elgatoloco
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domenica 7 febbraio 2016
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il solito seagal, certo
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A Steven Seagal vengono dedicate serie intere di film(vari canali TV gli dedicano appuntamenti settimanalI: l'attore-culturista, anche produttore e co-sceneggiatgore(non qui, però, in questo "Ruslan", anche noto come"Driven to Kill")è in qualche modo l'emblema di film di questo tipo, sulla scorta di Bruce Lee, il prototipo di questo. "schiatta"di interpreti, continuatori della tradizione gladiatoria etc. Qui, nel ruolo di uno scrittore di origini russe a suo tempo legato alla mafia di quel paese, Seagal(che vanta un nonno di origini calmucche...)dà forse non il"meglio di sé", ma certamente il consueto, ossia un vendicatore(gli hanno ucciso l'ex-moglie e gravamente ferito la figlia)èmulo di Bronson e dei suoi seriali"Giustizieri della notte" che, dopo le varie vendette, ovviamente portate a segno, è tranquillo, in buon pace con sé, senza(almeno apparenti)tracce mnestiche o scosse di qualche tipo, Il regista-autore anche della sceneggiatura Jeff King lo asseconda in pieno, dandogli modo di esibirsi nei suoi"numeri"preferiti(chiaro, però, che funambolo, qui, è il regista come lo sono i tecnici di ripresa più di Seagal, altrimenti non sarebbe cinema ma un'esibizione dal vivo.
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A Steven Seagal vengono dedicate serie intere di film(vari canali TV gli dedicano appuntamenti settimanalI: l'attore-culturista, anche produttore e co-sceneggiatgore(non qui, però, in questo "Ruslan", anche noto come"Driven to Kill")è in qualche modo l'emblema di film di questo tipo, sulla scorta di Bruce Lee, il prototipo di questo. "schiatta"di interpreti, continuatori della tradizione gladiatoria etc. Qui, nel ruolo di uno scrittore di origini russe a suo tempo legato alla mafia di quel paese, Seagal(che vanta un nonno di origini calmucche...)dà forse non il"meglio di sé", ma certamente il consueto, ossia un vendicatore(gli hanno ucciso l'ex-moglie e gravamente ferito la figlia)èmulo di Bronson e dei suoi seriali"Giustizieri della notte" che, dopo le varie vendette, ovviamente portate a segno, è tranquillo, in buon pace con sé, senza(almeno apparenti)tracce mnestiche o scosse di qualche tipo, Il regista-autore anche della sceneggiatura Jeff King lo asseconda in pieno, dandogli modo di esibirsi nei suoi"numeri"preferiti(chiaro, però, che funambolo, qui, è il regista come lo sono i tecnici di ripresa più di Seagal, altrimenti non sarebbe cinema ma un'esibizione dal vivo...), con il suo atteggiamento tra una sorta di"saggio-guru"orientale e l'immagine anche non poco stereotipata del"fighter"che, non solo in certi ambienti USA, ma in tutto il mondo(ma sempre in certi ambienti, per un certo pubblico, dove si può dire il tutto al plurale)ha sempre e comunque un "bacino d'accoglienza"vasto e ben poco diversificato. Difficile dare giudizi tecnici sul film, in quanto sembra di vedere quasi sempre lo stesso film(premettendo che chi scrive questa nota ne ha visti pochi, ma abbastanza per affermarlo): stesso Seagal, stesse sequenze di"lotta", stessi siparietti intermedi. Per citare il"libro dei libri", "Nihil novi sube sole"(nulla di nuovo sotto il sole). El Gato
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