parpignol
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mercoledì 16 dicembre 2015
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dare il massimo
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Vidi questo film la prima volta che era il 2004, o al massimo il 2005. Risi tanto e bene, e mi piacque moltissimo tanto che non lo dimenticai mai. A distanza di dieci anni, per mostrarlo a mia moglie, lo sono andato a cercare, l'ho trovato e ce lo siamo visti insieme; a lei è piaciuto, e io ho riso come allora. Quando un film comico riesce a farti ridere la seconda volta come la prima volta che l'hai visto, e quando non ti sei dimenticato la trama a distanza di ben dieci anni, allora è un film comico degno di nota, riuscitissimo. Massimo Ceccherini, che nel 2003 era nel suo periodo d'oro, ha sceneggiato e recitato una trama brillantemente comica e parossistica, pur non priva di spunti di riflessione sull'italianità a confronto con l'americanismo imperante; l'attore toscano, dimostrando di non essere soltanto una spalla al politically correct, bonario e malinconico Pieraccioni, ha sfornato così una prestazione individuale da maestro, basandosi sulla verve comica che lo contraddistingue.
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Vidi questo film la prima volta che era il 2004, o al massimo il 2005. Risi tanto e bene, e mi piacque moltissimo tanto che non lo dimenticai mai. A distanza di dieci anni, per mostrarlo a mia moglie, lo sono andato a cercare, l'ho trovato e ce lo siamo visti insieme; a lei è piaciuto, e io ho riso come allora. Quando un film comico riesce a farti ridere la seconda volta come la prima volta che l'hai visto, e quando non ti sei dimenticato la trama a distanza di ben dieci anni, allora è un film comico degno di nota, riuscitissimo. Massimo Ceccherini, che nel 2003 era nel suo periodo d'oro, ha sceneggiato e recitato una trama brillantemente comica e parossistica, pur non priva di spunti di riflessione sull'italianità a confronto con l'americanismo imperante; l'attore toscano, dimostrando di non essere soltanto una spalla al politically correct, bonario e malinconico Pieraccioni, ha sfornato così una prestazione individuale da maestro, basandosi sulla verve comica che lo contraddistingue. Non ha avuto necessità di ricorrere a inutili volgarità: la situazione comica gli si è sempre presentata buona nel conflitto tra il sempliciotto contadino Lando e gli invadenti parenti americani. Quello dei parenti che invadono e spadroneggiano a casa propria è un leitmotiv comico che in Italia ha sempre funzionato, e qui si tratta addirittura di parenti statunitensi, quindi oltre al conflitto familiare c'è anche un buffo conflitto patriottico che in mano a Ceccherini è tutto da ridere. Notevole nella pellicola è stato anche il contributo decisivo degli altri co-attori: Victoria Silvstedt con la sua bellezza esuberante eppure mai odiosa e superba come sarebbero state certe attrici italiane nella stessa parte; Novello Novelli, giù il cappello di fronte alla sua performance da anziano stoico!; Manuela Magherini, divertentissima sorpresa nel cinema italiano, purtroppo mai più ripescata dal cilindro delle attrici, forse perché nella sessista e laida Italia cinematografica vige la regola che se non sei bella non vali nulla; il compianto Cyrus Elias, da lodare già solo per il fatto di avere lui, da americano, preso in giro gli aspetti risibili dell'americanismo; e infine Isabella Cecchi, bella senza essere perfetta, ciaciona, naturale, tanto che sicuramente alla fine del film sarà piaciuta, nella sua bella italianità, più della controparte svedese. E' proprio l'italianità che emerge nel corso di questo film che ancora una volta valorizza la terra natia della maggior parte del cast: la Toscana, con le sue campagne, le sue cascine, i suoi borghi, tanto che tra una risata e l'altra si può sognare di vivere almeno per qualche momento in posti così belli e sereni, prendendo i prestito le suggestioni paesaggistiche che ci vengono proposte. A termine di questa recensione, dispiace soltanto rilevare che, benché qui Ceccherini abbia dato il meglio di sè e ottima prova come regista/attore, a quest'esperimento autonomo non ne sono seguiti altri, e quest'attore dalle infinite potenzialità si è da allora ritrovato a svolgere in pellicole altrui prevalentemente ruoli marginali e di contorno.
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aristoteles
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lunedì 28 dicembre 2015
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l'amico dei tacchini
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Mi sento di concordare in pieno con il recensore nonostante il pubblico abbia sfornato tante recensioni positive.
Ceccherini la faccia per fare l'attore ce l'ha, come tutto sommato ha una sufficiente presenza scenica.
Tuttavia il film per contenuti e trama è davvero ben poca cosa.
Una famiglia americana assurda con zia chiattona che mangia per tutta la pellicola,uno zio rimbecillito dalla guerra,un nipote schiavo dei videogiochi e una cugina bona e stupida che gli darà spago.
Non colgo l'ironia,che chiaramente dovrebbe esserci,verso le manie di grandezza americane,che pure esistono nella realtà.
E' tutto troppo grottesco e portato all'eccesso.
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Mi sento di concordare in pieno con il recensore nonostante il pubblico abbia sfornato tante recensioni positive.
Ceccherini la faccia per fare l'attore ce l'ha, come tutto sommato ha una sufficiente presenza scenica.
Tuttavia il film per contenuti e trama è davvero ben poca cosa.
Una famiglia americana assurda con zia chiattona che mangia per tutta la pellicola,uno zio rimbecillito dalla guerra,un nipote schiavo dei videogiochi e una cugina bona e stupida che gli darà spago.
Non colgo l'ironia,che chiaramente dovrebbe esserci,verso le manie di grandezza americane,che pure esistono nella realtà.
E' tutto troppo grottesco e portato all'eccesso.
Fino a un quarto d'ora dalla fine comunque si poteva anche sopportare quanto visto,purtroppo il finale è una delle pagine più tristi della storia del cinema.
Unica nota lieta,per noi maschietti,la turgida Silvstedt.
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dandy
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lunedì 20 febbraio 2017
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glu glu glu.
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Alla sua terza prova da regista Ceccherini riconferma le sue buone qualità:infonde il suo tocco personale rinunciando alla volgarità e guardando i freaks che mostra senza cattiveria,lui compreso.Il sorriso scappa più di una volta,e quando non si ride c'è comunque qualche buona trovata(i dialoghi col tacchino),e una malinconia non scontata.A differenza della riflessione sull'american way of life ovviamente.Diverso da qualsiasi tipo di commedia del periodo(ben poca "reale" ad essere sinceri),non perfetto di certo,ma gradevole e a tratti allegramente cattivo.La Silvstedt è più simpatica del previsto.Ovviamente rifiutato da un pubblico che era totalmente asuefatto ai cinepanettoni e a un altro toscano molto meno interessante:Pieraccioni.
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Alla sua terza prova da regista Ceccherini riconferma le sue buone qualità:infonde il suo tocco personale rinunciando alla volgarità e guardando i freaks che mostra senza cattiveria,lui compreso.Il sorriso scappa più di una volta,e quando non si ride c'è comunque qualche buona trovata(i dialoghi col tacchino),e una malinconia non scontata.A differenza della riflessione sull'american way of life ovviamente.Diverso da qualsiasi tipo di commedia del periodo(ben poca "reale" ad essere sinceri),non perfetto di certo,ma gradevole e a tratti allegramente cattivo.La Silvstedt è più simpatica del previsto.Ovviamente rifiutato da un pubblico che era totalmente asuefatto ai cinepanettoni e a un altro toscano molto meno interessante:Pieraccioni....Da recuperare per una seratina spensierata.
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