giox
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domenica 22 giugno 2008
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x quelli che lo considerano un fallimento
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scusatemi, ma davvero non capite nulla. io prima di scrivere un commento qui vedo il film almeno 3 volte, capolavoro o robaccia che sia; la trama di Sunshine è azzeccata, non è la storia di persone (che tra l'altro sono di secondo piano) ma della nostra stella, è un misto di scienza e fantascienza, la regia è perfetta, il cast a mio modo di vedere è ottimo, guardatevi il backstage e vedete in che condizione hanno recitato, (grandissimo cillian), gli effetti sono discreti e ottima la fotografia, le musiche di John Murphy davvero emozionanti; la prima volta che l'ho visto ho subito capito che il cinema sta facendo passi avanti verso generi molto più appassionanti e coinvolgenti.
Se non siete daccordo con me ok, andate pure a mettere 5 stelle alle cavolate sbancabotteghino come la guerra dei mondi tutto effetti speciali e non vi rimane nulla.
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scusatemi, ma davvero non capite nulla. io prima di scrivere un commento qui vedo il film almeno 3 volte, capolavoro o robaccia che sia; la trama di Sunshine è azzeccata, non è la storia di persone (che tra l'altro sono di secondo piano) ma della nostra stella, è un misto di scienza e fantascienza, la regia è perfetta, il cast a mio modo di vedere è ottimo, guardatevi il backstage e vedete in che condizione hanno recitato, (grandissimo cillian), gli effetti sono discreti e ottima la fotografia, le musiche di John Murphy davvero emozionanti; la prima volta che l'ho visto ho subito capito che il cinema sta facendo passi avanti verso generi molto più appassionanti e coinvolgenti.
Se non siete daccordo con me ok, andate pure a mettere 5 stelle alle cavolate sbancabotteghino come la guerra dei mondi tutto effetti speciali e non vi rimane nulla.
Questo film è un incontro riflessivo-psicologico che attraversa ogni membro dell'equipaggio e che abbraccia anche il pubblico , saluti
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[+] film unico e magnifico
(di huo yuanjia)
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lalla
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lunedì 23 aprile 2007
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mr boyle ce la fa anche a gravità 0
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Danny Bolyle non si smentisce mai e porta il suo marchio di fabbrica fino al sole. Un film diverso, a parte.
Dimentichiamo gli inutili e superflui film futuristici degli ultimi anni(Armageddon, Deep Impact...per carità...), Boyle ci insegna come si fa un VERO film di fantascienza di questo genere.
Trama semplice; risvegliare il sole, salvare la Terra e punto. A complicare la situazione fino quasi a renderla impossibile non è il terribile fato alla "Che Dio ci assista" (tipica frase da presidente-americano-di-film-catastrofico) ma l'uomo e le sue scelte. Scelte che è portarto a compiere ineluttabilmente e che daranno i suoi esiti.
Sunshine è un film difficilmente classificabile, ha il vago profumo di film come 2001 Odissea nello Spazio e un'aura claustrofobica come Alien.
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Danny Bolyle non si smentisce mai e porta il suo marchio di fabbrica fino al sole. Un film diverso, a parte.
Dimentichiamo gli inutili e superflui film futuristici degli ultimi anni(Armageddon, Deep Impact...per carità...), Boyle ci insegna come si fa un VERO film di fantascienza di questo genere.
Trama semplice; risvegliare il sole, salvare la Terra e punto. A complicare la situazione fino quasi a renderla impossibile non è il terribile fato alla "Che Dio ci assista" (tipica frase da presidente-americano-di-film-catastrofico) ma l'uomo e le sue scelte. Scelte che è portarto a compiere ineluttabilmente e che daranno i suoi esiti.
Sunshine è un film difficilmente classificabile, ha il vago profumo di film come 2001 Odissea nello Spazio e un'aura claustrofobica come Alien. Caratterizzato da personaggi dalla psicolgia ben determinata. Uomini che falliscono e uomini che vincono. Uomini che si arrendono e uomini che lottano fino all'ultimo istante per un futuro che dista due anni e che probabilmente neanche vedranno. L'umanità portata fino al sole e fatta brillare. L'umanità che vince anche se ridotta allo stremo. Uomo contro Dio nel finale? Razionalita contro follia? O follia contro follia?
Finalmente un film degno del suo genere (che tante, troppe volte è stato disonorato) che porta alla ribalta la fantascienza dimostrando che anche una trama semplice può nascondere un vero capolavoro.
Ottimo. Bellissimo. Unico.
Grazie ancora Boyle.
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[+] avevi ragione!!
(di baobab)
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(di portier74)
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(di al)
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(di francesco)
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[+] a un passo da 2001
(di kubrick87)
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darko
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domenica 29 aprile 2007
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delirio spaziale
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Straordinario nella fotografia e nelle realizzazioni grafiche digitali rappresentanti lo spazio e il sole. Attori scelti bene e bravi (niente superdivi, sentimentalismi a zero gravità, scene di sesso). Vorrei togliere qualche dubbio sul genere fantascientifico. E quì sicuramente molti mi appoggeranno poichè la pensano come me. La fantascienza ha poco a che vedere con la scienza vera. Dunque, le cose che nel film potranno sembrar assurde o poco attendibili, hanno tutta la loro ragion d'essere. Inoltre pare che le cose raccontate nel film non siano poi così astruse. Il sole, prima o poi, va a morire come è destino di tutte le stelle e in questo concetto si annida tutta la natura filsofico-pessimista di cui SUNSHINE è permeato.
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Straordinario nella fotografia e nelle realizzazioni grafiche digitali rappresentanti lo spazio e il sole. Attori scelti bene e bravi (niente superdivi, sentimentalismi a zero gravità, scene di sesso). Vorrei togliere qualche dubbio sul genere fantascientifico. E quì sicuramente molti mi appoggeranno poichè la pensano come me. La fantascienza ha poco a che vedere con la scienza vera. Dunque, le cose che nel film potranno sembrar assurde o poco attendibili, hanno tutta la loro ragion d'essere. Inoltre pare che le cose raccontate nel film non siano poi così astruse. Il sole, prima o poi, va a morire come è destino di tutte le stelle e in questo concetto si annida tutta la natura filsofico-pessimista di cui SUNSHINE è permeato.
La missione verso il sole dell'immensa astronave Icarus II (la prima è stata fallimentare, e lo sarà in parte anche questa) avrà le sue prime avarie fisiche e psicologiche molto presto nella struttura drammatica del film. I membri di questa astronave non sanno cosa fanno, sono partiti senza nemmeno avere la certezza di avere successo. I veri protagonisti del film non sono gli scienziati e austronauti, lo sono il sole stesso e la nave spaziale, che è dotata di un gigantesco scudo solare fatto di miliardi di pannelli riflettenti. A bordo c'è il fisico Robert Capa (lo spettrale Cillian Murphy), una glaciale asiatica botanica che si occupa del giardino d'ossigeno della nave spaziale che è necessario per il viaggio, un comandante-astronauta asiatico belloccio e che scompare per primo in una eroica morte-incontro col caldo sole, una sensibile e delicata donzella sotterraneamente invaghita del fisico, un ex militare pragmatico e pieno di sè che ha non poche rivalità con Capa, uno psicologo invasato e altri ancora. L'insieme di persone non è certo la migliore comunione di spiriti e da subito le cose si capisce che andranno a rotoli e non poco proprio per colpa loro. La lezione che ci viene impartita subliminalmente alla fine del primo atto da parte del nostro protagonista è che niente è mai sicuro, l'uomo fa molti errori e nonostante i suoi sforzi di razionalizzare e di vincere le forze avverse, accidentalmente prenderà il sopravvento il caos e tutto sarà distorto. Infatti alla fine, quando la nave spaziale si accinge ad eseguire l'operazione di sgancio della bomba, accadrà di tutto e la compattezza drammatica della prima parte del film lascerà spazio al delirio più allucinato in cui fra svariate morti dei membri autoinflitte, accidentali e omicidi commessi da parte di un invasato superstite della prima spedizione che si crede Dio, il protagonista riuscirà a penetrare all'interno dello scatolone-ordigno e manualmente sgancia la bomba verso il sole con dentro sè stesso. Insomma, una vera tragedia fantascientifica all'acido. Il film ha le sue pecche però - ad esempio nella parte introduttiva le cose vengono spiegate, come è solito fare a Hollywood (ma il regista non era quello scozzese dello straordinario TRAINSPOTTING?..) frettolosamente e male. Poi c'è il fatto che quasi nessuno di noi è scienziato e delle cose di cui parlano i protagonisti spesso ci si capisce ben poco. L'incursione nel genere dell'horror nel finale è un po' rischiosa, anche se ha certe caratteristiche accattivanti. Le scene belle d'altro canto non sono poche, c'è persino un fugace flash onirico da brividi con il protagonista in caduta libera sulla superficie infuocata del sole. I riferimenti cinematografici erano d'obbligo. Ottime le musiche.
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[+] non è affatto vero
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zucca73
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lunedì 30 aprile 2007
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dopo 2001 odissea nello spazio
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In un'epoca in cui la fantascienza è più rumore, velocità e mangia-tu-per-non-essere-mangiato, Danny Boyle ha sfornato un film lento, pensato, poetico ed "eroico", pieno di rimandi ai capolavori della fantascienza degli anni '70 e '80, quando si volevano raccontare storie oltre che ricercare il gusto barocco della novità.
Non ci sono alieni, non c'è sangue, solo l'uomo di fronte a se stesso e all'eroica accettazione del sacrificio supremo.
Un film coraggioso in cui credo che Boyle abbia dimostrato di essere un regista completo, maturo, pienamente consapevole di se stesso e delle sue potenzialità.
Molto bello e poco pubblicizzato, a torto.
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beatrice
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lunedì 23 aprile 2007
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avventura spaziale per danny boyle
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danny boyle si lancia in una rivisitazione del genere fantascientifico,e vi riesce bene.Ho appena visto il film,e a mio parere è davvero innovativo ed originale.Pur recuperando elementi classici del genere,quale la minaccia per la Terra ,la precedente missione misteriosamente fallita,la caccia al mostro,il regista riesce a riplasmare questi elementi con una buona dose di introspezione psicologica e di ricerca spirituale.Lo spazio,infatti,appare ostile e spaventoso,ed è interessante vedere i diversi caratteri dei personaggi che emergono cosi diversi fra loro in tali circostanze:il giovane ma coraggioso Cyllian Murphy,il duro e spietato Mace,l'umana e fragile Cassie...il capitano della Icarus 1,poi,impazzito dopo l'ingresso nella zona morta,che rappresenta e racchiude in sè le paure dell'uomo per qualcosa di più grande,come appunto il Sole o addirittura Dio.
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danny boyle si lancia in una rivisitazione del genere fantascientifico,e vi riesce bene.Ho appena visto il film,e a mio parere è davvero innovativo ed originale.Pur recuperando elementi classici del genere,quale la minaccia per la Terra ,la precedente missione misteriosamente fallita,la caccia al mostro,il regista riesce a riplasmare questi elementi con una buona dose di introspezione psicologica e di ricerca spirituale.Lo spazio,infatti,appare ostile e spaventoso,ed è interessante vedere i diversi caratteri dei personaggi che emergono cosi diversi fra loro in tali circostanze:il giovane ma coraggioso Cyllian Murphy,il duro e spietato Mace,l'umana e fragile Cassie...il capitano della Icarus 1,poi,impazzito dopo l'ingresso nella zona morta,che rappresenta e racchiude in sè le paure dell'uomo per qualcosa di più grande,come appunto il Sole o addirittura Dio.Senza contare poi l'aspetto tecnico del film:il montaggio convulso e nervoso,le inqradrature,con tanto primi piani per far "uscire" dallo schermo gli stati d'animo del personaggio e colpire lo spettatore,le scene d'azione sfocate e confuse(è forse una metafora della paura dell'ignoto tanto cara all'uomo?)e l'ottimo accompagnamento musicale,quasi delirante e onirico nel finale.Insomma,nonostante qualche plot hole(come è riuscito il capitano dell'Icarus 1 a entare nell'Icarus 2?e alla fine Cassie dove finisce?)e forse qualche scena d'azione di troppo,un film originale che vale la pena di vedere.
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[+] passaggio
(di baby herman)
[ - ] passaggio
[+] piattamente commerciale non originale
(di odissea 2001)
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[+] ne ho visti di film di fanatscienza
(di beatrice)
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[+] non diciame cazzate!!!
(di kubrick87)
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[+] assolutamente impeccabile
(di fan chris evans)
[ - ] assolutamente impeccabile
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nello
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giovedì 27 settembre 2007
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tremendo
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Einstein, più o meno un secolo fa, sottolineò l'angoscia che suscita nell'uomo il pensare all'universo come a una dimensione senza confini. La vita sulla terra ha infatti abituato l'uomo a sviluppare una percezione esclusivamente finita delle cose. Come si può dunque, in questo contesto, rapportare se stessi, la propria esistenza a "qualcosa" che non ha limiti, irriducibile ai comuni criteri di spazio e tempo? Boyle si impegna in questo ragionamento, inscenando una situazione estrema in cui un gruppo di scienziati si "immola" nel cuore di questo infinito per cercare di garantire un futuro alla terra e ai propri simili. Il regista, come sempre, è molto attento all'aspetto psicologico della vicenda, e non esita a sbattere davanti agli occhi dell'inerme spettatore quella "assenza di limiti", quella immisurabile vastità di fronte alla quale egli non può che sentirsi spaesato, angosciato, perso.
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Einstein, più o meno un secolo fa, sottolineò l'angoscia che suscita nell'uomo il pensare all'universo come a una dimensione senza confini. La vita sulla terra ha infatti abituato l'uomo a sviluppare una percezione esclusivamente finita delle cose. Come si può dunque, in questo contesto, rapportare se stessi, la propria esistenza a "qualcosa" che non ha limiti, irriducibile ai comuni criteri di spazio e tempo? Boyle si impegna in questo ragionamento, inscenando una situazione estrema in cui un gruppo di scienziati si "immola" nel cuore di questo infinito per cercare di garantire un futuro alla terra e ai propri simili. Il regista, come sempre, è molto attento all'aspetto psicologico della vicenda, e non esita a sbattere davanti agli occhi dell'inerme spettatore quella "assenza di limiti", quella immisurabile vastità di fronte alla quale egli non può che sentirsi spaesato, angosciato, perso. La fotografia è sbalorditiva, le immagini, accompagnate da una colonna sonora che rasenta la perfezione, lasciano letteralmente senza parole. La vista di Mercurio, l'uscita degli astronauti dalla navicella nello spazio aperto mozzano letteralmente il fiato. Ciò che colpisce però, è come Boyle sia riuscito a mantenere nello spettatore un forte senso di disagio per tutta la durata del film. Il fatto stesso di chiamare "Icarus" una navicella che deve avvicinarsi il più possibile al sole contribuisce enormemente a questo. Di fronte a tanta abilità da parte di Danny Boyle per quanto riguarda la regia, di Alex Garland per la sceneggiatura, di John Murphy per la colonna sonora e di tutti gli attori per le prove offerte, l'unica cosa da fare è togliersi il cappello.
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fede
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mercoledì 23 aprile 2008
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un capolavoro mancato.
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Gli elementi c'erano e la trama lo permetteva.
Il problema di questo film è stata la produzione: hanno voluto renderlo digeribile per il grande pubblico. Il problema è che boyle non lo aveva pensato così e il risultato è una via di mezzo che non può piacere appieno nè a chi vuole un film di un certo livello nè a chi vuole l'action movie.
A rovinare maggiormente il film è proprio quella componente action rappresentata da quella sorta di zombi uscito da 28 gg dopo: spezza completamente quel rapporto uomo-infinità dello spazio ( del sole in questo caso) che boyle era riuscito a creare.
Se questo film avesse approfondito quella componente onirica (solo abbozzata) e la psicologia dei personaggi.
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Gli elementi c'erano e la trama lo permetteva.
Il problema di questo film è stata la produzione: hanno voluto renderlo digeribile per il grande pubblico. Il problema è che boyle non lo aveva pensato così e il risultato è una via di mezzo che non può piacere appieno nè a chi vuole un film di un certo livello nè a chi vuole l'action movie.
A rovinare maggiormente il film è proprio quella componente action rappresentata da quella sorta di zombi uscito da 28 gg dopo: spezza completamente quel rapporto uomo-infinità dello spazio ( del sole in questo caso) che boyle era riuscito a creare.
Se questo film avesse approfondito quella componente onirica (solo abbozzata) e la psicologia dei personaggi. Perchè le basi c'erano e la regia visionaria si prestava bene. Ci si doveva rifare MOLTO di più a 2001 odissea nello spazio.
Fotografia e regia ottime: è un piacere per gli occhi, ma solo questo.
Il voto se lo prende solo perchè mi ha fatto pensare a cosa sarebbe potuto essere.
PS.: anche un minimo di verosimiglianza in più non avrebbe guastato, la fantascienza non deve certo ridicolizzare la fisica: gli uomini che congelano nello spazio (non c'è scambio termico con il NIENTE), la gravità del sole paragonabile a quella di un'asteroide di 200 metri di diametro...
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megatrinix
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giovedì 7 giugno 2012
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una poesia......che muore
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un film con un cast impeccabile,colpi di sciena al momento giusto,atmosfera claustrofobica ma non troppo,colonna sonora e finale commovente.......ma c'è una cosa che non mi è piaciuta molto in questo film.
Al 75% del film tutto si svolge troppo velocemente e secondo me il capitano della icarus 1 non doveva saltare fuori,non perchè fanno schifo e sono scontate le sciene,ma perchè il film prende un approccio totalmente diverso rispetto al macello che scoppia!!!
inizia come una poesia,poi ci sono gli inconvenienti,poi si tinge di rosso,ed in fine ritorna ad essere una poesia.
Comunque lo definisco pochi piani sotto i grandi classici,perchè è un genere nuovo per certi aspetti,ma in alcune sciene del film è sempre la stessa zuppa.
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un film con un cast impeccabile,colpi di sciena al momento giusto,atmosfera claustrofobica ma non troppo,colonna sonora e finale commovente.......ma c'è una cosa che non mi è piaciuta molto in questo film.
Al 75% del film tutto si svolge troppo velocemente e secondo me il capitano della icarus 1 non doveva saltare fuori,non perchè fanno schifo e sono scontate le sciene,ma perchè il film prende un approccio totalmente diverso rispetto al macello che scoppia!!!
inizia come una poesia,poi ci sono gli inconvenienti,poi si tinge di rosso,ed in fine ritorna ad essere una poesia.
Comunque lo definisco pochi piani sotto i grandi classici,perchè è un genere nuovo per certi aspetti,ma in alcune sciene del film è sempre la stessa zuppa.
IN FINALE:un film ricco di poesia,colpi di sciena ed atmosfera,che poteva essere migliorato in certi aspetti,ma che fa veramente bene il suo dovere da film fantascentifico.
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ashtray_bliss
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martedì 28 ottobre 2014
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il volo di icaro verso il sole.
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Sunshine vanta indubbiamente di un soggetto tradizionale per la cinematografia, tuttavia e' un soggetto tuttaltro che debole. Il concept narrativo è quindi incentrato sul vero protagonista della pellicola, il Sole. Quel elemento che ha permesso lo sviluppo delle forme vitali, che da sempre ha affascinato i popoli del mondo che a loro volta hanno istituito intere religioni, filosofie e monumenti archittetonici di ineguagliabile meraviglia.
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Sunshine vanta indubbiamente di un soggetto tradizionale per la cinematografia, tuttavia e' un soggetto tuttaltro che debole. Il concept narrativo è quindi incentrato sul vero protagonista della pellicola, il Sole. Quel elemento che ha permesso lo sviluppo delle forme vitali, che da sempre ha affascinato i popoli del mondo che a loro volta hanno istituito intere religioni, filosofie e monumenti archittetonici di ineguagliabile meraviglia. Il Sole, la cui importanza, ovviamente, surclassa quella delle semplici stelle cosmiche e grazie al quale un intero sistema di pianeti è mantenuto in posizione. Sunshine è dunque un viaggio nel Sole e per il Sole, un'esplorazione quasi primitiva alla ricerca dell'assoluto, della luce, della conoscienza che va ben oltre i limiti umani.
Ecco forse qual'è il punto di forza di Sunshine, quello che lo rende un film speciale e mai banale, nonche sicuramente l'elemento che lo ha consacrato nella mia top-10 di film preferiti di sempre: E' un film altamente spirituale e metafisico, dove la fantascienza è un mezzo che ci conduce altrove, ci catapulta in un'esperienza diversa e atipica, conducendoci nel cuore del metafisico, alla ricerca della del tempo, ma anche della creazione, speranza, fede, della conoscienza e della salvezza. In definitiva è la metafora per eccellenza della ricerca delle nostre origini, un ritorno alla culla della vita.
Opera raffinata, suggestiva e simbolica, Sunshine risulta un viaggio coinvolgente e toccante per lo spettatore che rende la visione del film indimentacabile.
Supportato da un impeccabile lavoro registico, una superba fotografia e scenografia e da un cast di attori eccellente, la suddetta pellicola riesce a superare a testa alta la sfida e catalogarsi direttamente un piccolo cult per tutti coloro che amano la fantascienza ben fatta, non esagerata o fine a se stessa, ma specialmente quella che comunica col suo pubblico che riesce a travolgerlo in una storia e mandare un messaggio piu' profondo, filosofico e umano.
Il tutto accompagnato da una colonna sonora mozzafiato e come precisato prima, da una fotografia ottimale. Memorabili e impressionanti allo stesso tempo le riprese del Sole che riescono a far scaturire nello spettatore sia stupore che soggezione di fronte alla meraviglia e perfezione cosmica, la quale ci ricorda inesorabilmente che in fondo noi siamo solo polvere di stelle. Accuratissima la ricostruzione della navicella spaziale, sia all'interno che esterno, creata in maniera plausibile per un futuro prossimo, nel quale è ambientato il film.
Credibili le interpretazioni degli attori protagonisti, mai banali o scontate, cosi come i dialoghi. Riescono a disegnare adeguatamente le personalità e le motivazioni che si celano dietro le loro azioni. Vengono messi a dura prova dalla constatazione che affrontano un viaggio senza ritorno e devono rispondere a dinamiche umane che superano le leggi della fisica: l'umanità, l'empatia, la compassione, la perdita, l'arroganza e l'egoismo. Questo piccolo gruppo di persone, sole nel universo, viene messo a dura prova dalla missione e dall'ambiente nel quale si trovano. Come puntualizza il medico di bordo "qui non siamo in democrazia", che equivale a dire "non rispondiamo agli obblighi terrestri perchè siamo una comunità di scienziati che deve operare per il bene più grande". Bravissimo Cilian Murphy che riesce a rendere le varie sfaccettature di crescita emotiva e psicologica durante la durata del viaggio di Icarus.
Incantevole il finale, che alcuni trovano sbrigativo o scontato o semplicemente incomprensibile. Ma nel finale si racchiude la vera essenza di Sunshine, la sua filosofia. L'incontro tanto desiderato dell'Uomo con Dio, la luce, la conoscenza. L'uomo a contatto con l'origine di tutto, nel quale quest'ultimo viene travolto e dentro alla quale scompare, divenuto ormai parte dell'energia solare e cosmica infinita.
Un viaggio che va visto, vissuto e ripetuto per guardare quello che c'è oltre il tangibile e terreno ed infine per ricongiungersi con il nostro Io interiore, la nostra coscienza.
Poesia fatta cinema. Un film ricco di tutto: trama, tensione, emotività, filosofia e intrattenimento che non mollano mai lo spettatore.
Uno dei migliori lavori di D. Boyle. Imperdibile.
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melania
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domenica 13 maggio 2007
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sunshine: abbagliati o scottati?
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Sunshine non è un film sufficientemente innovativo da essere innalzato a cult della fantascienza. L’anello debole è un soggetto che trae dichiaratamente spunto da titoli che hanno fatto la storia, da 2001- Odissea nella spazio ad Alien. E’ però un omaggio ossequioso piuttosto che uno sterile tentativo di richiamare i passati fasti. Perché il film ha una propria forza. Un elemento originale, capace di renderlo autosufficiente rispetto ad un intreccio narrativo che non convince del tutto e che non risulta pienamente chiaro (un possibile salto temporale come annunciato in un dialogo all’inizio?), sta nella lettura di Danny Boyle (Trainspotting, 28 giorni dopo, The Beach) che si sofferma sugli elementi più originali e su sequenze visivamente impressionanti, anziché accontentarsi di imbastire una storia abusata con effetti speciali milionari.
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Sunshine non è un film sufficientemente innovativo da essere innalzato a cult della fantascienza. L’anello debole è un soggetto che trae dichiaratamente spunto da titoli che hanno fatto la storia, da 2001- Odissea nella spazio ad Alien. E’ però un omaggio ossequioso piuttosto che uno sterile tentativo di richiamare i passati fasti. Perché il film ha una propria forza. Un elemento originale, capace di renderlo autosufficiente rispetto ad un intreccio narrativo che non convince del tutto e che non risulta pienamente chiaro (un possibile salto temporale come annunciato in un dialogo all’inizio?), sta nella lettura di Danny Boyle (Trainspotting, 28 giorni dopo, The Beach) che si sofferma sugli elementi più originali e su sequenze visivamente impressionanti, anziché accontentarsi di imbastire una storia abusata con effetti speciali milionari. Ne deriva una sorta di lungo videoclip psichedelico su temi sonori degli Underworld che hanno impiantato un progetto inedito rielaborando i suoni dello spazio catturati dalla Nasa. E, pur mettendo a dura prova lo spettatore, che esce dalla sala frastornato dalle continue sollecitazioni, risulta essere un veicolo perfetto per far scorrere la visione. E’ ben riuscita la combinazione tra il pur abusato cliché dello strenuo tentativo di salvare la Terra dall’apocalisse con le elucubrazioni pseudo-scientifiche e le farneticazioni misticheggianti. Il nodo del film è la sfida tra uomo e Dio, la tensione umana verso il divino attraverso la scienza, interpretata in senso originale rispetto a tanta produzione hollywoodiana degli ultimi tempi, che si affaccia piuttosto verso la letteratura di genere da Isaac Asimov a Philip K. Dick. Nella seconda parte il film degenera o, a seconda dei gusti, progredisce arricchendosi di elementi di thrilling. Indovinato l’uso delle lenti anamorfiche che esasperano le situazioni di forte tensione e aggiungono un velo di mistero ad inseguimenti altrimenti troppo prevedibili, esaltano una fotografia ben riuscita, imperniata sul contrasto tra le sequenze fredde e quelle dove i caldi riflessi del sole regalano un’atmosfera che tende al trascendente. Bella la contrapposizione tra il micro (la polvere, le inquadrature che scrutano i dettagli, l’uomo che sfida le leggi dell’universo) e il macro, lo spazio siderale che rappresenta il vero antagonista a livello narrativo, gli esterni realizzati digitalmente restituiscono un universo composito e spaventoso, che non solo fa da sfondo, ma interagisce con la storia. Escatologico, claustrofobico, coraggioso Sunshine si presta alla visione di un pubblico vario, dai cultori delle fini riprese a chi cerca nel film qualche emozione surrogata.
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[+] allora...
(di virgy_stellinagirl)
[ - ] allora...
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