lester burnham
|
martedì 16 gennaio 2007
|
le donne di sheridan
|
|
|
|
Anni '80: da un'Irlanda ancora lontana dal boom economico del nuovo millennio una famglia, (Johnny, la moglie Sara e due meravigliose bambine Christie ed Ariel) arriva a New York per "svoltare" non si sa bene come. Comiciano da zero in un quartiere povero, in un condominio disastrato e mentre Sarah lavora in un piccolo locale, Jhonny, attore in cerca di successo, studia il suo copione e passa di provino in provino mentre lavora come taxi-driver.
Ma c'è da vivere il quotidiano: la perdita di un figlio da superare, i soldi che non ci sono e due bambine da crescere: sveglie e attente. Che guardano (una delle due con una videocamera) ai genitori e al mondo.
Difficile mandare avanti una famiglia sentendosi perdenti.
[+]
Anni '80: da un'Irlanda ancora lontana dal boom economico del nuovo millennio una famglia, (Johnny, la moglie Sara e due meravigliose bambine Christie ed Ariel) arriva a New York per "svoltare" non si sa bene come. Comiciano da zero in un quartiere povero, in un condominio disastrato e mentre Sarah lavora in un piccolo locale, Jhonny, attore in cerca di successo, studia il suo copione e passa di provino in provino mentre lavora come taxi-driver.
Ma c'è da vivere il quotidiano: la perdita di un figlio da superare, i soldi che non ci sono e due bambine da crescere: sveglie e attente. Che guardano (una delle due con una videocamera) ai genitori e al mondo.
Difficile mandare avanti una famiglia sentendosi perdenti. E quando si lascia a sensi di colpa più che all'amore il compito di "riempire gli spazi" che le nostre ferite creano quotidianamente tutto, anche il sesso, diventa esperienza dolorosa da vivere.
Meno male che ci sono le bambine a tenere unito quel qualcosa che può essere straordinariamente fragile come la famiglia. Lo fanno nell'unico modo che i bambini conoscono: andare avanti, amando ed eplorando il mondo e le persone che le circondano. Fanno amicizia con "l'uomo nero" che abita di sotto. Farà parte della famiglia, la aiuterà a cambiare, a guardare avanti.
Forse è vero: il regista è coinvolto come non mai ma se film non perde equlibrio ciò è dovuto ad un cast stellare: tutti, nessuno escluso, danno il meglio.
Pappy Considine (nel 2002 neanche trentenne) è perfetto nella parte di Johnny, padre artista, perdente e pieno di sensi di colpa. Samantha Morton (Sarah), madre con fiducia nelle bambine e moglie che piena di comprensione e solidale con il marito, è un'attrice capace di cambiare "registro" come poche in circolazione oltre ad essere semplicemente bellissima e in molti se ne sono accorti: forse solo Scarlett Johansson può contare su così tante e intense interpretazioni negli ultimi anni. Le bambine (sorelle anche nella vita) sono capaci di prenderti per mano e farti tornare a credere che si può avere fiducia nel mondo e poi c'è uno straordinario Djimon Hounsou (Mateo, artista sieropositivo e angelo "della porta accanto") nella migliore interpretazione della sua carriera: pochi attori hanno una fisicità pari alla sua (guardare The Island, Costantine o Gladiator per credere).
Sarà soprattutto a causa della scrittura del film, dovuta soprattutto proprio alle figlie del regista, ma la donna di Sheridan (piccola e non) é gigantesca e lontana anni luce dalla donna forse davvero stanca ma anche tanto tanto egoista e tanto italian borghese di Muccino. Il punto è: chi scegliereste tra la Sarah di In America e la Gulia de L'Ultimo Bacio o di Ricordati di me. Non è una scelta ardua vero? Forse perchè l'amore è solo questione di fede: è eterno finchè ci credi.
Film asciutto, meraviglioso e coinvolgente (anche se tanto snobbato) ma non è una novità con Sheridan.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lester burnham »
[ - ] lascia un commento a lester burnham »
|
|
d'accordo? |
|
boboskij
|
martedì 17 luglio 2012
|
l'elaborazione del lutto in chiave psico-mistica
|
|
|
|
A volte ritornano ...ed è un piacere vederli ritornare. Dopo la lunga sosta di cinque anni dal suo ultimo film ''The boxer'' ritroviamo Jim Sheridan, l'autore de ''Il mio piede sinistro'' e ''Nel nome del padre'' ,alle prese con un film parzialmente autobiografico scritto a più mani con la collaborazione delle figlie Naomi e Kirsten.Dalle prime scene si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un film fortemente documentaristico, girato con la sola pretesa di smascherare il mondo illusorio creato dal patinato sogno americano, smontandone ad uno ad uno tutti i vari clichè.
[+]
A volte ritornano ...ed è un piacere vederli ritornare. Dopo la lunga sosta di cinque anni dal suo ultimo film ''The boxer'' ritroviamo Jim Sheridan, l'autore de ''Il mio piede sinistro'' e ''Nel nome del padre'' ,alle prese con un film parzialmente autobiografico scritto a più mani con la collaborazione delle figlie Naomi e Kirsten.Dalle prime scene si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un film fortemente documentaristico, girato con la sola pretesa di smascherare il mondo illusorio creato dal patinato sogno americano, smontandone ad uno ad uno tutti i vari clichè. Sheridan racconta infatti di una famiglia di immigrati irlandesi (la sua nella realtà ) che dal Canada si trasferisce a New York,nella grande mela,trovando alloggio nel quartiere malfamato di Hells kitchen, in un palazzo fatiscente abitato perlopiù da tossicodipendenti e transessuali.Questo si rivelerà essere in realtà solo il primo scoglio che la famiglia si troverà poi ad affrontare.Il padre,eterno sognatore, alla ricerca di un lavoro come attore si vedrà sbattere numerose porte in faccia e ai bisogni della famiglia provvederà la madre, con un lavoro di cameriera sottopagato.Anche le due figlie non si esimeranno dal pagare dazio, incontrando evidenti difficoltà di integrazione nella nuova scuola a causa dello snobbismo delle compagne.In realtà si scoprirà poi che il vero ostacolo da superare per la famiglia non sia tanto da ricercarsi nelle problematiche di ambientazione nella city newyorkese, quanto nella difficoltà ad accettare la prematura morte del terzo figlio Frankie,scomparso poco prima a causa di un tumore maligno.Qui il film cambia registro, svoltando nell'introspettivo.Rischia però alcuni scivoloni dovuti ad un pedante sentimentalismo e ad un ossessivo e talvolta fastidioso ricorso al tema psicoanalitico della colpa e dell'accettazione del lutto, trattati forse con eccessiva drammaticità.Se nella realtà saranno le bambine,in particolare la piccola Christie a doversi portare sulle spalle il peso dell'intera famiglia e a salvarla dai fantasmi del proprio passato, lo stesso possiamo dire che avvenga per la buona riuscita del film.Troviamo infatti in alternanza, a controbilanciare l'eccessivo colpevolismo dei genitori, la visione meno razionale e delle bambine che, supportata e rinvigorita dall'entrata in scena di un nuovo personaggio, renderà il quadro meno avvilente arricchendolo così di una sfumatura magico-misteriosa.Il personaggio in questione è un pittore di origine nigeriane(interpretato divinamente da Djimon Hounsou, qui candidato all'oscar come attore non protagonista) che con il suo misticismo e la sua forza d'animo diverrà il fulcro motore che permetterà alla famiglia di ritrovarsi ed ad abbandonare finalmente gli irrisolti e i sensi di colpa del passato .Il film è dedicato al fratello del regista Frankie, scomparso all'età di dieci anni.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a boboskij »
[ - ] lascia un commento a boboskij »
|
|
d'accordo? |
|
|