Lothar, Arno Frisch, Frank Giering, Ulrich Mühe
Thriller,
durata 103 min.
- Austria 1997.
- I Wonder Pictures
uscita lunedì 11 dicembre 2023.
MYMONETRO
Funny Games
valutazione media:
3,46
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sconvolgente..di alessandro89Feedback: 0 |
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sabato 29 novembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il mio giudizio sul film è assolutamente positivo..Da sottolineare innanzitutto il gioco di richiami alla ben più nota Arancia Meccanica (forse sarebbe stato più d'effetto non renderlo esplicito fin dal trailer..). Il punto di vista che assume lo spettatore è quello della famiglia (una normalissima famigliola medio borghese, con i suoi valori di dignità e decoro) e questo rende immediata l'immedesimazione del pubblico con la famiglia protagonista. I tipici valori vengono scardinati alle fondamenta e addirittura ,con una satira sottile e tagliente,ribaltati: basti pensare ai modi di fare e di vestire degli assalitori. è vero la violenza è gratuita e crudissima, ma, nonostante ciò, non si può assolutamente catalogare questo film tra i banalissimi splatter: importantissimo è il rilievo psicologico dato ai momenti post-violenti (magistrale è la scena fissa sulla donna che, dopo la morte del figlio, cerca goffamente di alzarsi). Come ha sottolineato lo stesso regista ciò che causa il terrore è l'insensatezza della violenza, e difatti darne una qualsiasi spiegazione servirebbe a razionalizzare la paura rendendola non più tale (alla omanda "Perchè" l'assalitore risponde "Perchè no?"). A questo aggiungerei un'altro fattore: un mondo, qullo familiare-borghese, che crediamo saldo ed indistruttibile, viene, ad un tratto, senza una spiegazione, sgretolato da due perfetti sconosciuti (in questo si potrebbe maliziosamente vedere anche una velata critica a tale sisema di valori). Tutto ciò solo per insinuare il seme della paura in un mondo che crediamo vero ed incrollabile. Un ultimo accenno alla scena del rewind col telecomando: avete agione, all'inizio anche io l'ho considerata un'emerita MINCHIATA, però se ci pensate bene, com'è che vanno a finire tutti i banalissimi film horror? Con il solito, scontatissimo lieto fine. Quì è determinante la mancanza di un lieto fine, che viene stroncato sul nascere quando la scena della donna che spara all'aggressore viene riportata indietro, come per dire: " Hey gente, questo non è uno schifosissimo film horror, questa è la realtà, e nella realtà non c'è nessun lieto fine!" Il film si conclude con l'incursione in un'altra casa, mentre durante il film si apprende che i due avevano precedentemente fatto fuori un'altra famiglia..questo allude chiaramente all'idea di una catena di violenza senza inizio e senza fine, che potrebbe protrarsi all'infinito. In alcune scene il ragazzo si rivolge direttamente al pubblico, rompendo così l'illusione scenica, qusto chiaramente per trasferire l'intera scena da un contesto reale/verosimile ad un contesto meta-psicologico, nel quale deve essere considerato l'intero film: fuori da questo contesto la pellicola perderebbe il suo altissimo valore artistico,psicologico e critico finendo per essere null'altro che uno splatter.
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