Una messinscena di un omicidio e la scomparsa di una rock star, è così che il film comincia ed è da questo episodio che la trama procede verso un finale dai tratti labirintici. Un alternarsi di salti temporali tra presente e passato, un'assonanza tra Curt Wild e il celebre esteta Oscar Wilde, di cui sono presenti nel film numerosi riferimenti, così da creare un collegamento tra il glam rock degli anni 70 e i primi dandy della letteratura. La storia della celebrità scomparsa, Brian Slade, è ricostruita attraverso un'indagine portata a compimento da Arthur Stuart, giornalista a fan dello stesso Brian.
Il filo che collega l'intera storia è una spilla verde che compare dalla primissima scena e ricompare nall'ultima, passata di generazione in generazione e che tocca tutti i personaggi principali del film.
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Una messinscena di un omicidio e la scomparsa di una rock star, è così che il film comincia ed è da questo episodio che la trama procede verso un finale dai tratti labirintici. Un alternarsi di salti temporali tra presente e passato, un'assonanza tra Curt Wild e il celebre esteta Oscar Wilde, di cui sono presenti nel film numerosi riferimenti, così da creare un collegamento tra il glam rock degli anni 70 e i primi dandy della letteratura. La storia della celebrità scomparsa, Brian Slade, è ricostruita attraverso un'indagine portata a compimento da Arthur Stuart, giornalista a fan dello stesso Brian.
Il filo che collega l'intera storia è una spilla verde che compare dalla primissima scena e ricompare nall'ultima, passata di generazione in generazione e che tocca tutti i personaggi principali del film. Sebbene Velvet Goldimen sia incentrato sul percorso artistico di Brian Slade, il vero protagonista è però Stuart, che attraverso il suo lavoro riesce quasi a tracciare un excursus della propria vita, analizzando il proprio "sé" del passato, la propria bisessualità, la passione per la musica rock e l'idolatria per la star simbolo di un'intera generazione.
La scenografia ben curata, inoltre, permette una full immersion nell'Inghilterra degli anni 70, nei suoi costumi e nelle acconciature colorate; i trucchi esagerati e glitterati riprendono la corrente musicale del mitico David Bowie, a cui pare lo stesso Haynes si sia ispirato, almeno artisticamente, per la figura di Brian; è impossibile però parlare di Velvet Goldmine analizzandone soltanto le tendenze musicali, in quanto ogni personaggio è definito da una psicologia complessa: se Brian ed Arthur sono rispettivamente Arte e Uomo alla scoperta della propia natura, la Natura stessa si reincarna nel personaggio di Curt, che abbraccia e accoglie nella propria morsa gli altri due, portandoli a conoscere la propria indole omosessuale.
"Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero" è la frase chiave per comprendere l'intera vicenda: fino a che punto possiamo essere noi stessi?
"Eravamo partiti per cambiare il mondo e abbiamo cambiato solo noi stessi" e non c'è nulla di male in tutto questo, "a patto di non guardare il mondo".
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