elgatoloco
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sabato 29 ottobre 2016
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documento interessante, più che altro
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Questo"ONe Way"("la faccia violenta di N.Y.", in italiano)di George Darnell, del quale-lo confesso-non so nulla, è interessante come documento di un'epoca, lontana ormai di quattro decenni e più, il 1975, con la guerra fredda ancora saldamente in corso, ma forse in un periodo di"stallo", per la sostanziale conclusione della fine della guerra in Vietnam, la"diplomazia del ping-pong"tra USA e Repubblica Popolare Cinese, per quanto riguarda l'Italia per i primi sentori di terrorismo, invero già da circa due anni. Ma è anche un esempio, forse unico, di coproduzione italo-messicana, dove l'apporto italiano, a livello interpretativo, se si esclude Luigi Pistilli, bravo, è abbastanza scarsa, mentre è più forte l'apporto tecnico, in diverse mansioni.
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Questo"ONe Way"("la faccia violenta di N.Y.", in italiano)di George Darnell, del quale-lo confesso-non so nulla, è interessante come documento di un'epoca, lontana ormai di quattro decenni e più, il 1975, con la guerra fredda ancora saldamente in corso, ma forse in un periodo di"stallo", per la sostanziale conclusione della fine della guerra in Vietnam, la"diplomazia del ping-pong"tra USA e Repubblica Popolare Cinese, per quanto riguarda l'Italia per i primi sentori di terrorismo, invero già da circa due anni. Ma è anche un esempio, forse unico, di coproduzione italo-messicana, dove l'apporto italiano, a livello interpretativo, se si esclude Luigi Pistilli, bravo, è abbastanza scarsa, mentre è più forte l'apporto tecnico, in diverse mansioni. Inoltre, nel tema centrale del film viene fuori(appunto a quell'epoca, quindi relativamente a condizioni ancora precedenti)la problematica degli immigrati messicani negli States, che la cronaca ha oggi riportato alla ribalta con le note posizioni di Donald Trump a riguardo, ma che in realtà è vexata quaestio già da vario tempo, per le implicazioni varie(USA e loro azione sulla questione droga in Messico e naturalmente anche negli States, sfruttamento di mano d'opera illegale in un paese, gli USA, in cui la libera iniziativa è quasi"santificata", molto altro ancora, posizione del Mexico quale paese "latino", ma in Latinoamerica considerato il più"anglicizzato"e senz'altro lo è, per i rapporti economici strettissimi, per la stessa posizione geografica, per le due guerre Mexico-USA svoltesi tra 1800 e inizio Novecento etc.). Pur se in forma abbastanza rozza e "immediata"il film fa comunque luce sulla tematica dello sfruttamento dei"chicanos"(termine peraltro dispregiativo, almeno in origine, che negli States si usa riguardo ai Messicani, appunto)negli USA, da parte di fantomatiche organizzazioni di"fratellanza latina"et similia, almeno relativamente ai rapporti di forza vigenti allora. Meno felice è l'intersezione tra queste problematiche sociali e le questioni sentimentali ed erotiche, che comunque nel film hanno un peso notevole. Oltre a Pistilli, sempre decisiva la presenza nel film di personaggi-interpreti quali il grande Fernando Rey, uno degli attori"clou"in vari film di Luis Bunuel e Mismy Farmer, attrice spesso poco considerata e sottovalutata; per non dire della bravura, più che reale, degli interpreti messicani. El Gato
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