fedeleto
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domenica 26 febbraio 2017
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una breve storia di rinascita
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Clara e Franco sono due emigrati calabresi che vivono a Milano. La donna lavorando in una fabbrica si ammala e rischia conseguenze serie. Il medico la farà partire nelle montagne della Valtellina, e lì la donna ritroverà se stessa, ma il dovere di madre è duro a morire.Vittorio De Sica (i girasoli, il giardino dei Finzi Co tini) dirige un film sul mondo operaio, descrivendo una Milano grigia, cupa,sofferente,alternandola ad un bianco candido del sanatorio. Le metafore non sono poche, il sanatorio rappresenta una sorta di purgatorio, dove le persone aspettano il verdetto del medico, e Clara in tutto questo è una donna per la prima volta interessata a se stessa, libera da quella catena di montaggio che è la vita, come se quel bianco delle montagne abbia pulito la sua anima e invece c'è anche chi non riesce ad uscire dalla propria disperazione, come ad esempio la bellissima interpretazione della Scansiani, un ottima Adriana Asti che mescola tragedia ed eccentricita'.
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Clara e Franco sono due emigrati calabresi che vivono a Milano. La donna lavorando in una fabbrica si ammala e rischia conseguenze serie. Il medico la farà partire nelle montagne della Valtellina, e lì la donna ritroverà se stessa, ma il dovere di madre è duro a morire.Vittorio De Sica (i girasoli, il giardino dei Finzi Co tini) dirige un film sul mondo operaio, descrivendo una Milano grigia, cupa,sofferente,alternandola ad un bianco candido del sanatorio. Le metafore non sono poche, il sanatorio rappresenta una sorta di purgatorio, dove le persone aspettano il verdetto del medico, e Clara in tutto questo è una donna per la prima volta interessata a se stessa, libera da quella catena di montaggio che è la vita, come se quel bianco delle montagne abbia pulito la sua anima e invece c'è anche chi non riesce ad uscire dalla propria disperazione, come ad esempio la bellissima interpretazione della Scansiani, un ottima Adriana Asti che mescola tragedia ed eccentricita'.Il soggetto di Rodolfo Sovego e la sceneggiatura di Zavattini, funzionano nel dramma reale, ma la Bolkan non rende .In breve un film riuscito che esprime il disagio quotidiano passando per una speranza che gradualmente termina alla fermata del viaggio di ritorno in treno.De Sica riesce a parlare di sentimenti e di vita come pochi, ed in parte anche questa pellicola ha un retrogusto di tardo neorealismo.
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marina
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martedì 6 giugno 2023
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un film amaro e veritiero
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Clara è una madre di famiglia degli anni 70, e come tale per la propria famiglia dà il massimo. E' costretta ad alzarsi presto ogni mattina per andare a lavoro , in una fabbrica a Milano, perché il marito si è incidentato ad una gamba e sta a casa. Quindi tutto è sulle sue spalle. Vive insieme ai suoi figli, al marito stesso , alla suocera e al cognato, in una casa fatiscente perché il nucleo famigliare si è ivi trasferito dalla Calabria in cerca di fortuna. La donna , fin dalle prime scene, viene mostrata nel suo aspetto molto sciatta, come se avesse perso la sua femminilità , stanca, quasi a mostrare come il matrimonio abbia schiacciato la sua bellezza e l'abbia ingabbiata nelle sue responsabilità di donna .
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Clara è una madre di famiglia degli anni 70, e come tale per la propria famiglia dà il massimo. E' costretta ad alzarsi presto ogni mattina per andare a lavoro , in una fabbrica a Milano, perché il marito si è incidentato ad una gamba e sta a casa. Quindi tutto è sulle sue spalle. Vive insieme ai suoi figli, al marito stesso , alla suocera e al cognato, in una casa fatiscente perché il nucleo famigliare si è ivi trasferito dalla Calabria in cerca di fortuna. La donna , fin dalle prime scene, viene mostrata nel suo aspetto molto sciatta, come se avesse perso la sua femminilità , stanca, quasi a mostrare come il matrimonio abbia schiacciato la sua bellezza e l'abbia ingabbiata nelle sue responsabilità di donna .La prigionia è evidenziata anche dall'ideologia culturale calabrese che vede il marito e suo fratello controllare la donna. Il quadro relazionale che si evince è quello di un matrimonio pieno di doveri , tra cui quello di non opporsi al marito, geloso, manesco e prepotente. Clara rappresenta tutte quelle donne di un tempo sacrificate, quelle per le quali la mentalità non ammetteva cambiamenti sociali. Purtroppo Clara , per quanto sia una stacanovista, non ce la fa più e per tanto, un giorno decide di recarsi dal dottore che le fa capire che ha bisogno di una tregua dal lavoro. Malgrado il marito non voglia , decide lo stesso di partire per Sondalo, un piccolo comune della provincia di Sondrio dove la mutua la manda in cura nel Sanatorio lì presente. Qui si apre per Clara un momento felice. Un vero momento per sé stessa. Qui lei non deve più pensare ad accudire , ma c'è chi si prende cura di lei. Tutto il tempo è per lei. Già la stanza in cui alloggia mostra il contrasto evidente rispetto alla situazione temporaneamente abbandonata. I colori lo evidenziano. Se ricordiamo la casa di Clara era sudicia e buia. La stanza in clinica profuma di pulito ed è ariosa, linda e splendente. Addirittura riesce a trovare il tempo anche di leggere, insomma vive una vita nuova. Qui si fa delle amiche, inizia ad uscire con loro, prende confidenza con la sua nuova e fantastica realtà che sta vivendo. Clara si sente così liberata intimamente da innamorarsi di Luigi, un operaio incontrato mesi prima dalla mutua. Luigi è molto preso , vorrebbe un futuro dalla donna ma Clara gli fa intendere a malincuore che non può, che il divorzio non se lo potrebbe permettere, che non può venir meno ai suoi doveri di madre, non potrebbe mai abbandonare i suoi figli; invece gli dice apertamente che vuole continuare a vivere quella loro storia senza chiedersi nulla, senza dover per forza pensare al domani. Ha bisogno di questo perché sa che prima o poi quel sogno finirà. Ed infatti quel giorno arriva . Arriva con tutta la sua bruttura. Clara è guarita e deve ritornare a casa. Non ha il coraggio neppure di salutare il suo amore. Prende il treno e la vediamo lasciare per sempre quella parvenza di vera vita che avrebbe meritato. Che dire? La regia di De Sica è impeccabile, per le riprese, le inquadrature, la capacità recitativa degli attori. Vediamo una piccola parte in cui recita il figlio Cristian, al quale sarà data la possibilità di chiudere il film con una canzone bellissima e delicata scritta dallo stesso.
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