michelangelo
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mercoledì 18 febbraio 2009
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it's show time!
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Dopo aver fatto incetta di premi Oscar meritatissimi per “The Departed”, il grande Martin torna nuovamente sul palco, naturalmente dietro la macchina da presa. I protagonisti assoluti sono loro, i principi del rock, mai spodestati dal trono reale della musica, perchè anche a sessant'anni suonati si dimostrano sempre forti, virili, geniali e perchè no, anche cazzuti. Scorsese li celebra in maniera frenetica, con il suo virtuosismo tecnico a dir poco ineccepibile, con la grandezza che è data solo al più grande regista americano vivente. Due ore di puro spettacolo, in tutti i sensi. Mick Jagger balla, canta, salta (ma dove la trova tutta quell'energia?), per tutto il tempo. L'unica tregua gliela offre il sapiente montaggio che alterna lo show time a vecchie interviste, dove lui e gli altri componenti della rock band si interrogavano e dubitavano di cosa sarebbe potuto accadere trent'anni dopo non sapendo assolutamente cosa il futuro avrebbe tenuto deliziosamente in serbo per loro.
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Dopo aver fatto incetta di premi Oscar meritatissimi per “The Departed”, il grande Martin torna nuovamente sul palco, naturalmente dietro la macchina da presa. I protagonisti assoluti sono loro, i principi del rock, mai spodestati dal trono reale della musica, perchè anche a sessant'anni suonati si dimostrano sempre forti, virili, geniali e perchè no, anche cazzuti. Scorsese li celebra in maniera frenetica, con il suo virtuosismo tecnico a dir poco ineccepibile, con la grandezza che è data solo al più grande regista americano vivente. Due ore di puro spettacolo, in tutti i sensi. Mick Jagger balla, canta, salta (ma dove la trova tutta quell'energia?), per tutto il tempo. L'unica tregua gliela offre il sapiente montaggio che alterna lo show time a vecchie interviste, dove lui e gli altri componenti della rock band si interrogavano e dubitavano di cosa sarebbe potuto accadere trent'anni dopo non sapendo assolutamente cosa il futuro avrebbe tenuto deliziosamente in serbo per loro. Certo, le rughe ci sono, e non sono poche, e questo fa impressione, ma la grinta che dimostrano dopo tutto questo tempo... beh, quella fa ancora più impressione. L'altro protagonista assoluto è il pubblico. Grazie alle magiloquenti carrellate orizzontali lo possiamo osservare mentre urla smanioso agli assoli mozzafiato della chitarra di Keith Richards. Uno spettacolo nello spettacolo. I grandi ospiti internazionali poi fanno il resto. Il duetto meglio riuscito forse è anche quello più bizzarro: Mick Jagger - Christina Aguilera. La voce mozzafiato di Christina fa venire la pelle d'oca, la furia selvaggia di Mick è a dir poco stupefacente. Il loro ballo scatenato sprizza erotismo da tutti i pori. Anche noi vorremo alzarci dal divano, salire su quel palco e ballare con due grandi divi come loro. Ma questo purtroppo rimarrà un sogno raccontato su di una pagina web che state leggendo in questo momento...
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fleurdumal
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martedì 8 aprile 2008
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anteprima nazionale: un'esperienza fisica
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Non c'è dubbio, i Rolling Stones fanno ancora brillare le loro canzoni come stelle nel firmamento della musica del nostro tempo. Questo è il titolo parafrasato del film: Shine a light, "fa brillare una luce". Le stelle più esplosive, lucenti e longeve. Il film racconta questo tematicamente e visualmente, in un teatro con scenografie, luci e cineprese a servizio della band rock d'origine inglese. Durante il concerto non-stop, scorrono a tratti immagini di quando Mick, Keith, Charlie e Ronnie erano ancora giovani e il mondo si chiedeva chi fossero e i perchè del loro successo, del loro essere così spregiudicati e fuori dalle regole. Senza trucchi di alcun genere, Scorsese segue fedelmente con una serie di cineprese disposte nel teatro i quattro Stones durante il loro sforzo artistico.
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Non c'è dubbio, i Rolling Stones fanno ancora brillare le loro canzoni come stelle nel firmamento della musica del nostro tempo. Questo è il titolo parafrasato del film: Shine a light, "fa brillare una luce". Le stelle più esplosive, lucenti e longeve. Il film racconta questo tematicamente e visualmente, in un teatro con scenografie, luci e cineprese a servizio della band rock d'origine inglese. Durante il concerto non-stop, scorrono a tratti immagini di quando Mick, Keith, Charlie e Ronnie erano ancora giovani e il mondo si chiedeva chi fossero e i perchè del loro successo, del loro essere così spregiudicati e fuori dalle regole. Senza trucchi di alcun genere, Scorsese segue fedelmente con una serie di cineprese disposte nel teatro i quattro Stones durante il loro sforzo artistico. Il film è un flusso interminabile ed energico di musica quasi sempre rock, pulsante, con pochi attimi di tregua blueseggiante o country. E' un film. Non un documentario e non la solita ripresa sconclusionata di un concerto. Tuttavia Scorsese non fa sentire troppo la sua mano. Rimane discretamente dietro le quinte: si mostra solo all'inizio, durante i preparativi, e alla fine. E' un film che toglie il fiato e che ti assorda piacevolmente. C'è una dialettica diretta fra i Rolling Stones e la cinepresa. La loro musica è puro cinema: uno spettacolo magnifico che non può fare altro che incantare. Notevoli anche le interpretazioni con musicisti/cantanti di supporto, come il nero Buddy Guy, lo spaccachitarre esperto di rhythm and blues; il giovane Jack White dei White Stripes e la prorompente virtuosa del canto Christina Aguilera.
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(di renato)
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sabato 3 aprile 2010
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shine a light- i rolling stones da vicino
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L’unica rock band al mondo capace di confutare il tempo, restando immune alle modificazioni che quest’ultimo può causare, dà vita a quello che è forse il più bel documentario su un concerto della storia del cinema. Probabilmente saranno cambiati i volti, ma non la musica in questo storico gruppo dalla matrice blues, che usa il palcoscenico in tutte le sue forme, considerando lo spettacolo una componente predominante di un concerto. E’, proprio per questo, considerata una delle rock band più coinvolgenti dal vivo; rende palpitante, attraverso la sua energia, la voglia di fare musica e spettacolo, facendo quasi dimenticare che coloro che si muovono sul palco hanno la veneranda età di oltre 60 anni; il filtro della memoria non li scalfisce, anzi, li “illumina” in tutti i sensi, come il titolo suggerisce.
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L’unica rock band al mondo capace di confutare il tempo, restando immune alle modificazioni che quest’ultimo può causare, dà vita a quello che è forse il più bel documentario su un concerto della storia del cinema. Probabilmente saranno cambiati i volti, ma non la musica in questo storico gruppo dalla matrice blues, che usa il palcoscenico in tutte le sue forme, considerando lo spettacolo una componente predominante di un concerto. E’, proprio per questo, considerata una delle rock band più coinvolgenti dal vivo; rende palpitante, attraverso la sua energia, la voglia di fare musica e spettacolo, facendo quasi dimenticare che coloro che si muovono sul palco hanno la veneranda età di oltre 60 anni; il filtro della memoria non li scalfisce, anzi, li “illumina” in tutti i sensi, come il titolo suggerisce. L’energia, qualità che certo non manca ai Rolling Stones, non è solo presente nella musica, ma anche nella genialità visiva di M. Scorsese, regista energico per eccellenza. Con il considerevole apporto di 17 telecamere, infatti, le vorticose immagini fuoriescono da una staticità che molte volte è il limite di un concerto filmato, e la visione appare unica nella sua espressiva dinamicità. Oltre alle riprese, altri pilastri fondamentali sono le luci e i colori di R. Richardson, con un montaggio tipico scorse siano di D. Tedeschi. Chi ha avuto la fortuna di assistere (da vicino) ad un concerto dei Rolling Stones potrà facilmente ammettere che è la cosa che gli si avvicina di più, considerando che lo schermo e la realtà sono due cose ben diverse.
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