maryluu
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sabato 5 aprile 2008
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la felicità umana
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Chi di noi non si è mai chiesto, almeno una volta nella vita, che cos'è la felicità? Sono felice? Credo che questo film ne dia una spiegazione. Una tra le tante possibili. Ma una valida. Simile a quella che darei io.
E' un film leggero, divertente, musicale, francese. E' un film che libera l'animo da brutti pensieri e per 100 minuti ti fa sentire leggera come le chiare montate a neve di Odette. La storia è semplice. Un amore impossibile che alla fine s concretizza. Non prima di innumerevoli situazioni che rasentano il paradossale. Ad esempio: ogni giorno Odette saluta Gesù intento in qualcosa di diverso. O camminare sul mare, o portare la croce. Un modo diverso e alternativo di inserire nel film la religiosità che comunque non c'entra nulla col resto del film.
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Chi di noi non si è mai chiesto, almeno una volta nella vita, che cos'è la felicità? Sono felice? Credo che questo film ne dia una spiegazione. Una tra le tante possibili. Ma una valida. Simile a quella che darei io.
E' un film leggero, divertente, musicale, francese. E' un film che libera l'animo da brutti pensieri e per 100 minuti ti fa sentire leggera come le chiare montate a neve di Odette. La storia è semplice. Un amore impossibile che alla fine s concretizza. Non prima di innumerevoli situazioni che rasentano il paradossale. Ad esempio: ogni giorno Odette saluta Gesù intento in qualcosa di diverso. O camminare sul mare, o portare la croce. Un modo diverso e alternativo di inserire nel film la religiosità che comunque non c'entra nulla col resto del film. E' proprio un elemento a se stante. Inoltre la storia ci dimostra che la felicità va cercata nelle piccole cose e che in fondo è uno stato d'animo. Odette non si da mai per vinta. E' sempre allegra e vede "il bicchiere sempre mezzo pieno". E' l'emblema della felicità tanto che chi le sta accanto se ne nutre senza poterne fare a meno. Ogni tanto si concede qualche volo interiore ed "esteriore" ed è questo che la rende speciale. I personaggi inoltre sono portati davvero all'eccesso. I figli di Odette sono il tipico maschio omosessuale e la tipica femmina mascolina. Questo per me dimostra il senso della società attuale, dove spesso i ruoli s'invertiscono inesorabilmente.
Odette è la perfetta mediatrice degli eccessi. Balthazar Balsan, scrittore infelice, s'imbatterà in lei e non riuscirà più ad andare via, nonostante l'enormi differenze tra loro. In primis la cultura. Lo stato sociale. Questo a dimostrazione che l'amor non ha un prezzo ma è universalmnente valido sia nelle "stalle" che nelle "stelle", e si può incrociare in maniera morbosa. Gli attori non sono molto famosi, anche se devo apprezzare la professionalità di Catherine Frot. Il film è leggero ma il personaggio di Odette è particolare e di difficile intrpretazione. Il regista,Eric-Emmanuel Schmitt,è stato eccelso nel intrecciare realtà e fantasia. Situazioni concrete e particolari in un miscuglio che non stona anzi. Non posso fare a meno di notarne il cognome. Uguale a quello del noto filosofo Carl Schmitt. Per lo più giurista ma anche noto per alcune tesi sulla crisi delle società moderne. Anche questo film cerca di risollevare gli animi umani lesi da questa società che avanza senza farci respirare. Credo che il regista non abbia nulla a che vedere con questo mio paragone ma mi è venuto in mente e non me ne vogliate se ho deciso di inserirlo. Insomma per me questo film merita attenzione, soprattutto per ritrovare il sorriso spesso spento dalla realtà che ci opprime e ci rende schiavi di un sistema da cui ogni tanto è bene risollevarsi.
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luigi chierico
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giovedì 22 settembre 2016
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tutto da godere
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C’è la sera che si preferisce andare ad assistere ad una tragedia e si va ad ascoltare l’Amleto, c’è il momento in cui si vuol conoscere la verità con un giallo e si va a vedere “Le verità nascoste”, i film bellissimi di Ingmar Bergman nei cinema d’essai ecc., ma ci sono momenti in cui si vuol gustare un film leggero, uno scacciapensieri. Chi si trova a vivere un tal momento non deve perdersi “Lezioni di felicità”. Sono stato fortunato ad averlo visto al momento giusto.
Uno spettacolo che è una esplosione di colori, di momenti fantastici, di gran bella musica, di tantissime belle canzoni, una vera poesia, una storia vista come una favola, già perché chi ama la vita è in grado di ballare e cantare, vedi il favoloso film ”Cantando sotto la pioggia”, può sollevarsi da terra perché l’anima si libera dal corpo e si lascia trasportare dal vento.
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C’è la sera che si preferisce andare ad assistere ad una tragedia e si va ad ascoltare l’Amleto, c’è il momento in cui si vuol conoscere la verità con un giallo e si va a vedere “Le verità nascoste”, i film bellissimi di Ingmar Bergman nei cinema d’essai ecc., ma ci sono momenti in cui si vuol gustare un film leggero, uno scacciapensieri. Chi si trova a vivere un tal momento non deve perdersi “Lezioni di felicità”. Sono stato fortunato ad averlo visto al momento giusto.
Uno spettacolo che è una esplosione di colori, di momenti fantastici, di gran bella musica, di tantissime belle canzoni, una vera poesia, una storia vista come una favola, già perché chi ama la vita è in grado di ballare e cantare, vedi il favoloso film ”Cantando sotto la pioggia”, può sollevarsi da terra perché l’anima si libera dal corpo e si lascia trasportare dal vento. Odette Toulrmonde non ha motivo di essere felice, è rimasta vedova a 30 anni, è appena quarantenne. Vive con due figli già maggiorenni, un maschio orientato verso un rapporto omosessuale, una figlia ribelle con uno strano compagno invadente, un lavoro che non la soddisfa; confessa “Sono nera dentro”. La vediamo magistralmente interpretata da Chaterine Frot che è entrata benissimo nel personaggio e sotto la guida del regista Eric-Emmanuel Schmitt è così esuberante che riusciamo a comprendere perché e come mai Odette sia in grado di dare lezioni di felicità non solo a Balthazar Balsan, perfettamente interpretato da Albert Duponte, ma a tutti gli spettatori.
La sua spensieratezza e gioia di vivere le viene dalla lettura dei libri di a Balthazar Balsan, val la pena citare altri 2 film in cui la lettura dei libri è protagonista : Storia di una ladra di libri e 84,Charing Cross Road. Il libro trasmette sensazioni ed impressioni al lettore consegnando ai suoi amanti tanta poesia,tanta incantevole suggestione, è il compagno fedele di tutte le sue ore, quelle belle, quelle tristi, quelle terribili.
Ecco l’origine della capacità di Odette di dare “Lezioni di felicità”. Lei canta le canzoni della Venera Nera, la grande ed inconfondibile Josephine Baker,mentre lavora, sogna mentre legge, balla in cucina e altrove, sorride alla vita anche quando deve dire: “Io non sono innamorata, io amo” a colui di cui deve respingere una proposta di matrimonio. Va in estasi per strada quando è accanto al suo idolo, l’autore dei libri che tiene accanto a sé nella camera da letto e la fanno evadere e vivere in un mondo fantastico,quando si legge un buon romanzo se ne respira l’aria. La protagonista ci insegna che la felicità dobbiamo trovarla dentro di noi, non viene dall’esterno, è impalpabile ma grande, non è originata da grandi eventi ma da piccoli episodi, da brevi eventi quali : Guardare un passero imbeccare i suoi piccoli, sorridere ed un bambino che ti sorride, leggere un libro seduto in giardino, seguire una farfalla in volo posarsi su una rosa, baciare dolcemente le labbra di chi ami, incontrare un amico che non vedi da tempo, sedersi a tavola con la famiglia, mettere al mondo un figlio e prenderlo tra le braccia, scaldarsi in silenzio dinanzi ad un vecchio camino. In “Le notti bianche” di Visconti il protagonista conclude “Dio mio! Un intero minuto di felicità! E’ forse poco, sia pure in tutta la vita di un uomo….?. Questo ho raccolto vedendo un film pieno di colori, con delle bellissime ed originali riprese, sembra che cali il sipario in un momento della vita di Odette e Balthazar.chibar22@libero.it
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